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Messaggio Da anna Sab 17 Set - 20:44

Corteo contro la Lega, undici i feriti
negli scontri tra centri sociali e forze dell'ordine
I manifestanti hanno provato a forzare il blocco per arrivare nel centro storico e sono scoppiati i tafferugli. Tra le persone colpite, 6 tra poliziotti e carabinieri, due consiglieri comunali e diversi studenti


Tafferugli, lanci di fumogeni e petardi. E' finito così, a Venezia, il corteo organizzato dai centri sociali, dalla Fiom e dall'associazione Stop razzismo contro la tradizionale manifestazione del Carroccio in programma domani in Laguna. I manifestanti, almeno 800 persone, hanno provato a forzare il blocco per arrivare nel centro storico. Ma, a quel punto, sono stati respinti dalle forze dell'ordine e sono iniziati gli scontri.

Alla fine si contano almeno undici feriti: 6 tra agenti e carabinieri, un consigliere comunale dei Verdi, Beppe Caccia e altri quattro manifestanti, secondo quanto denunciano i centri sociali. Tra questi, un militante di Rifondazione comunista che avrebbe il setto nasale rotto, uno studente di Padova colpito ad uno zigomo, un altro ragazzo medicato alla testa e il consigliere comunale del Prc Sebastiano Bonzio, con contusioni alla schiena. Dopo i tafferugli, il corteo ha ripiegato verso la stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia, dove i manifestanti hanno occupato i binari. Il traffico ferroviario è ripreso alle 18.50, ma ci sono comunque pesanti ritardi per i treni nella zona.

Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, ha duramente attaccato il ministro dell'Interno Maroni, accusandolo di aver avuto un comportamento vergognoso e completamente fuori dalla Costituzione. "Per ostacolare la mobilitazione popolare contro il suo partito a Venezia - ha detto - ha impedito una manifestazione contro la Lega a Venezia, dove vari manifestanti sono stati bastonati dalla polizia".


Intanto, in attesa della manifestazione di Venezia, si registra una nuova "assenza" per Umberto Bossi. Il Senatur non è salito sul battello con a bordo una settantina di leghisti che oggi, come da tradizione, ha percorso il Po partendo da Mantova per arrivare a Ro ferrarese.

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Messaggio Da anna Lun 19 Set - 13:30

Dovrebbe essere già dentro


Marco Travaglio


A Ruby B. ha promesso cinque milioni per «fare la pazza». A Tarantini e Lavitola ha dato centinaia di migliaia di euro per tacere. In qualsiasi altro Paese, lo avrebbero già arrestato per inquinamento delle prove

Questo Berlusconi è proprio un ingrato. A gennaio si scopre che ha promesso a Ruby 5 milioni e ha avviato i versamenti affinché la ragazza "faccia la pazza" e si renda inaffidabile dinanzi ai magistrati. ci sono tutti i presupposti per un mandato di cattura con richiesta alla Camera di autorizzazione al suo arresto. Poi emergono strani traffici di avvocati, anche del premier, per "preparare" la ragazza alla testimonianza. Poi salta fuori che la Guardia di Finanza ha arrestato il compagno di Marystelle Polanco perché sull'auto prestata alla ragazza dalla Minetti c'erano 12 chili di cocaina, e "Lui" ha suggerito a Nicole di denunciare falsamente il furto dell'auto.

Insomma, un inquinamento probatorio dopo l'altro, col contorno di bonifici e contanti a decine di altre Papi Girls che presto saranno chiamate a testimoniare sui bungabunga di Arcore.

Generosamente, la Procura di Milano lo lascia a piede libero, risparmiandogli un trattamento che sarebbe normale, pressoché automatico, per qualsiasi altro indagato di prostituzione minorile e concussione ai danni di una Questura. Ed evita persino di ipotizzare la corruzione giudiziaria dei testimoni. Lui, anziché ringraziare, ringhia contro le solite toghe rosse eversive e golpiste. Ora viene fuori che pagava pure Gianpi Tarantini e Valter Lavitola, suggerendo al secondo di restarsene all'estero per sfuggire all'imminente mandato di cattura e brigando perché il primo si facesse assistere dal suo stesso avvocato.

I due, a differenza delle Olgettine, non sono testimoni: sono indagati per estorsione ai suoi danni. In qualunque altro Paese, se paghi un imputato perché al processo menta a tuo favore, per giunta nominandogli un avvocato di fiducia (tua, non sua), si chiama "ostruzione alla giustizia", con arresto immediato. Tuo e dell'avvocato. In Italia, invece, non è reato: diversamente da David Mills, testimone nei processi All Iberian e Guardia di Finanza, pagato con 600 mila euro perché - lo scrisse lui stesso al suo commercialista - "salvasse Mr B. da un mare di guai" giurando il falso, dunque colpevole di corruzione giudiziaria, gli indagati Lavitola e Tarantini hanno il diritto di mentire.

