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I Film di DarkOver
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Re: I Film di DarkOver
.............stasera andrò a vedere la versione dark di " la guardia del corpo"
colonna sonona dei Kasabian e dei Clash
ma soprattutto c'è lei...........Keira ..........aspettatevi un sermone dI 4 pagine
LONDON BOULEVARD
Lucy Gordon- agente critico
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Re: I Film di DarkOver
@lucy
facci sapere non sapevo di questa uscita
facci sapere non sapevo di questa uscita
picpiera- inviata specialissima
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Località : liguria
Re: I Film di DarkOver
London Boulervard
I presupposti per essere un gran bel film ci sono tutti;
La sceneggiatura è di William Monahan, già premio Oscar per “The Departed”
Il cast è da ricordare negli annali, Keira Knightley, Colin Farrell, Stephen Graham, Jamie Campbell Bower, Anna Friel, David Thewlis, Ray Winstone, Eddie Marsan, Ben Chaplin
La fotografia è curata da Chris Menges poeta assoluto, impegnato fra le altre pellicole, anche di capolavori come “ Mission” “ The Reader” “Urla del silenzio”
Come può venir fuori un film medio? Assolutamente impossibile!
E invece alla fine si esce dalla sala con l’idea di aver visto un bel noir, ma a cui è mancato qualcosa.
Si ecco è mancata la regia. Scusate se è poco.
William Monahan, alla sua prima prova come regista, ha toppato. Nelle mani del buon Scorsese un impianto del genere non poteva che scaturire in un filmone. Invece il buon Willy fa di tutto per perdere pathos man mano che il film scorre, quasi non veda l’ora di andare a casa nella sua Boston e sia stanco di questa sconosciuta Londra.
Invece era li che doveva osare di più. La capitale inglese è finalmente rappresentata per quello che è, almeno per come l'ho conosciuta io. La città più violenta e crudele dell'occidente.
In spoiler la trama:
- Spoiler:
Dopo tre anni passati dietro alle sbarre, Mitchel (Colin Farrell) esce dalla Prigione di Pentonville pieno di buone intenzioni. Quando il suo vecchio amico Billy (Ben Chaplin) - un gangster di basso livello in cerca di qualcuno che lo aiuti in un lavoro - lo incontra, subito dopo il suo rilascio, Mitchel decide di unirsi a lui in cambio di un posto dove vivere. Mentre è ancora impegnato a fare i conti col suo passato, Mitchel conosce Charlotte (Keira Knightley), una star del cinema che si nasconde da orde di giornalisti e fotografi in un palazzo a Holland Park. Toccato dalla sua bellezza e dalla sua vulnerabilità, Mitchel presto assume il ruolo di suo protettore, respingendo paparazzi aggressivi, molestatori e altri malintenzionati e sventando il piano di Billy, intenzionato a rapinare la casa di Charlotte per rubare le sue costose opere d’arte e le sue macchine vintage.
Mentre l’attrazione tra i due cresce e il loro rapporto si fa sempre più profondo, Mitchel e Charlotte pianificano di rifarsi una vita a Los Angeles. Ma Mitchel ha già colpito l’attenzione del potente e spietato boss mafioso Gant (Ray Winstone), che lo vede come una potenziale risorsa di grande valore per il suo business. Quando Mitchel respinge una lucrativa offerta di lavoro, Gant decide di trascinarlo in una rete di estorsione e omicidio. Man mano che gli stratagemmi di Gant si fanno sempre più malvagi e letali, appare chiaro che questi preferirebbe vedere il giovane morto piuttosto che libero. Sapendo che nessuna delle persone a lui care è al sicuro dall’ira di Gant, inclusa Charlotte e la sua inquieta sorella Briony (Anna Friel), Mitchel decide di tentare una mossa drastica per cercare di rimediare alla situazione una volta per tutte.
Innanzi tutto la trama puzza di bruciato e non tanto nascosta, London Boulevard non deve pagare pegno solo per il titolo, visto che molto della storia è stato pescato al ben più noto “Sunset Boulevard” . Tutto ha un sapore del già visto e dello scontato. La contrapposizione di Holland park zona residenziale di Charlotte ai quartieri popolari frequentati da Mitchell, il continuo alternarsi di ambienti sembra voler quasi testimoniare l’indecisione del regista di quale via debba prendere la storia. Il nostro caro Willy sembra voler citare Carlito’s way , per poi ammosciarsi verso The Body Guard e svoltare infine verso Notting Hill. Insomma un bel calderone di deja vu.
