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Messaggio Da mambu Mar 17 Mag - 14:28

anna ha scritto: Rassegna Stampa - Pagina 18 2546660598 Rassegna Stampa - Pagina 18 2546660598 Rassegna Stampa - Pagina 18 2546660598

Rassegna Stampa - Pagina 18 Mangoni-maglietta

Con 1068 voti Mangoni è stato il più votato della sua lista dopo Milly Moratti e batte Lassini!

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bisogna brindare con l'analcolico biondo Rassegna Stampa - Pagina 18 347496

e quello moro per Moratti e Berlusca Rassegna Stampa - Pagina 18 258635
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Messaggio Da anna Mar 17 Mag - 14:52

Perde il Caimano
vincono le primarie



Berlusconi aveva un racconto, per queste elezioni e il gruppo dirigente del centrosinistra no. Però gli elettori progressisti hanno trovato il modo di riscrivere il finale della storia, mentre il racconto di Berlusconi c’era sì, ma era totalmente sballato: un film in bianco e nero in un mondo a colori, un documentario seppiato nel tempo digitale.

Quella del Cavaliere è stata una campagna elettorale amministrativa anacronistica. Tutta centrata sulle sue ossessioni più o meno recenti: le battute su “la mela che sa di fica” e quelle sui “magistrati brigatisti”, i proclami condonistici, i regali ai signori delle spiagge. Ieri 12 milioni di italiani nelle urne hanno detto: “Voltiamo pagina”. Cambia il vento. Crollano le roccaforti della destra, Cagliari e Milano, vince il centrosinistra a Torino e Bologna. A Napoli il duello rusticano fra le “due sinistre” proietta De Magistris verso una possibile vittoria. Una lunga notte di numeri e passioni che passerà alla storia come la “Breccia di Pisapia” (Copyright Riccardo Mannelli). “Ci metto la faccia”, aveva gridato spavaldo Berlusconi candidandosi a Milano: ha preso meno voti delle elezioni precedenti.

E così ora Letizia Moratti (“È la mamma di Batman, fa finta di essere Mary Poppins, assomiglia a Crudelia“, ha riassunto icasticamente Nichi Vendola) diventa il capro espiatorio di una nuova Caporetto: “Ha sbagliato nel duello su Sky”, dicono i suoi, “È stata troppo fredda”. Quadretto illuminante. Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello si incrociano nello studio de La 7 mentre arrivano i primi dati della disfatta all’ombra del Duomo: “Hai visto Milano?”, dice il primo. “Adesso scoppierà un casino…”, risponde il secondo. E’ tutto pronto. Diranno che è stata Letizia a perdere: con i suoi milioni di euro sbattuti con arroganza sul tavolo, il suo colpo basso fuori tempo massimo nel duello elettorale. Adesso le veline ufficiali dicono: “Berlusconi non era d’accordo”. Ma la verità è che lo stesso vento soffia – per esempio – anche all’ombra del Castello, dove il giovane Massimo Zedda strappa il ballottaggio con un risultato miracoloso. E cosa unisce i due candidati di opposizione? Non tanto il fatto che fossero entrambi di Sinistra e libertà, quanto che fossero tutti e due figli delle primarie: con la società civile che riscrive le liste predisposte dagli apparatnik e li sospinge al ballottaggio da posizioni di forza. Non riguarda solo Pisapia e Zedda: le primarie hanno rafforzato anche Piero Fassino (facendo emergere la coalizione al centro, con Gariglio, e a sinistra, con Michele Curto) e persino il candidato più debole (Virginio Merola, quello che non sa in che campionato giochi il Bologna!), hanno messo in moto la macchina della mobilitazione. C’erano le piazze piene: 50 mila persone a Milano la sera di Vecchioni; folle imponenti per Vendola in ogni angolo d’Italia (il centrosinistra trionfa, fra l‘altro, in Puglia); c’era un pezzo di società raccolto intorno a De Magistris a Napoli: la tv non aveva raccontato questi fenomeni, e le segreterie non se ne erano accorte. Ma hanno contato.