Dunque pagarli, sotto costrizione o meno, perché mentano non è reato, ma un semplice cadeau di riconoscenza. Negli Stati Uniti l'indagato e l'imputato possono avvalersi del diritto di tacere soltanto su fatti che li riguardano, perché nessuno può essere costretto ad autoaccusarsi. Sui fatti altrui, invece, hanno l'obbligo di rispondere. In ogni caso, se e quando rispondono, hanno l'obbligo di dire la verità. Un obbligo così cogente che, se l'avvocato sa che il suo cliente mente al giudice, e avalla le sue menzogne, ne risponde penalmente anche lui.
La giustizia è una cosa talmente seria che nessuno può permettersi di oltraggiarla e depistarla impunemente. In Italia invece il diritto al silenzio per l'indagato/imputato non è riservato ai fatti suoi, ma si estende a quelli altri. Non solo: se uno mente rispondendo sui fatti propri e persino su quelli altrui, non commette alcun reato.

Anzi, esercita un diritto di difesa. E così il suo avvocato che lo aiuta a mentire. E così il suo eventuale complice che lo paga per non essere tirato in ballo. Del resto, in Italia, anche darsi alla latitanza è considerato un diritto. Dunque, a maggior ragione, istigare qualcuno alla latitanza. Per questo, suggerendo a Lavitola di restarsene all'estero, Berlusconi non ha commesso favoreggiamento, anche se sapeva - come lo sapeva "Panorama" (roba sua) - che la Procura di Napoli aveva scoperto le triangolazioni finanziarie Berlusconi-Tarantini-Lavitola. E nemmeno pagando Tarantini affinché - come sostiene l'accusa, corroborata da intercettazioni - patteggiasse la pena per evitare il processo e dunque la pubblicazione di intercettazioni imbarazzanti (per il premier) e non rivelasse che il sedicente "utilizzatore finale" di prostitute era in realtà complice del traffico. Se mentire, per l'indagato, non è reato, non lo è nemmeno istigarlo a farlo.
Insomma Berlusconi dovrebbe ringraziare il Cielo di essere nato in Italia: in un altro Paese, un inquinatore di prove incallito come lui sarebbe al fresco da un pezzo. Invece si lamenta pure e minaccia di "andarmene per i cazzi miei" lontano da "questo Paese di merda". Core 'ngrato.
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Messaggio Da anna Mar 20 Set - 19:04

Decalogo del Berlusconiano Medio


Da mesi, anzi anni, si sente parlare di premier-Draghi, Orge & Olgettine, minorenni, statue di Priapo, crocifissi rotanti, ritmi colossali e mignottocrazia. Eppure Silvio Berlusconi, che di questo Regno Priapico è il gran (oddio: piccolo) demiurgo, non perde voti. O meglio, ne perde, ma non quanto si crederebbe – o spererebbe – dall’altra parte.

Perché ciò accade? Il primo motivo è che gli elettori berlusconiani non leggono né gli editoriali della De Gregorio, né le riflessioni di Galimberti. Il secondo è che gli elettori berlusconiani credono perfino a Massimo Corsaro (ieri all’Infedele l’ho visto grintoso: “Luxuria fa la pipì come me, ma ha il vezzo di volerla fare nel bagno delle donne“. Daje). Il terzo è che gli elettori berlusconiani sono dei Berlusconi frustrati. Se criticassero Lui, criticherebbero le loro aspirazioni più recondite e desiderate.

Chi si scandalizza di fronte all’intervista di Terry De Nicolò, dimostra di non avere capito nulla del suo paese (passato e presente), avendo l’astratta convinzione che tutti gli italiani siano cresciuti con i film di Nanni Moretti e i libri di Stefano Benni. La realtà è appena diversa.

Esiste un facile Decalogo del Berlusconiano Medio, che dimostra come questo scandalo non incida – se non minimamente – sulle convinzioni di chi lo vota. Eccolo.

