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Messaggio Da anna Gio 29 Dic - 14:18

a proposito di quello di cui si parlava qui https://darkover.forumattivo.it/t47p105-esc-eurofestival-le-notizie#24298



Rai: che cosa è servizio pubblico? Cosa paghiamo con il canone Rai?


Siamo alle soglie del 2012 e come ogni anno scade l’abbonamento al servizio pubblico radiotelevisivo, il cosiddetto Canone, che come annunciato aumenterà di 1,5 euro. Ma per cosa paghiamo tutti noi cittadini questa tassa, definita nei sondaggi tra le più odiate dal popolo italiano? Ci viene incontro un’interessante analisi di un allievo del Prof. Simonelli, Giorgio Scorsone, ripresa oggi dal giornalista Francesco Specchia del quotidiano Libero. Tra le ovvie presenze di programmi informativi, non mancano le sorprese, alcune delle quali davvero incredibili. Vediamole insieme (La lista dei programmi è reperibile dopo il salto. Qui invece trovate il documento redatto dalla Direzione Marketing Rai con l’intera Composizione dell’Offerta nel periodo 1/6-30/6 2011).

quando si parla di programmi fìnanziati dal canone non è chiaro se lo siano in toto o solo in parte. Non c’è modo di sapere quale sia la quota dei programmi di servizio pubblico sostenuti dal canone e quale quella finanziata dalla pubblicità.

Innanzitutto, cosa si intende con servizio pubblico? Sono quei programmi, inclusi nel Contratto di Servizio tra Viale Mazzini e lo Stato che vengono sovvenzionati con il canone. E se per la Rai servizio pubblico è Il Commissario Montalbano, lo è anche lo spettacolo musicale di Gigi D’Alessio, Tu vuò fa l’americano, così come il Concerto del 1° Maggio, le Estrazioni del Lotto o I Fatti Vostri di Michele Guardì.
Scorsone, che è stato anche uno degli analisti di Tv Talk oltre che attuale blogger di Digital-Sat, ha preso in mano il grosso elenco di voci incluse nel Contratto di Servizio e ne ha tratto delle notizie davvero sorprendenti. In questo volume la Rai, per ottenere i soldi del canone, divide i programmi in 6 categorie: “Informazione e approfondimento“, “Programmi di servizio“, “Programmi e rubriche di promozione culturale“, “Informazione e programmi sportivi“, “Programmi per minori” e “Produzioni audiovisive italiane ed europee”. In base al Contratto, la Rai ha l’obbligo di trasmettere questi programmi su una delle tre reti generaliste e comunicarli tramite una “dettagliata informativa sul volume dell’offerta” sul proprio sito Internet. Fin qui niente di strano, perchè Viale Mazzini fa tutto questo, anche se inserendo dei programmi che lasciano spazio a margini interpretativi di tutto rispetto…

Così, nel calderone pagato dal canone, ci sono “Un medico in famiglia“, ma anche la serie “Ho sposato uno sbirro 2” o la fiction “William & Kate una favola moderna“, tutti prodotti frutto di accordi Cee mentre non viene inclusa nessuna serie americana, ad eccezione delle prime tv di Ncis, Hawaii Five-0 o Blue Bloods. Ma servizio pubblico è anche il programma flop di Vittorio Sgarbi (costato 1 milione), La Partita del Cuore, il programma del sabato Easy Driver e persino le “marchette regionali estive” come il Premio Barocco o similari. Nella lunga lista dei programmi pagati dal canone ci sono poi Il Giro d’Italia, Un giorno in pretura, Che tempo che fa, Una voce per Padre Pio, il film Il Caimano, Il Commissario Rex, il Derby dei Campioni del cuore, il pluritrasmesso film d’animazione Dumbo, il programma Sereno Variabile, Porta a Porta, il Festival di Sanremo e lo spettacolo di Fiorello. A tutto questo (ma l’elenco è ancora lungo) si aggiunge anche la soap Un posto al sole, considerata di servizio pubblico secondo la Rai e quindi sostenuta dal canone.
Dunque, una lista interminabile di programmi che vengono sostenuti dal canone Rai, che di fatto non è più solo Rai bensì una tassa di possesso dell’apparecchio televisivo per i quali il Servizio Pubblico è obbligata periodicamente ad effettuare delle ricerche di mercato di customer satisfaction facendo votare i telespettatori su determinati programmi e inserendole poi, nascoste nei cavilli tra le miriade di link, nel sito ufficiale della Rai. Per anni parecchi hanno lamentato il fatto che non volessero pagare il canone per sostenere determinati programmi a loro non graditi, di qualunque genere: questa lista mette finalmente in chiaro cosa tutti noi sosteniamo con la nostra tassa annuale che scade il 31 gennaio. Dall’elenco emergono delle realtà incredibili, con programmi flop sostenuti dal canone o altri rientranti nel ’servizio pubblico’ per chissà quale via essendo puro intrattenimento. Forse, quando si parla di sprechi sarebbe opportuno andare a tagliare anche qui. Con buona pace del direttore generale Rai Lorenza Lei.
Il Servizio Pubblico