E’ mancata l’impronta attraverso la scelta delle scene e dei momenti narrativi, tutto quello visto è sembrato scivolare senza sussulti. Eppure ce ne potevano essere tanti nella vicenda, la storia nelle mani di un qualsiasi altro regista avrebbe vissuto sicuramente ben altri sviluppi. Peccato Willy hai fallito alla tua prima e questo mondo non perdona. Buona fortuna.
Due parole sugli interpreti.
Il film è il classico one man band e Colin Farrell supera di slancio la prova, bravo e tanto. Mai sopra le righe o enfatico nonostante la trama poteva portare a questi tranelli. Sobrio, elegante e credibile. Keira Knightley ha il compito facilitato dalla parte, praticamente recita se stessa, ma lo fa finalmente in modo maturo con sguardi e movenze degne di una vera attrice lacerata da un’esistenza che non riesce a reggere. Brava.
David Thewlis ha una parte molto ambigua che ha tratti sembra non avere senso nella storia, la sua parte di manager è poco credibile, ma lui fa il suo compito in maniera ineccepibile e molto personale. Forse è il migliore del film. Ray Winstone è il solito grande, non sbaglia mai un film. Ben Chaplin invece non mi ha convinta più di tanto, diciamo che sia un onesto lavoratore, però se cambiasse mestiere non sarebbe male.
La colonna sonora è scelta da Sergio Pizzorro, leader dei Kasabian, in pratica ha il solo il merito di aver scelto dei pezzi molto british e niente più, spaziando dai Clash ai Rollig Stones etc etc
Dimenticavo il montaggio è di Dody Dorn che dopo le glorie di “Memento” non ha più combinato granché. Neanche stavolta visto che insieme al regista ha forse la colpa più grande per aver rovinato un potenziale capolavoro del genere noir.
Insomma un onesto film da 6,5.……ma con un altro regista …..
Ultima modifica di Lucy Gordon il Ven 20 Gen - 17:04 - modificato 1 volta.
Lucy Gordon- agente critico
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Re: I Film di DarkOver
......mi stanno ritornando in mente ancora alcune scene di "London Boulevard"
di solito quando succede vuol dire che il film rimane in testa.....porto il voto a 7.
probabile che per fine estate arrivi al capolovaro da 10
...........possibile che qui nessuno scriva di Cinema???!!!
possibilmente non del periodo del Cinema muto, almeno nell'era del colore..almeno
di solito quando succede vuol dire che il film rimane in testa.....porto il voto a 7.
probabile che per fine estate arrivi al capolovaro da 10
...........possibile che qui nessuno scriva di Cinema???!!!
possibilmente non del periodo del Cinema muto, almeno nell'era del colore..almeno
Lucy Gordon- agente critico
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Data d'iscrizione : 07.03.11
Re: I Film di DarkOver
Lucy ho visto anche io London Boulevard e dalla mia foto profilo potete ben capire che non potevo perdelo ( Keira ... ) Concordo su tutto ma lascio il voto a 6.5: un film supportato solo da ottimi interpreti i cui personaggi risultavano però troppo stereotipati, privi di slanci destinati a un capovolgimento narrativo capace di trascinare lo spettatore. Le immagini di Londra con l'eco di musiche revival valgono però tutto il film.
