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Walt Disney e gli altri
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Walt Disney e gli altri
Approfittando dell'apertura del Walt Disney Family Museum iniziamo un viaggio nei fumetti
uno dei miei personaggi preferiti
- Spoiler:
- "Mio padre Walt Disney
che riempì la casa di Bambi"
Diane Disney Miller, la figlia avuta nel 1933 dal maestro dei cartoon, ci guida attraverso il Walt Disney Family Museum da poco inaugurato a San Francisco. Un viaggio nella fantasia del creatore di sogni, per scoprire come e quanto fosse anche un uomo, fratello, marito e padre
POCHI, oggi, ci pensano. E pochi ci hanno pensato nel secolo scorso, quando il suo nome era la firma, ogni volta, di successio planetari: Walt Disney, il papà di Topolino e di Biancaneve e i sette nani, era anche un uomo. Non solo un marchio rassicurante, infallibile garanzia di fabbrica d'animali umanizzati ma, lui stesso, un bipede di genere umano: figlio, fratello, marito, padre, nonno. Uno di noi. Con le sue passioni, le fragilità, i sogni d'ogni autore, ingigantito e risucchiato dal protagonismo delle sue stesse creature, com'è accaduto con Don Chisciotte per Cervantes o Calimero per i fratelli Pagot, personaggi divenuti mito e museo. E ci è voluto proprio un museo per ritrovare il Disney uomo, in un viaggio a ritroso dietro le maschere.
Il Walt Disney Family Museum di San Francisco, monumentale album dei ricordi creato con un investimento di 112 milioni di dollari, è stato da poco inaugurato nell'ex area militare del Presidio. Un affettuoso regalo, a centodieci anni dalla nascita, a quarantacinque dalla morte, al papà: non di Topolino, ma di Diane, la figlia avuta nel 1933 dalla moglie Lillian, inchiostratrice dei suoi primi cartoon. È lei stessa, Diane Disney Miller, sopracciglia ad accento circonflesso come il padre, a guidare, cicerone d'eccezione (come farà, in via virtuale, alla prima presentazione europea, con diapositive e filmati, il 16 giugno, al Biografilm di Bologna) il visitatore dentro la sua Disneyland domestica. "Ho sentito il bisogno di farlo quando mi sono ritrovata sola - la mamma scomparsa nel 1997, mio cugino Roy due anni fa - a perpetuare la memoria di mio padre", spiega la primogenita di Walt Disney, sette figli (pura coincidenza, pare, con Biancaneve) e, oggi, nipoti a pioggia: nonna a sua volta, non ha mai lavorato nell'immensa factory paterna, preferendo occuparsi in California di vigne e vino, che esporta anche in Francia.
Entrati nella prima sala, si è subito in famiglia: è la voce, simpatica, semplice, un po' didascalica, di Walt Disney ad accogliere l'ospite per accompagnarlo nelle altre nove sale, con audio disseminati ovunque, in un percorso di documenti, schizzi d'archivio, maquettes, video interattivi, gadget, schegge di vita domestica immortalate in candidi filmini della domenica. Passo passo scorrono aneddoti, spiegazioni, ricordi: quella volta in cui davvero la scarpetta di Cenerentola non si trovava più o quell'altra, illustrata da una sequenza fotografica, in cui casa e uffici furono invasi per settimane da cerbiatti, conigli, scoiattoli, perché i disegnatori li riprendessero dal vero, rendendo vero, il più possibile, Bambi.
Più che un museo, signora Diane, è di nuovo la sua casa: gli anni d'infanzia per una seconda volta?
"È la casa dove mio padre continua a vivere. Lo vediamo, lo sentiamo. La sua voce è per me uno dei suoi regali più belli. In buona parte sono registrazioni di quando, attorno ai vent'anni, ho scritto la prima biografia, The Story of Walt Disney. Porgendo l'orecchio si colgono in sottofondo, mentre parla, i miei gridolini. È bello riascoltarlo mentre racconta la sua vita".
Questo museo da lei concepito e voluto è la sua nuova, matura biografia?
