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Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti)

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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 20:53

Data Originale - 17 Dicembre 2009

Riprendendo un paio di fili delle matasse precedenti...
nei primi anni '50, c'erano alcuni filoni musical-canzonettari concomintanti:
un filone di canzoni in italiano, cantate da signori cantanti dalla voce impostata, che cantavano temi standard (sempre quell...), un filone di canzoni in dialetto (soprattutto napoletano) cantate sia da ugole d'oro (A.Fierro e S. Bruni..) che da cantanti confidenziali (Murolo e T. Reno su altri, che spesso cantavano accompagnandosi con la sola chitarra..), un terzo filone scanzonato, dai temi assolutamente leggeri-disimpegnati che aveva come max rappresentante R. Carosone e le sue canzoni in napoletano che mixavano ritmi non proprio italianissimi...bensì quelli sbarcati nelle sale-ballo italiane nell'immediato dopoguerra..

In questo panorama generale, s'affaccia un giovanotto, pugliese, che inizia trasferendosi prima a To e poi a Roma (dove frequenta il centro cinematografia) e nel frattempo si automantiene canticchiando canzoni altrui e poi anche le sue...
La sua carriera inizia scrivendo-cantando in dialetto...siciliano e napoletano...anche perchè allora un cantante non con la voce impostata poteva incidere ben poco del repertorio in voga...
ed infatti quel tale inizia incidendo brani in dialetto o in altri casi sono altri che incidono canzoni sue (Io mammeta e tu la scrive con Carosone... Musetto la incide il Q. Cetra..)..

Quel ragazzo ha un paio di filoni musicali di riferimento: la canzone in dialetto con testi disimpegnati ed allegri da un lato e malinconico-popolari dall'altra.. e la canzone a tema prettamente d'amour, argomento che nelle sue canzoni a volte è espresso in dialetto e altre volte in italiano...

Se s'ascolta "U pisci spada" canzone in siciliano con la sola chitarra ...il richiamo agli ambienti musicali di Murolo risulta facile facile...
Se si ascolta "resta ccu mme"
.....si stenta a collocarla da qualche parte "anteriore":
...perchè ha un ritmo musicale discontinuo, quasi in levare come le canzoni swingate.., nel testo si fa riferimento a chi ha già avuto a che fare con amori precedenti e ci si pone nell'atteggiamento di accettarne i precedenti perchè l'amore vuol dire quello (ma quando mai prima s'era cantato questo da qualche parte?)
Se si ascolta "vecchio frac" ...versione solochitarra e voce, si stenta a credere che sia dello stesso cantante di io mammeta e tu e della donna riccia :chedici:

Eppure...quella canzone non solo appartiene al tale, ma NON somiglia a nessuna canzone precedente e...come la futura Nelbludipintodiblu....è una sequenza di istantanee fotografiche, ogni frase un minivideo, un quadro di un cartellone da cantastorie dell'ei fu..

Quel modo di scrivere e narrare una canzone come un racconto chiuso diventerà, suo malgrado, un apripista per chi in futuro si cimenterà con lo scrivere-musicare una storia, un fatto, un evento fatto di emotività e sensibilità insieme..

Personalmente - naturalmente parere personale - la canzone d'autore italiana se ha dei punti di partenza fissi, questi si collocano a metà annicinquanta,e passano per: resta ccu mme (per le canzoni intimistico-amorose) e Vecchio frac (per le canzoni che attraverso il testo vogliono disegnare un determinato periodo-frangente collettivo).
Accanto a questi due filoni, il terzo è quello che inizia con Carosone e viene ampliato da Buscaglione...ossia è quel filone che assume ritmi musicali non consueti per le melodie italiane del tempo, ma che arriva d'oltralpe e soprattutto che ha in testi demenziali-scanzonati la sua chiave distintiva.

Ora scusassero, vado a cenare e se riesco dopo scrivo papellino su Vecchiofrac ....e sinnò lo scriverò dimane Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 900517
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 20:55

Brano di struggente malinconia, scritto nel 1955, "Vecchio frack" è uno dei capolavori di Domenico Modugno. Indimenticabile l'esecuzione dal vivo dell'artista che si accompagnava con la sola chitarra, suonando le corde con il pollice per rendere il suono più morbido.

L'ispirazione per questa ballata lirica e raffinata, che ricorda lo stile degli chansonnier francesi, è legata a un fatto di cronaca: il suicidio del Principe Raimondo Lanza di Trabia, un trentenne della nobiltà romana di grande eleganza, che era stato a lungo fidanzato con Susanna Agnelli e che, rapito dallo splendore dell'attrice Olga Villi al San Domenico di Taormina, se ne innamorò e la sposò, per poi gettarsi dalla finestra del proprio palazzo di via Sistina a Roma pochi mesi dopo il matrimonio.
Forse anche Riccardo Pazzaglia, paroliere di Modugno, che all'epoca studiava da regista al Centro Sperimentale per la Cinematografia di Roma, influenzò la composizione del brano con il suo cortometraggio sul lavoro dei netturbini romani all'alba.
L'inquadratura del corto a un certo punto si sofferma su un uomo dall'aria triste, che indossa un frac, per poi inquadrare a terra, vicino alla pala dei netturbini, un papillon.

La canzone raggiunse la vetta delle classifiche solo nel 1959, quando Modugno già si era affermato come fuori classe con "Nel blu dipinto di blu" (1958) e "Piove" (1959).

Il successo di "Vecchio frack" si diffuse ben presto in Spagna, Grecia, Argentina, Cile, Perù, Brasile e Giappone. In Francia, il brano, già tradotto come "L'homme en habit", valse a Modugno l'esordio all'Olympia, tempio parigino della chanson. Da notare anche qui come la censura proibisse ogni accenno a rapporti fisici:

nell'incisione del 1955 il verso finale non menzionava "un attimo d'amore" ma un più casto "abito da sposa primo ed ultimo suo amor".