Sì, Berlusconi aveva un suo racconto. La mattina della vigilia, su tutti i quotidiani, il medesimo retroscena: Il Cavaliere sicuro: “A Milano vinciamo al primo turno, la gente è andata a votare per noi”. Curioso strafalcione, nel giorno in cui ha dovuto ammettere: “Sono amareggiato”. Di notte arriva la nuova velina di Palazzo Grazioli: “Ha vinto la sinistra estrema”. In realtà Berlusconi aveva sottoscritto e coperto i due episodi-simbolo della campagna elettorale, il vero trionfo dell’estremismo: ovvero i manifesti sulle procure brigatiste di Lassini (al punto che il candidato è rimasto in lista ed è salito persino sul pullman del Milan campione), e l’attacco sul processo per furto d’auto a Pisapia.

La verità è che lo stesso tentativo di trasformare le amministrative in un voto politico ed ideologico si è trasformato in un boomerang: successe anche a Massimo D’Alema, nel 2000, ma continuano a caderci tutti (diceva Montale: La storia non è magistra/ di niente che ci riguardi”). Il tracollo di Pdl e Lega a Milano è solo la metafora perfetta di un cataclisma, il racconto del punto della storia in cui cambia il vento: la città in cui è nata Mani pulite, hanno trionfato prima la Lega (ricordate Formentini?) e poi il Berlusconismo (prima con la bella faccia del Borghese Albertini, poi con il ghigno cotonato della plutocrate Moratti) può diventare anche quella in cui risorge la sinistra. Su tutto pesa l’incognita della Lega che annulla la conferenza stampa convocata per le sette di sera, per attendere i risultati dei comuni dove il Carroccio corre contro il Pdl, come Gallarate, o Rho (dove, per esempio, la Lega va al ballottaggio tagliando fuori il Pdl).

Resta il problema del centrosinistra e del Pd: dove prova a riprodurre le logiche degli apparati senza rispondere al bisogno di cambiamento (vedi il pasticciaccio di Morcone a Napoli) il principale partito di opposizione scompare. Dove accetta i verdetti delle primarie, il Pd acquista un senso e la possibilità di vincere (come già in Puglia e a Firenze). Ma ieri la corretta dichiarazione di Bersani (“Vinciamo noi, perdono loro”) era letta con un tono talmente entusiastico da ispirare una battutaccia a Geppi Cucciari (“Sembrava una partecipazione funeraria”). “Questo voto è uno dei tre uppercut a Berlusconi”, gridava raggiante Antonio Di Pietro. E sarebbe sicuramente vero, se non proseguisse il paradosso di una coalizione che vive praticamente in clandestinità, e che non ha mai visto (nemmeno una sola volta!) i suoi leader salire sullo stesso palco. Questo voto è – a sinistra – la migliore risposta agli azzeccagarbugli e ai dalemoni che hanno l’ossessione del “terzo Polo”: questo strano centrosinistra, vitale tra i suoi elettori, e “clandestino” tra i suoi dirigenti, può vincere anche da solo quando lavora sulla realtà e sui problemi veri. Può vincere anche in Italia, se supererà i calcoli di bottega, e sfrutterà le primarie per scegliere una leadership con cui archiviare l’estremismo in bianco e nero del sovrano di Arcore.


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Messaggio Da anna Mar 17 Mag - 20:44

Italia penultima in Ue per i diritti degli omosessuali.
Arcigay: “Discriminati dall’odio”
Nella giornata internazionale contro l'omofobia, l'associazione Ilga-Europe pubblica un rapporto in cui il nostro Paese si classifica davanti solo a Cipro per la tolleranza di gay e lesbiche. Manca ancora una legge, che verrà discussa in Parlamento a partire dal 23 maggio. Ma le discriminazioni resistono in tutto il continente



Pochi diritti per gli omosessuali. Per questo l’Italia è al secondo posto tra i Paesi Ue meno tolleranti. Dietro Cipro e alla pari di Malta e Lettonia. Lo dice l’ultimo rapporto dell’associazione per i diritti dei gay Ilga-Europe, reso pubblico oggi in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia. E’ tutta l’Europa a guardarsi allo specchio: secondo il rapporto, nonostante i passi avanti fatti da quel lontano 1990, anno in cui l’Organizzazione Mondiale della Salute ha riconosciuto che l’omosessualità non è una malattia mentale, sono ancora troppe le discriminazioni sessuali nel vecchio continente.