"È la storia di un'esistenza raccontata in prima persona. Sprigiona energia, voglia di fare. Mi sono resa conto che per tanti Walt Disney non è il nome di una persona, ma una marca. Come persona è stato bersaglio, già in vita, di attacchi aciduli, meschini, che hanno gettato ombre sui suoi comportamenti sociali e famigliari. La verità è che aveva un'adorazione per noi, soprattutto per mia madre: la voleva sempre accanto a sé. Queste immagini e questi home movie del museo ne sono la prova".
Qual è il suo più bel ricordo di suo padre?
"Quando ripenso a lui, lo vedo ridere. Aveva uno spiccato sense of humor. Io ero così contenta quando me ne uscivo con una battuta o uno scherzo che provocava una sua grande risata...".
Ha un cartoon del cuore?
"Dovrei dire che li preferisco tutti. Ma ho un debole per Toro Fernando, attratto più dal profumo dei fiori che dalla furia delle corride, o per quel The Band Concert inghiottito da una tromba d'aria, o per Topolino e il fagiolo magico, l'ultimo in cui mio padre, ormai troppo occupato, fa la vocetta di Topolino. Potrei andare avanti per ore. Tutti i suoi film sono belli. La mia infanzia con lui è stata un sogno. Era davvero divertente: è stato un amico per mio marito e un idolo per i nostri figli".
Continua a vedere i film del marchio Disney?
"Non conosco ancora gli ultimi, ma ho tutti i dvd della Pixar, che John Lasseter mi fa avere personalmente. Gli Studios hanno davanti un futuro sicuro. Ancora oggi non c'è un giovane cartoonist che non aspiri a lavorare per la Disney. Impressionante".
Uno dei più bei ricordi di suo cugino Roy era di quando, bambino, lo zio Walt gli raccontava prima di dormire la favola meravigliosa d'un burattino: Pinocchio. Suo padre addormentava con le fiabe anche a lei e sua sorella?
"Era nostra madre a leggerci le favole la sera. Papà ci portava in auto a scuola ogni mattina, dall'età dell'asilo ai sedici anni, quando abbiamo potuto guidare da sole. In macchina si scatenava con le storie: quelle a cui stava lavorando o che stava progettando in quel momento. Lo faceva con tutti: credo fosse uno dei suoi espedienti per testare e sviluppare una storia. Anche a tavola, le cene erano infarcite dei suoi racconti su tutto quello che lo stava occupando: poteva essere un film, il progetto di Disneyland o anche il varo imminente del treno in miniatura costruito con le sue mani in una sala dello studio".
È ora una delle attrazioni del museo, il "Lilly Belle", dal nome di sua madre, Lillian: di qui è venuta a suo padre l'idea del treno della miniera a Disneyland.
"Ogni volta che lo guardo ho un tuffo al cuore. Avevo quindici anni quando mi sono vista arrivare il treno nel giardino di casa, dove erano stati scavati i tunnel e tracciati i binari. Spero davvero di averlo sistemato nel modo migliore".
Vi è mai salita, con suo padre o con ospiti eccellenti come Salvador Dalì?
"Dalì, mi ricordo, era venuto anni dopo nella nostra nuova casa: non aveva mancato di fare una cavalcata a bordo del trenino. Da bambina, era tutto un viavai di amici e collaboratori, soprattutto d'estate, nei weekend. Da noi era quasi sempre festa".
Lei è stata la prima bambina ad aver visto i primi lungometraggi di Walt Disney: Biancaneve, Pinocchio, Fantasia, Dumbo, Bambi. Quale le è rimasto più impresso?
"Biancaneve. Non avevo ancora quattro anni quando mio padre lo proiettò apposta per me, poche settimane prima dell'uscita, nella sala di registrazione dell'Hyperion Studio. Quando la regina cominciò a trasformarsi in strega provai una paura folle: ricordo bene le mie urla di terrore e come venni sollevata di peso e portata fuori nella luce del pomeriggio. Non ricordo chi mi fece uscire né se mi riportarono dentro a vedere la fine del film, ma solo il momento in cui mi ritrovai fuori".
Ha mai chiesto a suo padre il perché di tanti semi-orfani nel suo cinema, da Cenerentola a Lilly e il vagabondo e, a compensazione, tanti zii, zie e nonne nelle famiglie di Topolino e Paperino?