................................
Il testo

E' giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un'ultima carrozza cigolando se ne va

il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frack


Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu

Si avvicina lentamente con incedere elegante
ha l'aspetto trasognato malinconico ed assente
non si sa da dove viene nè dove va

di chi mai sarà quel vecchio frac?
bonne nuit, bonne nuit bonne nuit
bonne nuit buonanotte
va dicendo ad ogni cosa ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato che randagio se ne va

E' giunta ormai l'aurora si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco tutta quanta la città
la luna si è incantata, sorpresa e impallidita,
pian piano scolorandosi nel cielo sparirà.
Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso
e nella luce bianca galleggiando se ne van
un cilindro, un fiore, un frac



Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu

Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare
verso il mare se ne va

di chi sarà, di chi sarà quel vechio frack
adieu adieu adieu adieu vecchio mondo
ai ricordi del passato ad un sogno mai sognato
ad un attimo d'amore che mai più ritornerà


........................................

Nelle città del secondo dopoguerra, una delle cose che colpivano i "migranti campagnoli" sono proprio le strade "deserte e silenziose"...
Quel desertico silenzio è una di quelle abitudini di vita cui dovranno rinunciare ben presto.
Così come i cigolii delle carrozze erano già piu' che un ricordo...c'erano già tram e circolavano automobili e lambrette, anche se in proporzioni decisamente diverse dai decenni seguenti...
mentre tutti dormono, l'unico che non gode del sonno e della quiete notturna è quel vecchio frac (non l'uomo che lo indossa...ma l'abito...è l'abito che è il protagonista non chi lo indossò...)
E' un abito senza identità, senza appartenenza, è il modo di vivere di un periodo che ormai non trova piu' spazio e habitat tra i moderni contemporanei...ed è quel mondo che mai piu' ritornerà....che se ne va verso il mare (un luogo che se restituisce restituisce brandelli e non interi..)
Sbadiglia una finestra.....ogni volta che canto questa parte io la vedo una finestra che si socchiude svogliata...una di quelle imposte che nelle mattine invernali tutti proviamo ad aprire controvoglia....ed è controvoglia che da quella finestra si intravvede quel che sta per andarsene e non tornare piu'...e non lo si guarda nè con sollievo, nè con senso liberatorio....ma con la certezza di sapere benissimo cosa non ci sarà piu'....e di non sapere un acca di quello che ci sarà...
Chi aveva 20 anni in quel periodo,aveva diffusamente quella sensazione ..di sapere benissimo cosa non ci sarebbe stato piu'..ma di avere addosso una gran fretta per trovarsi dentro qualcosa che si stava per affermare...
Vecchio frac è una canzone in sospeso...d'attesa...e chissà perchè a me fa sempre venire in mente il vagabondone di Charlot che se ne va spalle alle telecamera....
chissà perchè, sono due immagini che per me si sovrappongono: l'una richiama l'altra con una forza che solo il biancoenero sa avere...per non parlare del tamburellare delle dita sulla chitarra..un'incisività che non ti scordi manco a martellate.

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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 20:57

In nota aggiungo una breve biografia online di Modugno
Spoiler:

Da questo link si può accedere al video di un'intervista tv del 1962, in cui D. Modugno risponde a domande sui suoi inizi carriera e spiega brevemente COME NASCE UNA CANZONE..

VideoIntervista tv a Modugno del 1962..

* * * * * *
Resta ccu me

Ammore...Ammore...Ammore...
Dimme tu che ll' aggi' 'a di',
dimme tu comme aggi' 'a fa
stasera,
dimane
pe' 'a fa restà...
Resta cu' mme
pe' carità,
statte cu' mme
nun me lassà.
Famme penà,
famme 'mpazzì,
famme dannà,
ma dimme si.
Moro pe' tte,
vivo pe' tte,
vita d' 'a vita mia.
Nun me 'mporta d'o passato,
nun me 'mporta 'e chi t'avuto,
resta cu' mme, cu' mme.


1957. Domenico Modugno invia uno spartito nel camerino di Dino Verde, a Milano con uno spettacolo teatrale. Nascono così, scritti di getto, i versi in napoletano che cantano un amore tormentato in forma di preghiera alla donna amata, culminanti in un grido di disperazione. La censura Rai non risparmia i versi appassionati di Dino Verde ed impone la sostituzione dei sospetti "Nun me 'mporta d'o passato, / nun me 'mporta 'e chi t'avuto" - che adombrano il tema della verginità perduta - in un più casto "Nun me 'mporta si 'o passato / sulo lacrime m'ha dato".
La canzone, inclusa nella colonna sonora del film di Luigi Comencini "Mariti in città" (in cui recita anche la moglie di Modugno, Franca Gandolfi), ottiene un buon successo di pubblico. La versione interpretata da Roberto Murolo raggiunge il decimo posto nelle classifiche. Nel 1976 è Marcella a riproporre il brano, mentre restano nella storia le interpretazioni di Mina e di Ornella Vanoni. Molti anni dopo, nel 1994, è di nuovo Murolo a riproporre "Resta cu'mme" in duetto con Lina Sastri. Nel 2002 Renzo Arbore traduce il brano in inglese "Stay here with me", nell'album "Tonite! Renzo swing!".