In Italia manca da sempre una vera e propria legge contro l’omofobia. Il 23 maggio sulla norma è previsto un dibattito in Parlamento. E in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, le associazioni gay, lesbiche e transessuali hanno incontrato il presidente della camera Gianfranco Fini e il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, ha chiesto “risposte degne di una grande democrazia” e “sanzioni vere e piene contro le discriminazioni”, esorcizzando il rischio dell’ennesimo “testo di legge che sia uno specchio per eludere un problema”.

Proprio l’Italia ospiterà l’Europride 2011, il più grande evento Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) del continente, in programma dall’1 all’11 giugno a Roma. Ma secondo Ilga-Europe il nostro Paese è tra quelli che non stanno facendo nulla per migliorare i diritti degli omosessuali, alla pari, fuori dalla Ue, di Turchia e Ucraina. “L’omofobia e la transfobia sono odio, e l’odio è disgusto – dice Patanè -. E’ davvero possibile che in Italia l’odio e il disgusto continuino a essere la norma che esclude, discrimina, umilia e rinchiude milioni di persone e le loro famiglie nello specchio di una vita falsata e irreale?”.

Dall’Europa arriva la solidarietà del presidente dell’Europarlamento europeo Jerzy Buzek che, in occasione dell’apertura di una mostra sui diritti dei gay a Strasburgo, ha definito l’omofobia “deplorevole, perché denigra le persone e le priva dei loro diritti sulla base del loro orientamento sessuale”. La speranza è che i primi a raccogliere il messaggio siano i suoi compatrioti, visto che proprio nella sua Polonia gli organizzatori del gay pride di Varsavia del prossimo giugno si sono visti rifiutare la possibilità di ricevere visti gratuiti per i manifestanti provenienti da paesi vicini come Bielorussia, Ucraina e Russia. La scusa? “Regole interne della zona Schengen”, secondo quanto ha fatto sapere il ministro degli Esteri polacco.

D’altronde, secondo le associazioni per la parità dei diritti, più si va a est, o a sud nel caso dell’Italia, più diventa difficile lottare contro le discriminazioni sessuali. In Russia, ad esempio, i diplomatici Ue hanno un bel da fare per cercare di convincere le autorità di Mosca a concedere l’ok al primo gay pride nella storia del Paese, in teoria il 28 maggio. Intanto qualche giorno fa la Corte di giustizia Ue ha sancito che le coppie omosessuali dovrebbero vantare gli stessi diritti pensionistici di quelle etero, accogliendo il ricorso di una coppia gay tedesca.

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Messaggio Da anna Mer 18 Mag - 11:16

Due settimane per salvare la democrazia

Paolo Flores d’Arcais

L’Italia civile c’è, e ha battuto un colpo. Energico ed eloquente. Ma non ci si culli sugli allori: l’esito dello scontro fra lo Stato della Costituzione repubblicana (nata dalla Resistenza) e l’Antistato del golpe strisciante e delle cricche di regime si avrà solo tra due settimane, e i nemici delle libertà getteranno sul piatto della bilancia tutta la loro potenza di fuoco mediatica e corruttiva per impedire la vittoria di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli.