Per chiarire meglio cosa si intenda secondo il Contratto di Servizio in vigore approvato il 6 aprile 2011 e valido dal 2010 al 2012, riportiamo la dicitura esatta scritta nell’art. 1 comma 2:
“La missione di servizio pubblico consiste nel garantire all’universalità dell’utenza un’ampia gamma di programmazione e un’offerta di trasmissioni equilibrate e varie, di tutti i generi, al fine di soddisfare, con riferimento al contesto nazionale ed europeo, le esigenze democratiche, culturali, e sociali della collettività, di assicurare qualità dell’informazione, pluralismo, inclusa la diversità culturale e linguistica intesa nel quadro della più ampia identità nazionale italiana e comunque ribadendo il valore indiscutibile della coesione nazionale. ”
L’innovazione, secondo quanto scritto nell’art.9 del Contratto è prevista “in tutte le fasce orarie e su tutte le reti generaliste, per una quota non inferiore al 30% della programmazione complessiva“.

Elenco Programmi inclusi in servizio pubblico

Ecco la lista dei programmi del primo semestre 2011 che sono sostenuti con il canone.

INFORMAZIONE e APPROFONDIMENTO
Tg1 - Qui Radio Londra - Porta a Porta - Tv7 - Annozero - L’ultima parola - Maurizio Costanzo Talk - Tg2 - Ballarò - Amore criminale - Che tempo che fa - Elisir - Hotel Patria - Lucarelli Racconta - Un giorno in pretura - Potere - Presa Diretta - Report - Tg3 - Linea Notte - Tgr.
PROGRAMMI E RUBRICHE DI SERVIZIO
La partita del cuore - Rito della Via Crucis - Derby dei campioni del cuore - Estrazioni del Lotto - Meteo 2 - Chi l’ha visto? - Mi manda Raitre - Racconti di Vita.
INFORMAZIONE E PROGRAMMI SPORTIVI
Calcio Amichevole - Calcio Coppa Italia - Calcio Qualificazioni Europei - Calcio Champions League - Formula 1 - Calcio Under 21 - Equitazione - La domenica sportiva - 90° Minuto - Giro d’Italia - Atletica Leggera - Sfide.
PROGRAMMI PER MINORI
Biancaneve e i sette nani - Dumbo - Herbie il supermaggiolino - La carica dei 101 - Monsters & Co. - A bug’s life.
PROGRAMMI E RUBRICHE DI PROMOZIONE CULTURALE
Ci tocca anche Vittorio Sgarbi - Festival di Sanremo - Fratelli d’Italia - Gigi D’Alessio Tu vuò fa’ l’americano - Mettiamoci all’Opera - Napoli milionaria - Passaggio a Nord Ovest - Premio Barocco - Super Quark - Una voce per Padre Pio - Due - Eurovision Song Contest - Insideout Pazzi per la scienza - Premio Tenco - Voyager - La storia siamo noi - Sereno Variabile - Concerto 1° Maggio - Alle falde del Kilimangiaro - Correva l’anno - Cose dell’altro Geo - Cosmo il futuro è passato? - Geo & Geo - La Grande Storia - Palco e Retropalco - Per un pugno di libri - Ulisse il piacere della scoperta.
PRODUZIONI AUDIOVISIVE ITALIANE ED EUROPEE
Atelier Fontana - Caccia al Re - Cinematografo - Cugino & Cugino - Edda Ciano e il comunista - Eroi per caso - Ex - Fuoriclasse - Giovanni Falcone - Ho sposato uno sbirro 2 - I Vicerè - Il commissario Manara - Il commissario Montalbano - Il commissario Rex - Notte prima degli esami ‘82 - Notte prima degli esami oggi - Rossella - The Millionaire - Un medico in famiglia - Wasabi - William & Kate una favola moderna - Lasko - Le vite degli altri - Piloti - Primeval - Squadra Speciale Cobra 11 - C’era una volta il West - Gli onorevoli - Il Caimano - Il trasformista - La Caduta - La nuova squadra Spaccanapoli - La stanza del figlio - Mi Manda Picone - Tv Talk - Sulle tracce del crimine - The Queen - Un caso per due - Un posto al sole.

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Messaggio Da anna Gio 15 Mar - 12:55

