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Re: Addio a.....
Pochi giorni dopo il suo sessantanovesimo compleanno è morto il Duca Bianco. L'annuncio sul suo profilo ufficiale Twitter e Facebook: "Dopo 18 mesi di lotta contro il cancro se ne è andato serenamente circondato dalla sua famiglia".
L'8 gennaio, nel giorno del suo compleanno, è uscito il suo ultimo lavoro Blackstar.Contemporaneamente era stato pubblicato anche il nuovo video Lazarus in cui il Duca Bianco appare come l'amico di Gesù che avvolto dalle bende risorge dalla morte. Già numero uno delle classifiche UK il suo ventisettesimo album da studio è uscito a tre anni dall'ultimo disco 'The Next Day', rilasciato nel marzo 2013. Due settimane fa lo stesso Bowie aveva annunciato il ritiro "definitivo e irrevocabile" dai palcoscenici che non frequentava dal 2006.
Leggenda del rock, la sua musica ha attraversato più di cinquant'anni di suono modificandosi sempre, contaminando generi diversi dal folk acustico all'elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e diventando un modello di riferimento per più di una generazione di artisti. Dopo gli esordi nel rhytm & blues con alcuni gruppi studenteschi Konrads, King Bees, Manish Boys inizia la carriera solista nel 1967 con il suo album di esordio che porta il suo nome a cui segue due anni dopo Space Oddity, un viaggio nel folk-rock psichedelico caratterizzato da ballade intimiste e che contiene la canzone che da il titolo all'album, liberamente ispirata al film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello Spazio.
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L'8 gennaio, nel giorno del suo compleanno, è uscito il suo ultimo lavoro Blackstar.Contemporaneamente era stato pubblicato anche il nuovo video Lazarus in cui il Duca Bianco appare come l'amico di Gesù che avvolto dalle bende risorge dalla morte. Già numero uno delle classifiche UK il suo ventisettesimo album da studio è uscito a tre anni dall'ultimo disco 'The Next Day', rilasciato nel marzo 2013. Due settimane fa lo stesso Bowie aveva annunciato il ritiro "definitivo e irrevocabile" dai palcoscenici che non frequentava dal 2006.
Leggenda del rock, la sua musica ha attraversato più di cinquant'anni di suono modificandosi sempre, contaminando generi diversi dal folk acustico all'elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e diventando un modello di riferimento per più di una generazione di artisti. Dopo gli esordi nel rhytm & blues con alcuni gruppi studenteschi Konrads, King Bees, Manish Boys inizia la carriera solista nel 1967 con il suo album di esordio che porta il suo nome a cui segue due anni dopo Space Oddity, un viaggio nel folk-rock psichedelico caratterizzato da ballade intimiste e che contiene la canzone che da il titolo all'album, liberamente ispirata al film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello Spazio.
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Re: Addio a.....
RIP
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Re: Addio a.....
[size=34]È morto Alan Rickman, l'inglese volante[/size]
Alan Rickman, l'inglese volante, è morto. Se ne va un grande del cinema. L'attore britannico ci ha lasciati a 69 anni. Era malato di cancro. Tra le sue interpretazioni più celebri il Severus Piton di Harry Potter. Nell'ultima intervista rilasciata in esclusiva all'ANSA aveva lanciato un appello: 'Giovani, state attenti alla rete'
Nato a Londra il 21 febbraio del '46, era malato di cancro. Tra le sue interpretazioni più celebri il professor Piton della saga Harry Potter, antagonista del piccolo protagonista.
Tante interpretazioni al cinema, da Ragione e Sentimento di Ang Lee a Sweeney Todd di Tim Burton e in tv: con Rasputin - Il demone nero vinse Emmy e Golden Globe. Protagonista del West End londinese, premiato con i Tony per Le relazioni pericolose e Private Lives, è stato anche apprezzato regista con L'ospite d'inverno, Le regole del caos
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L'attore britannico è stato stroncato dal cancro all'età di 69 anni
Alan Rickman, l'inglese volante, è morto. Se ne va un grande del cinema. L'attore britannico ci ha lasciati a 69 anni. Era malato di cancro. Tra le sue interpretazioni più celebri il Severus Piton di Harry Potter. Nell'ultima intervista rilasciata in esclusiva all'ANSA aveva lanciato un appello: 'Giovani, state attenti alla rete'
Nato a Londra il 21 febbraio del '46, era malato di cancro. Tra le sue interpretazioni più celebri il professor Piton della saga Harry Potter, antagonista del piccolo protagonista.
Tante interpretazioni al cinema, da Ragione e Sentimento di Ang Lee a Sweeney Todd di Tim Burton e in tv: con Rasputin - Il demone nero vinse Emmy e Golden Globe. Protagonista del West End londinese, premiato con i Tony per Le relazioni pericolose e Private Lives, è stato anche apprezzato regista con L'ospite d'inverno, Le regole del caos
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Re: Addio a.....