* * * *
Ho trovato online un videoaudio con la versione di Murolo che per me chiude il cerchio, ossia riassorbe nella trad. melodica napoletana classica una canzone che ha un testo assolutamente lontano dalla consuetudine canzonettara anni 50 e oltre: "nun m'emporta do passato, nun m'emporta e chi t'ha avut.."...come dire, i rapporti d'amore iniziano a svincolarsi (almeno nelle parole di una canzone) dalla mentalità e dalle convenzioni in piena impermeabilità.
http://video.libero.it/app/play?id=2e33c40b9a2005fd35532e4333c99b31
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 20:59

Il riferimento a Fred Buscaglione, voglio invece iniziarlo copiaincollandovi i Titoli delle sue canzoni:


'A coda 'e cavallo
Al chiar di luna porta fortuna
Amare un altra
Apri la porta Tommaso
A qualcuno piace Fred
Armen's theme
Astermambo
Le bambole d'Italia
Bocca rosa
Boccuccia di rosa
Bonsoir Jolie madame Trénet
Buonasera
La cambiale
Carina
Cha cha cha de los carinosos
Che bambola
Che bella cosa che sei
Che notte
Ciao Joe
Cielo dei bars
5-10-15 hours
Cocco bello
Colonel Bogey
Come prima
Con tutto il cuore
Cos'e' un bacio
Criminalmente bella
Dixieland '53
Donna di nessuno
Dors mon amour
Il dritto di Chicago
Eri piccola cosi'
Fantastica
Five'o clock rock
Frankie and Johnny Colt
Giorgio
Guarda che luna
Habana
I love you forestiera
Io
Io piaccio
Juke box
Julia
Lasciati baciare
Let's bop
Lontano da te
Love in Portofino
Magic moments
Making whoopee
Margie
Mariagiuana
Mia cara Venezia
La mia piccola pena
Mi sei rimasta negli occhi
Mister Sandman
Il moralista
Moreto moreto
Nel blu, dipinto di blu
Night train rock
Niente visone
Ninna nanna del duro
Noi duri
Non e' cosi'
Non partir
Non potrai dimenticare
Non sei bellissima
Ogni notte cosi'
Parlami d'amore Mariu'
Pensa ai fatti tuoi
Pericolosissima
Piangi
Piove
Pity pity
Porfirio Villarosa
Ricordati di Rimini
Rififi'
Rock right
Sei chic
Sei donna
Senora Santos
Senza sogni
Sgancia e pedala
Siamo gli evasi
Siero di Strokomogoloff
Silbando Mambo
Si son rotti i Platters
Sofisticata
Sogno d'estate
Strade
Lo stregone
Supermolleggiata
Tango delle capinere
La tazza di te'
Teresa non sparare
Terziglia
Too marvelous for words
La trifola
Troviamoci domani a Portofino
Tu che ne dici?
Non devi farlo piu'
Una sigaretta
Un piccolo bacio
Vecchio boxeur
Voglio scoprir l'America
Vuoi
Whisky facile


Basta scorrere i soli titoli per sentirsi di buonumore, leggeri, disincantati, nessun titolo fa pensare all'ovvio, a temi banalotti triti e ritriti...già detti e già sentiti...
E' per questo che per me Buscaglione non somiglia ad altri, e insieme a Carosone è in qualche modo il papà-ispiratore delle canzonette dai testi sorridenti ma non usuali...ed è attraverso quelle canzoni che una parte dei ritmi musicali non legati alla tradizione italiana, ma in parte jazzati e in parte acquisiti dalla canzone francese in voga all'epoca, entrano a far parte del DNA cantautorale di questo paese.

http://web.tiscali.it/fredbuscaglione/

Allego anche la biografia di Fred ..

Classe 1921, nato a Torino il 23 Novembre, fin da piccolo sente la musica nel sangue, cosi' il Conservatorio Giuseppe Verdi e' la prima tappa di preparazione. Ma la sua passione e' il jazz. A 15 anni, per pagarsi gli studi, lo troviamo mentre suona il contrabbasso in piccole formazioni locali come quella del maestro Gino Filippini dell'Hotel Ligure di Torino. Frequenta locali notturni (i famosi "night") ed e' qui che conosce Leo Chiosso (allora studente universitario) che in seguito sara' l'autore dei versi delle sue canzoni piu' famose.

Per sbarcare il lunario suona anche il violino e canta come interprete di standard jazz. A 17 anni e' ormai musicista richiestissimo in Torino e dintorni, ma arriva la chiamata alle armi. Nel 1943, catturato dalle truppe americane e' internato in un campo in Sardegna. Fred non manca di iniziativa ed entra a far parte della band militare che trasmette dalla radio alleata di Cagliari. Finita la guerra torna a Torino e riprende la sua solita vita di musicista a serata. Nel 1946 il fisarmonicista Germonio lo vuole con se nella sua formazione che si ispira al jazz di Count Basie. E' questo il periodo in cui si mette a scrivere le prime canzoni con Leo Chiosso. Ormai e' considerato artista di talento e non si contano le scritture in Italia ed all'estero: talvolta con formazioni altrui, talvolta con gruppi da lui costituiti, in ogni caso sempre con musicisti di spessore. E' proprio durante un ingaggio al Cecile di Lugano che incontra la donna della sua vita: Fatima Ben Embarek, una 18enne marocchina che si cimentava in numeri di alta acrobazia e contorsionismo nel TRIO ROBIN's (gli altri due componenti erano suo padre Mohamed ex colonello dell'esercito francese e sua sorella maggiore Aisha) Fatima nata casualmente a Dresda era una bellissima brunetta dagli ardenti occhi neri su un volto tondo e ben in carne e con una bellissima voce.

Leo Chiosso intanto insiste perche' Fred incida le canzoni che hanno scritto insieme. Ad introdurli nel mondo discografico e' Gino Latilla, anche lui torinese, per il quale la coppia ha scritto "Tchumbala-Bey". Gia' dai primi brani viene delineandosi il personaggio che Fred deve interpretare: il duro dal cuore tenero, una sorta di Clark Gable made in italy, rubacuori, sciupafemmine, messo pero' alle corde da maggiorate esplosive. L'idea piace al pubblico, anzi ha davvero un esito strepitoso: "Che bambola" vende 980mila copie senza nemmeno un battage pubblicitario. Per il musicista jazz con la "voce di carta di vetro" inizia il periodo del grande successo: non c'e' locale esclusivo che non voglia accaparrarselo almeno per una serata. Le sue esibizioni sono delle vere e proprie performance da cabaret, in piu' gli strumentisti che lo accompagnano (gli Asternovas) sono di tutto rispetto e di rimando i dischi si vendono alla grande tanto che Fred Buscaglione si puo' considerare il campione del primo vero boom discografico italiano.