Sabina leader del PdN

La prima cosa che deve fare Sabina Guzzanti, oggi, è alzare il telefono e chiamare Lucia Annunziata. Se è una persona onesta, la fantastica Sabina, e di sicuro lo è, ha il dovere di raggiungere l’ex presidentessa Rai e dirle «grazie che esisti, e che mi permetti da anni di sfotterti a piene mani, con tanto di occhietto debole e cadenza ultracampana».
È infatti questo, in tre ore di resistenza davanti al quantomai piccolo schermo, il passaggio più divertibile nel contenitore di “Un due tre stella”, teoricamente attesissima trasmissione satirica, e praticamente abbecedario dell’antagonismo borghese, con tanto di birignao rubato alla titolare Daria.
Riepilogando per i -giustificati- assenti, da nove anni Sabina Guzzanti mancava dalle televisioni nazionali. E ora che (evviva!) è tornata, ci aiuta a ricordare cosa c’eravamo persi per colpa del solito Silvio: ossia l’incedere teutonico di una barricadera catodica, dimentica degli obblighi da comicastra -far ridere, tanto ridere, o almeno abbastanza ridere- e fedele soltanto alla militanza nel PdN: il Partito della Noia, di cui ha la tessera numero uno.
Certo è difficile, lo riconosce lei stessa, dimenticare il trapiantato in bandana, la sua guitteria conclamata, e anche il pollame desnudo di certe notti arcoriane. Ma certo non può bastare, come cambio pagina, la caricatura di un Monti telecomandato dal presidente Napolitano, e tantomeno è sufficiente la caricatura di madame Palombelli, tratteggiata mentre difende l’adorato Francèsco -che tra parentesi ne ha tanto bisogno, vista l’aria che tira-.
In crisi di divertimento, mentre le palpebre cedono, s’attende dunque da casa il miracolo di uno sghignazzo. Ma poco importa, alla condu-attrice, se il divertimento latita. Lei ha da gestire, in studio, una personalissima cellula in sonno, costituita da un soviet di economisti, intellettuali e giornalisti illuminati, tutti assieme preposti a indottrinare il pianeta.
Un esercito della salvezza che -mentre i minuti passano e s’aggiunge pure il venerato Moore (Michael)- recita a ruota di Lady Sabi il manifesto della rivolta: mazzate alle banche d’affari, mazzate ai partitacci schifosi, mazzate anche ai gestori dei cosiddetti mercati, in realtà covi di vipere e di interessi occulti.
E se per caso capita l’incidente, cioè che un dirigente Pd -Stefano Fassina- si dichiari apertamente Sì Tav, scatta istantanea la punizione, con la padrona di casa che gli aizza contro un tecnico (il giurista Ugo Mattei) e non gli rimette la museruola fino alla pausa pubblicitaria.
Dopodiché va detto, nel rispetto delle vittime innocenti, che l’umorismo svalvolato di Nino Frassica, per quanto troppo lunare e anarchico in una simile arena, merita grati applausi, come pure la fascistella di Caterina Guzzanti e un altro paio di battutisti esordienti.
Ma non è questo il punto. Il problema, piuttosto, è la disattenzione patologica alla grammatica televisiva, che anche se cambia premier rimane sempre la stessa. Straparlare per ore, insomma, resta comunque un reato, almeno quanto il concorso esterno all’associazione mafiosa.
E non meno grave, va ricordato, è il sospettuccio di furberia, di cui Guzzanti s’è macchiata imitando Giovanni Stella, campione siderale di volgarità involontaria, oltre che amministratore delegato del carrozzino La7.
Voleva forse apparire una prova di libertà, e invece era un abbaglio per anime belle. Nulla di (s)travolgente, infatti, è stato detto e fatto nell’intera puntata. Ha trionfato, come nove anni fa, la retorica dell’antitutto; quell’ovvio dei popoli, beato lui, che non passa mai di moda.

Riccardo Bocca

La TV & la stampa - Pagina 11 378480 sono abbastanza d'accordo con Bocca, non sono riuscita a vedere tutta la trasmissione e l'unico termine che mi viene in mente è "noiosa" La TV & la stampa - Pagina 11 378480 La TV & la stampa - Pagina 11 30341 trovo che sia rimasta bloccata, si sia rinchiusa nel bozzolo della censura è ferma a nove anni fa ma senza l'esplosiva genialità di allora
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Messaggio Da anna Dom 15 Apr - 11:37

La7, "Quello che non ho": è la nuova trasmissione di Fazio- Saviano
La coppia di nuovo insieme «Vieni via con me»


E alla fine il mistero è svelato. Neanche a dirlo sui social network. Dopo tanta attesa Roberto Saviano annuncia il titolo della nuova trasmissione che condurrà con Fabio Fazio su La 7. «Si chiamerà "Quello che non ho", che ne dite?», chiede lo scrittore sulla sua pagina Facebook e su Twitter.
SUCCESSO- In un paio d'ore gli internauti si sono dimostrati entusiasti. Almeno 3mila mi piace e centinaia i commenti. Lo show dovrebbe andare in onda a metà maggio dalle Officine Grandi Riparazioni di Torino. Non sarà più "Ma l'amore no", come circolato qualche settimana fa, il titolo della trasmissione che vedrà riformare la coppia Fazio-Saviano ad un anno e mezzo da "Vieni via con me" su RaiTre, programma dagli ascolti record.

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Messaggio Da anna Dom 22 Apr - 21:53

VIRGINIA RAFFAELE CONDUCE IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO.

TRA GLI ARTISTI CAPAREZZAIN PIAZZA SAN GIOVANNI A ROMA UNA COPPIA INEDITA: FRANCESCO PANNOFINO, OGGI IN TV COME NERO WOLFE ED A TEATRO NELLA COMMEDIA “I SOLDI (NON SERVONO A NIENTE)”, E VIRGINIA RAFFAELE, CHE OGNI DOMENICA A “QUELLI CHE IL CALCIO” SU RAI 2 VESTE I PANNI DI ORNELLA VANONI, BELEN RODRIGUEZ E DELLA POETESSA TRANSESSUALE PAULA GILBERTO DO MAR.