E' morto Franco Citti - L'accattone di Pasolini
Nato in una borgata romana, nella sua lunga carriera fu diretto anche dal fratello Sergio e recitò con Carmelo Bene
È morto questa sera a Roma l'attore Franco Citti, 80 anni. Malato da tempo, si è spento nella sua abitazione. A dare la notizia è stato l'amico Ninetto Davoli. Scoperto da Pasolini che lo volle protagonista di Accattone nel 1961, Citti da allora diventò un volto simbolo del suo cinema, recitando anche in Mamma Roma, Porcile e il Decameron. Nella sua lunga carriera, Citti, nato in borgata, è stato diretto anche dal fratello Sergio e ha recitato in teatro con Carmelo Bene. Un mese fa aveva partecipatoa una partita di calcio nell'ambito delle celebrazioni per il quarantennale della morte dello scrittore.
Franco Citti era nato il 23 aprile del 1935 a Fiumicino, periferia di Roma, all'epoca borgata di baracche e strerrati, faceva l'imbianchino, da ragazzo, e guadagnava 1800 lire. L'adolescenza in mezzo a - come raccontava lui - "ladri, truffatori, papponi, mignotte, spie, ruffiani, cornuti e ubriaconi", l'esperienza giusta per "insegnare" quel mondo all'uomo che gli avrebbe cambiato la vita: Pier Paolo Pasolini. Insieme al fratello Sergio, che lo aveva già conosciuto qualche anno prima, Citti incontra Pasolini nel 1961 in una pizzeria di una borgata romana, Torpignattara, non sapeva chi fosse, faceva il maestro elementare a Ponte Mammolo, "mio fratello - ricordava in un'intervista - mi disse che era anche uno scrittore, ci mangiammo una pizza insieme, io tutto sporco perché facevo il muratore insieme a mio padre". Sono i giovani che l'intellettuale racconterà in Ragazzi di vita e Una vita violenta, a FRanco riserva il ruolo di protagonista in Accattone, la storia del "ragazzo di vita" al quale l'amore non basta per redimersi. Pasolini lo chiamerà ancora per Porcile, Il Decameron (è ser Ciappelletto), I racconti di Canterbury (Satana), in Il fiore della Mille e una notte in cui gli darà il ruolo di un demone.
Oltre che con Pasolini, lavora con Valerio Zurlini e con il fratello Sergio che lo dirigerà inOstia, per lui fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta interpreterà altri film, scritti dal fratello insieme all'amico Vincenzo Cerami, come Storie scellerate, Casotto, Il minestrone. Nel 1988 tenta con la regia, il suo esordio "con la fraterna collaborazione di Sergio Citti" - come si legge nei titoli di testa è Cartoni animati, dirige se stesso e Fiorello in un ultimo sussulto di poetica pasoliniana in cui riserva per sé un ruolo molto simile a quello di Accattone. Attivo anche in teatro, aveva recitato in Salomè di Carmelo Bene. In tv aveva lavorato in I promessi sposi di Salvatore Nocita.
La scomparsa di FRanco Citti "è un grave lutto per il cinema italiano - ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini - attore di straordinaria intensità, legato a Pier Paolo Pasolini fin dall'esordio alla regia in Accattone, ha segnato una stagione importante della nostra cinematografia. Nel ruolo di Vittorio - ha proseguito il ministro - così come negli altri film diretti da Pasolini, ha portato quella poesia di strada che rimarrà per sempre uno dei tratti distintivi del nostro cinema".
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Nato in una borgata romana, nella sua lunga carriera fu diretto anche dal fratello Sergio e recitò con Carmelo Bene
È morto questa sera a Roma l'attore Franco Citti, 80 anni. Malato da tempo, si è spento nella sua abitazione. A dare la notizia è stato l'amico Ninetto Davoli. Scoperto da Pasolini che lo volle protagonista di Accattone nel 1961, Citti da allora diventò un volto simbolo del suo cinema, recitando anche in Mamma Roma, Porcile e il Decameron. Nella sua lunga carriera, Citti, nato in borgata, è stato diretto anche dal fratello Sergio e ha recitato in teatro con Carmelo Bene. Un mese fa aveva partecipatoa una partita di calcio nell'ambito delle celebrazioni per il quarantennale della morte dello scrittore.
