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Re: Il Cinema sulla stampa
pazzesca la scena dell'aspirapolvere
ubik- admin ubik
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Re: Il Cinema sulla stampa
La scena dell'aspirapolvere è dedicata a voi amanti degli animaletti da compagnia
e il manichino trans... me l'ero dimenticato
e il manichino trans... me l'ero dimenticato
mambu- cometa
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Re: Il Cinema sulla stampa
qui è arrivato cielo ma raimovie e rai5 ancora no
anna- admin anna
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Re: Il Cinema sulla stampa
Terraferma" candidato italiano agli Oscar
Battuto Moretti. Ma il percorso è in salita...
Come da previsioni, il film di Crialese rappresenterà il nostro Paese nella corsa per la miglior pellicola straniera. Nella speranza di invertire una tendenza negativa che dura da anni
Tutto secondo previsioni della vigilia: è Terraferma, il film di Emanuele Crialese già Premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia, il candidato italiano per la corsa agli Oscar. La pellicola - intenso, emozionante racconto dell'incontro tra migranti e abitanti di un'isola simile a Lampedusa - è stata scelta da una commissione composta da addetti ai lavori del cinema di casa nostra. Sbaragliando la concorrenza di film altrettanto quotati, in particolare Habemus Papam di Nanni Moretti.
Oltre a questa coppia d'assi, gli altri titoli in lizza, nella caccia alla statuetta dorata come miglior pellicola straniera, erano sei: Vallanzasca di Michele Placido; Corpo celeste di Alice Rohrwacher; Nessuno mi può giudicare, la di Massimiliano Bruno; Noi credevamo di Mario Martone; Notizie degli scavi di Emidio Greco; Tatanka di Giuseppe Gagliardi. Ma è stato subito chiaro che questa gara a otto sarebbe stata, in realtà, una corsa a due.
E alla fine l'ha spuntata Terraferma, come già indicavano i rumors degli ultimi giorni. Una pellicola che probabilmente,
a giudizio dei selezionatori, non è solo bella, ma anche capace di intercettare in qualche modo i gusti dei giurati americani, cioè di persone di ambiente più o meno hollywoodiano. E visto che, anche oltreoceano, la questione della difesa dei confini, e anche dei diritti umani di chi entra in cerca una vita, sono ben conosciute, la speranza è che stavolta l'Italia riesca a entrare almeno nella rosa delle nomination. Cosa che, ricordiamolo, non accade da anni: l'ultima volta la spuntò Cristina Comencini con La bestia nel cuore. Era il 2006.
Della commissione che ha espresso il verdetto fanno parte Nicola Borrelli, direttore generale della divisione Cinema del ministero dei Beni culturali; Marco Bellocchio; Luca Guadagnino; Martha Capello, presidente dell'Associazione giovani produttori cinematografici: le produttrici Francesca Cima e Tilde Corsi; Paola Corvino, presidente dell'Unione nazionale esportatori film e audiovisivi; il distributore Valerio De Paolis; Nick Vivarelli, giornalista di Variety. La speranza è che la loro scelta sia stata la migliore possibile, sulla via di Los Angeles.
repubblica
Battuto Moretti. Ma il percorso è in salita...
Come da previsioni, il film di Crialese rappresenterà il nostro Paese nella corsa per la miglior pellicola straniera. Nella speranza di invertire una tendenza negativa che dura da anni
Tutto secondo previsioni della vigilia: è Terraferma, il film di Emanuele Crialese già Premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia, il candidato italiano per la corsa agli Oscar. La pellicola - intenso, emozionante racconto dell'incontro tra migranti e abitanti di un'isola simile a Lampedusa - è stata scelta da una commissione composta da addetti ai lavori del cinema di casa nostra. Sbaragliando la concorrenza di film altrettanto quotati, in particolare Habemus Papam di Nanni Moretti.
Oltre a questa coppia d'assi, gli altri titoli in lizza, nella caccia alla statuetta dorata come miglior pellicola straniera, erano sei: Vallanzasca di Michele Placido; Corpo celeste di Alice Rohrwacher; Nessuno mi può giudicare, la di Massimiliano Bruno; Noi credevamo di Mario Martone; Notizie degli scavi di Emidio Greco; Tatanka di Giuseppe Gagliardi. Ma è stato subito chiaro che questa gara a otto sarebbe stata, in realtà, una corsa a due.