La ricetta del successo e' chiara: il musicista torinese mette in scena stereotipi del cinema americano, tanto per intenderci i personaggi dei musical alla "Bulli & Pupe" o se preferite dei polizieschi alla Mike Hammer. Il nostro mette su un delisioso teatrino di bulli & pupe nostrani e da vita ad un universo canoro ispirato con evidenza a Damon Runyon. Brani che ce lo presentano di volta in volta come Dave lo Sciccoso, Cielo Masterson, Nathan Detroit, improbabili gangester chicagoani o newyorkesi, spietati coi nemici e sensibili al fascino femminile. Con quell'aria scanzonata da attore consumato mentre la voce ,quasi recitante, scivola su ritmi jazz di presa immediata. Strepitoso, mai sentito prima e impossibile da replicare, in seguito, se non come parodia dello stesso Fred! Incredibile anche l'immedesimazione fisica di Buscaglione con i testi delle canzoni, tanto da far pensare che qualche cromosoma dei personaggi stile Chicago anni '30 facesse parte del suo DNA.

E i succesi? Eccoli: preceduta dal fischio "Che bambola" (1956), "Teresa non sparare" (1957), "Eri piccola cosi'" (1958) e poi "Guarda che luna", "Porfirio Villarosa" (quello che faceva il manovale alla Viscosa!), "Whisky facile"...Anche la telvsione , la pubblicita' e il cinema lo vogliono, e lui accondiscende riproponendo il suo cliche' di duro. Una vita al massimo, insomma, sia nella finzione che nella realta', ma proprio mentre e' all'apice della parabola la morte lo ghermisce all'alba, alle 6,20 di un freddo mercoledi' qualsiasi del 3 Febbraio del 1960 mandando la sua Thunderbird rosa confetto a schiantarsi contro un camion carico di tufo in una strada del quartiere romano dei Parioli. In mille frangenti Fred si era accasciato a terra colpito dalle micidiali pallottole sparate dalle sue "bambole", e in altrettante occasioni era stato fulminato dalle scariche del fucile della sua Teresa o bersagliato da decine di pugni alla Rocky Marciano di splendide ragazze "modello 103" sempre si era rialzato, piu' vivo e divertito che mai, con stampata sulla bocca l'abituale e fragorosa risata che metteva in pericolo il mozzicone di sigaretta e l'equilibrio del bicchiere rigorosamente stracolmo di wisky. In quella circostanza invece, gli era andato tutto storto: cio' che era successo in quell'alba maledetta si rivelo' drammaticamente reale e irrimediabile. Poco prima, forse col cuore gonfio d'amarezza per essersi separato dall'amata moglie Fatima aveva scritto della disperazione lieve che abita le prime luci del mattino in una strofa di "Nei cieli dei bar", melodia fra le sue piu'struggenti:

"Ci vediamo al fondo di un bicchiere/
fino a quando l'alba nel cielo tornera'/
e nell'alba disperata/ sara' triste rincasare/
per attendere la notte/ e poterti ritrovare/
al fondo di un bicchiere/ nel cielo dei bar."

Tutto il resto, ci pare, e' silenzio...

velocemente su youtube trovato solo ..questo
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:02

Promemoria:
Carosone si ritira dalle scene - no concerti e no dischi a fine 1959, dicendo di aver esaurito la vena creativa e che la musicaleggera si allontani dal suo modo di intenderla...
A fine anni 50, trovano spazio cantanti di nuova-generazione(all'epoca intorno ai 20-25 anni)che iniziano a cantare in un altro modo e soprattutto cantano una generazione che prima di allora non aveva alcuna attenzione discografica: la categoria "Giovani" praticamente non esisteva ancora....la musicaleggera era regno della generazione precedente-adulta, quella che ha prima sofferto gli stenti e i lutti della guerra, poi i sacrifici e i distacchi del dopoguerra e si sta preparando ad uno stile di vita ignoto in precedenza: sono gli anni in cui arriva la tv, in cui si cominciano a vendere le automobili a rate, in cui si inizia ad andare in ferie-vacanza, in cui la musicaleggera ti segue anche fuoricasa, coi giradischi-valigetta "geloso", le radioline portatili, i mangiadischi e soprattutto...i juke-box nei bar e locali pubblici... Ultima cosa: le canzoni "di nuova generazione" si suonano soprattutto con la chitarra, che può essere acquistata da tutti, imparata negli accordi-strimpello senza sapere alcunchè di musica, può esser portata appresso fuoricasa ovunque...
Altro dettaglio: le canzoni, se prima erano fatte per essere ascoltate - perchè per cantarle occorreva una vocalità specifica e curata - adesso le possono cantare proprio tutti..nessuno escluso.


*********
Dicevo nel topic sulle covers che:

Sul pokerino degli anni Sessanta, ho qualche problema di Affollamento :vacanza:

Cioè:
SO che vorrei un capitolo sul Cantautorato Milaness - Gaber-Jannacci-Svampa......e co
SO che vorrei un capitolo sul Cantautorato Genovese - e i nomi non li faccio
so che vorrei un capitoletto su P. Conte
So che vorrei un capitoletto su certe cantantesse "regionali" ....ossia la Ferri e M.Carta la sarda..
So che vorrei un capitolo sui "complessini" ...ossia i Nomadi, i Giganti, i Ribelli, L'Equipe...insomma quella truppppppalllllà


MA NON SO SCEGLIERNE QUATTRO E BASTA :urlooo:
Quindi mò, voi Veci m'aiutate :urlouomo: sennò fasso sorteggio :èstatolui: :pianto2:

.....
Sto metabolizzando una MIA sintesi, quindi se nisciun interviene, poi vi beccate la sintesi-scelta..che ovviamente non anticipo adesso Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 258635
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:03

Pensavate che non intervenendo m'arrendessi? :occhioni:
Errato fanciulli :vacanza:
Nemmeno foste un silente trattore in retromarcia, figuramose se ci si riesce semplicemente non balbettando baucipeciop :birra:

A mio insindacabile e univoco judissio ho deciso che:

Anni Sessanta:

* Area Lumbarda: Gaber-Jannacci (con intermezzi con Fo, Svampa e chi mi pass per la test di richiamare..)