Franco Citti era nato il 23 aprile del 1935 a Fiumicino, periferia di Roma, all'epoca borgata di baracche e strerrati, faceva l'imbianchino, da ragazzo, e guadagnava 1800 lire. L'adolescenza in mezzo a - come raccontava lui - "ladri, truffatori, papponi, mignotte, spie, ruffiani, cornuti e ubriaconi", l'esperienza giusta per "insegnare" quel mondo all'uomo che gli avrebbe cambiato la vita: Pier Paolo Pasolini. Insieme al fratello Sergio, che lo aveva già conosciuto qualche anno prima, Citti incontra Pasolini nel 1961 in una pizzeria di una borgata romana, Torpignattara, non sapeva chi fosse, faceva il maestro elementare a Ponte Mammolo, "mio fratello - ricordava in un'intervista - mi disse che era anche uno scrittore, ci mangiammo una pizza insieme, io tutto sporco perché facevo il muratore insieme a mio padre". Sono i giovani che l'intellettuale racconterà in Ragazzi di vita e Una vita violenta, a FRanco riserva il ruolo di protagonista in Accattone, la storia del "ragazzo di vita" al quale l'amore non basta per redimersi. Pasolini lo chiamerà ancora per Porcile, Il Decameron (è ser Ciappelletto), I racconti di Canterbury (Satana), in Il fiore della Mille e una notte in cui gli darà il ruolo di un demone.
Oltre che con Pasolini, lavora con Valerio Zurlini e con il fratello Sergio che lo dirigerà inOstia, per lui fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta interpreterà altri film, scritti dal fratello insieme all'amico Vincenzo Cerami, come Storie scellerate, Casotto, Il minestrone. Nel 1988 tenta con la regia, il suo esordio "con la fraterna collaborazione di Sergio Citti" - come si legge nei titoli di testa è Cartoni animati, dirige se stesso e Fiorello in un ultimo sussulto di poetica pasoliniana in cui riserva per sé un ruolo molto simile a quello di Accattone. Attivo anche in teatro, aveva recitato in Salomè di Carmelo Bene. In tv aveva lavorato in I promessi sposi di Salvatore Nocita.
La scomparsa di FRanco Citti "è un grave lutto per il cinema italiano - ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini - attore di straordinaria intensità, legato a Pier Paolo Pasolini fin dall'esordio alla regia in Accattone, ha segnato una stagione importante della nostra cinematografia. Nel ruolo di Vittorio - ha proseguito il ministro - così come negli altri film diretti da Pasolini, ha portato quella poesia di strada che rimarrà per sempre uno dei tratti distintivi del nostro cinema".
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Re: Addio a.....
Umberto Eco, cordoglio da tutto il mondo. Mattarella: “Spirito critico che ha portato prestigio all’Italia”. L’editore: “Ultimo libro postumo”
Martedì i funerali laici al Castello Sforzesco di Milano. Mattarella: "Uomo libero e di grande passione civile". Franceschini: "Un gigante". Elisabetta Sgarbi che con lui aveva fondato la nuova casa editrice La casa di Teseo: "Ha seguito la sua ultima opera fino all'ultimo". Il ricordo dei suoi colleghi: Maraini, Pennacchi, Lagioia, Nesi
Un “gigante”, una “perdita enorme”. Uno dei nomi “più venerati nel mondo”, una figura riconosciuta in tutta Europa e fino agli Stati Uniti. Un intellettuale totale e trasversale, che ha trasformato la cultura in best-seller, ha avvicinato il mondo accademico e della cultura al resto della società. La morte di Umberto Eco rimbalza sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, dal New York Timesa Le Monde, passando per il Guardian o El Paìs. “Ci ha lasciato un gigante” dice il ministro della Cultura Dario Franceschini, “è una perdita enorme” aggiunge il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si definisce “particolarmente addolorato” e definisce Eco “un uomo libero e di grande passione civile”. Da Madrid esprime cordoglio il premierMariano Rajoy, da Strasburgo lo piange il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz. Per Vittorio Sgarbi è stato l’intellettuale più grande dai tempi di Benedetto Croce, Roberto Saviano lo ringrazia citando l’ultima frase del Nome della Rosa,nomina nuda tenemos. “C’è stato – aggiunge – quando, sconosciuto e in difficoltà agli inizi, la mia vita stava precipitando”. E poi ancoraDacia Marini, Nicola Lagioia, Edoardo Nesi, Antonio Pennacchi. Gli intellettuali, i politici, ma anche gli studenti. E’ stato Federico Cavalleri, che frequenta Antropologia alla Bicocca di Milano e abita a Erba (Como), a lasciare una rosa bianca sotto la casa milanese di Eco, in piazza Castello. “Mi aspettavo – racconta – un sacco di gente. E’ stato un gesto così. Io e la mia ragazza, che studia Fisica e ha avuto l’idea, abbiamo avuto la notizia ieri sera e stamattina, siccome eravamo qui a Milano, abbiamo pensato di passare”.
