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Re: Addio a.....
anna ha scritto:Addio a Freak Antoni la voce degli Skiantos...
una perdita grandissima, ma sono sicuro che, come spesso accade, ce ne renderemo conto solo tra trent'anni...
ubik- admin ubik
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Re: Addio a.....
È morto Manlio Sgalambro[/font]
Noto al grande pubblico soprattutto per la sua ventennale collaborazione con Franco Battiato, Sgalambro, nato a Lentini il 9 dicembre del 1924, era un filosofo, scrittore, poeta e cantautore. L'opera filosofica di Sgalambro ha un netto orientamento nichilista e risente delle influenze, fra gli altri, di Friedrich Nietzsche ed Emil Cioran.
Dopo alcuni saggi in piccole riviste negli anni '50 e '60, Sgalambro ha esordito nel 1982, in tarda età con quella che probabilmente è la sua opera più rappresentativa: "La morte del sole". A partire da questo libro, il filosofo ha raggiunto una notorietà sempre più vasta, anche grazie a una serie di apparizioni televisive. Negli anni successivi, Sgalambro ha pubblicato molti altri volumi (alcuni dei quali tradotti in tedesco, francese e spagnolo), fra i quali "Trattato dell'empietà", "Del pensare breve", "Dell'indifferenza in materia di società", "La consolazione", "Trattato dell'età", "De mundo pessimo" e altri. L'ultimo è "Variazioni e capricci morali", pubblicato nel 2013.
A partire dal 1994, Sgalambro ha collaborato a gran parte dei progetti di Battiato, e proprio questa collaborazione gli ha regalato una grande popolarità. Per il musicista siciliano Sgalambro ha scritto libretti d'opera, testi di canzoni e sceneggiature per film. Dal 1998 ha scritto testi di canzoni anche per Patty Pravo, Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Milva e Adriano Celentano. Sgalambro ha scritto anche i testi di canzoni per bambini quali "Madama Dore", "Fra Martino campanaro", "Il merlo ha perso il becco", su musiche di Giovanni Ferracin.
fonte
Noto al grande pubblico soprattutto per la sua ventennale collaborazione con Franco Battiato, Sgalambro, nato a Lentini il 9 dicembre del 1924, era un filosofo, scrittore, poeta e cantautore. L'opera filosofica di Sgalambro ha un netto orientamento nichilista e risente delle influenze, fra gli altri, di Friedrich Nietzsche ed Emil Cioran.
Dopo alcuni saggi in piccole riviste negli anni '50 e '60, Sgalambro ha esordito nel 1982, in tarda età con quella che probabilmente è la sua opera più rappresentativa: "La morte del sole". A partire da questo libro, il filosofo ha raggiunto una notorietà sempre più vasta, anche grazie a una serie di apparizioni televisive. Negli anni successivi, Sgalambro ha pubblicato molti altri volumi (alcuni dei quali tradotti in tedesco, francese e spagnolo), fra i quali "Trattato dell'empietà", "Del pensare breve", "Dell'indifferenza in materia di società", "La consolazione", "Trattato dell'età", "De mundo pessimo" e altri. L'ultimo è "Variazioni e capricci morali", pubblicato nel 2013.
A partire dal 1994, Sgalambro ha collaborato a gran parte dei progetti di Battiato, e proprio questa collaborazione gli ha regalato una grande popolarità. Per il musicista siciliano Sgalambro ha scritto libretti d'opera, testi di canzoni e sceneggiature per film. Dal 1998 ha scritto testi di canzoni anche per Patty Pravo, Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Milva e Adriano Celentano. Sgalambro ha scritto anche i testi di canzoni per bambini quali "Madama Dore", "Fra Martino campanaro", "Il merlo ha perso il becco", su musiche di Giovanni Ferracin.
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Re: Addio a.....
Morto D'Ambrosio ex capo del Pool Mani Pulite
L'ex procuratore capo di Milano aveva 83 anni. Senatore dei Ds e del Pd, all'inizio degli Anni '90 aveva subito un trapianto di cuore
E' morto nel pomeriggio in ospedale a Milano l'ex procuratore capo di Milano, Gerardo D'Ambrosio, protagonista della stagione di Mani pulite. D'Ambrosio aveva 83 anni ed era successo a Francesco Saverio Borrelli. Senatore dei Ds e del Pd, era stato sottoposto all'inizio degli Anni '90 a un trapianto di cuore.
Pm Milano, "immenso rimpianto" - "Immenso rimpianto per le straordinarie qualità professionali e umane": così i magistrati della Procura della Repubblica di Milano ricordano Gerardo D'Ambrosio. "I magistrati della Procura della Repubblica di Milano - è scritto in una nota firmata dal Procuratore Edmondo Bruti Liberati - si uniscono al dolore dei familiari per la scomparsa di Gerardo D'Ambrosio già Procuratore della Repubblica di Milano e ne ricordano con immenso rimpianto le straordinarie qualità professionali e umane".
