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Messaggio Da picpiera Lun 28 Nov - 20:39

Il 27,andavo a prendere il metro al forum verso le 9.30, la temperatura era piuttosto bassina e a malapena si vedeva l'ingresso (ma come sono messi a Milano Ubik Music Press - Pagina 12 30341 Music Press - Pagina 12 197349 quanta nebbia c'è). Frotte di fans di Paul salivano le scale, tanti con parrucche colorate e vestiti lunghi bianchi,striscioni e manifesti fasciati nel cellophane giovani e non giovani tutti composti scendevano verso l'entrata e Music Press - Pagina 12 30341 :azzdici:l'ingresso per accedere al parterre era tutta una testa si distinguevano a malapena gente fasciata nelle coperte, rovesciate su giacigli improvvisati Music Press - Pagina 12 79629..........per lo piu italiani ed inglesi ma sicuramente provenienti da tanti posti....mi sono fermata un po a guardare questa processione di gente così composta e silenziosa non me la sarei proprio aspettata Music Press - Pagina 12 456612 e che coraggio !!!i cancelli vengono aperti alle 19 Music Press - Pagina 12 30341.....magari un pò piu tardi ai primi raggi di sole Music Press - Pagina 12 197349 Music Press - Pagina 12 2546660598 mi sarei unita a loro molto volentieri Music Press - Pagina 12 79629
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Messaggio Da ubik Lun 28 Nov - 20:47

non ho capito picpiera Music Press - Pagina 12 30341

c'era paul McCartney al forum di assago? Suspect
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Messaggio Da picpiera Lun 28 Nov - 20:48

Music Press - Pagina 12 79629 Music Press - Pagina 12 79629 Music Press - Pagina 12 79629
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Messaggio Da ubik Lun 28 Nov - 20:49

Music Press - Pagina 12 378480 Music Press - Pagina 12 378480 Music Press - Pagina 12 378480
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Messaggio Da picpiera Lun 28 Nov - 20:53

ubik ha scritto:Music Press - Pagina 12 378480 Music Press - Pagina 12 378480 Music Press - Pagina 12 378480
dillo a me Music Press - Pagina 12 378480 Music Press - Pagina 12 378480 vedi sopra il post di Anna
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Messaggio Da picpiera Lun 28 Nov - 22:07

Nomadi, Danilo Sacco lascia il gruppo. Ma la band va avanti

24 nov 2011 - Con un breve comunicato i Nomadi hanno annunciato l'uscita dalla formazione del cantante Danilo Sacco, dal 1993 al posto dello storico fondatore della band Augusto Daolio: "Beppe Carletti, Daniele Campani, Cico Falzone, Massimo Vecchi e Sergio Reggioli prendono atto della decisione di Danilo di lasciare il gruppo. Le motivazioni di questa scelta sono solo dentro di lui. Gli auguriamo buona fortuna. Siamo tutti insieme a dirvi che la storia dei Nomadi continua, forte più che mai".
Benché cordiale, il comunicato non sembra lasciar intuire una separazioni serena e consensuale: del resto, già nel 2009 Sacco aveva lasciato presagire l'eventualità di continuare la sua carriera al di fuori delle fila della band. “Allora ho 44 anni e devo cambiare vita. Me l’hanno ordinato i medici", confessò lui a Massimo Cotto, che lo intervistò per Rockol: "Due angioplastiche e una trombosi sono segnali precisi. Mi sento un miracolato. Dopo l’ultimo intervento mi hanno detto che il 19% del mio cuore era perduto; dopo l’ultima visita, i medici si sono guardati e hanno detto: 'Non sappiamo come sia possibile, ma i dati qui dicono che solo il 6% è partito, il rimanente 13% ha ripreso a funzionare'. Non potrò più fare 130 date l’anno e cantare ogni sera per tre ore. E non credo che i Nomadi accetteranno l’idea di avere un cantante part-time, che fa solo alcuni concerti. Mi sto preparando a una vita con più Danilo Sacco e meno Nomadi”.
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Messaggio Da anna Gio 1 Dic - 20:20

Patty Pravo, bel pezzo Vasco ma niente Sanremo
A febbraio saro' in tournee all'estero


"Sono felice che Vasco Rossi abbia scritto un pezzo per me, perché è il più grande e siamo amici. Inciderò la canzone, che è bellissima, ma non andrò al Festival di Sanremo, anche perché ho altri impegni presi precedentemente": Patty Pravo - parlando con l'ANSA - ringrazia e declina l'invito del Blasco a tornare al Teatro Ariston con il suo pezzo.