Il libro postumo: “Parlerà di tecnologie, ma anche di Bergoglio”
La Nave di Teseo, la casa editrice che Eco, insieme ad altri autori, aveva fondato per lasciare quella che aveva chiamato Mondazzoli, lo saluta con un’immagine sulla sua pagina facebook: “Addio capitano – si legge – Grazie Umberto Eco”. “Ha lavorato con noi fino all’ultimo” ha raccontato su Repubblica Elisabetta Sgarbi, che coordina la nuova iniziativa editoriale. I funerali saranno celebrati con rito civile, martedì pomeriggio alle 15 al Castello Sforzesco di Milano. “Umberto Eco – continua la Sgarbi parlando all’AdnKronos – ha detto che fondare una nuova casa editrice era una follia, ma che si doveva farlo. Che lo faceva per i suoi nipoti. Con questa serietà, sino al visto si stampi, ha seguito il suo ultimo libro in cui, ancora una volta, riversa tutto il suo genio: si intitola‘Pape Satan Aleppe. Cronache di una società liquida’. E uscirà per la sua casa editrice La nave di Teseo”. La pubblicazione è prevista a marzo. E’ un libro “di grande intrattenimento”, diceMario Andreose, editore della Nave di Teseo: ci saranno il costume, la storia degli ultimi 15 anni. “Lui scriveva – continua – in un modo in cui c’era tutto dentro: dal divertimento all’analisi della vita di tutti i giorni, non solo quella politica, sociale e culturale, ma anche la tecnologia, che trattava da semiologo di grandissimo talento letterario”. Eco – ha raccontato Andreose – “analizza” anche “l’identità di Papa Francesco: per lui non è un gesuita argentino ma paraguaiano, perché i gesuiti del Sudamerica nel ‘600 andarono in Paraguay come consulenti degli indios Guaranì per sottrarli alla schiavitù. Aveva grande stima di questo Papa”.
Mattarella: “Uno spirito critico che ha portato grande prestigio”
I saggi e i romanzi di Eco “hanno portato grande prestigio all’Italia e arricchito la cultura di ogni latitudine” scrive in una nota il presidente Mattarella. “Umberto Eco – continua il capo dello Stato – era un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile. È stato un protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale. Nella sua autobiografia si specchia il percorso di ricerca di identità culturale di intere generazioni del dopoguerra. Interprete, nei suoi anni giovanili, dei fermenti che animarono il mondo cattolico, seppe esprimere in modo creativo nelle sue diverse esperienze la curiosità che lo guidava, sia sul terreno della sperimentazione dei linguaggi, a partire dalla televisione, sia su quello della ricerca semiologica. La critica sociale che ha espresso nei suoi saggi e nei suoi frequenti interventi pubblicistici era figlia di questa capacità di lettura della società contemporanea. Umberto Eco ha vissuto immerso nelle contraddizioni del suo tempo, senza lasciarsene travolgere”. Il presidente ricorda ancora di Eco come fosse “osservatore acuto e disincantato, scrittore finissimo, anticipatore e sperimentatoredi fenomeni e tendenze” e che “si è sempre proiettato nella dimensione internazionale, lontano da ogni chiusura dogmatica o provinciale”.
Renzi: “Inesauribile capacità di anticipare il futuro”
Renzi ha mandato un messaggio di cordoglio ai familiari di Eco. “Esempio straordinario di intellettuale europeo – ha sottolineato il capo del governo – univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro”. Renzi si era intrattenuto con Eco e con il presidente della Repubblica franceseFrançois Hollande a Expo, a Milano, sui temi della identità europea, dell’innovazione scientifica, della memoria e della lotta contro l’intolleranza. “Una perdita enorme per la cultura, cui mancherà la sua scrittura e voce, il suo pensiero acuto e vivo, la sua umanità”. “Ci ha lasciato Umberto Eco – aggiunge il ministroFranceschini su twitter – Un gigante che ha portato la cultura italiana in tutto il mondo. Giovane e vulcanico fino all’ultimo giorno”. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi lo ha definito “un grande ambasciatore dell’Italia nel mondo”. La presidente della Camera Laura Boldrini ha sottolineato come “il valore della cultura, la passione con cui ha saputo trasmetterla ai giovani, l’impegno civile. La figura straordinaria e poliedrica di Umberto Eco ha lasciato molti segni profondi”. Per il presidente del Senato Piero Grasso “Eco ha dato un senso ai segni, scritto libri indimenticabili, sferzato con intelligenza e ironia ogni luogo comune sulla cultura”.
Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano ricorda così Eco: “La conoscenza e l’amicizia tra noi sono state schiette e costanti nell’arco di decenni -scrive in una nota – e di lui ho apprezzato anche e in particolare la coerenza e la forza del suo attaccamento ai valori della libertà e della democrazia, ai principi del civile confronto tra le idee e tra le posizioni politiche ancorate al comune rispetto della Costituzione repubblicana”. L’ex presidente del ConsiglioRomano Prodi dice di voler rammentare non solo “l’eccezionale contributo che ha saputo offrire alla scienza e alla letteratura, ma assieme ricordare la sua capacita di relazione empatica e immediata con gli studenti e il suo impegno costante come docente”. Tra i politici che hanno espresso il proprio cordoglio anche il segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Il mio libro preferito di Umberto Eco era ‘Il Nome della Rosa’, che ho letteralmente divorato – dice – Ci sono un po’ rimasto male quando Eco lo ha definito l’opera più brutta che aveva mia scritto, perché a me era piaciuto moltissimo”.