A parte ciò, vi lascio una breve rassegna dei film che ho visto ultimamente :
- Mr Beaver: L'idea, quella del pupazzo come alter-ego del protagonista, convince così come l'interpretazione di Mel Gibson,notevole. Fallisce invece il tentativo di mischiare sketch semi-comici e storie parallele (la love story del figlio di Gibson con la compagna di scuola) a quella principale incentrata sulla depressione e lo sdoppiamento di personalità del padre di famiglia per la scontatezza in cui facilmente si incorre. voto 6
- Tutti per Uno : Ambientata nella Francia dei nostri giorni è la storia di 5 ragazzini che, scappando di casa, inscenano una singolare protesta contro l'imminente espulsione dal paese della loro compagna (di classe e di fuga) cecena. Co-protagonista della storia e madre di due dei ragazzi è Valeria Bruni Tedeschi ( sorella della più nota Carla) nel ruolo un po' banale, ma sicuramente provocatorio, di madre borghese "di sinistra" solidale e attiva nelle battaglie dei sans-papier. Film godibile per la delicatezza con cui viene rappresentata l'amicizia tra giovani protagonisti : spensierata e priva di pregiudizi sociali e razziali, vera. voto 6/7
Notte da Leoni 2: Devo ammettere che subisco il fascino di Bradley Cooper che mi ha spinto nuovamente sulla strada dei folli addii al celibato di questo gruppo di scalmanati ragazzi. Il film è la fotocopia del primo (che NEL SUO GENERE avevo trovato simpatico) solo più banale e volgare. voto 5
A parte ciò, vi lascio una breve rassegna dei film che ho visto ultimamente :
- Mr Beaver: L'idea, quella del pupazzo come alter-ego del protagonista, convince così come l'interpretazione di Mel Gibson,notevole. Fallisce invece il tentativo di mischiare sketch semi-comici e storie parallele (la love story del figlio di Gibson con la compagna di scuola) a quella principale incentrata sulla depressione e lo sdoppiamento di personalità del padre di famiglia per la scontatezza in cui facilmente si incorre. voto 6
- Tutti per Uno : Ambientata nella Francia dei nostri giorni è la storia di 5 ragazzini che, scappando di casa, inscenano una singolare protesta contro l'imminente espulsione dal paese della loro compagna (di classe e di fuga) cecena. Co-protagonista della storia e madre di due dei ragazzi è Valeria Bruni Tedeschi ( sorella della più nota Carla) nel ruolo un po' banale, ma sicuramente provocatorio, di madre borghese "di sinistra" solidale e attiva nelle battaglie dei sans-papier. Film godibile per la delicatezza con cui viene rappresentata l'amicizia tra giovani protagonisti : spensierata e priva di pregiudizi sociali e razziali, vera. voto 6/7
Notte da Leoni 2: Devo ammettere che subisco il fascino di Bradley Cooper che mi ha spinto nuovamente sulla strada dei folli addii al celibato di questo gruppo di scalmanati ragazzi. Il film è la fotocopia del primo (che NEL SUO GENERE avevo trovato simpatico) solo più banale e volgare. voto 5
valestella817- meteorite
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Re: I Film di DarkOver
Cara Liussi, ho visto poche novità ultimamente e di queste scrivo due righe su
Il ragazzo con la bicicletta (Le gamin au vélo) dei fratellini Dardenne
sicuramente buono, anche se i due vecchietti belgi hanno fatto di meglio. La cosa migòliore è come sempre il rispetto che hanno per i personaggi fanciulli e adolescenti. Un processo progressivo di semplificazione del linguaggio li porta però a rinunciare al potenziale del cinema nel raccontare sentimenti e interiorità; si alza un po' il tasso di convenzionalità. Per fortuna non totale, infatti più delle vicende e delle parole ci spiegano del ragazzo protagonista il suo girare ossessivo sul ciclo e i suoi mutismi.
Riflessione collaterale: perchè negli ultimi tempi al cinema i maschi adulti sono tutti idioti bambini?
Il ragazzo con la bicicletta (Le gamin au vélo) dei fratellini Dardenne
sicuramente buono, anche se i due vecchietti belgi hanno fatto di meglio. La cosa migòliore è come sempre il rispetto che hanno per i personaggi fanciulli e adolescenti. Un processo progressivo di semplificazione del linguaggio li porta però a rinunciare al potenziale del cinema nel raccontare sentimenti e interiorità; si alza un po' il tasso di convenzionalità. Per fortuna non totale, infatti più delle vicende e delle parole ci spiegano del ragazzo protagonista il suo girare ossessivo sul ciclo e i suoi mutismi.
Riflessione collaterale: perchè negli ultimi tempi al cinema i maschi adulti sono tutti idioti bambini?
mambu- cometa
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Re: I Film di DarkOver
mambu ha scritto:
Riflessione collaterale: perchè negli ultimi tempi al cinema i maschi adulti sono tutti idioti bambini?
- Spoiler:
anna- admin anna
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Re: I Film di DarkOver
anna ha scritto:mambu ha scritto:
Riflessione collaterale: perchè negli ultimi tempi al cinema i maschi adulti sono tutti idioti bambini?