Ieri Vasco aveva affidato la chicca al suo profilo su Facebook: "Una notizia tra noi: io e Curreri abbiamo scritto una canzone per la divina Patty Pravo. Lei non lo sa ancora. Abbiamo intenzione di sottoporre tale progetto al presidente direttore dirigibile generale del locale il Festival di Sanremo, Gianni Morandi, per la sua approvazione. Il resto sarà 'storia'". Sicuramente una bella opportunità per il Festival che ha già visto 'la divina' Patty otto volte sul palco (anche nell'ultima edizione con 'Il vento e le rose'), nel 1997 proprio con il successo 'E dimmi che non vuoi morire' targato Vasco - Curreri.

Nel corso dell'ultima edizione Patty Pravo aveva ammesso di non essersi trovata molto a suo agio a Sanremo, soprattutto con alcuni giornalisti che l'avevano accusata di aver 'steccato'. Nessun risentimento, tuttavia, da parte sua. "Ho appena inciso la colonna sonora dell'ultimo film di Fausto Brizzi 'Come e' bello far l'amoré, l'unico brano inedito del film, e poi - spiega - a febbraio inizierò la tournee all'estero, il 20 sarò a Parigi all'Olympia. Poi ho altre situazioni fuori dall'Italia. Non c'é spazio per il Festival anche se, come ha scritto Vasco su Facebook, 'La storia lo dira'... Non si sa mai nella vita".

Il pezzo avrà il successo di 'E dimmi che non vuoi morire'? "E' una canzone diversa - risponde Patty - ma è sempre Vasco ed è un suo splendido pezzo. L'ho sentita ieri, in questi giorni la registrerò e poi sarà pubblicata". Se si prova ad aver qualche anticipazione sul contenuto della canzone, lei risponde: "Non amo parlare dei pezzi prima di inciderli. Bisogna chiedere a Vasco. Dico solo che quando scrive per me mi fa sempre un ritratto, bene o male parla di qualcosa che mi riguarda. Diciamo che io sono l'ispiratrice ma chi parla nel testo non sono io e non è una persona... Io sono raccontata". Inutile cercare di sapere qual è il titolo. "Chiedete a Vasco - sorride - magari lo dirà in un clippino".

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Messaggio Da anna Ven 6 Gen - 10:28

Il grande silenzio del rock
"Questa volta è finita davvero"
Nel 2011 le top ten musicali sono state dominate dal pop. E il movimento degli indignati è rimasto senza una canzone simbolo. Così la musica è cambiata



MA ALLORA è proprio finita? I giovani trovano luoghi e ragioni per nuove proteste, che si chiamino Indignados o Occupy Wall Street, ma curiosamente, forse per la prima volta nella storia moderna, non esiste una colonna sonora che racconti di queste nuove esperienze. Il rock? Latita, è assente, così come sta praticamente scomparendo dalle classifiche, lasciando il posto a un dominio pressoché assoluto del pop commerciale.

Basta dare un'occhiata alla top 100 di Billboard Usa: Adele, Drake, i Lmfao, Rihanna, Katy Perry e via così tra pop e rap, anche questo del resto da alcuni anni in piena e irrefrenabile regressione commerciale. Prima di trovare qualcosa che assomigli al rock bisogna scendere molto più in basso. C'è il rock d'autore di Florence and the Machine, qualche sussulto firmato Black Keys, ma in generale prevale l'imperativo della dance.

Lo stesso in Inghilterra, dove per contro manca lo strapotere del rap: Michael Bublè, Bruno Mars, Adele, Rihanna. Certo, ci sono i Coldplay che tengono bene la posizione e per molti versi si trovano a difendere in prima linea la bandiera del rock, ma non a caso la loro musica è fortemente venata di pop e tutto sommato risulta più organica rispetto alla tendenza generale.

Stessa cosa vale per i Grammy, il massimo riconoscimento musicale americano. Tra le candidature del prossimo evento di febbraio spiccano di nuovo Adele, Rihanna, Lady Gaga, a testimonianza che tra l'altro se di novità possiamo parlare, sancita definitivamente nel corso del 2011, è l'assoluto predominio delle voci femminili. Comunque vada un profluvio pop che, ci si può scommettere, dominerà le maggiori categorie, tranne che in quelle rock ovviamente, le uniche dove il successo è ancora garantito. Ma per quanto?

I margini sembrano ridotti, come se il rock stesse diventando una riserva, da proteggere e magari conservare con cura, come un retaggio del passato. Ogni tanto arriva un acuto un segno forte (Springsteen, Radiohead, Arcade Fire tanto per fare esempi), ma i nomi in grado di contrastare la marea montante del disimpegno musicale sono sempre meno e più isolati. Sembrerebbero circostanze molto distanti tra di loro, la protesta e le classifiche, e invece sono strettamente connesse.

Parlano entrambi di un vuoto, del fatto che il popolo giovanile, incoraggiato da un sistema mediatico votato al consumismo più sfrenato, sembra tornato a un'era pre-rock in cui la musica era soprattutto intrattenimento, magari licenzioso, qualche volta trasgressivo, ma pur sempre solo e soprattutto divertimento. Di nuovi gruppi rock ce ne sono, a centinaia, ma preferiscono un profilo più basso e aristocratico, nessuno di loro sembra volersi fare carico di essere portavoce di alcunché, tantomeno di esprimere nelle canzoni un grande respiro generazionale.