* Area Piemont-genovese: I romanticoni e gli Impegnatoni(lo so io chi sono..poi ve lo dico :spia.:)

* Area appennin-emiliana: gli Impegnatoni e i gruppss :;p27: (anche qua, li so io chi sono)

* W le Donne (..ecchevvelodicoafffa)

-------

Di quanto sopra scrivero' a saltelli e pulzelli durante sto periodo festivalier-freddoso, sempre lieta di legger spunti, diramazioni, divagassioni che vorrete ggiungere-suggerir...
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:06

Questa è una puntata di "Correva l'anno" dedicata al passaggio dagli anni cinquanta agli anni sessanta....basta seguire il Racconto-video per avere un minimo di coordinate valide per rendersi conto che se la canzone negli anni cinquanta era destinata ad un pubblico adulto, nel decennio successivo è sia fatta che diretta ad un pubblico giovanile di consumatori che si identificano come generazione con chi canta Di loro e per loro...a cui serve la musica che parli di loro, che li faccia ballare ed aggregare come mai prima..sono loro gli Acquirenti.
Si racconta il boom di vendite e successi velocissimi della Pavone e di Morandi..e gli inizi si Celentano e Mina..
Si racconta l'esperienza della Ricordi che si dedica alla musica d'autore ......cantautori genovesi e milanesi...alla RCA di Roma che invece si dedica sostanzialmente ai cantanti di canzonette estive...e si parla del PIPER di Roma e i balli da soli, i complessi musicali inglesi e il beat-oltre che il rock....i Rockets, l'Equipe84, Patti Pravo (che nella canzone fa quello che al cinema fece Bardot)....etc etc etc etc


http://video.google.it/videoplay?docid=4662972457300724787&ei=x2gzS9-vD5a62wLEpJ2QDw&q=correva+l%27anno+raitre+-+la+canzone&hl=it&client=firefox-a#docid=-33137081528138328

insomma questo è un primo Cadeau natalizio di questo topic
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:08

Deroga Attualità (relativa al dicembre 2009)


Simone cristicchi - Canti di Miniera,Amore, Vino e Anarchia

Ogni luogo dove andiamo a cantare..si trasforma magicamente in OSTERIA


Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 Simone-CristicchiSito Ufficiale CristicchiSito del comune di Santafiora

Un articolo estivo su "Repubblica" ..

Ho conosciuto il coro di minatori grazie a un amico che mi ha portato a Santa Fiora, paese sulle pendici del Monte Amiata - racconta il cantautore romano - La prima volta li ho sentiti cantare in una cantina: sono rimasto folgorato e mi è venuta subito l'idea di portarli su un palco vero davanti a un pubblico più vasto. Così è stato, abbiamo costruito insieme lo spettacolo cantando le loro canzoni alternate a monologhi sulle loro storie".

Cristicchi ha cominciato un lavoro di ricerca e di recupero di questo repertorio di canzoni tradizionali che vengono tramandate oralmente e che sono strettamente legate alla vita dei minatori. Contrariamente al buio e alla fatica delle loro condizioni di lavoro, i canti sono allegri e variopinti, come i giorni di festa in cui venivano eseguiti.

"Alla ricerca musicale si è affiancato il tema della memoria - prosegue - incontrando le persone e i parenti dei minatori, morti sempre troppo giovani. Alla fine è diventato uno spettacolo di teatro e canzoni, che ha acquisito un valore civile e sociale perché racconta lo sforzo dei minatori che hanno contribuito a ricostruire l'Italia nel dopoguerra".

"Ho incontrato molte persone, ho visitato altre miniere, anche in Sardegna" dice Cristicchi, diventato un esperto. "Il coro in particolare ha contribuito raccontandomi storie e aneddoti, ora riportati nei monologhi in cui cerco di dire al meglio e con le loro parole quello che era il loro mondo. Ho voluto che restassero così come li ho visti in quella cantina, perché hanno un modo naturale di stare sul palco, con una semplicità e una purezza che sono la forza dello spettacolo".

Ogni serata è diversa dall'altra perché cambiano gli ospiti. "Camilleri va abitualmente in vacanza a Santa Fiora ed è stato semplice coinvolgerlo nello spettacolo, ha accettato con entusiasmo, lui come Laura Morante, nata a Santa Fiora, che torna nel paese di origine. Il bello è che rimane un progetto aperto, che si arricchisce di richieste in posti meravigliosi che si riempiono ogni volta, ed è impreziosito dalla partecipazione di Alessandro Benvenuti, Ginevra Di Marco, Mannarino. Mi hanno già dato la disponibilità Ascanio Celestini, Gianmaria Testa, e anche Erri De Luca che sarà a Torino".


Se trovo online i testi di qualche canto...inserisco

................................

In nota, la storia del corominatori ..

Spoiler:
storia..

SITO quasi ufficiale con info e news..
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:11

mambu ha scritto:Balducci era di Santa Fiora, uno dei pochi preti che non mi è dispiaciuto conoscere Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 134443

ma è proprio lui? non ricordo quella trasmissione
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:14


Link forum originale
bellaprincipessa ha scritto:Sono passati da Baudo a "Domenica In" domenica scorsa... Cristicchi ha lanciato le sue frecciatine sulle nostre ministre quando hanno cantato "volemo le bambole"... Baudo ha abbozzato... 'na tristezza....

x Mambu:
Della trasmissione tv citata non ricordo nulla nemmeno io, però E.Balducci era nato a Santa Fiora e il papà faceva il minatore...altra tempra di preti quelli di quella generazione post-concilio oh YES!

http://www.fondazionebalducci.it/balducci_01.htm

l'unica canzone popolare di quella zona che conoscevo e' Maremma amara..
http://archiviotradizionipopolarimaremma.comune.grosseto.it/index.php/tradizione-orale/canto-popolare
in questo sito si trovano alcuni testi di canto popolare maremmano e si riparla della tradiz dei canti di maggio a cui ho fatto riferimento nei primi messaggi di questo topic ..

