Accedi
Ultimi argomenti attivi
» The Voice of Italy 2018Da Saix91 Ven 16 Mar - 14:24
» ... e le stelle si fanno guardare
Da miki Ven 3 Mar - 15:23
» Sanremo 2017 - notizie e commenti
Da Saix91 Gio 9 Feb - 15:49
» ...mettiamoci comodi
Da Bellaprincipessa Mer 4 Gen - 11:21
» Addio a.....
Da anna Sab 30 Lug - 12:49
» The Voice of Italy 2016 - Live
Da Saix91 Mar 24 Mag - 15:09
» Eurovision Song Contest 2016 - Semifinali - Finale
Da anna Lun 16 Mag - 18:01
» X Factor 10 Notizie e commenti
Da anna Mer 11 Mag - 18:57
» Il Cinema sulla stampa
Da anna Mer 11 Mag - 18:55
» Il Giradischi
Da ubik Mar 10 Mag - 23:14
Cerca
L'arte della gioia ... appassionante lettura.
4 partecipanti
Pagina 1 di 1
L'arte della gioia ... appassionante lettura.
Incipit folgorante:
Il ritmo narrativo è serrato, ogni capitolo è un cammeo che aggiunge particolari e dettagli ad una costruzione la cui prospettiva via via si alza, coglie nuovi orizzonti, si fa epica." Ed eccovi me a quattro, cinque anni in uno spazio fangoso che trascino un pezzo di legno immenso. Non ci sono né alberi né case intorno, solo il sudore per lo sforzo di trascinare quel corpo duro e il bruciore acuto delle palme ferite dal legno. Affondo nel fango sino alle caviglie ma devo tirare, non so perché ma lo devo fare. Lasciamo questo mio primo ricordo così com'è: non mi va di fare supposizioni o d'inventare. Voglio dirvi quello che è stato senza alterare niente."
I romanzi sono più d'uno, incastonati uno dentro l'altro: il racconto dell'esistenza di Modesta, l'epopea di una casata siciliana, la storia d'Italia attraverso le lotte politiche che insanguinano il '900. Ma è tutto il mondo e in particolare l'Europa a respirare dentro 'L'arte della gioia': il processo di emancipazione della donna, la diffusione del pensiero socialista e comunista, la rivoluzione culturale guidata dalla psicanalisi, la liberazione sessuale ecc.
Il ritmo rallenta solamente in corrispondenza della parte che percorre il ventennio fascista – penso non sia un caso – per ripartire nuovamente con l'arresto della protagonista, il suo invio al confino e la seconda guerra mondiale, e decollare ancora per altri voli tutt'altro che pindarici, dalla guerra di liberazione, alla ricostruzione, fino agli anni '60. Che tutto questo ben di Dio risulti anche una lettura piacevole, avvincente e coerente è il segno del genio, della bravura e del grande cuore di Goliarda Sapienza.
Links
Dati essenziali sulla vita di Goliarda Sapienza
L'inno alla gioia di una donna del Novecento (di Luca Orsenigo - Corriere della Sera)
L’arte della gioia di Goliarda Sapienza (di Federico Scrimaglio - Stampa Alternativa)
Incipit della Biografia di Goliarda Sapienza (di Giovanna Providenti)
chiara- polvere cosmica
- Messaggi : 1
Data d'iscrizione : 06.03.11
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
grazie Chiara
libro fantastico, che devo ancora finire di leggere, che consiglio caldamente
Spero di finirlo presto e dare un contributo migliore
libro fantastico, che devo ancora finire di leggere, che consiglio caldamente
Concordo in pieno e aggiungo che la prima cosa che mi ha colpito della sua scrittura è l'apparente 'semplicità' e la ricerca delle parole,cosa della quale si preoccupa anche Modesta, perchè è importantissimo trovare e usare le parole adatte a quello che si vuole direChe tutto questo ben di Dio risulti anche una lettura piacevole, avvincente e coerente è il segno del genio, della bravura e del grande cuore di Goliarda Sapienza.