Ci sono band da culto come i Fleet Foxes o i Mumford and sons, che hanno un notevole seguito, e qualche volta riescono a inserirsi nel grande circuito, e lo stesso vale per nuovi cantautori rock come Bon Iver, molto amati, ma anche il loro successo conferma un trend fortemente conservativo. Anche loro non fanno che ripetere stili e modalità del vecchio rock, appena rinfrescate ad uso e consumo delle nuove generazioni.

Rimane il fatto che, se dovessimo trovare oggi un pezzo rock capace di interpretare il presente faremmo una gran fatica. Anche le band storiche tipo U2, non sembrano più molto intenzionate a cavalcare la ricerca dei nuovi sentimenti planetari. E ovviamente, se di vuoto si tratta, c'è spazio per ogni tipo di revival. I Sessanta, che non tramontano mai del tutto, poi Settanta, gli Ottanta, una spirale infinita e ormai più che logora, che rimbalza da un luogo all'altro dell'immaginario sonoro dei nostri tempi.

Un sintomo inequivocabile è l'eterno ciclo delle vecchie band che decidono di tornare in pista. Tutto fa brodo per salvare il salvabile, e anche il 2012 si annuncia all'insegna dei grandi ritorni. Come se il calendario si fosse inceppato nella maglie del tempo, tra i tour più attesi dell'anno nuovo ci sono in programma molti eventi di riunione, con un ampio raggio che va dai Black Sabbath ai Beach Boys.

Parlando di rock si investe molto sui concerti, che ancora funzionano, soprattutto se si parla di nomi consolidati, meglio ancora se sono vecchie glorie capaci di risvegliare anche nel pubblico giovanile il sogno, ormai tramontato, di una musica capace di far fantasticare, di parlare una lingua nuova, di risvegliare il nostro orgoglio di cittadini del mondo, alle prese con le difficoltà del mondo reale.

Mancano idee e progetti, il rock sembra incapace di rinnovarsi, e il vuoto si espande e si scioglie nella dispersione di cuffiette, download e condivisioni social. Il verbo rock, in quanto tale, non sembra più in grado di rappresentare il nuovo, cede il posto alle punte avanzate della tecno, ai lustrini fiammeggianti delle nuove iconiche dive pop. E quel poco che c'è viene puntualmente boicottato. In Italia ad esempio c'è un certo risveglio rock, ci sono gruppi forti e molto arrabbiati come il Teatro degli Orrori e i Ministri, ma fanno una gran fatica a emergere dalla trama asfissiante del mercato, con le sue rigide regole di imposizione mercantile.

E che i tempi siano cambiati lo dimostrano proprio le recenti manifestazioni di protesta. Un buon test per verificare la tenuta carismatica di un genere nato sostanzialmente come moto di rivolta. Se da una parte non sembra avere molte difese commerciali da opporre al pop che avanza, dall'altra non riesce a fornire emozioni in grado di aggregare forze collettive. Non ci sono nuovi inni, pezzi come We shall overcome o Blowin in the wind, per rimanere alle vecchie posizioni anni Sessanta, ma neanche pezzi incendiari come London calling o come gli ultimi vagiti di rabbia espressi dal grunge, in fin dei conti non ci sono brividi da condividere.

A presenziare, tra primitive e spontanee jam session di tamburi sono i soliti grandi vecchi come Patti Smith, Lou Reed. Vanno e cantano, ma ovviamente non hanno pezzi nuovi da fornire al movimento. E comunque cercano almeno di essere presenti. In Inghilterra si sono affacciati i Radiohead, ma anche loro al momento non sembrano intenzionati a "cantare" la protesta, ammesso che questo rientri nella loro più enigmatica vocazione di gruppo guida del disagio poetico.

Tom Morello dei Rage Against The Machine è andato allo Zuccotti park e si è messo a suonare per i manifestanti, lo stesso hanno fatto vecchie glorie come Crosby e Nash. Graham Nash ha introdotto Teach your children, dicendo: "Questa la conoscete, quindi aiutateci a cantarla. L'ho scritta quarant'anni fa ma ci siamo accorti di quanto sia attuale. Dobbiamo impegnarci a far crescere meglio i nostri figli".