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L'ex procuratore capo di Milano aveva 83 anni. Senatore dei Ds e del Pd, all'inizio degli Anni '90 aveva subito un trapianto di cuore
E' morto nel pomeriggio in ospedale a Milano l'ex procuratore capo di Milano, Gerardo D'Ambrosio, protagonista della stagione di Mani pulite. D'Ambrosio aveva 83 anni ed era successo a Francesco Saverio Borrelli. Senatore dei Ds e del Pd, era stato sottoposto all'inizio degli Anni '90 a un trapianto di cuore.
Pm Milano, "immenso rimpianto" - "Immenso rimpianto per le straordinarie qualità professionali e umane": così i magistrati della Procura della Repubblica di Milano ricordano Gerardo D'Ambrosio. "I magistrati della Procura della Repubblica di Milano - è scritto in una nota firmata dal Procuratore Edmondo Bruti Liberati - si uniscono al dolore dei familiari per la scomparsa di Gerardo D'Ambrosio già Procuratore della Repubblica di Milano e ne ricordano con immenso rimpianto le straordinarie qualità professionali e umane".
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Re: Addio a.....
lutto nel mondo della cultura
Morto lo storico francese Jacques Le Goff, aveva 90 anni
La notizia annunciata da Le Monde. Era uno dei più grandi studiosi del Medioevo
È morto oggi a 90 anni il grande storico medievalista francese Jacques Le Goff. Lo ha annunciato la sua famiglia, secondo quanto si legge sul sito del quotidiano Le Monde. Nato a Tolone nel 1924, Le Goff è stato tra i massimi studiosi della società occidentale del Medioevo, spiccando nel campo della ricerca agiografica. Dopo aver studiato all’Ecole normale superieure, nel 1954 fu nominato professore alla facoltà di Lettere dell’università di Lille, per poi passare quattro anni più tardi come ricercatore al Centre nationale de la recherche scientifique a Parigi. Nel 1972, lo storico assunse per un quinquennio la direzione della sesta sezione dell’Ecole pratique des hautes etudes. Tra le sue opere, Gli intellettuali del Medioevo , Il basso medioevo, La civiltà dell’Occidente medioevale, Mercanti e banchieri del Medioevo.
http://www.corriere.it/cultura/14_aprile_01/morto-storico-francese-jacques-goff-aveva-90-anni-b01e1b66-b989-11e3-92e9-a78914a8c77a.shtml
Morto lo storico francese Jacques Le Goff, aveva 90 anni
La notizia annunciata da Le Monde. Era uno dei più grandi studiosi del Medioevo
È morto oggi a 90 anni il grande storico medievalista francese Jacques Le Goff. Lo ha annunciato la sua famiglia, secondo quanto si legge sul sito del quotidiano Le Monde. Nato a Tolone nel 1924, Le Goff è stato tra i massimi studiosi della società occidentale del Medioevo, spiccando nel campo della ricerca agiografica. Dopo aver studiato all’Ecole normale superieure, nel 1954 fu nominato professore alla facoltà di Lettere dell’università di Lille, per poi passare quattro anni più tardi come ricercatore al Centre nationale de la recherche scientifique a Parigi. Nel 1972, lo storico assunse per un quinquennio la direzione della sesta sezione dell’Ecole pratique des hautes etudes. Tra le sue opere, Gli intellettuali del Medioevo , Il basso medioevo, La civiltà dell’Occidente medioevale, Mercanti e banchieri del Medioevo.
http://www.corriere.it/cultura/14_aprile_01/morto-storico-francese-jacques-goff-aveva-90-anni-b01e1b66-b989-11e3-92e9-a78914a8c77a.shtml
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Re: Addio a.....
Gabriel Garcia Marquez morto: addio all'autore di Cent'anni di solitudine
Il premio Nobel per la Letteratura, il colombiano Gabriel Garcia Marquez è morto. Lo riferisce la stampa messicana e spagnola. Marquez era stato ricoverato in ospedale il 3 aprile scorso a Città del Messico. L'autore di "Cent'anni di solitudine", romanzo chiave del realismo magico ibero-americano, aveva 87 anni.
fonte
Il premio Nobel per la Letteratura, il colombiano Gabriel Garcia Marquez è morto. Lo riferisce la stampa messicana e spagnola. Marquez era stato ricoverato in ospedale il 3 aprile scorso a Città del Messico. L'autore di "Cent'anni di solitudine", romanzo chiave del realismo magico ibero-americano, aveva 87 anni.
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Re: Addio a.....
Cent'anni di solitudine e L'amore ai tempi del colera sono due romanzi bellissimi
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Re: Addio a.....