E alla fine l'ha spuntata Terraferma, come già indicavano i rumors degli ultimi giorni. Una pellicola che probabilmente,
a giudizio dei selezionatori, non è solo bella, ma anche capace di intercettare in qualche modo i gusti dei giurati americani, cioè di persone di ambiente più o meno hollywoodiano. E visto che, anche oltreoceano, la questione della difesa dei confini, e anche dei diritti umani di chi entra in cerca una vita, sono ben conosciute, la speranza è che stavolta l'Italia riesca a entrare almeno nella rosa delle nomination. Cosa che, ricordiamolo, non accade da anni: l'ultima volta la spuntò Cristina Comencini con La bestia nel cuore. Era il 2006.
Della commissione che ha espresso il verdetto fanno parte Nicola Borrelli, direttore generale della divisione Cinema del ministero dei Beni culturali; Marco Bellocchio; Luca Guadagnino; Martha Capello, presidente dell'Associazione giovani produttori cinematografici: le produttrici Francesca Cima e Tilde Corsi; Paola Corvino, presidente dell'Unione nazionale esportatori film e audiovisivi; il distributore Valerio De Paolis; Nick Vivarelli, giornalista di Variety. La speranza è che la loro scelta sia stata la migliore possibile, sulla via di Los Angeles.
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Re: Il Cinema sulla stampa
In tempi non sospetti vi avevo segnalato un film indipendente made in USA. Martha Marcy May Marlene.
Dopo la presentazione al Festival del Cinema di Londra se ne sono accorti anche i nostri giornali. E si sono accorti adesso che la terza delle sorelle Olsen ( quella meno scema) è una roba grossa.
LONDRA - «Mi gratifica leggere che sono la più sicura candidata alle nomination dei prossimi Oscar e mi diverte essere definita "la Cenerentola delle Olsen" solo perché il mio nome non è quotato come quello delle mie due sorelle, Mary-Kate e Ashley, nelle classifiche dei più ricchi secondo Forbes . Le mie amate sorelle maggiori sono alla guida di un impero e hanno sempre lavorato duramente, ma io volevo uno spazio diverso: quello dell' impegno nel teatro e nel cinema», dice Elizabeth Olsen, ha 22 anni, sorella delle gemelle più note di Hollywood, sul palcoscenico da sempre e che vestono gran parte dei teenager Usa e li divertono con programmi tv, videogiochi, giornali pop. Elizabeth, dallo scorso Sundance Festival, ha conquistato la critica più selettiva con Martha Marcy May Marlene diretto e scritto da Sean Durkin. Ora che la potente Century Fox ha deciso, lanciandolo dal Festival di Londra, di distribuirlo nel mondo, Italia compresa, Elizabeth è stata definita «the major threat», la minaccia maggiore, anche per Meryl Streep e per l' attrice di colore Viola Davis, come possibile vincitrice dell' Oscar. Il suo film scuote le famiglie, non solo quelle che bivaccano con cartelli chiedendo la restituzione dei figli «prigionieri» di sette. Temi lontani dalla sua adolescenza dorata. Ne conviene? «Certo. Sono cresciuta in una ricca famiglia nel distretto di Sherman Oaks a Los Angeles, ammetto di essere stata preparata al cammino della notorietà dalle mie sorelle. Ma ho vissuto un' infanzia vera e, poi, sono stata una studentessa della New York University, mi sono diplomata alla prestigiosa Tisch School of the Arts». Quest' anno a Londra si è presa tutti gli applausi per il film di Sean Durkin; a Toronto è anche andata in abito da sera al braccio di Jane Fonda alla prima del vostro film «Peace, Love and Misunderstanding». Come sceglie i ruoli? «Devono dirmi e darmi qualcosa. Difendo il cinema indipendente. Il film con Jane, come quello di Durkin, in maniera meno dark, dice molte cose a genitori e figli. In uno si affronta il tema delle sette, il secondo ci fa rileggere una filosofia hippie di vita». Perché le interessano questi temi? «Nella storia con la Fonda vado a fare visita con mia madre alla nonna Grace/Jane, spirito libero da tutta la sua vita e capace di ospitare a Woodstock (dove abita) hippies di ritorno, che girano nudi nel suo giardino, turbando la figlia diventata per reazione quanto mai conservatrice. C' è molto dei miei dubbi e delle mie ricerche in entrambi i personaggi