Spero di finirlo presto e dare un contributo migliore
anna- admin anna
- Messaggi : 18296
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 111
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
grazie Chiara
mi hai fatto venire voglia di rileggerlo
anche io sono rimasto subito colpito dall'incipit, dall'immagine di questa bambina che trascina qualche cosa di più grande di sè, con la caparbia certezza di riuscirci, così come succederà a Modesta durante la sua lunga e complessa esistenza
per lunga parte del romanzo Modesta mi sembra un felino; sorniona e guardinga pare passare l'infanzia (terribilmente povera) e la giovinezza (cui sembra lei per prima non credere) attenta a leggere al di là delle parole, dei gesti e delle azioni che le rivolgono gli altri, gli adulti, come se prima di esporsi in prima persona si rendesse perfettamente conto di dover comprendere a fondo la realtà che la circonda, fino all'esplosione della donna, una donna adulta e determinata
la ricchissima galleria di personaggi, uomini, donne, bambini, vecchi, adolescenti che le ruota intorno poteva risolversi in una sfilza di abbozzi, di macchiette, di esseri privi di nerbo per quanto è grande la sua forza d'animo nell'affrontare le traversie dell'esistenza
e invece, la Sapienza, sembra rendere, appunto, con grande sapienza e ingegno questo affresco di una Italia che non c'è più e in particolare di un Sud che forse non c'è più, ma che la lettura permettere di riconoscere come le nostre "radici"
p.s.: che bell'avatar Chiara
mi hai fatto venire voglia di rileggerlo
anche io sono rimasto subito colpito dall'incipit, dall'immagine di questa bambina che trascina qualche cosa di più grande di sè, con la caparbia certezza di riuscirci, così come succederà a Modesta durante la sua lunga e complessa esistenza
per lunga parte del romanzo Modesta mi sembra un felino; sorniona e guardinga pare passare l'infanzia (terribilmente povera) e la giovinezza (cui sembra lei per prima non credere) attenta a leggere al di là delle parole, dei gesti e delle azioni che le rivolgono gli altri, gli adulti, come se prima di esporsi in prima persona si rendesse perfettamente conto di dover comprendere a fondo la realtà che la circonda, fino all'esplosione della donna, una donna adulta e determinata
la ricchissima galleria di personaggi, uomini, donne, bambini, vecchi, adolescenti che le ruota intorno poteva risolversi in una sfilza di abbozzi, di macchiette, di esseri privi di nerbo per quanto è grande la sua forza d'animo nell'affrontare le traversie dell'esistenza
e invece, la Sapienza, sembra rendere, appunto, con grande sapienza e ingegno questo affresco di una Italia che non c'è più e in particolare di un Sud che forse non c'è più, ma che la lettura permettere di riconoscere come le nostre "radici"
p.s.: che bell'avatar Chiara
ubik- admin ubik
- Messaggi : 22273
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 112
Località : milano
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
edit: molto interessante, il punto di vista di Goliarda riguardo la carcerazione, esperienza da lei vissuta
ubik- admin ubik
- Messaggi : 22273
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 112
Località : milano
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
dopo avere ascoltata l'interessante intervista postata sopra ho acquistato il libro in cui la Sapienza parla di questa sua esperienza di carcerazione ... quando l'avrò letto vi dirò quel che ne penso
ubik- admin ubik
- Messaggi : 22273
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 112
Località : milano
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
ubik ha scritto:...quando l'avrò letto vi dirò quel che ne penso
lo sto leggendo e lo trovo coinvolgente e, contemporaneamente, particolarmente interessante per le accurate descrizioni dell'ambiente carceraio femminile di quell'epoca
al termine della lettura tenterò di articolare un commento più approfondito, di certo lo consiglio a tutte le forumer
ubik- admin ubik
- Messaggi : 22273
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 112
Località : milano
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
ubik ha scritto:
al termine della lettura tenterò di articolare un commento più approfondito, di certo lo consiglio a tutte le forumer
comprato, appena lo leggo scrivo qualcosa
anna- admin anna
- Messaggi : 18296
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 111
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
l'ho finito da parecchio, ma ho fatto bene a non scrivere ancora nessun commento, così non ti rovino il piacere di leggerlo
ubik- admin ubik
- Messaggi : 22273