- Spoiler:
- Spoiler:
- non te ne approfittare: non si spara sulla croce rossa
mambu- cometa
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Re: I Film di DarkOver
mambu ha scritto:
- Spoiler:
non te ne approfittare: non si spara sulla croce rossa
- Spoiler:
- troppo facile per lasciarsi sfuggire l'occasione
anna- admin anna
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Re: I Film di DarkOver
mambu ha scritto:
Riflessione collaterale: perchè negli ultimi tempi al cinema i maschi adulti sono tutti idioti bambini?
forse è un tentativo superficiale e stereotipato di rappresentare il maschio odierno?
la solita solfa dell'uomo-bambino che rifiuta la realtà rifugiandosi in attegiamenti immaturi.
comunque non mi troverebbe d'accordo, qualsiasi schema che incaselli il genere umano mi rimane estraneo.
oppure non capiro un'acca su quello che volevi dire.....
L'ultima opzione è la più valida.
Lucy Gordon- agente critico
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Re: I Film di DarkOver
a dire il vero l'opzione più valida è che la mia sia una generalizzazione senza sensoLucy Gordon ha scritto:mambu ha scritto:
Riflessione collaterale: perchè negli ultimi tempi al cinema i maschi adulti sono tutti idioti bambini?
forse è un tentativo superficiale e stereotipato di rappresentare il maschio odierno?
la solita solfa dell'uomo-bambino che rifiuta la realtà rifugiandosi in attegiamenti immaturi.
comunque non mi troverebbe d'accordo, qualsiasi schema che incaselli il genere umano mi rimane estraneo.
oppure non capiro un'acca su quello che volevi dire.....
L'ultima opzione è la più valida.
mambu- cometa
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Re: I Film di DarkOver
E' in arrivo un film moooooooooooolto impegnato... ...che io andrò a vedere...
http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/copertina/quotil-gatto-con-gli-stivaliquot-in-esclusiva-il-trailer-italiano/29959930/1/1
http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/copertina/quotil-gatto-con-gli-stivaliquot-in-esclusiva-il-trailer-italiano/29959930/1/1
Stellaneltempo- satellite artificiale
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Re: I Film di DarkOver
porti anche i tuoi cuccioli?
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Re: I Film di DarkOver
Arriva in Italia "When You're Strange"
Morgan racconta Jim Morrison e i Doors
Al cinema dal 21 giugno, in tv il 3 luglio e il 6 in homevideo, il più organico docufilm sulla band californiana e il suo leader. Voce narrante, l'artista italiano: "Le parole di Jim furono come bombe. Ma lui era un poeta e andrebbe studiato"
Presentato al Sundance 2009 e premiato un anno dopo con il Grammy Award per il miglior lungometraggio musicale, arriva anche in Italia, con un lancio in grande stile, il più organico docu-film mai realizzato su Jim Morrison e i Doors: When You're Strange.
La pellicola debutterà nei cinema il 21 giugno, il 3 luglio sarà trasmessa alle 21,15 da Studio Universal sul digitale terrestre. Infine, approderà in homevideo il 6 luglio, in una cofanetto Feltrinelli comprendente anche il libro I giorni del Caos di John Delmonico, accurata analisi dei file declassificati da Cia e Fbi sul "caso Morrison".
5
Ma When You're Strange ha anche una speciale anteprima lunedi 20 giugno a Roma, al cinema The Space-Moderno in piazza della Repubblica. Una serata in parte a inviti e in parte a ingresso libero fino a esaurimento posti, con la visione del film preceduta da un mini concerto di Morgan, quattro pezzi in cui il musicista esibisce lo stesso basso Rhodes che fu di Ray Manzarek, il tastierista dei Doors.
Il coinvolgimento di Morgan nel progetto è ben più profondo. Sua è la voce narrante dell'edizione italiana di When You're Strange, e quindi il racconto della storia di Jim Morrison e dei Doors che fa da collante al montaggio operato dal regista Tom DiCillo utilizzando solo documenti veri, materiali d'archivio, apparizioni televisive, foto e video spesso inediti. Un ruolo importante, che in America è toccato a Johnny Depp.