dei due film». I due film analizzano il bisogno di aggregazione e di modelli di tanti giovani. E' d' accordo? «Assolutamente. La comunità rurale nella Catskills Mountains, dove Marcy (la ragazza che interpreto) trova un illusorio modello di vita, è inquietante, ma non lo è da meno, dopo la fuga dalla setta, la vita altolocata della sorella e di suo marito». Provi a parlare di se stessa dimenticando i suoi film... «Parlo attraverso le mie scelte di lavoro e sono una giovane donna che cerca un equilibrio tra privato e professione». Idoli? «Sono cresciuta con i film di Michelle Pfeiffer». Il suo bisogno di affermarsi come protagonista di film coraggiosi è anche una reazione al suo passato dorato? «Non credo. La crisi economica di oggi sta ponendo molti interrogativi e prospettive di vita alternativa ai giovani e io mi sento sempre dalla loro parte, mai privilegiata». Che cosa l' ha spinta a un ruolo così duro, anche per le scene di violenza psicologica e sessuale? «La componente di fragilità e vulnerabilità che è in ognuno di noi. Martha, la protagonista del film di Durkin, crede di essere diventata un leader nell' aggregazione della setta ma poi è atterrita da abusi e violenze e, però, non trova appigli nella vita yuppie della sorella». Oggi l' aggregazione avviene spesso via Internet. Come la pensa? «Questo tipo di amicizie, in tanti casi, non è meno pericolosa, fuorviante e abusiva di altre. Serve sicuramente a fare affari, ma le sue zone oscure e ambigue sono tante. Anche il finale di Martha è ambiguo, la setta riappare. Anch' io posso sembrare ambigua, come sorella di due gemelle affermatissime che sceglie piccoli film a basse paghe. Però, io e il mio personaggio diciamo che è difficile crescere agli adulti, che vedono i ragazzi coperti da tatuaggi e spesso non sanno parlare con loro». Giovanna Grassi RIPRODUZIONE RISERVATA **** Gemelle Il personaggio La sorella di Mary-Kate e Ashley, tra le più ricche negli Usa 22 anni Elizabeth Olsen è nata il 16 febbraio del 1989, in California, come le sue due sorelle. Il suo esordio è stato in un film per la tv, «How the West Was Fun» (1994). Ultimamente si è concentrata quasi esclusivamente sul grande schermo, recitando solo quest' anno in «Silent House», «Martha Marcy May Marlene» e «Peace, Love, & Misunderstanding»
http://archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/23/ascesa_Elizabeth_terza_Olsen_Punto_co_9_111023062.shtml
Dopo la presentazione al Festival del Cinema di Londra se ne sono accorti anche i nostri giornali. E si sono accorti adesso che la terza delle sorelle Olsen ( quella meno scema) è una roba grossa.
L' ascesa di Elizabeth la terza Olsen «Punto agli Oscar»
Film sulle sette, elogi dalla critica
Film sulle sette, elogi dalla critica
LONDRA - «Mi gratifica leggere che sono la più sicura candidata alle nomination dei prossimi Oscar e mi diverte essere definita "la Cenerentola delle Olsen" solo perché il mio nome non è quotato come quello delle mie due sorelle, Mary-Kate e Ashley, nelle classifiche dei più ricchi secondo Forbes . Le mie amate sorelle maggiori sono alla guida di un impero e hanno sempre lavorato duramente, ma io volevo uno spazio diverso: quello dell' impegno nel teatro e nel cinema», dice Elizabeth Olsen, ha 22 anni, sorella delle gemelle più note di Hollywood, sul palcoscenico da sempre e che vestono gran parte dei teenager Usa e li divertono con programmi tv, videogiochi, giornali pop. Elizabeth, dallo scorso Sundance Festival, ha conquistato la critica più selettiva con Martha Marcy May Marlene diretto e scritto da Sean Durkin. Ora che la potente Century Fox ha deciso, lanciandolo dal Festival di Londra, di distribuirlo nel mondo, Italia compresa, Elizabeth è stata definita «the major threat», la minaccia maggiore, anche per Meryl Streep e per l' attrice di colore Viola Davis, come possibile vincitrice dell' Oscar. Il suo film scuote le famiglie, non solo quelle che bivaccano con cartelli chiedendo la restituzione dei figli «prigionieri» di sette. Temi lontani dalla sua adolescenza dorata. Ne conviene? «Certo. Sono cresciuta in una ricca famiglia nel distretto