Sarà all'insegna dell'ironia la conduzione del Concertone del Primo Maggio, trasmesso in diretta su Rai3. In piazza San Giovanni a Roma una coppia inedita: Francesco Pannofino, oggi in tv come Nero Wolfe ed a teatro nella commedia “I soldi (non servono a niente)”, e Virginia Raffaele, che ogni domenica a “Quelli che il calcio” su Rai 2 veste i panni di Ornella Vanoni, Belen Rodriguez e della poetessa transessuale Paula Gilberto Do Mar.
A loro il compito di introdurre Caparezza, che avrà ampio spazio dalle 21, e gli altri artisti, tra i quali: Afterhours, Almamegretta, Alessandro Mannarino, Marina Rei, Sud Sound System, Teatro degli Orrori e Young The Giant. Omaggio speciale al compianto Lucio Dalla, che l'anno scorso insieme a Francesco De Gregori fu headliner del Concertone.
Tema del Primo Maggio “La musica del desiderio. La speranza, la passione, il futuro”, con il rock protagonista: dodici “pietre miliari” scandiranno la scaletta della maratona musicale accompagnate dalla proiezione di altrettanti video ideati e prodotti da altrettanti registi che tradurranno in rappresentazioni visive le suggestioni e le emozioni suscitate dalle note. Tra i primi video maker che hanno aderito all'ambizioso progetto, c'è Stefano Sollima, già autore della serie tv di successo “Romanzo Criminale” e attualmente al cinema con il suo primo lungometraggio “A.C.A.B.”. Dopo il grande apprezzamento registrato lo scorso anno per la “rivoluzionaria” presenza sul palco di un'orchestra sinfonica, a fare da protagonista della prossima edizione sarà Mauro Pagani che salirà sul palco della manifestazione nel triplice ruolo di arrangiatore, musicista e direttore: dirigerà la “resident band”, con cui si esibirà dal vivo durante la giornata, e la grande orchestra “Roma Sinfonietta”.

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Messaggio Da anna Ven 27 Apr - 19:13

Wind Music Awards 2012 su Rai1 il 26 giugno: Alessandra Amoroso ed Emma Marrone tra i cantanti

La manifestazione musicale andrà in onda per la prima volta su Rai1 e non su Italia 1.

Unica serata il 26 giugno (perché non ci saranno partite degli Europei di calcio) e registrata un mese prima, il 26 maggio, all'Arena di Verona.

Il cast? Ecco i primi nomi: Ligabue, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Giorgia, Antonello Venditti e Fiorella Mannoia.

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Messaggio Da ubik Ven 27 Apr - 19:20

anna ha scritto:...Arena... Verona... Ligabue...

Suspect Suspect La TV & la stampa - Pagina 11 30341 queste parole mi fanno pensare a qualcosa e a qualcuno Suspect
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Messaggio Da anna Ven 27 Apr - 19:24

ubik ha scritto:
anna ha scritto:...Arena... Verona... Ligabue...

Suspect Suspect La TV & la stampa - Pagina 11 30341 queste parole mi fanno pensare a qualcosa e a qualcuno Suspect
Suspect Suspect Suspect vagamente...

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Messaggio Da Stellaneltempo Gio 10 Mag - 17:23

Fatemi pensare... Suspect Suspect Suspect
No, non mi viene in mente niente... La TV & la stampa - Pagina 11 456612

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Il bello è che non so ancora se ci vado...magari andrò a fare una passeggiata intorno all'Arena...per cercare Emma e Alessandra...cosa pensavate? La TV & la stampa - Pagina 11 378480

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Messaggio Da anna Lun 14 Mag - 18:46

Fabio Fazio e Roberto Saviano da stasera su La7 con Quello Che (Non) ho

Ridare emozionalità alle parole: questo l’intento con cui la premiata coppia formata da Fabio Fazio e Roberto Saviano è pronta a tornare in tv a un anno e mezzo dallo straordinario successo di pubblico e critica ottenuto su Rai Tre con Vieniviaconme. Quello che (non) ho, titolo scelto in omaggio a una canzone scritta da Fabrizio De Andrè (qui i promo ispirati al video di Bob Dylan Subterranean Homesick Blues), ‘non è un programma tv’, ha spiegato il conduttore di Che Tempo Che Fa che vorrebbe riportare al più presto Saviano in Rai, ma una ‘tre giorni di reading’ a base di canzoni, monologhi, testimonianze e risate che andrà in onda su La7 in prima serata stasera, domani e il 16 maggio 2012 in diretta dall’inconsueta location delle Officine di Grandi Riparazioni a Torino in contemporanea con il Salone del libro, evento culturale clou del capoluogo piemontese. Ad affiancare Fazio e Saviano saranno la cantante Elisa, che eseguirà le cover di brani-manifesto degli anni ’70 firmati da artisti internazionali come Bob Dylan e Cat Stevens, e Luciana Littizzetto, che avrà il compito di alleggerire il programma con il suo spazio comico. Ospiti della prima puntata Gad Lerner, Marco Travaglio, Pupi Avati, Pierfrancesco Favino, Paolo Rossi, Ermanno Rea, Erri De Luca, Raphael Gualazzi e i Litfiba.