1. Il berlusconiano è un fanboy: un tifoso. Quindi non ragiona. E’ come uno juventino, un milanista o un interista: non crede nelle idee di Berlusconi (che non esistono); crede nel simulacro di Berlusconi. Berlusconi non si discute: si ama. Come Ligabue, Moggi o Materazzi.
2. “Così fan tutti”. Vale quando si scopre che nel centrodestra rubano, vale quando si acclara che nel centrodestra fottono (in tutti i sensi). Berlusconi fa sesso, tradisce, millanta? Embe’? Così fan tutti.
3. “Sono fatti suoi”. Magistratura e opposizione guardano dal buco della serratura (perché intimamente pipponi). Anche questo è un dogma inattaccabile. Non serve a nulla – a nulla – ripetere che non sono affari privati di Berlusconi (perché: a) il Sire di Hardcore usa il sesso come volano politico, b) Berlusconi usa soldi – e tempi, e mezzi – pubblici per i suoi comodi ormonali, c) Risulta quantomeno irrituale che un adepto dei Family Day copuli come un riccio erotomane. Da Bukowski me lo aspettavo, dall’amico di Don Verzé – no, non Vendola – no). Non serve. Il berlusconiano reagisce a tali argomentazioni come il tifoso da curva: “Ho ragione io”.
4. “Non è vero niente”. Persino di fronte alla verità inconfutabile dei fatti, il berlusconiano nega l’evidenza. Sempre e comunque. Vecchia tecnica. Del resto è lo stesso elettore che o crede a Emilio Fede, o ritiene Vittorio Feltri un giornalista serio. Quello stesso Feltri che ieri diceva che Berlusconi non poteva fare sesso perché impotente e oggi lo tratteggia come un toro da monta.
5 . “La vostra è tutta invidia”. Vostra e loro, perché il 75enne Berlusconi che “se ne fa solo 8 invece di 11″ e dà dei “colpi pazzeschi” rappresenta il sogno di gran parte dei maschi (e delle femmine) centrodestrorse. La morale è un lusso che non attecchisce nei campi elisi di Berlusconia. Il maschio destrorso sogna harem come Berlusconi e la femmina destrorsa sogna di farne parte. O comunque ne tollera l’esistenza (“perché tanto queste cose son sempre successe“).
6. “Almeno Berlusconi si fa le donne giovani, quelli di sinistra vanno coi gay e i trans“. Non scandalizzatevi: le Santanchè e gli Stracquadanio danno vita a pensieri maggioritari in almeno un italiano su tre.
7. “La colpa è dei magistrati”. Altra tecnica antica: se io rubo non è colpa mia, ma di chi mi ha scoperto. Così come, per il maschio italico, se tradisce la colpa non è sua ma della moglie che lo ha beccato. Da qui l’imperativo: non “meno patonza per tutti”, ma “meno intercettazioni per Lui”.
8. “Beato lui” (variante più esplicita dei punti 5 e 6). Beato il vecchietto che ce l’ha lungo, duro e millanta le sue conquiste al bar (o al telefono, o in Parlamento). Berlusconi rappresenta al meglio il peggio degli italiani anche nell’alcova.
9. “Voi di sinistra siete noiosi”. La percezione del berlusconiano è che quelli di sinistra, o in generale gli oppositori di Lui, siano degli asessuati con gli occhiali spessi e i calli alla mano destra. Tale percezione – a volte corrispondente al vero – aumenta quando intellettuali vari insistono sulla “malattia compulsiva” di Berlusconi (“Malattia? Da quando il sesso è una malattia?” I berlusconiani replicheranno così). Priapino ha dato vita, e sfoggio, e sturo, al latente e perverso giovanilismo che alligna in ognuno di noi (voi, loro). Se credete che a ciò si possano opporre Erica Jong o i monologhi di Lella Costa, auguri.
10. “Lasciatelo lavorare”. E divertire. E ognuno si diverte come può e vuole.

Da tale elucubrazione si esce, apparentemente, senza speranza. Come reagire a questo sfacelo? Le opzioni sono tre.
1) Ascoltare solo Jovanotti e autoconvincersi che tutto è bene, tutto è bello, tutto è ammmmore.
2) Leggere solo Repubblica e autoconvincersi che tutti gli italiani si indignino come Francesco Merlo (esaltandosi per le Manuela Arcuri “nostra piccola Magnani“).
3) Constatare che l’Italia è questa e questo vuole.

Buona catastrofe.