È morto Bob Hoskins,
fu la spalla di “Roger Rabbit”
Aveva 71 anni, si era ritirato dalle scene due anni fa dopo aver scoperto
di essere affetto dal morbo di Parkinson. Interpretò anche Spugna in “Hook - Capitan Uncino” di Spielberg e uno dei nani in “Biancaneve e il cacciatore”
Per tutti era la spalla di «Roger Rabbit». E, infatti, è sicuramente il film con il simpatico consiglio ad averlo reso famoso. Ma Bob Hoskins era molto di più. Era un caratterista di classe, poliedrico e divertente. L’attore britannico si è spento a 71 anni per una polmonite. Lo ha annunciato il suo agente. Hoskins aveva abbandonato da due anni il mondo del cinema, dopo la scoperta di essere affetto dal morbo di Parkinson.
A soli 15 anni aveva abbandonato gli studi per lavorare e mantenersi: fece il facchino, il camionista e il lavavetri. La passione per la recitazione arrivò quasi per caso, dieci anni dopo. Hoskins aveva accompagnato un amico ad assistere ad alcuni provini, venne scambiato per uno degli aspiranti attori, gli diedero un copione e lo portarono sul palco. Da lì cominciò la sua scalata verso il successo, prima in teatro, poi in tv negli anni ’70, e infine al cinema. Oltre che per il ruolo di detective in “Chi ha incastrato Roger Rabbit” , Hoskins ha recitato in “Hook - Capitan Uncino” di Steven Spielberg, nel ruolo di Spugna, e in “Biancaneve e il cacciatore”, dove interpretava uno dei sette nani.
«Siamo devastati per la perdita del nostro amato Bob», hanno detto la moglie Linda e i figlie Alex, Sarah, Rosa e Jack in un comunicato. «Bob è morto serenamente in ospedale la scorsa notte, circondato dalla famiglia, a seguito di un attacco di polmonite. Vi chiediamo di rispettare la nostra privacy in questo momento e ringraziamo tutti per i messaggi di amore e sostegno».
Attivo nella sua quarantennale carriera anche sul versante televisivo, Hoskins ha preso parte ad alcune fiction italiane di grande successo come “Il Papa buono” diretta da Ricky Tognazzi per Canale 5, dove interpretava la figura di Papa Giovanni XXIII, “Io e il Duce”, nel quale vestiva i panni di Benito Mussolini, e “Pinocchio” di Alberto Sironi nel quale ricopriva il ruolo di Geppetto. La sua ultima apparizione sugli schermi risale al 2012 nel film “Biancaneve e il cacciatore”, dove interpreta Muir, uno dei sette nani. Fra i suoi film più celebri, Cotton Club di Francis Ford Coppola (1984), Brazil di Terry Gilliam (1985), Un fantasma per amico (Heart Condition) (1990), Sirene (Mermaids) (1990) a fianco di Cher e Winona Ryder, Hook (1991).
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Re: Addio a.....
ma che peccato
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Re: Addio a.....
è morto Hans Giger il creatore dell'extraterrestre di Alien e non solo
pare cadendo dalle scale
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Re: Addio a.....
È morto a Torino Giorgio Faletti
Aveva 63 anni. Era malato da tempo. La sua vita tra musica, cabaret e romanzi
Aveva una casa ad Asti, piena di chitarre, una all’Elba, fra il bosco e il mare, gli ulivi e le onde «che si frangono», come mi disse una volta specificando subito dopo che il verbo frangersi gli faceva venire l’orticaria, anche se ormai l’aveva detto. E amava New York, dove scappava molto spesso per ascoltare musica, talvolta per suonarla anche se la sua passione per le chitarre (rigorosamente vintage) era, sospettava, «non corrisposta». In America Giorgio Faletti è andato per l’ultima volta cercando alleati nella battaglia contro il male che lo aveva aggredito a tradimento, quando aveva tanti progetti e tante cose da fare ancora. Non è riuscito a vincerla. E’ morto alle Molinette di Torino, dopo 63 anni vissuti all’insegna di una affettuosa ironia, con quel mezzo sorriso di «provinciale» cosmopolita: uno che si sentiva sempre un po’ come se venisse da fuori, nemmeno da Asti, dalla periferia, dove ha trovato i tipi umani che lo hanno reso celebre come cabarettista e ai quali, dopo il successo da scrittore, era ritornata negli ultimi romanzi.