X Principessa ..
Non ho visto domenica in
...avevo visto la partecipazione a Parlaconme della Dandini su Raitre e da là m'è venuta la connessione col tematopic qui..
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:18

mambu ha scritto:Di corsa: cerca cose di Caterina Bueno.

Qui puoi scaricare suoi mp3 aggratis. Qui son cose solo maremmane o quasi, ma ha fatto di un po' tutta la toscana, dalla lunigiana al grossetano

http://www.corodeglietruschi.it/cdcaterina.htm
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:20


LInk forum Originale
killer73 ha scritto:santa fiora di buono ha qualche pub e la grande vasca coi pesci nel centro storico,poi gli abitanti son chiamati "ciacciai", nel gergo del luogo significa gente che parla molto e fa poco.lo dico perche' son nato a 7 km da santa fiora.la vita pero' e' strana,il pezzo "le bambole",quella con cui cristicchi ha chiuso la partecipazione da baudo,la sentivo cantare dal mi babbo quando ero molto piccolo,e di solito si cantava,e si canta ancora,quando nel corpo c'e un bel po di alcol Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 277752 durante cene in cantina o nei ritrovi abituali.sentirla eseguire in tutta italia nei loro concerti mi ha fatto uno strano effetto,anche se e' molto piu lunga rispetto a quella incisa.l amiata e' piena di mercurio nel sottosuolo,di certo non fa bene alla salute,pero' e' un posto meraviglioso( qui son di parte Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 277752 ),venite a visitarla Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 206838 ,e specialmente il mio paese,altro che santa fiora! ecco,mo l ho detto Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 206838 .vabe comunque so contento escludendo il campanilismo,che si sia dato risalto ad un luogo e alla sua storia,e io che li ho visti proprio a santa fiora ad agosto mi son davvero divertito.

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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:23

Esatto Killer...le canzoni di radice popolare si accompagnano alla buonatavola, al vino, allo stareinsieme nella semplicità :amici: Io penso che proprio perchè il tipo di vita che facevano era dura e scarna, riuscissero a godersi fino in fondo proprio quelle occasioni di allegriacollettiva con gran divertimento e che quelle canzoni avessero strofe infinite, aggiunte, cambiate, storpiate è una ricchezza creativa Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 46531
Noi abbiamo perso memoria di tante realtà locali...che fossero realtà agricole, marinare, montanare, minerarie e invece sono quelle che sono la nostra spinadorsale perchè un paese che non cura la propria memoria si disorienta, ondeggia e rincretinisce Cantautori & Cantastori (Puntate Precedenti) - Pagina 3 593855 ..e' per quello che è importante recuperare e tramandare...anche le ballate da osteria :vacanza: :birra:
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:24

Cantastorie ha scritto:Pensavate che non intervenendo m'arrendessi? :occhioni:
Errato fanciulli :vacanza:
Nemmeno foste un silente trattore in retromarcia, figuramose se ci si riesce semplicemente non balbettando baucipeciop :birra:

A mio insindacabile e univoco judissio ho deciso che:

Anni Sessanta:

* Area Lumbarda: Gaber-Jannacci (con intermezzi con Fo, Svampa e chi mi pass per la test di richiamare..)

* Area Piemont-genovese: I romanticoni e gli Impegnatoni(lo so io chi sono..poi ve lo dico :spia.:)

* Area appennin-emiliana: gli Impegnatoni e i gruppss :;p27: (anche qua, li so io chi sono)

* W le Donne (..ecchevvelodicoafffa)


Riprendo da qui, inserendo un co-protagonista che ha contribuito all'emersione-diffusione delle prime due Aree citate in precedenza..
tratto da ... http://wapedia.mobi/it/Dischi_Ricordi#2.

L'idea di ampliare il settore della Ricordi, che fino a quel momento si era occupata solo di edizioni musicali con le storiche Edizioni Ricordi, e solo nel settore della musica classica, fu di uno dei membri della famiglia, Nanni Ricordi, e di un suo collaboratore, Franco Crepax: fu il primo ottobre 1958 che nacque ufficialmente la Dischi Ricordi S.p.A., azienda autonoma anche se di proprietà al 100% delle edizioni musicali.

Il primo disco, uscito nello stesso mese, fu un album di Maria Callas, quasi per ribadire una sorta di continuità con l'attività della casa editrice; ma già nel mese di novembre vennero pubblicati i primi 45 giri di Giorgio Gaber.

In contemporanea venne deciso di trasformare i diciotto negozi di proprietà della casa editrice (che fino a quel momento vendevano per lo più spartiti e articoli musicali) anche in negozi di dischi, per poter promuovere le proprie incisioni.

Come ha più volte raccontato Nanni, l'idea gli era venuta proprio ascoltando nei locali di Milano questi nuovi autori e interpreti che scrivevano canzoni che nessuno pubblicava, ed allora decise di farli incidere lui stesso, fondando una nuova casa discografica.

In breve tempo gli autori messi sotto contratto da Ricordi (oltre a Gaber, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Umberto Bindi) iniziarono a riscuotere successo, al punto che Nanni Ricordi decise di creare una sottoetichetta, la Tavola Rotonda, con l'obiettivo di lanciare esclusivamente nuovi autori, da girare poi, in caso di successo, alla casa madre: e fu così che incisero i primi dischi da solisti Sergio Endrigo e Enzo Jannacci.


Sempre in quegli anni la Ricordi mise sotto contratto anche un gruppo storico come il Quartetto Cetra ed Emilio Pericoli; mise insieme inoltre uno staff di arrangiatori come Giampiero Boneschi o i due fratelli Gian Piero Reverberi e Gianfranco Reverberi che contribuirono a creare un tipo di suono caratteristico per quelle incisioni.