I sindaci delle “sue” città: “Ci mancherai”
In lutto i sindaci delle “sue città”, Bologna e Milano. “Ci mancherai – scrive su facebook il primo cittadino del capoluogo emiliano, Virginio Merola – Mancherai a Bologna, ci mancherà il tuo ingegno, il tuo spirito, la tua libertà di pensiero. Addio Umberto”. Un dolore espresso anche dal collega lombardoGiuliano Pisapia: “Addio maestro e amico, genio del sapere innamorato di Milano, uomo di sterminata cultura e di grande passione politica. Milano senza di te è triste e più povera. Ma Milano è orgogliosa di essere la tua amata città. Averti vicino in questi anni è stato un grande privilegio”. Infine Maria Rita Rossa, sindaco diAlessandria, dove Eco è nato, che da una parte esprime il timore per un vuoto improvviso e dall’altra ricorda che quel vuoto sarà riempito dalla lezione lasciata dallo scrittore.
Maraini: “Perdita per l’Italia”. Lagioia: “Ha reso la cultura un mondo più aperto”
Per Dacia Maraini “oltre a essere un grande scrittore, era un amico, una persona squisita, disponibile, gentile, non saliva mai in cattedra e aveva un fortissimo senso dell’ironia. E’ una perdita personale, ma anche una perdita per l’Italia perché il suo sguardo era sempre acuto e sapiente”. Nicola Lagioia, scrittore, vincitore del Premio Strega 2015, scrive: “Umberto Eco era così parte dell’orizzonte culturale e da così tanti anni che quasi non si è abituati a considerarlo di carne e ossa”. “La cosa interessante – osserva parlando con l’AdnKronos – è che Eco ha svecchiato la cultura italiana della sua generazione rispetto a tutta una serie di generi che i letterati consideravano sottocultura. Mi colpì molto, a tal proposito quando Eco disse che con il tempo è invecchiato di più ‘Il giovane Holden’ che ‘Peanuts’. La sua famosa battuta ‘Posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi’ non nasceva dal desiderio di appiattire tutto, ma di dare dignità culturale a generi come il fumetto. Io so, per esempio, che molti coetanei di Umberto Eco, letterati e scrittori, si scandalizzarono quando uscì ‘Il nome della rosa’, ebbero veri e propri travasi di bile, ma al di là del fatto che piaccia o no, quel romanzo ha creato un filone e questo rimarrà”.
Antonio Pennacchi rivolge a Eco la sua gratitudine per “tutto quello che ha dato”. Lo scrittore, secondo l’autore pontino, è stata una “grandissima anima, grandissima intelligenza. Mancherà sicuramente al Paese”. L’opera di Eco, continua Pennacchi, “ha illuminato la televisione, l’accademia, la narrativa e tutto il mondo della cultura italiana dalla seconda metà del Novecento ad oggi”. “Come si fa a commentare la grandezza di un personaggio come Umberto Eco? – si chiede Edoardo Nesi, un altro Premio Strega – Per lui si può ben usare la parola luminare. Sono orgoglioso che mi avesse voluto nella ciurma de ‘La Nave di Teseo'”.
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Martedì i funerali laici al Castello Sforzesco di Milano. Mattarella: "Uomo libero e di grande passione civile". Franceschini: "Un gigante". Elisabetta Sgarbi che con lui aveva fondato la nuova casa editrice La casa di Teseo: "Ha seguito la sua ultima opera fino all'ultimo". Il ricordo dei suoi colleghi: Maraini, Pennacchi, Lagioia, Nesi
Un “gigante”, una “perdita enorme”. Uno dei nomi “più venerati nel mondo”, una figura riconosciuta in tutta Europa e fino agli Stati Uniti. Un intellettuale totale e trasversale, che ha trasformato la cultura in best-seller, ha avvicinato il mondo accademico e della cultura al resto della società. La morte di Umberto Eco rimbalza sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, dal New York Timesa Le Monde, passando per il Guardian o El Paìs. “Ci ha lasciato un gigante” dice il ministro della Cultura Dario Franceschini, “è una perdita enorme” aggiunge il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si definisce “particolarmente addolorato” e definisce Eco “un uomo libero e di grande passione civile”. Da Madrid esprime cordoglio il premierMariano Rajoy, da Strasburgo lo piange il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz. Per Vittorio Sgarbi è stato l’intellettuale più grande dai tempi di Benedetto Croce, Roberto Saviano lo ringrazia citando l’ultima frase del Nome della Rosa,nomina nuda tenemos. “C’è stato – aggiunge – quando, sconosciuto e in difficoltà agli inizi, la mia vita stava precipitando”. E poi ancoraDacia Marini, Nicola Lagioia, Edoardo Nesi, Antonio Pennacchi. Gli intellettuali, i politici, ma anche gli studenti. E’ stato Federico Cavalleri, che frequenta Antropologia alla Bicocca di Milano e abita a Erba (Como), a lasciare una rosa bianca sotto la casa milanese di Eco, in piazza Castello. “Mi aspettavo – racconta – un sacco di gente. E’ stato un gesto così. Io e la mia ragazza, che studia Fisica e ha avuto l’idea, abbiamo avuto la notizia ieri sera e stamattina, siccome eravamo qui a Milano, abbiamo pensato di passare”.