Come dire, visto che non c'è niente di contemporaneo che possa adattarsi alla nuova situazione, tanto vale cantare le vecchie cose, che almeno sapevano il fatto loro. Ma accadono fatti curiosi. A conferma del fatto che a sostituire certe modalità di condivisione siano oggi i social network, si registra un episodio molto curioso. Il batterista dei Roots, uno dei gruppi più trendy del momento, l'afroamericano Questlove, ha partecipato a titolo personale alle proteste di Occupy Wall street, e quando si è accorto che la polizia si stava muovendo in direzione della zona occupata dai manifestanti ha avvisato i suoi numerosi followers su Twitter. Un cinguettio può salvare il mondo? Certamente più della musica, che di questi tempi sta vivendo un lungo e irritante letargo di coscienza.

Gino Castaldo
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Messaggio Da Stellaneltempo Mar 17 Gen - 18:34

Da Ligachannel, 17 gennaio 2012

"Allora, cari miei,
diversi di voi mi hanno fatto notare il post che Vasco ha scritto sulla sua pagina fb e mi è venuta voglia di dirvi qualcosa sulla annosa questione "io, Vasco e l'informazione che ci riguarda".

Da circa vent'anni, in buona parte delle interviste, mi sento sempre fare tre domande:
1 "cosa ne pensi di Vasco?"
2 "cosa ne pensi della rivalità fra te e lui?"
3 "farete mai un duetto insieme?"

Va detto che a volte chi mi faceva quelle domande sembrava dirmi: porta pazienza, me lo chiede il caporedattore a cui lo chiede il direttore ecc. Insomma sappiamo cos'è che fa vendere i giornali.
Comunque il risultato è sempre stato questo assurdo disco rotto che se n'è sempre fregato delle mie risposte. Altrimenti, forse (ma molto forse…) quelle domande non me le avrebbero ripetute così ossessivamente . Risposte che ogni volta sono state:
1 "rispetto Vasco, la sua storia e il rapporto che ha con il suo pubblico."
2 "io faccio le gare con me stesso (e sono toste, sappiatelo) come credo faccia anche lui. Siamo imparagonabili perché molto diversi (come ogni altro è diverso da ogni altro). Infine ridurre la musica a una gara vuol dire semplicemente svilirla. Quindi è una rivalità di cui hanno bisogno certi giornali e alcune frange estremiste di fan."
3 "siete voi, con queste solite domande ad allontanare sempre di più qualsiasi possibilità di duetto fra noi."

Ogni volta mi sento un disco rotto anch'io ma siccome è quello che penso e le domande non cambiano...
Per otto anni, prima di vivere di musica, ho fatto mestieri di ogni tipo. Esperienza sufficiente per poter oggettivamente dire che c'è di peggio, eehhh c'è di molto peggio.
Così c'ho fatto il callo e ho messo questa roba nel novero dei pegni da pagare a fronte di privilegi come per esempio, quello di salire su un palco.
Però, e qui veniamo alla vera nota dolente, nonostante quel è tutto un gioco, è tutto un gioco che in tanti ripetono, io ho sempre pensato che a fare le spese di beghe come queste è sempre stata, purtroppo, la musica.
La mia musica e la sua musica.
Perché è chiaro che sia io che lui mettiamo tutti noi stessi in quello che scriviamo e cantiamo.
E' evidente in chiunque non sia sordo (o lo voglia fare) che scaviamo entrambi dentro di noi con sofferenza e senza pietà per cercare di produrre qualcosa che possa essere all'altezza di tutto l'amore che riceviamo.
E quando cerchi di dare tutto quello che puoi, con tutto il lavoro, l'attenzione, la passione, il talento, la tua totale partecipazione e il tuo totale impegno per poi vedere ogni cosa ridotta alla domanda se ti senti o no il numero uno, sai che purtroppo a farne le spese è la musica.

Ne fa le spese l'informazione sulla musica.
Questa musica di cui c'è così tanto bisogno e che, nel frattempo, viene così facilmente bistrattata.
Questa musica a cui si danno così tante responsabilità e a cui si chiede così tanto e nel frattempo la si ascolta e la si giudica così sbrigativamente.
Alla conferenza stampa, il pomeriggio del concerto di Campovolo, su sette domande che mi hanno fatto, quattro erano su Vasco.
E io dentro di me pensavo: siamo qui in una situazione straordinaria in cui gli spunti per parlare di musica, di testi, di concerti, di allestimenti, di storia personale, di fan, sarebbero centinaia ma alla fine devono portare a casa quell'argomento.
Le risposte che ho dato allora erano più o meno un sunto di quello che trovate in queste righe. Ricordo che alla fine ci fu un lungo applauso liberatorio (era il primo che beccavo in una conferenza stampa, ha sorpreso anche me) da parte di gente che lavora in radio piuttosto che giornalisti web. Era il segno di quanto anche loro si fossero rotti di sentire sempre tutto banalizzato e ridotto a quella questione.
Vi ho detto queste cose per farvi sapere il mio pensiero anche se credo che diversi di voi lo immaginassero o lo conoscessero già.