In conferenza stampa, Morgan lascia intendere di essere pronto a riprendersi X-Factor 6 quando il talent sbarcherà su Sky, poi punta deciso su Morrison. "Jim mi ha sempre ispirato voglia di fare - racconta -. Lui è una stella, nel senso di energia, propulsione, fuoco. Ed è contagioso: quando, adolescente, andai al cinema a vedere il film di Oliver Stone sui Doors 7, uscii dalla sala che avevo cinque canzoni nuove pronte. Mi commuove pensare che ha vissuto solo per 27 anni, un'età diabolica. Hendrix, Joplin, anche loro morti a 27 anni. Anche Luigi Tenco aveva 27 anni. Ma, per la mole di arte e cultura prodotta, quei 27 anni valgono una vita. Per questo, Jim Morrison non è di certo un artista inespresso".
Cercando il giusto equilibrio tra il ritratto delle singole personalità dei Doors, dimensione artistica e impatto della loro musica sull'America degli anni 60, When You're Strange non indulge in dettagli che gli appassionati conoscono a memoria. Condito da intime immagini familiari, da preziosi estratti dei due tentativi di film di Jim - HWY e Feast of Friends - non manca nulla. L'incontro tra Jim e Manzarek, studenti di cinematografia all'Ucla di Los Angeles, la nascita della band con Robby Krieger alla chitarra e John Densmore alla batteria. I concerti al Whisky a Go-Go, il contratto con l'Elektra e lo straordinario, omonimo album di debutto del gennaio 1967. Un disco trascinato in classifica dal successo del singolo Light My Fire, scritto da Krieger, ma chiuso dai 12 minuti di The End, in cui la poetica visionaria di Morrison e la sua radicale contrapposizione all'ipocrisia dell'America si esprime in un solo, edipico, verso in cui esplode il conflitto generazionale: "Padre, voglio ucciderti, madre voglio fotterti".
Mescolate al sex appeal di Jim, alla sua sciamanica capacità di catalizzare le menti delle folle ai concerti dei Doors, quelle parole costituiscono probabilmente la più concreta, radicale, potenzialmente dirompente sfida agli schemi sociali e alle certezze dell'America puritana e perbenista che in quell'irripetibile decennio già si trovava a dover fronteggiare la pacifica utopia hippie, le marce del movimento per i diritti civili e la grande sperimentazione giovanile dell'Lsd come espansione della coscienza. Eppure, nel film i Doors appaiono come scavalcati a destra dalla loro naturale attitudine a spargere i semi della rivoluzione. Ray Manzarek: "Vorremmo che a parlare fosse solo la musica, che arrivasse il suo messaggio". Ed ecco Jim rispondere alla domanda: "Politici? Siamo musicisti e scrittori".
Anche Morgan contrasta l'immaginario di Morrison come agitatore di folle, esagitato e violento. "Certo, le sue parole furono come bombe. Ma lui curava le parole, era un poeta e andrebbe studiato come esempio di poesia di quell'America, assieme a Lou Reed. Ed è un modello educativo. Era gentile, candido. I poliziotti lo prelevano dal palco e lui non reagisce con violenza, porge loro il microfono come per un'intervista. Dipingerlo come un volgare e un violento è legger male questo essere umano raro, appassionato di poesia, buono, quasi cristologico, un martire. Io ho Rimbaud sulla maglietta. Anche lui lo adorava. Jim era un altissimo simbolista. Lo vogliono ricordare solo come uno che ha mostrato il pene...".
Di quella famosa serata al Dinner Key Auditorium di Miami, primo marzo 1969, l'inizio della fine dei Doors, When You're Strange cattura l'audio della voce evidentemente alterata di Jim. "Non sto parlando di rivoluzione, sto parlando di amore amore amore...". La folla è in attesa da ore, Morrison ha perso l'aereo ed è arrivato in grave ritardo. Il caldo è opprimente, qualcuno lancia vernice addosso al gruppo. "Bastardi - reagisce Jim, ormai fuori controllo - siete solo degli schiavi, e forse vi piace. Ma forse siete qui per vedere qualcos'altro...". Ed ecco la sequenza fotografica che immortala il momento in cui Morrison sembra aprirsi la cerniera dei pantaloni e finisce con l'essere placcato dagli agenti di polizia, una presenza ormai costante sul palco dei Doors.