di Sherman Oaks a Los Angeles, ammetto di essere stata preparata al cammino della notorietà dalle mie sorelle. Ma ho vissuto un' infanzia vera e, poi, sono stata una studentessa della New York University, mi sono diplomata alla prestigiosa Tisch School of the Arts». Quest' anno a Londra si è presa tutti gli applausi per il film di Sean Durkin; a Toronto è anche andata in abito da sera al braccio di Jane Fonda alla prima del vostro film «Peace, Love and Misunderstanding». Come sceglie i ruoli? «Devono dirmi e darmi qualcosa. Difendo il cinema indipendente. Il film con Jane, come quello di Durkin, in maniera meno dark, dice molte cose a genitori e figli. In uno si affronta il tema delle sette, il secondo ci fa rileggere una filosofia hippie di vita». Perché le interessano questi temi? «Nella storia con la Fonda vado a fare visita con mia madre alla nonna Grace/Jane, spirito libero da tutta la sua vita e capace di ospitare a Woodstock (dove abita) hippies di ritorno, che girano nudi nel suo giardino, turbando la figlia diventata per reazione quanto mai conservatrice. C' è molto dei miei dubbi e delle mie ricerche in entrambi i personaggi dei due film». I due film analizzano il bisogno di aggregazione e di modelli di tanti giovani. E' d' accordo? «Assolutamente. La comunità rurale nella Catskills Mountains, dove Marcy (la ragazza che interpreto) trova un illusorio modello di vita, è inquietante, ma non lo è da meno, dopo la fuga dalla setta, la vita altolocata della sorella e di suo marito». Provi a parlare di se stessa dimenticando i suoi film... «Parlo attraverso le mie scelte di lavoro e sono una giovane donna che cerca un equilibrio tra privato e professione». Idoli? «Sono cresciuta con i film di Michelle Pfeiffer». Il suo bisogno di affermarsi come protagonista di film coraggiosi è anche una reazione al suo passato dorato? «Non credo. La crisi economica di oggi sta ponendo molti interrogativi e prospettive di vita alternativa ai giovani e io mi sento sempre dalla loro parte, mai privilegiata». Che cosa l' ha spinta a un ruolo così duro, anche per le scene di violenza psicologica e sessuale? «La componente di fragilità e vulnerabilità che è in ognuno di noi. Martha, la protagonista del film di Durkin, crede di essere diventata un leader nell' aggregazione della setta ma poi è atterrita da abusi e violenze e, però, non trova appigli nella vita yuppie della sorella». Oggi l' aggregazione avviene spesso via Internet. Come la pensa? «Questo tipo di amicizie, in tanti casi, non è meno pericolosa, fuorviante e abusiva di altre. Serve sicuramente a fare affari, ma le sue zone oscure e ambigue sono tante. Anche il finale di Martha è ambiguo, la setta riappare. Anch' io posso sembrare ambigua, come sorella di due gemelle affermatissime che sceglie piccoli film a basse paghe. Però, io e il mio personaggio diciamo che è difficile crescere agli adulti, che vedono i ragazzi coperti da tatuaggi e spesso non sanno parlare con loro». Giovanna Grassi RIPRODUZIONE RISERVATA **** Gemelle Il personaggio La sorella di Mary-Kate e Ashley, tra le più ricche negli Usa 22 anni Elizabeth Olsen è nata il 16 febbraio del 1989, in California, come le sue due sorelle. Il suo esordio è stato in un film per la tv, «How the West Was Fun» (1994). Ultimamente si è concentrata quasi esclusivamente sul grande schermo, recitando solo quest' anno in «Silent House», «Martha Marcy May Marlene» e «Peace, Love, & Misunderstanding»
http://archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/23/ascesa_Elizabeth_terza_Olsen_Punto_co_9_111023062.shtml
Lucy Gordon- agente critico
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Re: Il Cinema sulla stampa
Ancora da noi devono uscire i film del Sundance 2011 e già negli States si sta approntando l'edizione 2012.
Tristezza infinita.
Tutto è pronto a ParkCity nello Utah, dal 19 al 29 gennaio la città si riempirà di pazzi amanti del Cinema ......io no ..........ma un giorno chissà
qui la guida dei film in gara
Guida Film in gara
dalla pagina 14 alla 38 in lingua inglese
appena saprò di qualche film buono vi farò sapere
Tristezza infinita.