Un primo momento di crisi si ebbe nel 1963: Nanni Ricordi, per contrasti con le edizioni musicali (che erano sempre le proprietarie dell'azienda) abbandonò la Dischi Ricordi per diventare direttore artistico alla RCA Italiana, trasferendosi da Milano a Roma e portando via con sé artisti quali Paoli ed Endrigo; anche Crepax fece la stessa scelta, passando alla CGD - Compagnia Generale del Disco.

Ricordi fu rimpiazzato da uno dei più capaci dirigenti della RCA Italiana, Vincenzo Micocci, che si trasferì a Milano e rilanciò l'etichetta, da un lato valorizzando interpreti del catalogo come la Vanoni o Milva, dall'altro scoprendo e lanciando un giovane cantante, Bobby Solo, che nel 1964 con "Una lacrima sul viso" superò il milione di copie vendute.

La crisi fu superata in maniera definitiva grazie all'esplosione del beat, poiché la Ricordi ebbe l'intuito di mettere sotto contratto due gruppi come i Dik Dik e l'Equipe 84, che dominarono le classifiche del 1966 rispettivamente con "Sognando la California" e "Io ho in mente te", e nel 1967 sotto la direzione artistica di Alessandro Colombini grazie alla scoperta e al lancio di Lucio Battisti; Micocci ritornò a Roma, per fondare la Parade .

Negli stessi anni la Dischi Ricordi siglava accordi per la distribuzione in Italia di case discografiche estere, come la statunitense Vanguard (per cui incideva Joan Baez, consentendo così all'artista la pubblicazione di due dischi solo per il mercato italiano, come "Joan Baez in Italy" nel 1967 e "24 luglio 1970 all'Arena civica di Milano" nel 1970).

Nel frattempo era cresciuta una nuova generazione di produttori che lavoravano per la Ricordi, come Alessandro Colombini che dopo l'esperienza Numero Uno ritornò a collaborare con la casa discografica portando artisti come Edoardo Bennato e il Banco del Mutuo Soccorso. Con lo sviluppo del progressivo che si ebbe negli anni '70 la Dischi Ricordi fu all'avanguardia, sia lanciando un gruppo storico come il Banco del Mutuo Soccorso o i Napoli Centrale, sia ottenendo la distribuzione esclusiva per l'Italia della Manticore, la casa discografica fondata da Emerson, Lake & Palmer, e della Island Records (per cui incidevano Cat Stevens, gli Amazing Blondel e poi, in seguito, Bob Marley).

Inoltre otteneva la distribuzione di piccole case discografiche come la Produttori Associati (della quale, al momento del fallimento, avrebbe rilevato il catalogo e i contratti di artisti come Fabrizio De André e gli Alunni del Sole), la Bla Bla (Franco Battiato) e la Carosello (Domenico Modugno, Giorgio Gaber e alcuni anni dopo Vasco Rossi).

Tra gli artisti che negli anni '70 incisero per la Dischi Ricordi da ricordare anche Milva, Mia Martini, Franco Califano e, anche se per un solo album, Patty Pravo.


.....

Aver avuto casa discografica con sede e danari Locali ha contribuito a far crescere-espandere-far conoscere alcune tendenze-aree musical-leggere che sarebbero diventati ....tra gli anni sessanta e settanta ...FRUTTUOSI per la canzone d'autore da un lato e per la formazione di alcuni gruppi musicali (complessi)..di larga popolarità e longevità..

Motivazione e occhio attento, oltre ad un interesse che non sia solo immediatamente economico-guadagno rapido FORSE sono un ingrediente irrinunciabile affinchè un territorio promuova e mantenga una propria evoluzione-tradizione musicale che si nutre di contemporaneità sia nei temi testuali che nella propensione musicale.


La Ricordi, riassumendo, inizialmente rivolse la sua attenzione verso quei giovani cantanti - spesso autori delle proprie canzoni....o della musica o dei testi o di entrambi - che si esibivano in ogni sorta di locale - ritrovo...ma che non trovavano imprenditori discografici che investissero su essi...
I primi tra essi furono: Bindi - Paoli from Genova - Endrigo
I milanes furono: Gaber - Jannacci - Vanoni
....
I milanes ...

Gaber inizio' come chitarrista rock di Celentano...Jannacci inizio' come pianista di Tony Dallara...e fu il discografico Ricordi a metterli insieme, in duo ...ne "I due corsari" con una versione umoristico-demenziale di "come facette mammeta" e un altro 45 giri intitolato "non occupatemi il telefono" ..

Jannacci è l'autore della canzone con cui Gaber andò a Sanremo.."benzina e cerini".
Sempre agli inizi degli anni sessanta, Jannacci conosce Tenco - sempre tramite Ricordi - e con Tenco inizia a scrivere canzoni piu' seriose e intimiste come "passaggio a livello", che Tenco inciderà. Nello stesso periodo Jannacci fa tournee come Pianista di Endrigo e conosce Dario Fo e Cochi e Renato....con cui lavorerà/collaborera' in seguito al Derby di Milano. E' di Jannacci la musica di "Via del campo" del giovane De Andrè...
Dario Fo è autore di alcune canzoni del suo primo album "la milano di E. Jannacci" ..e i due continueranno a collaborare come autori di canzoni da "vengo anch'io" a "ho visto un re"...dello stesso periodo è "faceva il palo" scritta con l'attore-autore Walter Valdi, altra colonna del Derby.
.....
Continua (of course..)
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Messaggio Da Cantastorie Dom 9 Ott - 21:25

su Jannacci, una meticolosa cronologia si trova .. Qui
Quel che però mi preme sottolineare è che quest'omo, che inizia principalmente come musicista, suonando il pianoforte per cantanti diversi, nella scrittura dei testi alterna canzoni demenzial-fantasiose (sull'onda del Buscaglione di cui abbiamo già trattato) a canzoni socialmente impegnate con protagonisti soggetti marginali, i quali vengono amplificati PROPRIO dalle incertezze e dalla parlata incespicante di Jannacci.....Come dire, fosse un fine cantante precisino, renderebbe inverosimili le cose che canta...