Il libro postumo: “Parlerà di tecnologie, ma anche di Bergoglio”
La Nave di Teseo, la casa editrice che Eco, insieme ad altri autori, aveva fondato per lasciare quella che aveva chiamato Mondazzoli, lo saluta con un’immagine sulla sua pagina facebook: “Addio capitano – si legge – Grazie Umberto Eco”. “Ha lavorato con noi fino all’ultimo” ha raccontato su Repubblica Elisabetta Sgarbi, che coordina la nuova iniziativa editoriale. I funerali saranno celebrati con rito civile, martedì pomeriggio alle 15 al Castello Sforzesco di Milano. “Umberto Eco – continua la Sgarbi parlando all’AdnKronos – ha detto che fondare una nuova casa editrice era una follia, ma che si doveva farlo. Che lo faceva per i suoi nipoti. Con questa serietà, sino al visto si stampi, ha seguito il suo ultimo libro in cui, ancora una volta, riversa tutto il suo genio: si intitola‘Pape Satan Aleppe. Cronache di una società liquida’. E uscirà per la sua casa editrice La nave di Teseo”. La pubblicazione è prevista a marzo. E’ un libro “di grande intrattenimento”, diceMario Andreose, editore della Nave di Teseo: ci saranno il costume, la storia degli ultimi 15 anni. “Lui scriveva – continua – in un modo in cui c’era tutto dentro: dal divertimento all’analisi della vita di tutti i giorni, non solo quella politica, sociale e culturale, ma anche la tecnologia, che trattava da semiologo di grandissimo talento letterario”. Eco – ha raccontato Andreose – “analizza” anche “l’identità di Papa Francesco: per lui non è un gesuita argentino ma paraguaiano, perché i gesuiti del Sudamerica nel ‘600 andarono in Paraguay come consulenti degli indios Guaranì per sottrarli alla schiavitù. Aveva grande stima di questo Papa”.
Mattarella: “Uno spirito critico che ha portato grande prestigio”
I saggi e i romanzi di Eco “hanno portato grande prestigio all’Italia e arricchito la cultura di ogni latitudine” scrive in una nota il presidente Mattarella. “Umberto Eco – continua il capo dello Stato – era un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile. È stato un protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale. Nella sua autobiografia si specchia il percorso di ricerca di identità culturale di intere generazioni del dopoguerra. Interprete, nei suoi anni giovanili, dei fermenti che animarono il mondo cattolico, seppe esprimere in modo creativo nelle sue diverse esperienze la curiosità che lo guidava, sia sul terreno della sperimentazione dei linguaggi, a partire dalla televisione, sia su quello della ricerca semiologica. La critica sociale che ha espresso nei suoi saggi e nei suoi frequenti interventi pubblicistici era figlia di questa capacità di lettura della società contemporanea. Umberto Eco ha vissuto immerso nelle contraddizioni del suo tempo, senza lasciarsene travolgere”. Il presidente ricorda ancora di Eco come fosse “osservatore acuto e disincantato, scrittore finissimo, anticipatore e sperimentatoredi fenomeni e tendenze” e che “si è sempre proiettato nella dimensione internazionale, lontano da ogni chiusura dogmatica o provinciale”.
Renzi: “Inesauribile capacità di anticipare il futuro”
Renzi ha mandato un messaggio di cordoglio ai familiari di Eco. “Esempio straordinario di intellettuale europeo – ha sottolineato il capo del governo – univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro”. Renzi si era intrattenuto con Eco e con il presidente della Repubblica franceseFrançois Hollande a Expo, a Milano, sui temi della identità europea, dell’innovazione scientifica, della memoria e della lotta contro l’intolleranza. “Una perdita enorme per la cultura, cui mancherà la sua scrittura e voce, il suo pensiero acuto e vivo, la sua umanità”. “Ci ha lasciato Umberto Eco – aggiunge il ministroFranceschini su twitter – Un gigante che ha portato la cultura italiana in tutto il mondo. Giovane e vulcanico fino all’ultimo giorno”. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi lo ha definito “un grande ambasciatore dell’Italia nel mondo”. La presidente della Camera Laura Boldrini ha sottolineato come “il valore della cultura, la passione con cui ha saputo trasmetterla ai giovani, l’impegno civile. La figura straordinaria e poliedrica di Umberto Eco ha lasciato molti segni profondi”. Per il presidente del Senato Piero Grasso “Eco ha dato un senso ai segni, scritto libri indimenticabili, sferzato con intelligenza e ironia ogni luogo comune sulla cultura”.
Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano ricorda così Eco: “La conoscenza e l’amicizia tra noi sono state schiette e costanti nell’arco di decenni -scrive in una nota – e di lui ho apprezzato anche e in particolare la coerenza e la forza del suo attaccamento ai valori della libertà e della democrazia, ai principi del civile confronto tra le idee e tra le posizioni politiche ancorate al comune rispetto della Costituzione repubblicana”. L’ex presidente del ConsiglioRomano Prodi dice di voler rammentare non solo “l’eccezionale contributo che ha saputo offrire alla scienza e alla letteratura, ma assieme ricordare la sua capacita di relazione empatica e immediata con gli studenti e il suo impegno costante come docente”. Tra i politici che hanno espresso il proprio cordoglio anche il segretario della Lega Nord Matteo Salvini: “Il mio libro preferito di Umberto Eco era ‘Il Nome della Rosa’, che ho letteralmente divorato – dice – Ci sono un po’ rimasto male quando Eco lo ha definito l’opera più brutta che aveva mia scritto, perché a me era piaciuto moltissimo”.
I sindaci delle “sue” città: “Ci mancherai”
In lutto i sindaci delle “sue città”, Bologna e Milano. “Ci mancherai – scrive su facebook il primo cittadino del capoluogo emiliano, Virginio Merola – Mancherai a Bologna, ci mancherà il tuo ingegno, il tuo spirito, la tua libertà di pensiero. Addio Umberto”. Un dolore espresso anche dal collega lombardoGiuliano Pisapia: “Addio maestro e amico, genio del sapere innamorato di Milano, uomo di sterminata cultura e di grande passione politica. Milano senza di te è triste e più povera. Ma Milano è orgogliosa di essere la tua amata città. Averti vicino in questi anni è stato un grande privilegio”. Infine Maria Rita Rossa, sindaco diAlessandria, dove Eco è nato, che da una parte esprime il timore per un vuoto improvviso e dall’altra ricorda che quel vuoto sarà riempito dalla lezione lasciata dallo scrittore.
Maraini: “Perdita per l’Italia”. Lagioia: “Ha reso la cultura un mondo più aperto”
Per Dacia Maraini “oltre a essere un grande scrittore, era un amico, una persona squisita, disponibile, gentile, non saliva mai in cattedra e aveva un fortissimo senso dell’ironia. E’ una perdita personale, ma anche una perdita per l’Italia perché il suo sguardo era sempre acuto e sapiente”. Nicola Lagioia, scrittore, vincitore del Premio Strega 2015, scrive: “Umberto Eco era così parte dell’orizzonte culturale e da così tanti anni che quasi non si è abituati a considerarlo di carne e ossa”. “La cosa interessante – osserva parlando con l’AdnKronos – è che Eco ha svecchiato la cultura italiana della sua generazione rispetto a tutta una serie di generi che i letterati consideravano sottocultura. Mi colpì molto, a tal proposito quando Eco disse che con il tempo è invecchiato di più ‘Il giovane Holden’ che ‘Peanuts’. La sua famosa battuta ‘Posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi’ non nasceva dal desiderio di appiattire tutto, ma di dare dignità culturale a generi come il fumetto. Io so, per esempio, che molti coetanei di Umberto Eco, letterati e scrittori, si scandalizzarono quando uscì ‘Il nome della rosa’, ebbero veri e propri travasi di bile, ma al di là del fatto che piaccia o no, quel romanzo ha creato un filone e questo rimarrà”.
Antonio Pennacchi rivolge a Eco la sua gratitudine per “tutto quello che ha dato”. Lo scrittore, secondo l’autore pontino, è stata una “grandissima anima, grandissima intelligenza. Mancherà sicuramente al Paese”. L’opera di Eco, continua Pennacchi, “ha illuminato la televisione, l’accademia, la narrativa e tutto il mondo della cultura italiana dalla seconda metà del Novecento ad oggi”. “Come si fa a commentare la grandezza di un personaggio come Umberto Eco? – si chiede Edoardo Nesi, un altro Premio Strega – Per lui si può ben usare la parola luminare. Sono orgoglioso che mi avesse voluto nella ciurma de ‘La Nave di Teseo'”.
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Re: Addio a.....
Il saluto di Lercio
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Re: Addio a.....