Tutto è pronto a ParkCity nello Utah, dal 19 al 29 gennaio la città si riempirà di pazzi amanti del Cinema ......io no ..........ma un giorno chissà
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Lucy Gordon- agente critico
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Re: Il Cinema sulla stampa
Golden Globe a Paradiso Amaro e The Artist
Nell'anno delle star veterane e dell'Europa Assegnati i premi che tradizionalmente anticipano gli Oscar: doppietta per il film di Alexander Payne, tre statuette alla commedia muta francese. Tra gli attori Clooney e la Streep, Scorsese miglior regista. Show irriverente con battute al vetriolo: con un cane grande protagonista...
Nessuna sorpresa, tante conferme: dal trionfo dei film superfavoriti - The Artist come migliore commedia o musical, Paradiso amaro miglior pellicola drammatica - alle affermazioni, tra gli attori, di due mattatori veterani come George Clooney e Meryl Streep. Sono loro, i protagonisti e i vincitori dell'edizione numero 69 dei Golden Globe, che si è tenuta ieri sera (le prime ore del mattino qui in Italia) al Beverly Hilton hotel di Los Angeles
E così in una serata ad alto tasso di glamour, condotta col suo solito stile irriverente dal comico Ricky Gervais, l'opera muta diretta da Michel Hazanavicius si aggiudica anche altre due statuette: miglior attore protagonista in commedia, Jean Dujardin, e colonna sonora. Mentre Paradiso amaro, melò familiare diretto da Alexander Payne, porta a casa pure la vittoria del Clooney miglior protagonista drammatico. Completano la rosa degli attori Michelle Williams nei panni della Monroe in My week with Marilyn (attrice commedia/musical), e la Streep versione Margaret Thatcher di The Iron Lady. Tra i non protagonisti si affermano l'ottantaduenne Christopher Plummer per Beginners, e Octavia Spencer per una delle pellicole superfavorite, The Help, ambientata nel Sud degli States all'epoca della lotta per i diritti civili. Il miglior regista dell'anno, invece, è Martin Scorsese, per il suo immaginifico Hugo Cabret in 3D. Per il resto, il migliore film d'animazione dell'anno è Le avventure di Tin - Il segreto dell'Unicorno di Steven Spielberg. La migliore sceneggiatura è quella di Woody Allen (assente dalla cerimonia) per Midnight in Paris. Opera straniera l'iraniana Una separazione.
E nell'ambito di un'edizione in cui l'Italia non è stata protagonista, nemmeno a livello di nomination, una citazione al nostro Paese la fa Madonna, premiata per la miglior canzone originale (Masterpiece): ricorda come i film di Fellini e Visconti siano stati quelli che l'hanno ispirata profondamente. Riferimento a Sophia Loren da parte di un emozionato Morgan Freeman, durante il discorso di ringraziamento per il premio alla carriera, il Cecil B. DeMille Award, consegnato da Sidney Poitier.
C'è poi il fronte televisivo. Homeland vince come migliore serie drammatica e Modern Family come migliore serie comedy. Claire Daines, protagonista di Homeland , porta a casa il globo come migliore attrice drammatica, Kelsey Grammer come migliore attore drammatico per Boss. L'ex Friends Matt LeBlanc a sorpresa si aggiudica il riconoscimento come migliore protagonista di una serie comica, Episodes; premio andato sul fronte femminile a Laura Dern per Enlightened. Scontato il trionfo di Kate Winslet protagonista in una miniserie, Mildred Pierce, affiancata da Jessica Lange (miglior non protagonista in una miniserie, American Horror Story). Assai prevedibile anche il verdetto sulla migliore serie: Downton Abbey.
I Golden Globe sono i premi assegnati ogni anno dai membri della stampa straniera a Hollywood, e sono tradizionalmente considerati un'anticipazione degli Oscar. Tra i momenti clou della serata le apparizioni sul palco del cane di The Artist, Uggie (foto 8) e le varie battute al vetriolo del conduttore Ricky Gervais (ad esempio, ha definito "patetica" Natalie Portman). Tra le sue frasi memorabili: "I Golden Globe stanno agli Oscar come Kim Kardashian sta a Kate Middleton".
Sul piano strettamente cinematografico, questa edizione 2012 sancisce il trionfo dell'Europa: dal francese The Artist al britannico Downton Abbey, passando per l'inglesissima Kate Winslet. Vedremo se gli Oscar confermeranno questa tendenza: l'appuntamento, per l'annuncio delle candidature, è per il 24 gennaio. Mentre la cerimonia di consegna si terrà il 26 febbraio.