Se la repressione poliziesca tappò la bocca a un movimento giovanile che credeva di cambiare il mondo offrendo fiori agli agenti in tenuta antisommossa, il doppio capo d'accusa - oltraggio al pudore e linguaggio osceno - misero Jim Morrison in un angolo con il rischio del carcere. Il suo esilio volontario nella Francia dei suoi poeti più amati, lontano dalla celebrità e dal rock show, e la sua morte, sopraggiunta la notte del 3 luglio 1971, per cause mai del tutto chiarite e su cui il film non indaga, rappresentano l'emblematica fine di un'epoca. Ed è strano pensare a come oggi, in un momento storico in cui i giovani scendono in piazza ovunque, il rock abbia smesso di esserne frutto ancor prima che espressione, come allora.
Secondo alcuni, il rock più autentico è morto assieme a Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin. Negli anni successivi l'industria tentò solo di recuperare il denaro investito nelle stelle nascenti dal movement degli anni 60. "Come arte il rock non è mai morto - ribatte invece Morgan -, industria lo era anche ai tempi dei Doors. Ma oggi è l'hip hop l'unica musica capace di raccontare cosa accade in strada". Un ultimo pensiero di Morgan va agli altri tre Doors, Manzarek, Krieger e Densmore: "Non so cosa volesse dire per loro avere a che fare con una personalità come Morrison. Forse si potrebbe chiedere ai Bluvertigo cosa ha significato per loro avere a che fare con me", conclude in tono ironico.
republica
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a proposito di Morgan
Morgan racconta Jim Morrison e i Doors
Al cinema dal 21 giugno, in tv il 3 luglio e il 6 in homevideo, il più organico docufilm sulla band californiana e il suo leader. Voce narrante, l'artista italiano: "Le parole di Jim furono come bombe. Ma lui era un poeta e andrebbe studiato"
Presentato al Sundance 2009 e premiato un anno dopo con il Grammy Award per il miglior lungometraggio musicale, arriva anche in Italia, con un lancio in grande stile, il più organico docu-film mai realizzato su Jim Morrison e i Doors: When You're Strange.
La pellicola debutterà nei cinema il 21 giugno, il 3 luglio sarà trasmessa alle 21,15 da Studio Universal sul digitale terrestre. Infine, approderà in homevideo il 6 luglio, in una cofanetto Feltrinelli comprendente anche il libro I giorni del Caos di John Delmonico, accurata analisi dei file declassificati da Cia e Fbi sul "caso Morrison".
5
Ma When You're Strange ha anche una speciale anteprima lunedi 20 giugno a Roma, al cinema The Space-Moderno in piazza della Repubblica. Una serata in parte a inviti e in parte a ingresso libero fino a esaurimento posti, con la visione del film preceduta da un mini concerto di Morgan, quattro pezzi in cui il musicista esibisce lo stesso basso Rhodes che fu di Ray Manzarek, il tastierista dei Doors.
Il coinvolgimento di Morgan nel progetto è ben più profondo. Sua è la voce narrante dell'edizione italiana di When You're Strange, e quindi il racconto della storia di Jim Morrison e dei Doors che fa da collante al montaggio operato dal regista Tom DiCillo utilizzando solo documenti veri, materiali d'archivio, apparizioni televisive, foto e video spesso inediti. Un ruolo importante, che in America è toccato a Johnny Depp.
In conferenza stampa, Morgan lascia intendere di essere pronto a riprendersi X-Factor 6 quando il talent sbarcherà su Sky, poi punta deciso su Morrison. "Jim mi ha sempre ispirato voglia di fare - racconta -. Lui è una stella, nel senso di energia, propulsione, fuoco. Ed è contagioso: quando, adolescente, andai al cinema a vedere il film di Oliver Stone sui Doors 7, uscii dalla sala che avevo cinque canzoni nuove pronte. Mi commuove pensare che ha vissuto solo per 27 anni, un'età diabolica. Hendrix, Joplin, anche loro morti a 27 anni. Anche Luigi Tenco aveva 27 anni. Ma, per la mole di arte e cultura prodotta, quei 27 anni valgono una vita. Per questo, Jim Morrison non è di certo un artista inespresso".