Continueremo il nostro percorso, io il mio e lui il suo. Cercando di garantire il massimo che possiamo io a voi e lui ai suoi. Consapevoli del nostro reciproco rispetto ma decisi a difendere a denti stretti ognuno la propria storia personale.
Mentre procederemo così continueranno a farci le solite domande.
Adesso che ci penso questo pezzo può diventare utile: stampo quelle risposte e a chi mi fa quelle domande gliele consegno a mano ogni volta.
Me ne starò zitto, come in passato, quando le cose prenderanno una piega particolarmente assurda o quando i miei maroni saranno sul punto di scoppiare.
Me ne starò zitto per non fare il gioco di quel tipo d'informazione.
Nel frattempo, inevitabilmente, buona parte dei titoli, invece di raccontare del nostro reciproco lavoro, faranno riferimento all'"altro".
Ogni volta che verranno raccontati i nostri successi sembrerà che sia qualcosa fatto "alla faccia" dell'"altro".

Su grandi temi come senso della vita, droga, modo di intendere il rock… dire la propria (per ognuno dei due così legittimamente diversa) verrà fatto passare come un attacco all'"altro".
Qualsiasi cosa verrà buona pur di avvelenare il clima cercando un'escalation mediatica. Ma soprattutto verrà buona per evitare di fare qualcosa di veramente importante tipo, per esempio, provare a capire veramente (e provare a spiegarlo) cosa ci sia nelle nostre rispettive canzoni che riesce a produrre magie così grosse come l'amore e la fiducia che in così tanti provate per me e che in così tanti provano per lui.

Vi abbraccio e, ancora una volta, buon anno.
E a te, Vasco, anche se in anticipo di venti giorni, buon compleanno.

Luciano"

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Messaggio Da anna Mar 17 Gen - 19:06

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Messaggio Da anna Gio 26 Gen - 15:31

Fossati e «l’arte in dialetto»

Genova - «Ora che smetto con i concerti torno a vivere a Genova». Sarà vero o un frutto dell’emozione? Ivano Fossati è a Palazzo Tursi per ricevere dal sindaco Marta Vincenzi il Grifo d’Oro alla carriera “per aver onorato la città di Genova con la musica e la sua poesia”. E per i suoi sessant’anni che coincidono anche con l’addio alle scene.

Fossati con la tournèe in corso che sabato farà tappa al Carlo Felice e il libro curato da Renato Tortarolo (“Ivano Fossati - Tutto questo futuro”, Rizzoli) che è in sala insieme al direttore del Secolo XIX Umberto La Rocca e Margherita Rubino per il tavolo di promozione, saluta il pubblico.

Possibile che sia l’ultima volta? Avremo un’altra Mina ma questa volta in Liguria? «I miei amici sono sempre gli stessi e sono a Marassi, d’altronde ho iniziato a suonare li, sulle panchine», dichiara tranquillo. Traspare l’emozione: «È un riconoscimento inaspettato che mi fa piacere. Non avete idea quanto mi abbia aiutato nella vita essere genovese, in qualsiasi parte del mondo fossi conoscevano bene la nostra storia, sapevano quanto motivo abbiamo per essere orgogliosi. Mi è servito anche per scrivere canzoni».

È scritto anche nel libro ma ha il gusto della boutade, del vezzo d’artista invece Fossati dipana ogni dubbio: «Penso in genovese e scrivo in italiano e lo faccio anche dal punto di vista tecnico. Quando non riesco a esprimermi allora mi fermo e lo traduco, noi siamo così, usiamo poche parole, solo gli inglesi fanno come noi. Ma oggi preferisco il genovese». Nella sala delle cerimonie del Comune, Tortarolo recita una lunga laudatio alla carriera per Ivano. È un incrocio di liguri che si conoscono e annusano da più di trent’anni. Il giornalista e l’artista. «Ivano ha deciso di lasciare» osserva l’uno lapidario mentre l’altro forse non insisterebbe troppo sull’argomento. Il pubblico lo cerca, lo coccola, lo vezzeggia ancora più di prima, è dura separarsene. Ieri c’erano i suoi amici, i compagni di scuola. Qualcuno gli chiede un biglietto per sabato, ma ahimè sono tutti esauriti. Qualcuno gli dice invece che il biglietto lo ha comprato da tempo. Mica si può aspettare l’ultimo minuto per salutare un amico che ce l’ha fatta ed è diventato un artista da tutto esaurito. Ivano accoglie a braccia aperte il pubblico, firma autografi e si concede generoso alle domande e agli scatti. È una libertà che ci si permette solo a casa propria, un lusso, per chi sta per ritirarsi in seconda fila.