(16 gennaio 2012)
Repubblica .it
Nell'anno delle star veterane e dell'Europa Assegnati i premi che tradizionalmente anticipano gli Oscar: doppietta per il film di Alexander Payne, tre statuette alla commedia muta francese. Tra gli attori Clooney e la Streep, Scorsese miglior regista. Show irriverente con battute al vetriolo: con un cane grande protagonista...
Nessuna sorpresa, tante conferme: dal trionfo dei film superfavoriti - The Artist come migliore commedia o musical, Paradiso amaro miglior pellicola drammatica - alle affermazioni, tra gli attori, di due mattatori veterani come George Clooney e Meryl Streep. Sono loro, i protagonisti e i vincitori dell'edizione numero 69 dei Golden Globe, che si è tenuta ieri sera (le prime ore del mattino qui in Italia) al Beverly Hilton hotel di Los Angeles
E così in una serata ad alto tasso di glamour, condotta col suo solito stile irriverente dal comico Ricky Gervais, l'opera muta diretta da Michel Hazanavicius si aggiudica anche altre due statuette: miglior attore protagonista in commedia, Jean Dujardin, e colonna sonora. Mentre Paradiso amaro, melò familiare diretto da Alexander Payne, porta a casa pure la vittoria del Clooney miglior protagonista drammatico. Completano la rosa degli attori Michelle Williams nei panni della Monroe in My week with Marilyn (attrice commedia/musical), e la Streep versione Margaret Thatcher di The Iron Lady. Tra i non protagonisti si affermano l'ottantaduenne Christopher Plummer per Beginners, e Octavia Spencer per una delle pellicole superfavorite, The Help, ambientata nel Sud degli States all'epoca della lotta per i diritti civili. Il miglior regista dell'anno, invece, è Martin Scorsese, per il suo immaginifico Hugo Cabret in 3D. Per il resto, il migliore film d'animazione dell'anno è Le avventure di Tin - Il segreto dell'Unicorno di Steven Spielberg. La migliore sceneggiatura è quella di Woody Allen (assente dalla cerimonia) per Midnight in Paris. Opera straniera l'iraniana Una separazione.
E nell'ambito di un'edizione in cui l'Italia non è stata protagonista, nemmeno a livello di nomination, una citazione al nostro Paese la fa Madonna, premiata per la miglior canzone originale (Masterpiece): ricorda come i film di Fellini e Visconti siano stati quelli che l'hanno ispirata profondamente. Riferimento a Sophia Loren da parte di un emozionato Morgan Freeman, durante il discorso di ringraziamento per il premio alla carriera, il Cecil B. DeMille Award, consegnato da Sidney Poitier.
C'è poi il fronte televisivo. Homeland vince come migliore serie drammatica e Modern Family come migliore serie comedy. Claire Daines, protagonista di Homeland , porta a casa il globo come migliore attrice drammatica, Kelsey Grammer come migliore attore drammatico per Boss. L'ex Friends Matt LeBlanc a sorpresa si aggiudica il riconoscimento come migliore protagonista di una serie comica, Episodes; premio andato sul fronte femminile a Laura Dern per Enlightened. Scontato il trionfo di Kate Winslet protagonista in una miniserie, Mildred Pierce, affiancata da Jessica Lange (miglior non protagonista in una miniserie, American Horror Story). Assai prevedibile anche il verdetto sulla migliore serie: Downton Abbey.
I Golden Globe sono i premi assegnati ogni anno dai membri della stampa straniera a Hollywood, e sono tradizionalmente considerati un'anticipazione degli Oscar. Tra i momenti clou della serata le apparizioni sul palco del cane di The Artist, Uggie (foto 8) e le varie battute al vetriolo del conduttore Ricky Gervais (ad esempio, ha definito "patetica" Natalie Portman). Tra le sue frasi memorabili: "I Golden Globe stanno agli Oscar come Kim Kardashian sta a Kate Middleton".
Sul piano strettamente cinematografico, questa edizione 2012 sancisce il trionfo dell'Europa: dal francese The Artist al britannico Downton Abbey, passando per l'inglesissima Kate Winslet. Vedremo se gli Oscar confermeranno questa tendenza: l'appuntamento, per l'annuncio delle candidature, è per il 24 gennaio. Mentre la cerimonia di consegna si terrà il 26 febbraio.