Prodotto da Endemol Italia Quello che (non) ho sarà dunque una ‘tre giorni di reading ripresi da una rete che ha una media di ascolti del 3,5%, in uno spazio anti-televisivo come le Officine Grandi Riparazioni di Torino, in contemporanea con il Salone del libro’, ha spiegato Fabio Fazio in un’intervista a Sette.
Il conduttore di Rai Tre mette però subito le mani avanti sul suo atteso ritorno in tv al fianco di Roberto Saviano, firmato ancora un volta da Pietro Galeotti, Michele Serra, Francesco Piccolo, Samanta Chiodini, Giacomo Papi e Federica Campana, confessando di essere consapevole che ‘il fenomeno del 2010 è irripetibile’, e che questo dà loro ‘molta tranquillità’ sul fronte ascolti.
Non mi pongo la questione in termini di ascolto, il nostro obiettivo è fare un programma di condivisione sociale, gli ha fatto eco il direttore de La7 Paolo Ruffini.
Al centro delle tre serate evento trasmesse su La7 ci saranno le ‘parole’, che Fazio e l’autore di Gomorra vogliono ‘lucidare’ per ‘restituire loro un senso’ e ridare ‘emozionalità’: Ci sono parole vecchie, che generano paura e ansia. E ci sono parole nuove, magari antiche di secoli, ma da riscoprire – ha sottolineato il conduttore –. Prendiamo la parola ‘futuro’. Per noi, che eravamo bambini il giorno dell’allunaggio, il futuro erano marciapiedi mobili e astronavi: Metropolis. Ora il futuro è la speranza che ti paghino i contributi per avere la pensione. Ma non può essere così. La crisi è un’occasione d’oro per ribaltare le regole. E riprendere a chiedere, a sognare, a ribadire.
Fazio ha assicurato che Quello che (non) ho sarà ‘una trasmissione molto politica’ ma senza politica e senza tecnici: Governo tecnico, decisione tecnica: ormai è una parola che indica autorevolezza, importanza, professionalità; ma toglie empatia. Noi invece vogliamo ridare emozionalità alle parole’.
Ciascun ospite porterà in studio la sua parola ‘cara’, raccontando una storia, leggendo un brano o cantando una canzone, e per questo, ha aggiunto, chiederanno ai telespettatori di far sapere, ovviamente via social network, a quale parola sono più affezionati: A ‘Che tempo che fa’, Benigni ha scelto ‘anatroccolo’. Saviano ha scelto ‘Super Santos’, il pallone con cui la sua generazione è cresciuta giocando nelle strade delle città del Sud.
Il viaggio di Quello che (non) ho nel mondo delle parole comincerà dall’antipolitica, con gli interventi di Gad Lerner e Marco Travaglio, e dalla più scottante attualità: il primo monologo di Saviano sarà infatti dedicato ai numerosi suicidi degli ultimi giorni e sarà un modo per raccontare la crisi economica attraverso i drammi personali e la storia delle aziende che sono state costrette a chiudere mentre le mafie continuano a guadagnarci.
In chiusura i due conduttori riprenderanno il loro dialogo già sperimentato a Vieniviaconme con un elenco di ‘quello che non ho’ e di ‘quello che ho’.
La parola ascoltata in tv sarà ‘letta come se fosse in teatro perché vogliamo coinvolgere tutti i linguaggi possibili. Il programma sarà assolutamente letterario e siamo felici di farlo, ha detto Fazio a margine della presentazione delle tre serate evento ricordando che ‘la vera funzione della tv pubblica è avere il tempo perché i programmi di qualità possano crescere’. E ha ragione! L’esperimento di Vieniviaconme sarà pure irripetibile in termini di successo di ascolti ma speriamo che ci sia di nuovo spazio in Rai (ma anche altrove) per esperimenti di questo tipo.
Quello che (non) ho sarà trasmesso anche in HD sul canale 507 del digitale terrestre e in diretta streaming e in simulcast all’indirizzo www.quellochenonho.la7.it e su www.youtube.com/la7intrattenimento.

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Messaggio Da anna Mer 16 Mag - 18:08

1- SANTORO «ROSICA». E LA VIGNETTA DI VAURO LO VENDICA
Maurizio Caverzan per "il Giornale"


La sassata più eversiva l'ha tirata Vauro con una vignetta sul sito di Servizio pubblico. Il senso è questo: tre giorni consecutivi di Fazio e Saviano in tv possono convincere gli aspiranti suicidi, ancora titubanti davanti alla crisi, a rompere gli indugi e farla finita. Una roba causticissima e persino macabra. Uno sfregio, un colpo di fionda contro il monumento.

Efficace come sa essere la satira quando è intinta nel cianuro. Una sassata scagliata dal santuario della sinistra televisiva. La quale, davanti ai suoi guru, non è monolitica come sembra. Ci sono quelli che stanno con Santoro e quelli che stanno conSaviano, quelli di Grillo e quelli di Di Pietro.