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 112
Località : milano
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
Durante la lettura ho trovato parecchi spunti proverò a buttarne giù qualcuno
Intanto nonostante l'argomento il libro non è tetro: grazie alla scrittura fluida e al racconto che Goliarda ne fa come si trattasse di una vacanza
C'è il racconto di come cerchi subito di adattarsi, capire il diverso modo di vivere rispetto a "fuori" e come porsi per essere accettata
La consapevolezza che non conta quanto tempo ci si resta, dopo sarà diverso, si diventa diversi agli occhi degli altri
Traccia i ritratti delle persone che incontra con poche e studiate parole che ce le fanno "vedere"
E l'abbattimento di alcuni steccati come l'età, ma alla fine ci si rende conto che per non cedere al degrado è necessario rispettare il ceto, almeno quello culturale
Infine la differenza tra uomini e donne: l'uomo si abbruttisce, diventa selvaggio più selvaggio
La donna invece, abituata da secoli di costrizione, di sottomissione, VIVE: riesce a far ricorso a tante cose che aiutano a far passare il tempo (che a Goliarda e le sue compagne non basta mai!), a viverlo al meglio, a creare una rete di solidarietà e di scambio: insomma l'università che insegna che si può vivere sempre
Intanto nonostante l'argomento il libro non è tetro: grazie alla scrittura fluida e al racconto che Goliarda ne fa come si trattasse di una vacanza
C'è il racconto di come cerchi subito di adattarsi, capire il diverso modo di vivere rispetto a "fuori" e come porsi per essere accettata
La consapevolezza che non conta quanto tempo ci si resta, dopo sarà diverso, si diventa diversi agli occhi degli altri
Traccia i ritratti delle persone che incontra con poche e studiate parole che ce le fanno "vedere"
E l'abbattimento di alcuni steccati come l'età, ma alla fine ci si rende conto che per non cedere al degrado è necessario rispettare il ceto, almeno quello culturale
Infine la differenza tra uomini e donne: l'uomo si abbruttisce, diventa selvaggio più selvaggio
La donna invece, abituata da secoli di costrizione, di sottomissione, VIVE: riesce a far ricorso a tante cose che aiutano a far passare il tempo (che a Goliarda e le sue compagne non basta mai!), a viverlo al meglio, a creare una rete di solidarietà e di scambio: insomma l'università che insegna che si può vivere sempre
anna- admin anna
- Messaggi : 18296
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 111
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
si, proprio l'universita' mi e' venuta in mente quando io, la stranniera , la prima volta ho letto quel nomeanna ha scritto:
La donna invece, abituata da secoli di costrizione, di sottomissione, VIVE: riesce a far ricorso a tante cose che aiutano a far passare il tempo (che a Goliarda e le sue compagne non basta mai!), a viverlo al meglio, a creare una rete di solidarietà e di scambio: insomma l'università che insegna che si può vivere sempre
Goliarda Sapienza per me suona cosi come una l'universita ed e' l'universita
ho finito di leggerlo ieri e mi manca gia'
sono d'accordo con tutto che avete scritto, un libro stupendo, lo rileggero di nuovo
ho riso, ho pianto, ho imparato, mi sono sentita Modesta io..
mi si sono aperti l'altri punti di vista su tante cose
e l'ultime pagine mi hanno fatto venire voglia di vivere la vita come ha detto anna sopra
lo consiglio a tutti chi non ha letto ancora
miki- inviata dall'estero
- Messaggi : 2308
Data d'iscrizione : 11.03.11
Età : 58
Località : varsavia
Re: L'arte della gioia ... appassionante lettura.
Goliarda Sapienza, una vita tormentata
Tra teatro, romanzi e ricerca della memoria
In occasione dell’evento della Socieltà delle letterate dedicato alla scrittrice catanese – poco conosciuta e snobbata fino al decennio scorso, oggi diventata autrice cult per la modernità dei suoi romanzi autobiografici, intessuti di argomenti tabù e tematiche scomode – ripercorriamo i momenti salienti della sua esistenza travagliata. Dall’infanzia nei vicoli di San Berillo, alla Resistenza, fino al periodo romano da attrice di teatrale e cinematografica, la depressione, il trauma dell’elettroschock e il carcere di Rebibbia
Nel 2005 viene pubblicato in Francia un romanzo che ottiene subito il favore entusiastico della critica che commenta: «Come al solito, l’Italia non sa riconoscere i suoi capolavori». Quel romanzo era L’arte della gioia, di una scrittrice ancora sconosciuta ma con un nome indimenticabile: Goliarda Sapienza. Nata a Catania il 10 maggio del 1924, viene registrata all’anagrafe più di un mese dopo: forse questo primo ritardo fu già presagio di un riconoscimento postumo.