"Non ci avevo mai pensato. Mi sembra comunque che nella tradizione fiabesca, in ogni epoca, sia molto diffuso il tema del senza famiglia, dell'orfanello tutto iniziative e avventura, eroico davanti ai pericoli. Zii e zie non mi sembrano poi tanto numerosi: se mai, le madrine da fiaba".
Chi ha paura del Lupo cattivo? Ha cantato anche lei da bambina il motivetto dei tre porcellini, divenuto subito un inno nazionale contro la Depressione?
"Credo proprio di aver canticchiato anch'io questa canzoncina... Nel mio piccolo devo aver contribuito un po' all'ottimismo di mio padre, che mi ha regalato un'infanzia indimenticabile. A volte, quando cenavamo tutti insieme alle sette, si lasciava andare ai suoi ricordi d'infanzia, a Chicago, a Marceline nel Missouri, a Kansas City. Diceva, di sé, della propria vita: "Ho sempre lavorato sodo, sin da ragazzo, ma non sono mai stato infelice"".
repubblica
uno dei miei personaggi preferiti
anna- admin anna
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Re: Walt Disney e gli altri
annì ti consiglio di postare questa foto come presentazione,é molto bella
anny_skod- satellite artificiale
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Re: Walt Disney e gli altri
va bene postata da te postane altre se vuoi
anna- admin anna
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Re: Walt Disney e gli altri
presto arrivo con gli altri
miki- inviata dall'estero
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Re: Walt Disney e gli altri
Paperoga
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Re: Walt Disney e gli altri
Ho imparato a leggere su Topolino e ricordo che ho letteralmente consumato un numero del fumetto in cui c'era un articolo su Disneyland, sognando (come solo una bimba sa fare) di andarci...quando, alla veneranda età di 29 anni, mi sono trovata a Disneyland con il naso all'insù a guardare i fuochi d'artificio davanti al Castello della Bella Addormentata, non mi vergogno a dire che ho pianto commossa per il mio sogno di bimba finalmente realizzato...
Non so se questo ricordo c'azzecca qualcosa con questo topic, ma è la prima cosa a cui ho pensato quando l'ho visto...
E comunque il mio mito è lui...
Non so se questo ricordo c'azzecca qualcosa con questo topic, ma è la prima cosa a cui ho pensato quando l'ho visto...
- Spoiler:
- Finisco con il rovinare definitivamente la mia reputazione dicendo che per tre giorni ho girato a Disneyland con le orecchie di Minnie in testa...
E comunque il mio mito è lui...
Stellaneltempo- satellite artificiale
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Re: Walt Disney e gli altri
certo che c'azzecca
chi nella vita non si è mai sentito una volta Paperino? io ho quelle che chiamo 'giornate da Paperino'
chi nella vita non si è mai sentito una volta Paperino? io ho quelle che chiamo 'giornate da Paperino'
anna- admin anna
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Re: Walt Disney e gli altri
Eta Beta
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Re: Walt Disney e gli altri
Qui Quo e Qua
Stellaneltempo- satellite artificiale
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Re: Walt Disney e gli altri
Emy, Ely, Evy
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Re: Walt Disney e gli altri
che bel topic
anche a me piace molto paperino... ma anche lui mi mette incredibilmente di buon umore
stella anche io voglio andare a disneyland... ma nessuno mi fa contenta
anche a me piace molto paperino... ma anche lui mi mette incredibilmente di buon umore
stella anche io voglio andare a disneyland... ma nessuno mi fa contenta
luna- inviata guerriero
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Re: Walt Disney e gli altri
La Banda Bassotti
anna- admin anna
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Re: Walt Disney e gli altri
Maga Magò "La spada nella roccia" le lotte con Mago Merlino
picpiera- inviata specialissima
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Re: Walt Disney e gli altri
Alice nel Paese delle meraviglie
lo stregatto
lo stregatto
picpiera- inviata specialissima
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Località : liguria
Re: Walt Disney e gli altri
il mio preferito è sempre stato paperino e pippo,però quando ero piccola la storia del brutto anatroccolo mi colpì tanto,e ancora oggi é una delle mie preferite
anny_skod- satellite artificiale
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