Andrea Scanzi - Ilfattoquotidiano

tristezza... Rassegna Stampa - Pagina 42 30341 e aggiungerei che anche alcuni (molti?) anti-berlusconiani corrispondono ad alcune/molte caratteristiche
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Messaggio Da anna Mer 21 Set - 10:09

Lo strano silenzio della Chiesa

IL SOSTEGNO che i vertici della Chiesa continuano a dare a Berlusconi è non solo uno scandalo, ma sta sfiorando l'incomprensibile. Che altro deve fare il capo di governo, perché i custodi del cattolicesimo dicano la nuda parola: "Ora basta"? Qualcosa succede nel loro animo quando leggono le telefonate di un Premier che traffica favori, nomine, affari, con canaglie e strozzini? Non sono sufficienti le accuse di aver prostituito minorenni, di svilire la carica dimenticando la disciplina e l'onore cui la Costituzione obbliga gli uomini di Stato? Non basta il plauso a Dell'Utri, quando questi chiamò eroe un mafioso, Vittorio Mangano? Cosa occorre ancora alla Chiesa, perché si erga e proclami che questa persona, proprio perché imperterrita si millanta cristiana, è pietra di scandalo e arreca danno immenso ai fedeli, e allo Stato democratico unitario che tanti laici cattolici hanno contribuito a costruire?

Un tempo si usava la scomunica: neanche molto tempo fa, nel '49, fu scomunicato il comunismo (il fascismo no, eppure gli italiani soffrirono il secondo, non il primo). Se Berlusconi non è uomo di buona volontà, e tutto fa supporre che non lo sia, la Chiesa usi il verbo. Ha a suo fianco la lettera di Paolo ai Corinzi: "Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è immorale o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme. Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non sono quelli di dentro che voi giudicate? Quelli di
fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi!".

Anche l'omissione è complicità. Sta accadendo l'intollerabile dal punto di vista morale, in politica, e i vertici della Chiesa tacciono: dunque consentono. Si può scegliere l'afonia, certo, o il grido inarticolato di disgusto: sono moti umani, ma che bisogno c'è allora di essere papa o vescovo? (avete visto, in Vaticano, Habemus Papam?). Dicono che parole inequivocabili son state dette: "desertificazione valoriale", "società dei forti e dei furbi", "cultura della seduzione". Ma sono analisi: manca la sintesi, e le analisi stesse son fiacche. D'un sol fiato vengono condannati gli eccessi dei magistrati, pareggiando ignominiosamente le condanne. Da troppo tempo questo è, per tanti laici cattolici scandalizzati ma non uditi, incomprensibile. Quasi che il ritardo nella presa di coscienza fosse ormai connaturato nella Chiesa. Quasi che l'espiazione (penso ai mea culpa di Giovanni Paolo II, nobili ma pur sempre tardivi) fosse più pura e santa che semplicemente non fare il male: qui, nell'ora che ci si spalanca davanti.

Un gesto simile a quello di Cristo nel tempio, un no inconfondibile, allontanerebbe Berlusconi dal potere in un attimo. Alcuni veramente prezzolati resterebbero nel clan. Ma la maggior parte non potrebbero mangiare insieme a lui, senza doversi ogni minuto giustificare. Non è necessario che l'espulsione sia resa subito pubblica, anche se lo sapete, uomini di Chiesa: c'è un contagio, del male e del malaffare. Forse basterebbe che un alto prelato vada da Berlusconi, minacci l'arma ultima, la renda nota a tutti. Questa è l'ora della parresia, del parlar chiaro: la raccomanda il Vangelo, nelle ore cruciali.

Sarebbe un'interferenza non promettente per il futuro, lo so. Ma l'interferenza è una prassi non disdegnata in Vaticano, e poi non dimentichiamolo: già l'Italia è governata da podestà stranieri in questa crisi (Mario Monti l'ha scritto sul Corriere: "Le decisioni principali sono prese da un "governo tecnico sopranazionale"), e Berlusconi d'altronde vuole che sia così per non assumersi responsabilità. Resta che gli alleati europei possono poco. E una maggioranza che destituisca Berlusconi ancora non c'è in Parlamento. Lo stesso Napolitano può poco, ma la sua calma è d'aiuto, nel mezzo del fragore di chi teme chissà quali marasmi quando il Premier cadrà. Il marasma postberlusconiano è fantasia cupa e furba, piace a chi Berlusconi ce l'ha ormai nelle vene. Il marasma, quello vero, è Berlusconi che non governa la crisi ma si occupa di come evitare i propri processi: tanti processi, sì, perché di tanti reati è sospettato. L'Italia è un battello ebbro, il capitano è un simulacro. Non ci sono congiure di magistrati, per indebolire la carica. Il trono è già vuoto. Il pubblico ministero, organo dello Stato che rappresenta l'interesse pubblico, deve per legge esercitare l'azione penale, ogni qualvolta abbia notizia di un reato, e in molte indagini Berlusconi è centrale: come corruttore o vittima-complice di ricatti.