Fossati continuerà a scrivere e non ci pensa proprio a guardare indietro: «Sono concentrato sul futuro, so cosa sto lasciando, no, in questa festa non mi manca nessuno, va bene così». Ci si può rinnovare? «Si possono avere due o tre nodi in una vita. È come la musica che si evolve. Cerco di stare attento a quello che succede nel mondo». La musica oggi? «Mi piacciono Marco Mengoni, Noemi, i Subsonica, Caparezza. Si può essere divertenti, non scrivere niente di troppo impegnativo o guardarsi intorno: dall’emigrazione ai problemi dei lavoratori. Ma non è così solo per noi, è così anche per chi fa cinema, per gli scrittori». C’è solo un argomento tabù per il cantante: il suo rapporto con le donne. Tortarolo lo stuzzica e gli da appuntamento tra un anno per potergli carpire qualche informazione in più. Probabilmente su una panchina, a Marassi, con una chitarra in mano.

ilsecoloxix

grazia a luna per la segnalazione dell'intervista Music Press - Pagina 12 4081003426
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Messaggio Da picpiera Lun 6 Feb - 16:35

SUPERBOWL MADONNA-SHOW NELL'INTERVALLO
Una stella nell'evento sportivo più seguito dagli americani. Madonna ha intrattenuto per 13 minuti i presenti al Lucas Oil Stadium di Indianapolis e chi era davanti alla televisione durante l'intervallo del Superbowl Nfl tra New York Giants e New England Patriots. La popstar ha cantato alcuni dei suoi classici, da Vogue a Like a Prayer passando per Open your Hearth e Music. E anche la nuova hit Give Me All Your Luvin, nella quale è accompagnata dalle rapper Nicky Minaj e M.I.A., e da molte cheerleader.

Madonna ha compiuto un'entrata spettacolare, rievocando Cleopatra e l'antico Egitto ed è salita sul palco, accompagnata da gladiatori. Durante la performance di Like a Prayer è stata accompagnata da un coro gospel. Al termine dello show Madonna è uscita di scena in una nuvola di fumo, mentre sul terreno di gioco è apparsa la scritta 'World Peace', pace mondiale.
http://musica.lospettacolo.it/2012/02/06/superbowl-madonna-show-halftime/






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Messaggio Da anna Mer 8 Feb - 15:29

Giubileo regina Elisabetta: insieme Elton John, McCartney, Tom Jones, Lennox


Sarà dura sorpassare l'ottima esibizione di Brian May, quando il chitarrista dei Queen, per il giubileo d'oro della regina Elisabetta, fece risuonare una versione elettrica di "God save the Queen" dal tetto di Buckingham Palace. Ma questo è l'anno del giubileo di diamante della sovrana. E, visto che presumibilmente sarà anche il suo ultimo giubileo, ci proveranno. Ci proverà specialmente Gary Barlow, al quale è stato affidato il compito di organizzare il concerto che, nel prossimo giugno, si svolgerà davanti a Buckingham Palace. Il mainman dei Take That, parlando presso la sala del trono del palazzo-emblema della monarchia del Regno Unito, ha affermato che gli artisti già confermati per quello che si preannuncia come un grande avvenimento sono:

Shirley Bassey
Jessie J
Elton John
Paul McCartney
Tom Jones
Annie Lennox
Alfie Boe
Lang Lang
Cliff Richard
JLS
Ed Sheeran
Madness.


La portavoce di Buckingham Palace, lasciando intendere che Elisabetta II ha perlomeno una discreta conoscenza del cartellone che le è stato proposto, ha detto: "La regina ha visto la line-up e ne è molto felice". Barlow ha riferito che la lista ha tenuto conto di alcune preferenze dei principi William ed Harry. Il concerto si terrà il 4 giugno su un palco circolare davanti alla cancellata principale di Buckingham Palace, proprio dove sorge anche il memoriale dedicato alla regina Vittoria, la sola in tutta la storia della Gran Bretagna ad aver regnato più a lungo (1837-1901) di Elisabetta II. Il palco è stato affidato a Mark Fisher, in passato alla corte dei Pink Floyd e Rolling Stones. Ad essere invitati saranno 10.000 sudditi. Lo show durerà due ore e mezza.

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Messaggio Da anna Lun 13 Feb - 9:34