(16 gennaio 2012)
Repubblica .it
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Re: Il Cinema sulla stampa
Golde Globe 2012
Che tristezza infinita. Lo stesso antipatico irriverente presentatore dello scorso anno.
Ricky Gervais nella scorsa edizione aveva messo in imbarazzo praticamente tutti e quest'anno è stato più moderato:
“Avete preso il miglior comico inglese a condurre i secondi premi più importanti in America sulla terza rete nazionale. Come, è la quarta? Ah, la quarta”.
“Mi hanno dato una serie di regole. Le ignorerò, ma penso che sia giusto leggerle. Sono vere, ok? Non devo dire volgarità: va bene, ho un gran vocabolario. Non devo spogliarmi? Che vergogna, ho un gran (pausa) vocabolario. Ma un pene piccolo”.
“I Golden Globes stanno agli Oscar come Kim Kardashian sta a Kate Middleton. Sono più casinisti, volgari, ubriachi e si comprano più facilmente.”
“E’ la storia di un gruppo di immigrati che arriva in America cent’anni fa e rimangono coinvolti in affari loschi e si fanno strada per entrare nell’alta società. Ma basta parlare dell’Hollywood Foreign Press. I protagonisti fanno un sacco di lavoro di beneficenza e non guadagnano nulla. Come la Nbc”.
“Il nostro prossimo ospite è la regina del pop. Non tu, Elton, siediti”. Riferendosi a Elton John.
“Le amiche della sposa”: “scoreggiano, ruttano, imprecano, si esibiscono in posizioni sessuali selvagge, fanno la cacca nei lavandini… Ho sentito che per studiare i personaggi le attrici hanno passato un weekend con la signora Helen Mirren.”
“Si è fatta notare quest’estate facendo la cacca in un lavandino (nel film sopra citato, ndr). Incredibile, è ancora meno umiliante di quanto la maggior parte di voi (attori presenti in sala, ndr) ha dovuto fare per arrivare qui”. Su Melissa McCarthy.
Ecco questo il bello della serata, il resto una noia mortale. Stagione scarsa e si vede anche dalle premiazioni.
Scontate , legate per la maggior parte ai nomi altisonanti e non al reale valore.
Momento strappamutande per il premio Cecil B. De Mille a Morgan Freeman introdotto da Sidney Poitier ed Hellen Mirren. Standing ovation , discorso lacrimoso, palpitazioni etc etc.....
A porposito Sidney Poitier è ridotto malino. Ma comunque a 85 anni che voi pretende.
Passiamo alle mise:
la migliore
la peggiore:
Lucy Gordon- agente critico
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Re: Il Cinema sulla stampa
Lucy Gordon ha scritto:...Hellen Mirren....
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Re: Il Cinema sulla stampa
Adesso si aspettano gli Oscar del 26 Febbraio.Sto girando sul web per vedere i possibili candidati e nomination,..non trovo una lista completa,ma solo varie categorie...sapete quando uscirà la lista ufficiale?
anny_skod- satellite artificiale
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Re: Il Cinema sulla stampa
credo esca a giorni so però che Crialese ( mi pare ) è già fuori dai giochi per una eventuale nomination
anna- admin anna
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Re: Il Cinema sulla stampa
anna ha scritto: credo esca a giorni so però che Crialese ( mi pare ) è già fuori dai giochi per una eventuale nomination
io spero che Di Caprio vinca sto benedetto Oscar,ha aspettato fin troppo tempo,e per il film di Eastwood se lo stramerita!