Sia chiaro, non voglio affatto minimizzare le ragioni di gioia che la buona novella uscita dalle urne comunali ci porta. Il Narcisocrate di Arcore aveva sproloquiato che il voto era un referendum sulla propria leadership, sull’amore degli italiani nei suoi confronti. Ha ricevuto una raffica di disprezzo. Il compagno di merende di Putin e Gheddafi aveva vomitato che il voto per la Moratti era in realtà un voto contro Ilda Boccassini e gli altri magistrati. Ha ricevuto la lezione che tanta infamia meritava. L’ometto che un tempo Bossi chiamava “Berluscaz” pretendeva un plebiscito per poter “estirpare” quel “cancro” che sono i giudici onesti, che prendono sul serio “la legge eguale per tutti”, ma ad essere amputate - a metà! - sono state solo le sue preferenze.

I suoi scherani travestiti da onorevoli, i suoi prezzolati travestiti da giornalisti, le sue santanchè esibite da santanchè, hanno a tal punto ululato menzogne e distillato odio, pur di gridare agli “estremisti”, che i moderati di Milano hanno trovato rassicurante l’avvocato Pisapia, come era giusto , e quelli di Napoli l’ex magistrato De Magistris, per poter sconfiggere tra due settimane il candidato del camorrista Cosentino.

L’Italia civile c’è. Ora deve solo evitare di disperdersi. Sarebbe criminale se i dirigenti del centro-sinistra non mobilitassero tutte le energie organizzative di cui dispongono a sostegno di Pisapia e De Magistris, mettendo la parola fine all’insopportabile almanaccare su quello che il terzo polo vorrà fare da grande. Alle volte sembrano pendere dalle labbra dei Casini, Fini e financo Rutelli come dai responsi della Sibilla Cumana. Lascino perdere. Chi nel terzo polo vorrà scegliere l’Italia civile voterà ovviamente per Pisapia e De Magistris. Gli altri si denunceranno per quel che sono: ascari del protettore della nipote di Mubarak .

L’Italia civile c’è. In queste due settimane di passione civile, che potrebbero propiziare l’avvitamento del regime (“avvitamento” proprio nel senso aeronautico del termine: la perdita di controllo che conclude nella catastrofe), è necessario che ci siano, con assoluta disponibilità e in prima linea, gli intellettuali e gli artisti, le personalità del mondo della cultura, della scienza e dello spettacolo, come si diceva un tempo. Nell’epoca dell’“audience” hanno doveri e responsabilità supplementari, proporzionali alla visibilità di ciascuno.

Intellettuali e artisti sono (siamo) cittadini privilegiati. Almeno tre volte. Perché possono far coincidere il lavoro con la propria vocazione, perché per questo lavoro-vocazione ottengono redditi mediamente superiori, perché infine hanno il privilegio impagabile di “essere ascoltati”, poco o tanto che sia, per iscritto o sul piccolo schermo. Nello scontro di civiltà fra la democrazia repubblicana e il regime della menzogna, della corruzione, delle mafie, sono in gioco i valori elementari di cui intellettuali e artisti - se vogliono restare tali - sono i naturali custodi: le libertà costituzionali, la verità dei fatti, lo spirito critico, l’eguale dignità di ciascuno.
Ecco perché credo che nei prossimi giorni dovrebbero partecipare tutti, ma proprio tutti (come in molti del resto hanno già fatto), giorno per giorno, con tutto il peso della propria visibilità, alla pacifica guerra di civiltà che si combatte sugli spalti delle urne elettorali di Milano e Napoli. Berlusconi vuole una rivincita, che gli consenta di insediarsi fra due anni al Quirinale e realizzare il lugubre progetto di fascismo post-moderno sulle macerie della Costituzione distrutta. Da Milano e Napoli possiamo invece far cominciare una nuova Italia, che la Costituzione la realizzi davvero.