E dunque: sarà mica invidioso Santoro della visibilità e del successo che l'autore di Gomorra si è conquistato anche stavolta? Probabilmente no. Probabilmente quella vignetta è solo un gioco, un premio a Vauro, presentato abitualmente come «l'unico vero e riconosciuto maestro» del clan.

Marco Travaglio, per dire, l'altro big della congrega, era a portare ascolti a Quello che (non) ho con il suo taglientissimo pistolotto sull'antipolitica. Perciò, tutto a posto, nessuno rosica dalle parti di Servizio pubblico. Forse c'è stata solo una parolina di troppo, poco gradita. Ovvero, quando, dandogli il benvenuto come fosse lui il padrone di casa, Fazio ha ringraziato La7 per la sua decisione di accogliere «incondizionatamente» Roberto Saviano.
Ecco, quell'avverbio lì, incondizionatamente, pronunciato nel nuovo tempio catodico che si è auto-assegnato la mission di ridare senso alle parole, sarà mica sfuggito per sbaglio a Fazio? Chissà se a Santoro sono fischiate le orecchie, proprio ora che sta trattando per sbarcare sulla rete di TI Media (non si sa ancora per quanto)... Varrà anche per lui quell'avverbio? O finirà come un anno fa, quando Giovanni Stella detto er canaro, di condizioni ne mise troppe, provocando il naufragio prima dell'arrivo in porto di Michelone?

Le elezioni si avvicinano, la Terza Repubblica è tutta da costruire e gli spazi tutti da conquistare. Così, i guru della sinistra si agitano e inseguono primazìe. Grillo detta parole d'ordine dalle piazze. Santoro dà la parola alla società civile. Saviano vuol riparare le parole.
E spuntano le vignette sataniche...

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2- DIECI COSE SU QUELLO CHE NON HO
Andrea Scanzi per "il Fatto Quotidiano"


Quello che non ho è un bel programma. Certo migliore della bassa media nazionale. Voto? 7+. Questo, però, non lo rende necessariamente perfetto. Social network come Twitter - lo ha ribadito Federico Mello sul Fatto Quotidiano - hanno dimostrato come nessun programma sia ormai intoccabile (sarà per questo che Twitter non piace ad alcuni autori del programma?). Il ruolo della Rete è nuovamente salvifico. Quando qualcuno si provò a dire che Vieni via con me era bello ma non il sol dell'Avvenire, fu crivellato (lo so, il web esisteva anche a novembre 2010, ma Twitter non aveva questa rilevanza. E Twitter permette la recensione fulminante in diretta più di qualsiasi altro consesso). Ora criticare Quello che non ho è normale: buon segno.

1 - "Guida galattica per benpensanti radical-chic", "Bibbia per sinistroidi snob", "Salottino sinistrorso". Sono solo alcuni dei commenti letti in Rete. Sbagliano tutti?

2 - Come hanno spiegato anche Aldo Grasso e Nanni Delbecchi, Quello che non ho è un programma un po' ricattatorio. Autoassolutorio. E vagamente cassandrico (il sottotesto è sempre: "Ricordati che devi morire"). Scriverlo non è peccare di lesa maestà, ma avere occhi per guardare. O anche solo pareri legittimamente non allineati.

3 - Roberto Saviano (1). Rispondere "non ne ho stima, è solo fango" a uno che ha espresso dubbi ben scritti, è la stessa reazione di Berlusconi di fronte al dissenso. Se qualcuno sostiene che Saviano è banale, dotato di scrittura debole e noioso, non è che vada fucilato in piazza. Nemmeno se si chiama Giuliano Ferrara e ha il passato (ma pure il presente) di Giuliano Ferrara.

4 - Roberto Saviano (2). Grande stima, massima solidarietà. Sia chiaro. Dovrebbe però essere il primo a preoccuparsi per questa deriva celebrativa di cui è vittima (sì, vittima). Quando un giornalista diventa santone, e non ha più lettori ma fedeli, è un guaio.

5 - Roberto Saviano (3). Lo ha scritto anche Gianni Mura (non esattamente un pasdaran). La rubrica di Giorgio Bocca su L'Espresso doveva chiudersi con lui. Darla a Saviano è un errore. Benissimo leggere Saviano, ma cambiamo intestazione. Bocca era Bocca.

5 - Ritmo. Tutto deve avere la giusta tensione. Non basta dire cose giuste: occorre saperle dire. L'arte può essere bella e perfino brutta, ma non può permettersi la noia. Televisione compresa. Molti passaggi di Quello che non ho sono noiosi. E la difesa "sì ma quando si fa cultura si può essere noiosi" è puerile. Ricorda l'idea barbosa, superata e muffita secondo cui una canzone è di sinistra soltanto se annoia (come cantava qualcuno).

6 - I fanboys di Quello che non ho sono comicamente permalosi. Quasi come un fan di Ligabue o una bimbaminkia di Lady Gaga (ho detto "quasi"). Ricordano le "professoresse democratiche" di cui scriveva quel gran genio di Edmodo Berselli. Di fronte alle critiche si trincerano dietro la Linea Maginot del perbenismo pensoso: "Sì, forse ha qualche difetto, però se non vi piace guardatevi il GF. Di meglio non c'è". Attenzione: messa così, Quello che non ho sembra la dependance del Partito Democratico. E con questa storia del "meno peggio" non se ne può più.