Cercando il giusto equilibrio tra il ritratto delle singole personalità dei Doors, dimensione artistica e impatto della loro musica sull'America degli anni 60, When You're Strange non indulge in dettagli che gli appassionati conoscono a memoria. Condito da intime immagini familiari, da preziosi estratti dei due tentativi di film di Jim - HWY e Feast of Friends - non manca nulla. L'incontro tra Jim e Manzarek, studenti di cinematografia all'Ucla di Los Angeles, la nascita della band con Robby Krieger alla chitarra e John Densmore alla batteria. I concerti al Whisky a Go-Go, il contratto con l'Elektra e lo straordinario, omonimo album di debutto del gennaio 1967. Un disco trascinato in classifica dal successo del singolo Light My Fire, scritto da Krieger, ma chiuso dai 12 minuti di The End, in cui la poetica visionaria di Morrison e la sua radicale contrapposizione all'ipocrisia dell'America si esprime in un solo, edipico, verso in cui esplode il conflitto generazionale: "Padre, voglio ucciderti, madre voglio fotterti".
Mescolate al sex appeal di Jim, alla sua sciamanica capacità di catalizzare le menti delle folle ai concerti dei Doors, quelle parole costituiscono probabilmente la più concreta, radicale, potenzialmente dirompente sfida agli schemi sociali e alle certezze dell'America puritana e perbenista che in quell'irripetibile decennio già si trovava a dover fronteggiare la pacifica utopia hippie, le marce del movimento per i diritti civili e la grande sperimentazione giovanile dell'Lsd come espansione della coscienza. Eppure, nel film i Doors appaiono come scavalcati a destra dalla loro naturale attitudine a spargere i semi della rivoluzione. Ray Manzarek: "Vorremmo che a parlare fosse solo la musica, che arrivasse il suo messaggio". Ed ecco Jim rispondere alla domanda: "Politici? Siamo musicisti e scrittori".
Anche Morgan contrasta l'immaginario di Morrison come agitatore di folle, esagitato e violento. "Certo, le sue parole furono come bombe. Ma lui curava le parole, era un poeta e andrebbe studiato come esempio di poesia di quell'America, assieme a Lou Reed. Ed è un modello educativo. Era gentile, candido. I poliziotti lo prelevano dal palco e lui non reagisce con violenza, porge loro il microfono come per un'intervista. Dipingerlo come un volgare e un violento è legger male questo essere umano raro, appassionato di poesia, buono, quasi cristologico, un martire. Io ho Rimbaud sulla maglietta. Anche lui lo adorava. Jim era un altissimo simbolista. Lo vogliono ricordare solo come uno che ha mostrato il pene...".
Di quella famosa serata al Dinner Key Auditorium di Miami, primo marzo 1969, l'inizio della fine dei Doors, When You're Strange cattura l'audio della voce evidentemente alterata di Jim. "Non sto parlando di rivoluzione, sto parlando di amore amore amore...". La folla è in attesa da ore, Morrison ha perso l'aereo ed è arrivato in grave ritardo. Il caldo è opprimente, qualcuno lancia vernice addosso al gruppo. "Bastardi - reagisce Jim, ormai fuori controllo - siete solo degli schiavi, e forse vi piace. Ma forse siete qui per vedere qualcos'altro...". Ed ecco la sequenza fotografica che immortala il momento in cui Morrison sembra aprirsi la cerniera dei pantaloni e finisce con l'essere placcato dagli agenti di polizia, una presenza ormai costante sul palco dei Doors.
Se la repressione poliziesca tappò la bocca a un movimento giovanile che credeva di cambiare il mondo offrendo fiori agli agenti in tenuta antisommossa, il doppio capo d'accusa - oltraggio al pudore e linguaggio osceno - misero Jim Morrison in un angolo con il rischio del carcere. Il suo esilio volontario nella Francia dei suoi poeti più amati, lontano dalla celebrità e dal rock show, e la sua morte, sopraggiunta la notte del 3 luglio 1971, per cause mai del tutto chiarite e su cui il film non indaga, rappresentano l'emblematica fine di un'epoca. Ed è strano pensare a come oggi, in un momento storico in cui i giovani scendono in piazza ovunque, il rock abbia smesso di esserne frutto ancor prima che espressione, come allora.
Secondo alcuni, il rock più autentico è morto assieme a Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin. Negli anni successivi l'industria tentò solo di recuperare il denaro investito nelle stelle nascenti dal movement degli anni 60. "Come arte il rock non è mai morto - ribatte invece Morgan -, industria lo era anche ai tempi dei Doors. Ma oggi è l'hip hop l'unica musica capace di raccontare cosa accade in strada". Un ultimo pensiero di Morgan va agli altri tre Doors, Manzarek, Krieger e Densmore: "Non so cosa volesse dire per loro avere a che fare con una personalità come Morrison. Forse si potrebbe chiedere ai Bluvertigo cosa ha significato per loro avere a che fare con me", conclude in tono ironico.