Grammy Awards 2012, trionfo per Adele e Foo Fighters. La lista dei vincitori


Sono Adele e Foo Fighters i vincitori della cinquantaquattresima edizione dei Grammy Awards, la cui serata di gala si è conclusa nelle prime ore della mattina di oggi allo Staples Center di Los Angeles, California: la giovane cantautrice britannica ha conquistato cinque riconoscimenti nelle categorie "Best short form music video" (per "Rolling in the deep"), "Best Pop Vocal Album" (per "21"), "Song of the year" (per "Rolling in the deep"), "Record of the year" (per "Rolling in the deep") e "Album of the year" (per "21"), mentre la band capitanata da Dave Grohl ha portato a casa altrettante statuette nelle sezioni "Best long form music video" (per "Back and forth"), "Best Hard Rock/Metal Performance" (grazie a "White limo", dall'album "Wasting light"), "Best Rock Song" (grazie a "Walk", sempre da "Wasting light"), "Best Rock Album" (ancora una volta grazie a "Wasting light") e "Best rock performance" per "Walk", da "Wasting light". Buona la prestazione di Skrillex, vincitore in tre categorie "Best remixed recording" per la versione remixata di "Cinema" di Benny Benassi, "Best Dance/Electronica Album", grazie all'album "Scary monsters and nice sprites", e "Best dance recording", sempre con la title track del suo "Scary monsters and nice sprites", così come molto soddisfacente è stata quella di Bon Iver, vincitore nelle sezioni "Best new artist" e "Best Alternative Music Album". Tony Bennett grazie al suo "Duets II" ha sbaragliato la concorrenza nella sezione "Best traditional pop vocal album", dal quale è stata tratta la celebre "Body and soul", il duetto con Amy Winehouse che ha avuto la meglio nella categoria "Best pop duo/group performance". Sul versante hip-hop, Kanye West non ha avuto rivali, affermandosi negli ambiti "Rap Album", "Rap Performance", "Rap Song" e "Rap/Sung Collaboration", mentre su quello country a segnalarsi maggiormente è stata Taylor Swift, vincitrice nelle categorie "Country Solo Performance" e "Country Song".
Durante la serata, non sono mancati omaggi a Whitney Houston, scomparsa a Los Angeles solo poche ore fa, e Etta James, mentre grande entusiasmo hanno raccolto le esibizioni dal vivo di Beach Boys, Paul McCartney e della stessa Adele, tornata a cantare dal vivo dopo l'operazione alle corde vocali subita lo scorso mese di novembre.

Ecco, di seguito, la lista dei vincitori nelle principali categorie:

Record of the Year: "Rolling in the Deep", Adele
Song of the Year: "Rolling in the Deep", Adele
New Artist: Bon Iver
Pop Solo Performance: "Someone Like You", Adele
Pop Performance by a Duo or Group: "Body and Soul", Tony Bennett & Amy Winehouse
Pop Vocal Album: "21", Adele
Alternative Album: "Bon Iver", Bon Iver
Rock Song: "Walk", Foo Fighters
Rock Album: "Wasting Light", Foo Fighters
Rock Performance: "Walk", Foo Fighters
Hard Rock/Metal Performance: "White Limo", Foo Fighters
R&B Album: "F.A.M.E.", Chris Brown
R&B Song: "Fool For You", Cee Lo Green, Melanie Hallim & Jack Splash
R&B Performance: "Is This Love", Corrine Bailey Rae
Traditional R&B Vocal Performance: "Fool For You", Cee Lo Green & Melanie Fiona
Rap Album: "My Beautiful Dark Twisted Fantasy", Kanye West
Rap Performance: "Otis", Jay-Z e Kanye West
Rap Song: "All of the Lights", Kanye West
Rap/Sung Collaboration: "All of the Lights", Kanye West (con Rihanna, Kid Cudi & Fergie)
Dance Recording: "Scary Monsters and Nice Sprites", Skrillex
Dance/Electronica Album: "Scary Monsters and Nice Sprites", Skrillex
World Music Album: "Tassili", Tinariwen
Latin Pop Rock, Rock or Urban Album: "Drama y Luz", Mana
Country Solo Performance: "Mean", Taylor Swift
Country Album: "Own the Night", Lady Antebellum
Country Performance by a Duo or Group: "Barton Hollow", Civil Wars
Country Song: "Mean", Taylor Swift
Jazz Instrumental Album: "Forever", Corea, Clark & White
Improvised Jazz Solo: "500 Miles High", Chick Corea
Folk Album: "Barton Hollow", Civil Wars
New Age Album: "What's It All About", Pat Metheny

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Messaggio Da anna Ven 17 Feb - 17:10

Parola di Boss: "Per poter ricostruire
la mia America oggi si deve distruggere"
Bruce Springsteen racconta Wrecking ball, l'album che esce il 6 marzo: "Tifo per Obama, ma lo vorrei più middle class". E su Occupy Wall Street dice: "Nessuno parlava più di eguaglianza economica. Adesso sì, e questo cambia la prospettiva"



Duro, magnificamente ruvido, disperato e alla fine speranzoso. Il nuovo disco del Boss si propone con un'intensità drammatica e coinvolgente, comincia con We take of your home, letto da molti come reazione alla disillusione delle speranze offerte dall'era Obama. Ma Springsteen smentisce: "Sono ancora un suo supporter, ha fatto molte cose buone, anche se avrei preferito vedere più persone della middle class alla Casa Bianca", ma poi insiste, affonda il coltello nella piaga di un America disillusa e annientata dalla crisi economica.