Addio al grande Paolo Poli, lutto nel teatro
Aveva 86 anni. Maestro degli spettacoli “en travesti”, ha recitato anche al cinema e in tv. Fu tra i primi personaggi pubblici in Italia a dichiararsi gay. Menegatto: «Se ne va un angelo»
Lutto nel mondo del teatro. È morto a 86 anni Paolo Poli, grande attore fiorentino. Maestro della recita “en travesti” e artista eclettico, ha recitato anche al cinema e in tv e ha inciso alcune canzoni. In Italia è stato uno dei primi personaggi pubblici a fare coming out dichiarandosi omosessuale. La celebrità arriva a fine anni Cinquanta a teatro con “Finale di partita” (testo di Samuel Beckett). Memorabile l’interpretazione di Aquiloni.
Aveva 86 anni. Maestro degli spettacoli “en travesti”, ha recitato anche al cinema e in tv. Fu tra i primi personaggi pubblici in Italia a dichiararsi gay. Menegatto: «Se ne va un angelo»
Lutto nel mondo del teatro. È morto a 86 anni Paolo Poli, grande attore fiorentino. Maestro della recita “en travesti” e artista eclettico, ha recitato anche al cinema e in tv e ha inciso alcune canzoni. In Italia è stato uno dei primi personaggi pubblici a fare coming out dichiarandosi omosessuale. La celebrità arriva a fine anni Cinquanta a teatro con “Finale di partita” (testo di Samuel Beckett). Memorabile l’interpretazione di Aquiloni.
L’AMORE PER LA SUA FIRENZE
«La sua vita e la sua opera di artista libero e geniale sono un dono di amore per Firenze e per la cultura italiana», ha scritto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, dopo aver appreso la notizia. «L’ultimo gesto di quel dono l’ha compiuto inaugurando con tutti noi l’indimenticabile riapertura, dopo vent’anni di abbandono, del Teatro Niccolini, la “sua” casa. Il destino ha voluto che l’ultima apparizione pubblica avvenisse nel cuore culturale e storico di Firenze, in un indimenticabile racconto della sua vita che oggi è diventato il suo testamento artistico».
IL RICORDO DI MENEGATTI
«Eravamo come due fratelli, legatissimi, anche Carla (Fracci, ndr) lo era. Siamo nati nella stessa città, cresciuti insieme, stesse scuole, stessa università. E insieme abbiamo cominciato calcando le scene con Brecht e Garcia Lorca. Un pezzo della mia vita se ne va con Paolo». Sono le parole del regista Beppe Menegatti accanto alla moglie, l’étoile internazionale Carla Fracci, dopo aver appreso la notizia della morte di Paolo Poli. «Rimarrà sempre nei nostri cuori. Indimenticabile quella sua prima apparizione teatrale nei panni del “Cavaliere di Olmedo” di Lope de Vega. Un angelo se ne andato. Il nostro dolore è inesprimibile», ha aggiunto.
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Re: Addio a.....
Come mai scopro ora che la Fracci è toscana?
EDIT: come non detto, è milanese. Non avevo capito un tubo
Non conoscevo il buonanima in questione: recupererò qualcosa.
EDIT: come non detto, è milanese. Non avevo capito un tubo
Non conoscevo il buonanima in questione: recupererò qualcosa.
Saix91- cometa
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Re: Addio a.....
esilarante
grande prova d'attore
qui c'è una delle ultime interviste
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Re: Addio a.....
me lo ricordo....divertentissimo
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Re: Addio a.....
Prince è morto: il cantante trovato senza vita nella sua abitazione
Prince è morto: una delle icone nere del pop anni’80 è deceduto in circostanze misteriose nella sua casa di Minneapolis. Ancora incerta la dinamica della morte. Il cantante era stato ricoverato d’urgenza il 15 aprile scorso, costringendo il suo jet privato a un atterraggio d’emergenza in Illinois. Ma era apparso ad un concerto il giorno successivo per assicurare i fan sulle sue condizioni di salute. La notizia della morte del cantante Prince è stata confermata dal suo agente.
Prince è morto: una delle icone nere del pop anni’80 è deceduto in circostanze misteriose nella sua casa di Minneapolis. Ancora incerta la dinamica della morte. Il cantante era stato ricoverato d’urgenza il 15 aprile scorso, costringendo il suo jet privato a un atterraggio d’emergenza in Illinois. Ma era apparso ad un concerto il giorno successivo per assicurare i fan sulle sue condizioni di salute. La notizia della morte del cantante Prince è stata confermata dal suo agente.
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Re: Addio a.....
Ma non è possibile.... Ma è un'ecatombe...
Prince per me resterà per sempre associato al giorno del mio matrimonio... Mio marito (che NON canta) mi dedicò e mi cantò Kiss quel giorno. Fu l'unica volta che lo sentì "cantare".
Sono davvero tristissima...
Prince per me resterà per sempre associato al giorno del mio matrimonio... Mio marito (che NON canta) mi dedicò e mi cantò Kiss quel giorno. Fu l'unica volta che lo sentì "cantare".
Sono davvero tristissima...
Bellaprincipessa- satellite artificiale
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