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Messaggio Da seunanotte Mer 18 Mag - 11:31

Ecco perché credo che nei prossimi giorni dovrebbero partecipare tutti, ma proprio tutti (come in molti del resto hanno già fatto), giorno per giorno, con tutto il peso della propria visibilità, alla pacifica guerra di civiltà che si combatte sugli spalti delle urne elettorali di Milano e Napoli

Speriamo.Gli italiani mi sembra che siano molto partecipi al cambiamento nonostante i nostri politici col solito modo di fare politica,i programmi confusi e le solite facce, e mi pare che lo siano non solo attraverso il voto ma anche attraverso tutte le iniziative che giorno dopo giorno vengono costantemente proposte all'attenzione di tutti.Buon segno,ancora mi sembra presto esultare considerato che c'è ancora il ballottaggio e B.con i suoi scagnozzi inciterà all'attacco ma spero ancora negli italiani,e intanto godiamoci questo momento.
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Messaggio Da anna Mer 18 Mag - 16:44

Moderato? Ma mi faccia il piacere…


L’altra sera a Porta a Porta, in una trasmissione dedicata all’elaborazione del lutto per l’imminente fine del Berlusconismo, mentre era palese l’ansietà di personaggi senz’arte né parte a rischio di ritornare negli anfratti da cui li aveva tratti l’arruolamento come mazzieri a libro paga nella compagine governativa, spiccava la mascherina compunta di Enrico Letta nell’abituale tenuta da bancario; la cui unica preoccupazione era quella di smentire le critiche a Pisapia di non essere sufficientemente “moderato”.Sarebbe finalmente ora di smetterla con questa invereconda definizione. Moderato, ma che significa? Forse il non prendere mai una posizione netta, tipo sì/ma, no/però? Vuol dire sussurrare con voce flautata amene banalità e luoghi comuni? Non disturbare il manovratore (o – a scelta – gli interessi dominanti)?

La moderazione come sinonimo di impalpabilità. Ma anche sintomo dell’ipocrita ricerca dell’indeterminatezza allo scopo di acchiappare consensi a largo raggio.

Insomma, l’apoteosi del “non dire” come cinica tecnologia del potere.

Tra l’altro – per quanto riguarda la fauna di regime – una sorta di autocertificazione truffaldina; per cui sarebbero “moderati/e” erinni affette da prognatismo psicosomatico alla Santanché, carrieristi del ronzio molesto a scopo interruttivo del ragionamento altrui tipo l’onorevole Stracquadagno (facile la battuta: però facendo così ci straguadagna pure; e così si toglie la fame atavica delle antiche militanze pannelliane), la strega Nocciola Tiziana Majolo e – udite, udite – financo un ex paninaro picchiatore compulsivo, oggi prevalentemente scalciatore, che fa il ministro con il nome di La Russa. Fuori tempo massimo la Letizia Brichetto, moderata dal tempo del suo massimo successo manageriale, il dovizioso matrimonio con un petroliere di seconda generazione, eppure inceppata nel moderatismo lanciatore di fango da una congenita legnosità.

Avanzo una proposta: a questo punto bisognerebbe accogliere a fischi, pernacchie e lanci di ortaggi vari ogni teorizzatore petulante che ci intrattiene sul valore sacrale della moderazione acchiappacitrulli. Perché le amministrative ci hanno detto chiaramente che di questi fasulli e/o imbroglioni in abito “moderato”, da sera o da lavoro (sporco), non ne possiamo proprio più. Che abbiamo una gran voglia di ascoltare e partecipare a discussioni in cui si esprime qualcosa, magari di duro e provocatorio ma certamente esplicito e riconoscibile; non di affondare in una brodazza immonda di parole senza senso, ululati e borborigmi.

Speriamo che i dirigenti del PD, rinvigorito dal successo che dipende dall’aver perso le primarie interne e – quindi – di essere stato costretto ad affrontare le elezioni con candidati diversi dagli idealtipi lemure o animuccia che tanto gli piacciono, abbiano davvero capito la lezione. Che può essere sintetizzata in due punti:

A) l’orrido Berlusconi può essere battuto se si è capaci di sfondare la gabbia di parole con cui è riuscito a imprigionare la politica (e “moderato” è una di queste), liberandosi dalle pastoie di regole comunicative imposte dall’avversario;

B) la riprova che qualsivoglia proposta politica non può prescindere dalla credibilità di chi se ne fa portatore. Ad esempio possiamo convenire che Luigi De Magistris intende realmente moralizzare Napoli, non certo se lo avesse detto Andrea Cozzolino, vincitore di primarie partenopee col broglio.