In Easy money il protagonista decide di andare in città, in cerca di "soldi facili" e si porta dietro una Smith & Wesson calibro 38, e poi ancora in Shackled and drawn si parla di pietre da portare con sofferenza, in Jack of all trades, bellissima, un suono lento da marching band porta i fiati a evocare il cammino di gente disperata, ma alla fine fiduciosa: "Baby ce la faremo, sento che il mondo cambierà".

Springsteen commenta accorato la sua ultima fatica, seduto su uno scranno del piccolo teatro Martigny, vestito come un militante working class, stivali e giaccone scuro. Appena arrivato a Parigi dal New Jersey, dove sta provando il tour che tra poco lo porterà in tutto il mondo.

"Sì, è vero" racconta, "la prima parte del disco è piena di rabbia. Tutto parte dal 2008, c'era la crisi, la gente perdeva la casa, e nessuno ha pagato per questo". D'altra parte molti di questi pezzi sembrano nuovi inni, quasi una risposta a quanti lamentavano la mancanza di un'adeguata colonna sonora ai nuovi movimenti di contestazione.

E infatti su questo è molto netto: "Prima di Occupy Wall Street non c'era nulla. Io credo che possa cambiare il dialogo nel nostro paese. Siamo stati bloccati per anni. Soprattutto, da almeno due decenni nessuno parlava più di eguaglianza economica. Ora se ne parla, e già questo cambia la prospettiva".

Il disco s'intitola Wrecking ball, palla da demolizione, "e in questo c'è molto l'idea che volevo trasmettere, distruggere, per poi ricostruire, come dice la canzone: hard times come, hard times go...". Ma è anche un disco sorprendente, poco rock, infiammato da citazioni folk, reminiscenze celtiche filtrate da quelle che erano le musiche americane ai tempi della Guerra Civile.

"E direi che è un disco mio, al 95 per cento. Non è un disco della E Street Band". Che però c'è, anche se con l'aggiunta di molti ospiti, Tom Morello dei Rage Against Machine, una giovane sconosciuta cantante che riempie, con un coro di voci femminili, la canzone "Rocky ground", uno splendore dai toni evangelici che nella seconda parte del disco apre all'idea di redenzione e rivincita.

"In fin dei conti", spiega Springsteen, "gran parte del mio lavoro è stato indirizzato a misurare la distanza tra la realtà americana e il sogno americano. È quello che ho sempre fatto, l'ho fatto in dischi come Nebraska e Tom Joad, ed è quello che faccio ancora adesso".

Tra richiami alla Grande depressione, città devastate dallo tsunami economico, il disco procede con solennità e furore per arrivare al finale, a un omaggio straziante al suo vecchio amico, lo scomparso Clarence Clemons, the big man, il simbolo stesso della irripetibile storia della E Street Band. Nel suo primo disco inciso dopo la morte di Clemons, ha inserito una versione live di Land of hopes and dreams con un superbo assolo del sassofonista.

Un omaggio commovente, quasi scioccante in questo contesto di amarezza e di ricerca di redenzione. "Le cose cambiano quando scompare uno come lui, e non potranno mai più essere le stesse, è come se mi mancasse qualcosa di primario, come la pioggia o l'aria che si respira, ma la vita ci chiama, ci spinge a continuare e nei concerti che stiamo provando ho deciso che l'unico modo per sostituirlo era una intera sezione fiati, che comprende suo nipote Jack che oggi ha 22 anni".

Ma su certe affermazioni che nel disco suonano come macigni, ha qualcosa da specificare: "Non m'interessa essere così chiaro, essere da una parte precisa, quella giusta. Le mie sono soprattutto domande, nella prima parte, e poi una ricerca di risposte, una specie di arrabbiato patriottismo, ma senza voler semplificare troppo quello che mi sento di dire. Ci sono domande, scenari, esempi di folk music che richiamano periodi precedenti della storia americana, molto gospel. E del resto per tutta la mia infanzia sono stato 'brainwashed' (ha subito il lavaggio del cervello dice ridendo, ndr) dall'educazione cattolica, preti e odore d'incenso ovunque, ma è qualcosa che in parte mi è rimasto. Poi si sa, quella del rock è una vita brutale, ma anche benedetta. Con Little Steven abbiamo sempre avuto un insano amore per il rock'n'roll, e ci vogliono amici per condividere questa pazzia, ore e ore a parlare dei Led Zeppelin o delle Supremes, anche con Jon Landau, che sa tutto di queste cose. Quello che m'interessa, sempre, è cercare di illuminare per quanto è possibile, la vita che facciamo, capire, dare un senso alle cose".

E in questo disco di luci e ombre ce ne sono tante. Un disco che si chiude con un pezzo We are live, che dice tutto quel che c'è da dire: un inizio scarno, voce e chitarra, e poi frasi mozzafiato che incitano a combattere "spalla a spalla, cuore a cuore", che si chiude con un disincantato fischiettare. Il guerriero Springsteen è tornato, come sempre, in prima linea.

Gino Castaldo
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