«Ho avuto la fortuna di vivere in un luogo dove c’erano personaggi che sarebbero piaciuti a Fellini, ed erano veri», diceva. E’ cresciuto tra la città e le colline, da dove ha estratto come un coniglio dal cappello quel Passerano Marmorito che divenne un luogo mitico negli Anni Ottanta - nessuno credeva che esistesse un paese del genere -, poi se n’è andato per trasformare in un lavoro retribuito il ruolo di Romeo che faceva in una parodia shakespeariana legata al Palio di Asti. A Milano lo aspettava il Derby, cabaret dove si esibivano tutti i nuovi comici italiani e che di lì a poco avrebbe generato Drive-in, la nuova televisione: anche se «il primo sogno da ragazzo era di diventare uno scrittore». E ti spiegava che «far ridere la gente è la scelta più facile, quando hai il sangue che bolle nelle vene e le tempeste ormonali in corso». Gli scrittori saranno anche meno sexy, «gli attori hanno bisogno dell’applauso giornaliero, come di una droga».
Non è che a un certo punto della vita si fosse stufato di far ridere la gente. Ci riusciva qualunque cosa facesse, anche se poteva diventare commovente come quando nel ‘94 arrivò secondo a Sanremo con la canzone «Minchia signor tenente», ispira alle stragi di Capaci e via D’Amelio. E’ che quando gli regalarono, proprio quell’anno, una delle prime macchine da scrivere col display, si entusiasmò per la velocità di scrittura, e cominciò a mettere giù racconti. Li sottopose all’editore Alessandro Dalai il «tonante Dalai» come lo definisce nei ringraziamenti in fondo a «Io Uccido»,che gli aveva già pubblicato un libro «da comico».
La risposta fu che sarebbe stato meglio, molto meglio, un romanzo: e romanzo fu. Giorgio Faletti aveva da parte, in fondo a qualche cassetto, dei soggetti cinematografici rifiutati dai produttori perché troppo ambiziosi, «roba da Spielberg». Uno si intitolava «Io uccido», e divenne dopo mesi e mesi di «vortice», di sveglie all’alba e tuffi nel computer, il grande caso editoriale degli Anni Zero. Uscì nel 2002, thriller tutto americano, completamente estraneo alla nostra tradizione. L’autore venne esaltato (da Antonio D’Orrico) come «il più grande scrittore italiano», e ciò non gli attirò molte simpatie nell’ambiente. Ma scalò le classifiche e vendette milioni di copie (più di quattro) inaugurando l’era dei «giga-seller», quei libri che riescono a vendere tantissimo per un tempo molto lungo, e in tutto il mondo. Venne colpito da un grave ictus proprio mentre il romanzo si affermava, ma riuscì a uscire benissimo da quel primo agguato della vita. Ora aveva un nuovo mestiere. Il suo computer - abbandonata ormai la macchina a display che lo aveva folgorato - era destinato a non fermarsi più. I libri successivi («Niente di vero tranne gli occhi», 2004, «Fuori da un evidente destino», 2006, «Io sono Dio», 2009, «Appunti di un venditore di donne», 2010, questo ambientato a Milano) sono stati l’asse portante del thriller italiano, e trascinando con sé molti emulatori, hanno consolidato un genere. Poi, il passaggio alla blasonata Einaudi, con «Tre atti e due tempi» (nel 2011), romanzo breve e del tutto diverso, dove la suspence è solo lo strumento per disegnare nuovi personaggi intorno a un ex pugile, magazziniere in una squadra di calcio, eroe malmostoso e solitario con brutti ricordi alle spalle. Un uomo giusto senza retorica, un duro che sa commuoversi senza farlo vedere. Forse un ritratto in cui Giorgio Faletti un po’ amava rispecchiarsi. In qualche modo, lo stesso profilo umano che gli piaceva interpretare magari con parti secondarie in film d’autore come «Notte prima degli esami» di Fausto Brizzi.
Negli ultimi tempi stava lavorando a un nuovo libro, sempre per Einaudi Stile libero, titolo provvisorio «Figli di». Era tornato al thriller: il protagonista è un allievo della Scuola Superiore di Polizia che si ritrova coinvolto nelle indagini per la cattura di un serial killer; ma l’assassino ha scelto proprio lui come avversario. Quando Giorgio Faletti presentava i suoi libri, gli incontri col pubblico erano puro, gradevolissimo, ironico teatro. Ci mancherà. E bisognerà rileggersi il suo addio, in una breve lettera inviata a maggio per la conferenza stampa del festival astigiano Passepartout, di cui era presidente: «Purtroppo a volte la vita ci mette molto più ingegno e molto più impegno nel mettere i bastoni fra le ruote piuttosto che nell’aiutare gli essere umani a realizzare i propri desideri. In questo momento sono all’estero, dove mi sto curando per un guaio di salute piuttosto rilevante e che spero si risolva nel migliore dei modi. Credo di potere essere a casa in tempo per la manifestazione».
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Re: Addio a.....
uno dei pochi comici dell'era Drive in che mi piaceva, bravo attore, ho apprezzato anche i libri
anna- admin anna
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