Gli italiani non possono permettersi un timoniere così. Se sono economicamente declassati, la colpa è essenzialmente sua. Berlusconi non farà passi indietro, gli oppositori si ridicolizzano implorandolo senza mai cambiare copione. Oppure vuole qualcosa in cambio, e anche questo sarebbe vituperio dell'Italia. Il salvacondotto proposto da Buttiglione oltraggia la Costituzione. Casini lo ha smentito: "Sarebbe tecnicamente e giuridicamente impossibile perché siamo in uno Stato di diritto".

Perché la Chiesa non dice basta? Si dice "impressionata" dalle cifre dell'evasione fiscale, ma la vecchia domanda di Prodi resta intatta: "Perché, quando vado a messa, questo tema non è mai toccato nelle omelie? Eppure ha una forte carica etica" (Famiglia cristiana, 5-8-07). E come si spiega tanta indulgenza verso Berlusconi, mentre Prodi fu accusato di voler essere cristiano adulto? Pare che sia la paura, ad attanagliare i vertici ecclesiastici: paura di perdere esenzioni fiscali, sovvenzioni. Berlusconi garantisce tutto questo ma da mercante, e mercanti sono quelli che con lui mercanteggiano, di quelli che Cristo cacciò dal tempio rovesciandone i banchi. E siete proprio sicuri di perdere privilegi? Tra gli oppositori vi sono persone a sufficienza, purtroppo, che non ve li toglieranno. Paura di un cristianesimo che in Italia sarebbe saldamente ancorato a destra? Non è vero. Non posso credere che lo spauracchio agitato da Berlusconi (un regime ateo-comunista)abbia ancora presa. Oppure sì? Penso che la Chiesa sia alle prese con la terza e più grande tentazione. Alcuni la chiamano satanica, perché di essa narra il Vangelo, quando enumera le prove cui Cristo fu sottoposto: la prova della ricchezza, del regno sui mondi: "Tutte queste cose ti darò, se prostrandoti mi adorerai". La Chiesa sa la replica di Gesù.

Il Papa ha detto cose importanti sulla crisi. Che agli uomini vengon date pietre al posto del pane (Ancona, 11 settembre). La soluzione spetta a politici che arginino i mercati con la loro autorevolezza. Non saranno mai autorevoli, se ignorano la quintessenza della decenza umana che è il Decalogo. Ma neanche la Chiesa lo sarà. Diceva Ilario di Poitiers all'imperatore Costanzo, nel IV secolo dC: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro".
Barbara Spinelli su Repubblica

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Messaggio Da anna Mer 21 Set - 17:34

Lampedusa, violenti scontri tra immigrati e forze dell’ordine.

Decine di persone ferite Il sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione e asilo, Sonia Viale ha annunciato che "entro le prossime 48 ore tutti i clandestini presenti a Lampedusa saranno trasferiti per essere poi rimpatriati


Giornata ad altissima tensione nell’isola siciliana, dopo che è degenerata la protesta di alcune centinaia di tunisini nei pressi del porto vecchio di Lampedusa, a due passi da una pompa di benzina. Alcuni migranti si sono impossessati di tre bombole di gas all’interno del vicino ristorante “Delfino blu” minacciando di farle esplodere. A questo punto è arrivata la carica delle forze dell’ordine, in assetto anti-sommossa. Gli scontri hanno coinvolto anche alcuni abitanti dell’isola, che hanno lanciato pietre contro gli immigrati urlando “Andate via subito, non vi vogliamo più. Adesso basta”. Per precauzione il dirigente scolastico della scuola di Lampedusa ha chiuso il portone d’ingresso e ha chiesto agli insegnanti di vigilare sugli alunni.

Disordini anche all’interno del Centro di prima accoglienza dove, dopo l’incendio appiccato ieri, un centinaio di immigrati ha dormito all’aperto. Gli extracomunitari hanno lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura. Nel poliambulatorio dell’isola stanno intanto affluendo i primi feriti, quattro esponenti delle forze dell’ordine e una decina di immigrati. Il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto l’invio di altre ambulanze dal centro di accoglienza. La rabbia dei lampedusani, fortemente provati da una situazione che si protrae da anni, è esplosa anche nei confronti dei giornalisti che lavorano sull’isola: contestate le troupe di Sky e della Rai; a un cameraman è stata gettata a terra la telecamera. “Andatevene è meglio per voi”, ha urlato con toni minacciosi un gruppo di una trentina di lampedusani. I cronisti sono stati accerchiati e costretti ad andare via.