I genitori sindacalisti, antifascisti, socialisti ed atei non la mandano a scuola per sottrarla alle ideologie di stampo fascista e, sin dalla tenerissima età, l’educazione le viene impartita da un precettore, dalla lettura di classici nei lunghi periodi di malattia, dall’opera dei pupi siciliani, dalle strade della Civita e dal cinema.
Si forma inizialmente come attrice teatrale frequentando l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, che però non porterà a termine: la guerra e l’esperienza della Resistenza, alla quale la Sapienza partecipa attivamente nella Brigata Vespri sotto la falsa identità di Ester Gaggegi, la porta alla ricerca di un teatro più «vero”, fondando insieme ad altri colleghi contestatari una compagnia d’avanguardia che prenderà il nome di «T. 45», vicino al metodo Stanislavskj.
Legata sentimentalmente al regista italiano Citto Maselli, intraprende anche una breve carriera nel mondo del cinema collaborando con nomi come Alessandro Blasetti, Luchino Visconti, Luigi Comencini e altri.
È tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta che, però, scopre la sua reale vocazione: la scrittura. Nel 1962, a seguito di una crisi depressiva che viene «curata» attraverso una terapia di annientamento per mezzo di elettroshock, Goliarda perde la memoria e la consapevolezza di sé: è a questo punto che decide di scrivere, ripercorrendo a ritroso la sua vita alla ricerca del bandolo di una matassa ormai confusa e ingarbugliata.
Due sono i romanzi che genererà in questi anni: Lettera aperta, incentrato sui primi anni di vita a Catania e Il filo di mezzogiorno, dedicato al cosiddetto «periodo romano» e all’analisi psicanalitica da lei sostenuta a seguito degli elettroshock.
Intanto, in lei, matura sempre più forte l’urgenza di dar vita a quella Modesta, eroina del suo L’arte della gioia, pubblicato postumo nel 2000 da Stampa Alternativa, grazie all’interessamento dello scrittore Angelo Maria Pellegrino, divenuto intanto suo marito nel 1979.
Romanzo scomodo, che parla apertamente di temi come la famiglia, la sessualità e la politica in un’epoca in cui tutti questi erano ancora argomenti tabù. Un incrocio tra un romanzo storico e un romanzo di formazione, nonché autobiografico: la sua vita e quella di chi le è stato vicino, infatti, innerva l’intera trama del testo.
La stesura de L’arte della gioia fu per Goliarda un travaglio lungo dieci anni e che le costò enorme fatica e sacrificio. Si ridusse in povertà e abbandonò tutti quegli ambienti esclusivi romani che aveva frequentato ai tempi della carriera cinematografica con Maselli.
Si macchiò anche di furto e trascorse un periodo nel carcere di Rebibbia, esperienza anche questa che le fornì innumerevoli spunti per scrivere ancora un romanzo autobiografico, L’Università di Rebibbia, oggi considerato di notevole rilevanza per gli studi di criminologia.
Golirda Sapienza trascorrerà gli ultimi anni della sua vita in ritiro a Gaeta, osservando il mare e passeggiando a lungo: morirà nel 1996, sola e senza aver mai visto la pubblicazione delle sue opere.
fonte
Tra teatro, romanzi e ricerca della memoria
In occasione dell’evento della Socieltà delle letterate dedicato alla scrittrice catanese – poco conosciuta e snobbata fino al decennio scorso, oggi diventata autrice cult per la modernità dei suoi romanzi autobiografici, intessuti di argomenti tabù e tematiche scomode – ripercorriamo i momenti salienti della sua esistenza travagliata. Dall’infanzia nei vicoli di San Berillo, alla Resistenza, fino al periodo romano da attrice di teatrale e cinematografica, la depressione, il trauma dell’elettroschock e il carcere di Rebibbia
Nel 2005 viene pubblicato in Francia un romanzo che ottiene subito il favore entusiastico della critica che commenta: «Come al solito, l’Italia non sa riconoscere i suoi capolavori». Quel romanzo era L’arte della gioia, di una scrittrice ancora sconosciuta ma con un nome indimenticabile: Goliarda Sapienza. Nata a Catania il 10 maggio del 1924, viene registrata all’anagrafe più di un mese dopo: forse questo primo ritardo fu già presagio di un riconoscimento postumo.