Ora Pisapia e De Magistris sono in pole position per tagliare il traguardo finale. L’unico inciampo sul loro cammino può venire dalle fisime di chi dovrebbe appoggiarli ma teme di non apparire abbastanza moderato. Anche perché – nel proprio intimo – sogna l’alleanza (appunto, moderata) con il Terzo Polo del furbacchione di scuola demoforlaniana Pierferdy Casini e dell’omino Facis sbrindellato Gianfranco Fini, che hanno dimostrato di avere un peso elettorale sostanzialmente infinitesimale; ma che si sono conquistati agli occhi del PD, affetto dall’inestirpabile “sindrome dell’ospite in casa altrui”, il titolo di inappellabili certificatori dell’agognata moderazione. La via maestra per l’insuccesso

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Messaggio Da anna Mer 18 Mag - 19:22

“Il Tg1 fa informazione di parte”. A Milano
i montatori ritirano la firma dai servizi Hanno inviato una lettera al direttore Augusto Minzolini, in cui esprimono "forte dissenso" per le scelte editoriali. E chiedono il ripristino della "reale obiettività della notizia". Non solo. La protesta è collegata anche alle scelte artistiche che, dicono, non sempre vengono rispettate



Se sull’informazione di parte del Tg1 i giornalisti fanno spallucce, a ribellarsi ci pensano i montatori della sede Rai di Milano. Che, “sempre più distanti” dalle scelte editoriali di Augusto Minzolini, hanno deciso di ritirare la firma dai loro servizi. Un gesto forte per difendere la loro dignità professionale.

In una lettera inviata al direttorissimo e condivisa all’unanimità, i 25 montatori di corso Sempione “esprimono il loro forte dissenso nei confronti di un’informazione parziale e coartata”. E non riconoscendosi nella linea di Minzolini, “sia come professionisti del settore giornalistico che come utenti della televisione pubblica, ritirano la firma dai propri servizi del telegiornale in attesa di un cambio nella gestione e di un ripristino di quella che dovrebbe essere una reale obiettività della notizia che restituisca al Tg1 la dignità che gli deve appartenere in quanto prima fonte d’informazione del Paese”.

Chi si occupa di montaggio nella sede milanese, lo fa per tutte le testate della Rai. Perché togliere la firma solo dai servizi mandati in onda dal Tg1? “Questo telegiornale dà notizie di parte – spiegano i montatori a ilfattoquotidiano.it -. Noi siamo lavoratori tenuti a prestare un servizio pubblico. E ora vogliamo difendere proprio la dignità di questo servizio pubblico”. L’ultimo episodio a far discutere nei corridoi di corso Sempione è di lunedì scorso. Il Tg1 ha un’inviata nella sede del comitato elettorale di Giuliano Pisapia. Ma è meglio non lanciare il collegamento, visto che le proiezioni danno il candidato del centrosinistra in vantaggio.

I montatori lamentano pure che l’autonomia nelle scelte artistiche non è sempre garantita. E le macchine con cui lavorano sono obsolete: “Mancano gli investimenti. E’ quasi un miracolo riuscire ad andare in onda”. Ma quello che più li irrita è come il Tg1 fa informazione. “Un telegiornale – dicono – che è sempre più di costume e sempre meno di notizie. Contribuiamo al processo di messa in onda e ora preferiamo tirarcene fuori: non vogliamo più che i nostri nomi partecipino a questa disfatta”.