Lampedusa si era già svegliata tra le contestazioni: in mattinata un gruppo di cittadini si era radunato davanti al Municipio per manifestare il proprio malessere. “Siamo rimasti soli – hanno gridato – il centro è stato distrutto e adesso gli immigrati non sono più controllabili. Portateli via. Non possono essere solo un problema nostro”. Al loro fianco il Sindaco Bernardino de Rubeis, che ha spiegato: “Ho cercato di parlare con il presidente Berlusconi e il ministro Maroni fino a tarda sera, ma non è mai stato possibile”. E si è sfogato: “Non è piu’ il tempo delle chiacchiere e dei ragionamenti buonisti. Il Viminale porti via tutti i tunisini. La situazione è ad alto rischio, occorre fare presto qualcosa”. Poi, con parole forti e poco cerimoniose il sindaco ha aggiunto: “Anche Lampedusa è Italia, io chiedo a Maroni e anche al Capo dello Stato di venire qua a vedere che cosa sta succedendo, perché ci hanno abbandonato”. Non sono rispettosissime le parole usate dal primo cittadino nei confronti del Capo dello Stato. Ma poco dopo sono arrivate le scuse: “Sono mortificato”, ha detto, “le mie parole sono state inappropriate ma qui la situazione è davvero ingestibile e si perde il lume della ragione”.

Il primo cittadino va in giro sull’isola scortato da tre agenti di polizia in Comune, dopo che stamattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea troppo morbida sull’immigrazione. Ma ora, spiega de Rubeis, i tempi dell’accoglienza sono finiti, “qui si sta assistendo ad uno smercio di carne umana di cui non vogliamo essere complici”. In un cassetto dell’ufficio il sindaco rivela di tenere una mazza da baseball.“Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure”, dice ai giornalisti. “Siamo in presenza di uno scenario da guerra, – aggiunge – lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l’isola dopo avere incendiato ieri il centro di accoglienza”. Davanti al municipio ci sono decine di persone, alcune contestano il sindaco, altre urlano contro gli immigrati.

Nel primo pomeriggio le forze dell’ordine sono riuscite a riportare tutti i tunisini all’interno del centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola, dove solo uno dei tre padiglioni è ancora parzialmente agibile. Intanto è allo studio da parte della Prefettura e della Questura di Agrigento un piano per evacuare i circa mille tunisini nel giro di qualche ora con un ponte aereo e con una nave che dovrebbe approdare a Lampedusa nelle prossime ore. Il Sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione e asilo, Sonia Viale ha annunciato che “entro le prossime 48 ore tutti i clandestini presenti a Lampedusa saranno trasferiti per essere poi rimpatriati”.
ilfattoquotidiano



tanto per ricordarci che nel frattempo succede altro...
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Messaggio Da mambu Mer 21 Set - 21:35

anna ha scritto:

Molto istruttiva la contraddizione tra la crudezza, la chiarezza delle immagini, e la peudoneutralità della ricostruzione. "Scontri" li chiamano, quando in reltà si è sfiorato il pogrom grazie alla solita manesca stolidità della polizia e il volenteroso aiuto dei cittadini "per bene".

Ovviamente non poteva mancare il politichetto imbecille che cavalca e stimola la folla; si dovessero cacciare i criminali lui dovrebbe essere il primo.
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Messaggio Da anna Gio 22 Set - 13:02

La Camera respinge l’arresto
di Marco Milanese per soli sette voti



312 sì, 305 no: la casta ha salvato anche Marco Milanese. Una vittoria striminzita. L’arresto per l’ex braccio destro di Giulio Tremonti è stato evitato per soli sette voti. Avanti col governo, no allo Stato di polizia, basta intercettazioni sui giornali e coesione contro l’arresto di Milanese. E’ quanto comunicato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il consiglio dei ministri che si è tenuto stamane a Palazzo Chigi. Circa un’ora e mezza di incontro (iniziato alle 9.35 e finito alle 11.10) per ribadire quanto comunicato ieri dal premier al capo dello Stato Giorgio Napolitano e per dare il via libera all’approvazione il piano per le infrastrutture entro la prossima settimana.

Il Cavaliere, inoltre, sarebbe tornato a parlare anche sulle intercettazioni del caso Lavitola- Tarantini. “Contro di me è in atto una persecuzione da parte della solita magistratura politicizzata. Sembra di vivere in uno Stato di polizia” avrebbe detto il Cavaliere, prima che iniziasse la riunione del Consiglio dei ministri fermandosi a parlare con alcuni membri del governo. Berlusconi, inoltre, avrebbe anche a criticare aspramente la pubblicazione degli ascolti telefonici: “Non è possibile assistere ad una cosa del genere – sarebbe il pensiero del capo del governo – in questo modo si stravolge il senso anche di conversazioni puramente scherzose”. Il presidente del Consiglio, inoltre, ha dettato la linea sulla votazione sull’arresto di Marco Milanese: “Dobbiamo votare compatti, respingere l’attacco della magistratura, restare uniti”.