Il concetto viene così espresso ..
http://www.bielle.org/Artisti/JannacciNew.htm

Caratteristica comune alle canzoni di Enzo che non rinunciano mai a contaminare il tragico col comico, giocando spesso, con maestria, su un crinale al limite tra i due elementi. Jannacci che, come l’amico Gaber e come Fabrizio De André ha passato una vita intera a gettare uno sguardo mai pietistico, ma semmai partecipe e commosso su tutta una parte di umanità che ora fa fine definire “gli ultimi” e che in tempi di sbornie ideologiche si etichettavano come “lumpenproletariat”: i reietti, i marginali, le persone che, normalmente non arrivano alla gloria di una canzone tutta per loro. Personaggi che, come dice lo stesso Jannacci, non sono di ieri, non risalgono agli anni ’50, ma in alcuni casi rimontano il tempo all’indietro fino ad arrivare alla prima guerra mondiale. Personaggi che vivono di piccolo e piccolissime cose: “Un dì lü l'avea menada a veder la Fiera/
la gh'eva un vestidin color del trasú / disse: "vorrei un krapfen... non ho moneta"/ "Pronti!" El gh'ha dà dés chili... e l'ha vista pü!” (Andava a Rogoredo). “Rivò un bel dì che era l'otto d'Agosto/ con la cravatta colore rosso/ Chissà perché, che io m'ero illusa /che mi volesse parlare d'amor!” (Chissà se è vero). “Lesto si avvia, con la cartella sotto il braccio/ male annodata la cravatta dell'Upim...” (Prendeva il treno). “Sporchi ancora del sudore / del lavoro appena smesso” (Qualcosa da aspettare). “Sia ben chiaro che non penso alla casetta/ due locali più i servizi, tante rate, pochi vizi” (Quella cosa in Lombardia). “Fu quando gli zingari arrivarono al mare che la gente li vide, che la gente li vide come si presentano loro, loro, loro gli zingari, come un gruppo cencioso, così disuguale e negli occhi, negli occhi impossibile, impossibile poterli guardare” (Gli zingari). “Giovanni telegrafista e nulla più / stazioncina povera c'erano più alberi e uccelli che persone / ma aveva il cuore urgente anche senza nessuna promozione / battendo, battendo su un tasto solo” (Giovanni Telegrafista). Un campionario di ultimi, di reietti, di barboni, di gente cunt su i scarp del tennis, ma visto dall’interno. Non è l’abito, è la fodera. Jannacci indossa i suoi personaggi e se ne fa voce e questa voce è straziata, spezzata, incerta e balbettante. La vera innovazione di Enzo Jannacci è nella voce con cui canta le sue storie. Credo lo abbia detto anche Umberto Eco e concediamoci il lusso di concordare. Un Jannacci che cantasse “pulito”, come si dovrebbe fare, non sarebbe lui e non riuscirebbe a inserire tanta forza drammatica, come ne mette nei suoi urlati, nei suoi “fortissimo”, nelle sue balbuzie o esitazioni. È un canto “disperato” che ridà voce ai disperati.

Come accaduto al suo socio di inizi Gaber, ad un certo punto della carriera discografica...il produrre musica e venderne non riesce a coprire l'intera parabola creativa di questi artisti, come se la musica e la canzone fosse riduttiva rispetto alle loro necessità d'espressione, fosse un mezzo troppo sintetico..ristretto...mediato.
Entrambi, si rivolgono ad altro....Gaber sviluppera il genere del cosiddetto TEATRO-CANZONE in cui s'alternano monologhi e canzoni scritti entrambi dallo stesso Gaber..che per una trentina d'anni porterà in giro per teatri italiani..
Per Jannacci si apre negli anni settanta una parentesi di collaborazioni musical-artistiche con il cinema...scrive diversi temi originali per films italiani ..
Torna a scrivere canzoni con Cochi e Renato che a metà anni settanta hanno il loro apice di successo televisivo e negli anni ottanta collima pubblicando nuovi album e portando in giro diversi recitals .. "Niente domande", nel 1987 con "Parlare con i limoni" e nel 1988 con "Tempo di pace...pazienza!".

Spoiler:


inserito da Piccoloprincipe



.......

I testi delle canzoni ... http://www.angelfire.com/music2/Jannacci/testi.html
Riporto il testo della mia "preferita"...

SOLDATO NENCINI


Soldato Nencini, soldato d'Italia
semianalfabeeta, schedato: "terrone",
l'han messo a Alessandria perchè c'è più nebbia;
ben presto ha capito che a volergli bene
c'è solo quel cane che mangia la stoppa
fra i vecchi autoblindo, pezzato marrone...
Due o anche tre volte ha chiesto il tenente
a un suo subalterno: "Ma questo Nencini,
cos'ha, da sorridere sempre per niente?
Sorride un pò perso... magari a nessuno;
e mangia di gusto 'sto rancio puzzone!...
Ma è analfabeta, e per giunta, terrone!"
E arriva anche il giorno che arriva la posta;
e piove, e di dentro c'è tante persone.
S'inganna ridendo l'odore di piedi,
e là, più di tutti, chi ride è il terrone:
gli stanno leggendo del padre a Corfù;
C'è stata una capra malata... e continua:
"Sai, tristi è aspettari: se non t'amo più,
conviene lasciarsi..." Firmato: Mariù
Soldato Nencini, soldato d'Italia
di stanza a Alessandria, schedato: "terrone",
si è messo in disparte, sorride un pò meno;
ma di tanto in tanto, ti ferma qualcuno
e gira e rigira quel foglio marrone:
ti legge un frase; ti dice:"c'è scritto
"Sai, tristi è aspettari: se non t'amo più,
conviene lasciarsi..." Firmato: Mariù"

Un'intervista del 1995 sulla canzone d'autore, l'ispirazione musicale, l'importanza della vocalità...
Spoiler:

...continua..
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