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Re: Il Cinema sulla stampa
vedo e prevedo
best film - The Artist
best director - Michel Hazanavicius, The Artist
best actor - George Clooney, The Descendants
best actress - Michelle Williams, My Week With Marilyn
best original screenplay - Woody Allen, Midnight in Paris
best supporting actor - Christopher Plummer, Beginners
best supporting actress - Octavia Spencer, The Help
best film - The Artist
best director - Michel Hazanavicius, The Artist
best actor - George Clooney, The Descendants
best actress - Michelle Williams, My Week With Marilyn
best original screenplay - Woody Allen, Midnight in Paris
best supporting actor - Christopher Plummer, Beginners
best supporting actress - Octavia Spencer, The Help
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Re: Il Cinema sulla stampa
Lucy Gordon ha scritto:vedo e prevedo
best film - The Artist
best director - Michel Hazanavicius, The Artist
best actor - George Clooney, The Descendants
best actress - Michelle Williams, My Week With Marilyn
best original screenplay - Woody Allen, Midnight in Paris
best supporting actor - Christopher Plummer, Beginners
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non mi piace
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Re: Il Cinema sulla stampa
Cannes, sarà Nanni Moretti
il presidente di giuria 2012
L'attore e regista, 58 anni, guiderà il gruppo di giurati che assegnerà la Palma d'oro. La reazione del regista, già vincitore sulla Croisette nel 2001: "Una gioia, un onore e una grande responsabilità"
Eccolo, il primo protagonista italiano sulla Croisette: Nanni Moretti presiederà la giuria del prossimo Festival di Cannes, che si svolgerà dal 16 al 27 maggio. Una decisione, questa presa dagli organizzatori della più importante manifestazione cinematografica del mondo, che celebra il legame fortissimo che unisce il regista alla Croisette: non solo la Palma d'oro vinta con La Stanza del figlio nel 2001, seguita dalle Lezioni di cinema nel 2002. Ma anche la partecipazione, in concorso, con le sue pellicole successive: dal Caimano all'Habemus Papam dello scorso anno.
Insomma, il cinquattottenne Moretti è a tutti gli effetti un beniamino di Cannes. E così non sorprende che la sua reazione sia stata positiva: "È una gioia, un onore e una grande responsabilità - ha detto commentando la notizia - presiedere la giuria del festival cinematografico più prestigioso del mondo, che si svolge in un Paese che ha sempre considerato il cinema con attenzione e rispetto". "Come regista - ha proseguito - sono sempre stato emozionato nel partecipare con i miei film a Cannes. Come spettatore, ho la stessa curiosità di quando ero giovane ed è dunque con mio grande privilegio che intraprendo questo viaggio nel cinema mondiale contemporaneo". Thierry Frémaux, delegato generale del Festival, ha dichiarato invece che "Moretti è uno degli autori più importanti del mio personale Pantheon".
Nelle ultime edizioni - questa del 2012 sarà la sessantacinquesima - la giuria di Cannes è stata presieduta da personalità del cinema del calibro di Robert De Niro (2011), Tim Burton (2010), Isabelle Huppert (2009) e Sean Penn nel 2008 (anno dell'ultimo trionfo italiano della Croisette, col Divo di Paolo Sorrentino vincitore del premio speciale della Giuria.
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il presidente di giuria 2012
L'attore e regista, 58 anni, guiderà il gruppo di giurati che assegnerà la Palma d'oro. La reazione del regista, già vincitore sulla Croisette nel 2001: "Una gioia, un onore e una grande responsabilità"
Eccolo, il primo protagonista italiano sulla Croisette: Nanni Moretti presiederà la giuria del prossimo Festival di Cannes, che si svolgerà dal 16 al 27 maggio. Una decisione, questa presa dagli organizzatori della più importante manifestazione cinematografica del mondo, che celebra il legame fortissimo che unisce il regista alla Croisette: non solo la Palma d'oro vinta con La Stanza del figlio nel 2001, seguita dalle Lezioni di cinema nel 2002. Ma anche la partecipazione, in concorso, con le sue pellicole successive: dal Caimano all'Habemus Papam dello scorso anno.
Insomma, il cinquattottenne Moretti è a tutti gli effetti un beniamino di Cannes. E così non sorprende che la sua reazione sia stata positiva: "È una gioia, un onore e una grande responsabilità - ha detto commentando la notizia - presiedere la giuria del festival cinematografico più prestigioso del mondo, che si svolge in un Paese che ha sempre considerato il cinema con attenzione e rispetto". "Come regista - ha proseguito - sono sempre stato emozionato nel partecipare con i miei film a Cannes. Come spettatore, ho la stessa curiosità di quando ero giovane ed è dunque con mio grande privilegio che intraprendo questo viaggio nel cinema mondiale contemporaneo". Thierry Frémaux, delegato generale del Festival, ha dichiarato invece che "Moretti è uno degli autori più importanti del mio personale Pantheon".
Nelle ultime edizioni - questa del 2012 sarà la sessantacinquesima - la giuria di Cannes è stata presieduta da personalità del cinema del calibro di Robert De Niro (2011), Tim Burton (2010), Isabelle Huppert (2009) e Sean Penn nel 2008 (anno dell'ultimo trionfo italiano della Croisette, col Divo di Paolo Sorrentino vincitore del premio speciale della Giuria.
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