7 - Fabio Fazio. Se ne è già scritto tanto. E certe fenomenologie sono tornate di moda. Ormai il suo modo di fare tivù si conosce: pavidità venduta per educazione, paura spacciata per cifra stilistica. Nulla di nuovo. La sua faccia sgomenta, quando Piero Pelù ha attaccato la Fiat, è stata meravigliosa (la pubblicità è partita subito dopo: toh, che coincidenza). Mentre il suo osanna a Giorgio Napolitano non ha stupito nessuno.


8 - Se il femminismo deve aggrapparsi ai coiti mancati di Luciana Littizzetto, è messo male. Il suo monologo di lunedì è stato uno dei punti più bassi nella storia della comicità italiana. Un po' Benigni-Patonza vent'anni dopo, un po' Lella Costa senza essere Lella Costa, un po' (tanto) Martufella. E non basta la (lodevole) chiusura sulla violenza sulle donne per salvarla.

9 - Esprimere dubbi su Quello che non ho usa grandi nomi per fargli recitare omelie (tra l'apocalittico e il retorico). Una messa laica che lava appena le coscienze e finisce ìì. Senza mai mordere. Quando è intervenuto Marco Travaglio, è stato come togliere il tappo. Finalmente un po' di sana cattiveria. Finalmente un po' di realtà. Emblematico l'intervento di Gad Lerner. Che, messo a ruota di Travaglio, sembrava un monologo Breznev dopo un'arringa del Che.

10 - Quello che non ho è forse una sorta di ultimo fuoco della vecchia tivù. Una ricetta griffata che soddisfa ancora molti - gli ottimi ascolti - ma non tutti. Lo scenario è in qualche modo analogo alle ultime amministrative: un vecchio sistema che non ha più gli strumenti per interpretare la realtà, un nuovo "sconosciuto" che avanza. Esistono sempre più persone che non si fanno bastare più le cerimonie di un tempo. Sono accusati di "non accontentarsi", "sapete solo criticare", "non vi va mai bene niente". Forse però desiderano unicamente una narrazione diversa. Appena meno patinata.

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2- UN FILO A PIOMBO PER ROBERTO
Nanni Delbecchi per "il Fatto Quotidiano"


Di un programma come Quello che (non) ho si può solo parlare bene, oppure non parlare affatto. La terza possibilità (parlarne male, o anche così così), non esiste. Come si fa a non parlar bene di un programma che ospita Carlo Petrini, Massimo Gramellini, Paolo Rossi, Erri De Luca, Ermanno Rea, Maurizio Landini, Gad Lerner e Marco Travaglio, tutti con la loro parola da riparare il loro valore da rilanciare?

Quello che (non) ho ti ricatta per tre ore, senza tregua, in nome dell'impegno civile; il celebre ricatto dei contenuti di fronte a cui bisogna alzare le mani in segno di resa. Lo diciamo senza ironia, specie se si pensa che la Rai, la cui attuale coppia di punta è Antonella Clerici-Giancarlo Magalli, non ha voluto Saviano e Fazio in nome di un ricatto infinitamente peggiore, quello degli ascolti o addirittura dell'opportunità (ma forse vanno capiti; se c'è qualcuno che ti dimostra che con un programma così gli ascolti prendono il volo, poi come fai a giustificare tutto il resto?).

Al massimo, a un programma come Quello che (non) ho si può dare qualche consiglio non richiesto, perché si migliori ulteriormente. A Luciana Littizzetto, di essere un po' meno greve nelle sue battute sul mandorlato balocco e il reparto latticini. Capiamo che è l'unica a dover sollevare il morale delle truppe (senza essere Marilyn), ma, se va avanti così, finisce che i Vanzina la scritturano per Vacanze di Natale a Pinerolo.

A Fabio Fazio, al contrario, di ricordarsi quanto era più ironico e meno snob prima di diventare un santino della sinistra televisiva. A Roberto Saviano, di farsi impiantare un filo a piombo o qualsiasi altra cosa che gli impedisca di oscillare come la Costa Concordia, evitando al telespettatore il rischio labirintite. Agli autori, di stare attenti all'effetto Non ci resta che piangere, di cui tutti ricordiamo la scena più celebre.

Uno accende la tv e comincia a sentirsi dire "Ricordati che c'è la crisi, ricordati che gli imprenditori si suicidano, ricordati che la camorra è infiltrata ovunque, ricordati che Napoli sta morendo, ricordati che gli assassini di Beslan sono ancora a piede libero...".

"Ricordati, ricordati, ricordati..." Finisce che uno risponde "Va bene, mo' me lo segno", e se ne va a dormire.

dagospia



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Messaggio Da anna Ven 18 Mag - 12:56

Wind Music Awards 2012, premiati i cantanti dei dischi platino e multiplatino come Emma e la Amoroso

Tra le tante novità dei Wind Music Awards 2012, per la prima volta in onda su Rai1 il 26 giugno con la conduzione di Carlo Conti (voto: 7) e Vanessa Incontrada (6,5), c'è l'arrivo della Ballandi Entertainment.