Sulla presunta intesa con il presidente del Consiglio (la Lega vota contro l’arresto di Milanese e a gennaio Berlusconi si fa da parte), invece, il senatùr ha detto che non esiste nessun accordo, pur non rispondendo alle domande dei cronisti sull’ipotesi di fine anticipata del Governo.

Prima della votazione, non poca preoccupazione tra i banchi della maggioranza, con i rappresentanti del Pdl che, calcolatrici dei telefonini alla mano, fanno e rifanno i conti per esser sicuri di evitare l’arresto di Milanese. L’ansia è ai massimi livelli, il timore è che non ci siano i numeri per respingere al mittente le manette per l’ex braccio destro di Tremonti.

Al momento delle dichiarazioni di voto, nessuna sorpresa. Api, Idv, Pd, Udc e Fli sono per l’arresto del deputato; la Lega – così come il Pdl (Paniz:”C’è fumus persecutionis”) – invece voterà contro l’arresto, almeno stando a quanto dichiarato Rodolfo Paolini a nome del carroccio. Per la votazione, inoltre, da pochi minuti è arrivato alla Camera anche Silvio Berlusconi, che ha preferito non rilasciare nessuna dichiarazione ai giornalisti. Il premier ha salutato con grande affetto Umberto Bossi, arrivato poco prima di lui in aula. Presente anche il ministro degli Interni Roberto Maroni.

Diverso l’atteggiamento del ministro Giancarlo Galan, che uscendo dal consiglio dei ministri di stamane ha dichiarato che “quando c’è il voto segreto può accadere di tutto perché scattano meccanismi mentali che nessuno è in grado di prevedere”. Chiaro il riferimento di Galan a quanto accaduto per il caso di Alfonso Papa.

In tribuna stampa alla Camera, inoltre, c’è la folla delle grandi occasioni. In prima fila, tra gli altri, anche Bruno Vespa e il direttore del Tg de LA7, Enrico Mentana. E’ l’ennesima testimonianza di quanto sia importante la votazione di oggi per la tenuta e il futuro del governo.

Alle 12.10 iniziano le procedure di voto. Il risultato arriva dopo pochissimi minuti: 312 voti contro 305, la casta salva anche Marco Milanese. Anche se per soli 7 voti.

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Messaggio Da anna Gio 22 Set - 21:40

Rassegna Stampa - Pagina 42 378480 una buona notizia...

Escono dal carcere
le due attiviste No Tav

Marianna Valenti abbraccia gli amici all'uscita dal cercere
Il tribunale del riesame ha
disposto l'obbligo di dimora
per Marianna Valenti e gli arresti domiciliari per Elena Garberi



Elena Garberi e Marianna Valenti, le due militanti No Tav tratte in arresto lo scorso 9 settembre nel corso di disordini intorno alla recinzione del cantiere della Maddalena di Chiomonte, in Valle di Susa, tornano a casa.

E' quanto si legge nell'ordinanza dei giudici del tribunale del riesame di Torino, che ha disposto per la Gerberi, assistita dall'avvocato Gianluca Vitale, gli arresti domiciliari, mentre per la seconda, avvocato difensore Marco Melano, è stato disposto l'obbligo di dimora a Oglianico nel Canavese, comune di residenza della No Tav. Garberi, 39 anni e madre di famiglia «ha partecipato all'attacco delle forze di polizia poste a presidio del Varco 4" del cantiere della Maddalena di Chiomonte - si legge nel documento - munita di maschera antigas, tra le altre cose, e perseverando nelle azioni di attacco, malgrado l'uso di idranti da parte delle forze dell'ordine e di cariche di alleggerimento».

Al momento dell'arresto, la donna aveva infatti con se' Malox per proteggersi dagli effetti dei lacrimogeni, guanti da lavoro un paio di occhiali da tornitore e 3 foulard, oggetti, hanno rilevato i giudici torinesi che «ben difficilmente vengono portati tutti insieme con sè da una persona che si accinge ad intraprendere una marcia pacifica». Inoltre secondo quanto viene evidenziato dai giudici del tribunale del riesame di Torino, la donna era nota alle forze dell'ordine, che sono in possesso di sue fotografie, perchè tra il 16 e il 17 luglio scorso si era arrampicata su un cancello d'accesso al cantiere, insultando le forze dell'ordine e recidendo con una tenaglia il filo spinato posto a protezione del cantiere stesso.