I genitori sindacalisti, antifascisti, socialisti ed atei non la mandano a scuola per sottrarla alle ideologie di stampo fascista e, sin dalla tenerissima età, l’educazione le viene impartita da un precettore, dalla lettura di classici nei lunghi periodi di malattia, dall’opera dei pupi siciliani, dalle strade della Civita e dal cinema.
Si forma inizialmente come attrice teatrale frequentando l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, che però non porterà a termine: la guerra e l’esperienza della Resistenza, alla quale la Sapienza partecipa attivamente nella Brigata Vespri sotto la falsa identità di Ester Gaggegi, la porta alla ricerca di un teatro più «vero”, fondando insieme ad altri colleghi contestatari una compagnia d’avanguardia che prenderà il nome di «T. 45», vicino al metodo Stanislavskj.
Legata sentimentalmente al regista italiano Citto Maselli, intraprende anche una breve carriera nel mondo del cinema collaborando con nomi come Alessandro Blasetti, Luchino Visconti, Luigi Comencini e altri.
È tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta che, però, scopre la sua reale vocazione: la scrittura. Nel 1962, a seguito di una crisi depressiva che viene «curata» attraverso una terapia di annientamento per mezzo di elettroshock, Goliarda perde la memoria e la consapevolezza di sé: è a questo punto che decide di scrivere, ripercorrendo a ritroso la sua vita alla ricerca del bandolo di una matassa ormai confusa e ingarbugliata.
Due sono i romanzi che genererà in questi anni: Lettera aperta, incentrato sui primi anni di vita a Catania e Il filo di mezzogiorno, dedicato al cosiddetto «periodo romano» e all’analisi psicanalitica da lei sostenuta a seguito degli elettroshock.
Intanto, in lei, matura sempre più forte l’urgenza di dar vita a quella Modesta, eroina del suo L’arte della gioia, pubblicato postumo nel 2000 da Stampa Alternativa, grazie all’interessamento dello scrittore Angelo Maria Pellegrino, divenuto intanto suo marito nel 1979.
Romanzo scomodo, che parla apertamente di temi come la famiglia, la sessualità e la politica in un’epoca in cui tutti questi erano ancora argomenti tabù. Un incrocio tra un romanzo storico e un romanzo di formazione, nonché autobiografico: la sua vita e quella di chi le è stato vicino, infatti, innerva l’intera trama del testo.
La stesura de L’arte della gioia fu per Goliarda un travaglio lungo dieci anni e che le costò enorme fatica e sacrificio. Si ridusse in povertà e abbandonò tutti quegli ambienti esclusivi romani che aveva frequentato ai tempi della carriera cinematografica con Maselli.
Si macchiò anche di furto e trascorse un periodo nel carcere di Rebibbia, esperienza anche questa che le fornì innumerevoli spunti per scrivere ancora un romanzo autobiografico, L’Università di Rebibbia, oggi considerato di notevole rilevanza per gli studi di criminologia.
Golirda Sapienza trascorrerà gli ultimi anni della sua vita in ritiro a Gaeta, osservando il mare e passeggiando a lungo: morirà nel 1996, sola e senza aver mai visto la pubblicazione delle sue opere.
fonte
anna- admin anna
- Messaggi : 18296
Data d'iscrizione : 27.02.11
Età : 111
Argomenti simili
» LA CANZONE DELLA SETTIMANA
» Ai Confini della Realtà
» La casa della Poesia
» Donne della Canzone Italiana
» La Canzone della Settimana 20/26 marzo
» Ai Confini della Realtà
» La casa della Poesia
» Donne della Canzone Italiana
» La Canzone della Settimana 20/26 marzo
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|