"A consegnare i premi - anticipa Bibi Ballandi al Tv Sorrisi e Canzoni - saranno attori e comici. Quindi ci sarà spazio anche per chiacchiere e risate. Posso anticipare poco, le trattative sono in corso".

Ferdinando Salzano, creatore del premio, aggiunge: "Il passaggio a Rai1 e la scelta di dedicare al premio un'unica grande prima serata ci obbliga, per questioni di scaletta, a dare spazio agli artisti che hanno riscosso il maggior successo ovvero i dischi che hanno raggiunto i traguardi del platino e del multiplatino".

Tra gli artisti confermati Ligabue, Laura Pausini, Giorgia, Tiziano Ferro, Antonello Venditti, Emma Marrone e Alessandra Amoroso.
blogosfere

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Messaggio Da anna Dom 20 Mag - 13:27

Quelli che non sopportano Fazio e Saviano

Adesso che il programma, e tutto quello che gli è girato intorno, è passato, cancellato da vicende assai più tristi, voglio tornare su Quello che (non) ho, per cercare di capire una cosa che non riesco mai a spiegarmi fino in fondo. Chi sono quelli che non sopportano Fazio e Saviano e la loro televisione? Dunque, secondo me, ci sono tre gruppi di insofferenti.

Il primo gruppo è costituito da quelli che perdono la trebisonda di fronte all’idea che ci siano dei personaggi appartenenti, pur in modo vario e sfumato, all’area della sinistra, che fanno un programma in cui si parla, con serietà e con successo, di legalità e di impegno civile. Sono, per non fare nomi, i Sallusti, i Belpietro, gli Sgarbi, i Ferrara, che si arrampicano sugli specchi, una volta – quando c’era di mezzola Rai- dicendo che non si possono fare programmi di parte con i soldi pubblici, un’altra – quando i soldi pubblici non ci sono più – scoprendo altre contraddizioni. In questa loro furia spesso diventano, per quei delicati meccanismi tipici dei media, i più grandi sponsor del programma che vorrebbero annientare, ma non importa, l’importante è poter urlare allo scandalo.

Poi c’è il gruppo di quelli che sono infastiditi da alcuni dettagli del lavoro di Fazio e Saviano, dalle scivolate nella retorica o nel patetico, dalla prevedibilità di qualche scelta, dalla ripetizione di qualche battuta. Cose vere; ma forse non si accorgono – quelli che si concentrano su queste cose – che, per usare una metafora molto di moda, stanno guardando il dito e non la luna, che per dare a questi difetti la loro giusta dimensione di imperfezioni marginali basta la carrellata in avanti, con cui la regia introduce il monologo di Saviano: bastano (e avanzano) i dieci minuti di presenza di Paolini.

E infine, nel terzo gruppo, ci sono quelli che non sopportano che Fazio e Saviano abbiano invitato Paolini o Magris o Olmi e non loro. E questi proprio non gliela perdoneranno mai.

Giorgio Simonelli
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Messaggio Da alexcda Lun 21 Mag - 11:49

Io non sopporto Saviano perchè in lui la spettacolarità prevale sull'importante missione di informazione che poteva compiere, inoltre è inefficace come comunicatore e, paradossalmente, sclerotizza e confina in Campania in fenomeni di delinquenza che nascono da noi ma che sono stati amplificati e sostenuti da tutti i corrotti, napoletani e non.
Non capire che la delinquenza organizzata non è cosa regionale ma politica, impedisce di affrontare davvero il problema.
Non sopporto più Fazio perchè al coraggio di fare qualcosa di diverso, controcorrente ed utile, ha sostituito una diplomazia, poco convincente e fine a sè stessa. Insomma, pensa a lavorare piuttosto che a denunciare educatamente le ingiustizie.
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Messaggio Da anna Lun 21 Mag - 12:49

Alex, Saviano si è preso del drogato da Formigoni e altri epiteti da altri proprio per aver detto che la malavita organizzata è radicata al nord ( Lombardia ) dove fa buona parte dei suoi affari, B l'ha demonizzato perchè con i suoi romanzi fa cattiva pubblicità all'Italia nel mondo, a me sembra che siano proprio i corrotti che usufruiscono del sistema che impediscono una vera discussione
Poi il suo potere comunicativo è un altro discorso, stavolta mi è piaciuto meno che in passato, non so da cosa dipenda, forse non hanno lavorato abbastanza per preparare il tutto, in alcuni momenti l'ho visto in difficoltà
Inoltre penso che il tutto sia stato condizionato dai cambiamenti che dovranno (dovrebbero) avvenire in RAI, stanno già preparando le future spartizioni e ognuno tenta di capire da dove soffia/soffierà il vento
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Messaggio Da alexcda Lun 21 Mag - 13:15

Anna, non mi riferivo agli ultimi accadimenti, nemmeno ho seguito. Era un discorso su Saviano e Fazio generale.

Saviano dove fare un passo indietro nel settore dello spettacolo, secondo me.

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