Quanto alla Valenti, trovata in possesso di un borsone con 19 pietre, il cui possesso lei ha sempre negato, viene definita nel documento come «gravemente indiziata di un reato che, per le circostanze di tempo e di luogo, costituisce fonte di grave allarme sociale». «Le manifestazioni No Tav - recita un passo dell'ordinanza dei giudici del Tribunale del riesame - sono balzate spesso, negli ultimi tempi, agli onori della cronaca per essere state teatro di violenti scontri con le forze dell'ordine, degenerando spesso in danneggiamenti, violenze e aggressioni anche gravi». Il diritto alla manifestazione del proprio pensiero «è baluardo costituzionalmente garantito in ogni Stato democratico, purchè resti contenuto nei limiti della civiltà e del rispetto per l'incolumità altrui» viene sottolineato nel documento.

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Messaggio Da ubik Gio 22 Set - 22:28

anna ha scritto: Rassegna Stampa - Pagina 42 378480 una buona notizia...

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Messaggio Da Stellaneltempo Ven 23 Set - 17:26

http://www.repubblica.it/scienze/2011/09/22/news/neutrini_pi_veloci_della_luce_studio_italiano_supera_einstein-22085384/?ref=HRER3-1

Lo dicevo io che era inutile studiare fisica... Suspect ...tanta fatica per imparare qualcosa e poi ti cambiano le carte in tavola... Rassegna Stampa - Pagina 42 30341

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Messaggio Da anna Ven 23 Set - 18:00

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Messaggio Da Stellaneltempo Ven 23 Set - 18:11

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Messaggio Da mambu Ven 23 Set - 22:35

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Messaggio Da anna Ven 23 Set - 22:44

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Messaggio Da mambu Sab 24 Set - 17:12

Una piccola notizia nel mondo del giornalismo: dopo ampio battage pubblicitario oggi ho pututo vedere de fazza Repubblica Club, la nuova... come chiamarla? roba?... diciamo raccogllitore del sabato e domenica.
Interessantissimo!! Rassegna Stampa - Pagina 42 378480 è da almeno 20 anni che vediamo i giornali quotidiani assomigliare sempre di più ai magazine di genere, quelli che su 280 pagine portano 2 o 3 articoli, anche buoni, di richiamo, qualche rubrica griffata, e poi 250 pagine di pubblicità (200 palese e 50 mascherata ma neanche tanto). Li vediamo sempre più panini di chiacchiere che hanno la pura funzione di contorno alla pubblicità

Con questo "inserto" Repubblica abbatte l'ultima finzione: è un magazine in formato ridotto: una sequenza di pubblicità mascherate da articoli (e per la prima puntata sono andati sul sicuro rivolgendosi al pubblico dei ceti medi riflessivi che fa la fortuna del giornale: borse per le donne e bici da corsa ad alta tennologia per i maschietti).

Come Repubblica Salute e Rep. Viaggi, del resto, che presentano pure pubblicità vere e proprie mascherate da articoli, con la stessa grafica e gli stessi colori e la scrittina microscopica "informazione pubblicitaria" Rassegna Stampa - Pagina 42 863173

La cosa divertente è che spesso sul quotidiano si leggoono articoli di deontologia giornalistica dei soliti tromboni, What a Face e una delle cose che ripetono è la distinzione dell'informazione dalle pressioni economiche e l'indipendenza dagli inserzionisti, la non ambiguità dei commercials.... Rassegna Stampa - Pagina 42 88695

Per fare un altro esempio dell'indipendenza del quotidiano, nei giorni scorsi ha dato ampio spazio al salone dell'auto di Ginevra (l'ì'auto? un mercato morto! e vabbe' Rassegna Stampa - Pagina 42 30341 ). Dopo il primo giorno apparve la pagelle delle novità: alla VW Up davano 8,5 e alla Panda 8-. Il giorno dopo vennero le riportate le stesse pagelle, con lo stesso testo e la stessa firma (e qualche modello esaminato in più) metteva 8 a tutte e due Rassegna Stampa - Pagina 42 911247
e mi son ricordato dei giorni delle votazioni a pomigliano e mirafiori, quando tutti i giorni riportavano in bella evidenza la famosa falsa statistica di Marchionne, quella della diversa produttività tra gli stabilimenti polacchi e quelli italiani. Poi magari, a pag 39, trovavi imboscato l'articolo di Gallino che smontava la suddetta statistica

P.S.: fino a sabato scorso il glorioso quotidiano scalfariano presentava, al posto del Rep. Club, 4 pagine di recensioni e notizie librarie e 2 di arti figurative e visive; di non altissimo livello certo, e anch'esse spesso "pubblicitarie"; ma evidentemente garantivano meno introiti degli articoli sui cosmetici
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