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- Spoiler:
- Morgan: "Vasco è morto a 27 anni, almeno artisticamente"
Morgan è tornato. Ieri sera ha preso parte alla presentazione del film documentario sui Doors e sulla vita di Jim Morrison, "When You're Strange", nel quale è la voce narrante per la versione italiana; e in tale occasione ha affermato "Vasco è morto a 27 anni, almeno artisticamente". Il tutto ha avuto inizio da una dichiarazione dello stesso Vasco "Dovevo morire come Jim Morrison, giovane"; e Morgan ha preso spunto proprio da questo per dire la sua in merito, ha associato l'età della morte di Morrison con la morte "professionale" del Blasco.
Che sia stata una provocazione o una polemica non è dato sapere, chissà se il rocker risponderà all'attacco, quello che è certo è che molto probabilmente i fan di Vasco non esiteranno a rispondere a tono. Parlando del film si è detto entusiasta, e soprattutto con una gran voglia di fare, quando qualcuno gli ha chiesto se Morrison sarebbe stato creativo anche senza l'alcool, lui con la solita vena polemica ha risposto "Non lo so, l’alcool è la droga che fa più male, non a caso, la disintossicazione è più dura di quella dall’eroina. Anche se è legale, è la droga più pericolosa".
italianews
come riesce lui a farsi nuovi amici e dire caz... sciocchezze
anna- admin anna
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Re: I Film di DarkOver
La star di "Gossip Girl" nella parte di Buckley
Sarà Penn Badgley a interpretare in un film il rocker morto annegato nel 1997
foto Tgcom
12:43 - E' ufficialmente in cantiere il film su Jeff Buckley, il cantautore americano morto annegato nel 1997 dopo un solo album, "Grace", divenuto leggenda. Come protagonista di "Greetings From Tim Buckley", questo il titolo del film, è stato scelto Penn Badgley, star della serie televisiva "Gossip Girl". Prima che la spuntasse Badgley, per il ruolo erano circolati i nomi di Jess Franco e Robert Pattinson. Chissà se i fan di Buckley approveranno la scelta.
Dopo aver stupito il mondo con il suo unico album, Buckley morì durante un tragico bagno nella notte nel Wolf River, nel Tennessee. Questo mentre stave realizzando quello che sarebbe dovuto essere il successore di "Grace".
Il film però non si concentrerà su questo episodio, quanto su uno di qualche anno precedente. Quello del viaggio che Jeff intraprese alla ricerca dell'eredità artistica lasciatagli dal padre, il cantante Tim, morto di overdose nel 1975. Un percorso che culminò in una straordinaria performance nel 1991, dove Jeff interpretò le canzoni del padre.
http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/1013226/la-star-di-gossip-girl-nella-parte-di-buckley.shtml
Sarà Penn Badgley a interpretare in un film il rocker morto annegato nel 1997
foto Tgcom
12:43 - E' ufficialmente in cantiere il film su Jeff Buckley, il cantautore americano morto annegato nel 1997 dopo un solo album, "Grace", divenuto leggenda. Come protagonista di "Greetings From Tim Buckley", questo il titolo del film, è stato scelto Penn Badgley, star della serie televisiva "Gossip Girl". Prima che la spuntasse Badgley, per il ruolo erano circolati i nomi di Jess Franco e Robert Pattinson. Chissà se i fan di Buckley approveranno la scelta.
Dopo aver stupito il mondo con il suo unico album, Buckley morì durante un tragico bagno nella notte nel Wolf River, nel Tennessee. Questo mentre stave realizzando quello che sarebbe dovuto essere il successore di "Grace".
Il film però non si concentrerà su questo episodio, quanto su uno di qualche anno precedente. Quello del viaggio che Jeff intraprese alla ricerca dell'eredità artistica lasciatagli dal padre, il cantante Tim, morto di overdose nel 1975. Un percorso che culminò in una straordinaria performance nel 1991, dove Jeff interpretò le canzoni del padre.
http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/1013226/la-star-di-gossip-girl-nella-parte-di-buckley.shtml
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