La decisione dei montatori segue di un anno quella di Maria Luisa Busi, che in polemica con il proprio direttore, aveva scelto di non condurre più l’edizione delle 20 del Tg1. Non potendo togliere la firma, per salvare la sua professionalità la Busi aveva deciso di levare la faccia. Un gesto che seguiva i contestati editoriali di Minzolini e l’epurazione dal video dei non allineati Tiziana Ferrario, Piero Damosso e Paolo Di Giannantonio. In un anno le cose al Tg1 non sono certo cambiate. E se i giornalisti non dicono “basta”, tocca farlo ai montatori.

ilfattoquotidiano

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Messaggio Da ubik Mer 18 Mag - 21:08

I Milan Clubs chiedono di votare Berlusconi

“Caro amico milanista, siamo i migliori, vota Berlusconi. E’ questo il sunto della lettera propagandistica che l’Aimc (Associazione Italiana Milan Clubs) ha inviato ai sostenitori della squadra rossonera per le elezioni amministrative. Onestà intellettuale pari a zero.

Dopo l’enumerazione dei trofei vinti nell’epoca del patronBerlusconi, arriva il suggerimento con tanto di “spiegazione”: “Potrai votare facendo una croce sul simbolo del ‘il Popolo della libertà’ e potrai scrivere il nome ‘Berlusconi’ nello spazio per la preferenza sulla scheda azzurra”. E poi un’aggiunta: “Un gesto tanto semplice quanto decisivo per fare di Milano una città sempre all’altezza della nostra straordinaria squadra di calcio!!!”. Tralasciando i vistosi errori grammaticali e i vizi di forma dell’intera missiva, vorrei fare una valutazione squisitamente politica.

Intanto mettere quella croce su un simbolo non è un “gesto semplice”, ma una vera e propria assunzione di responsabilità nei confronti di se stessi e del posto in cui si vive. E poi, mi chiedo, in quale Paese civile il presidente onorario del fan club di una squadra di calcio (nel caso di specie si tratta del signor Sandro Capitanio: onore al merito!) si presta ad un’operazione di marketing di questo livello? In quale Paese civile un capo di governo si serve di questo tipo di “collaborazione”?

Capisco la disperazione di Silvio Berlusconi per l’inesorabile declino del suo (non)governo, e capisco il terrore, giustificatissimo, di queste elezioni, ma usare uno stratagemma del genere, che oggi viene fuori con questo mio post, non ha aiutato al primo turno e non aiuterà di certo per il ballottaggio. Quindi, ricapitolando, la campagna elettorale del Pdl in Lombardia si è svolta così: manifesti ingiuriosi e violenti nei confronti dei magistrati, comizio semi-deserto accanto al Duomo, diffamazione codarda in diretta tv alla fine del confronto Moratti-Pisapia e… per finire in bellezza, “campagna elettorale” attraverso il calcio. Ci sarebbe da ridere, se non fosse una tragedia.

Fossi un tifoso del Milan strapperei il mio abbonamento e smetterei di gettare via i miei soldi in partite e fan club per pagare la campagna elettorale di Berlusconi. Fossi la Moratti (ma per fortuna non lo sono!) mi sentirei tremendamente offesa e denigrata, e mi ritirerei in buon ordine, non prima di aver strappato la tessera del partito. Fossi milanese, ovviamente, voterei per Giuliano Pisapia e manderei a casa questa classe politica insulsa, inetta e irrecuperabile. Ma io non tifo per il Milan, non sono candidata a sindaco del capoluogo lombardo e non posso votare per Pisapia, per cui non mi rimane che indignarmi e informare i cittadini, milanesi e non, ancora una volta, sull’idea che ha di politica Silvio Berlusconi. E sullo spessore di chi lo sostiene con questi mezzucci.

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Messaggio Da anna Gio 19 Mag - 12:43

No, questa non è la trama del film di Alvaro Vitali "Pierino colpisce ancora".

... bensì le scuse dei Parlamentari Responsabili (sottolineo la parola "Parlamentari") per le pesanti assenze di ieri, assenze che hanno affossato il Governo Berlusconi per ben 5 volte. Sapete no?, in zona responsabile c'è molto malcontento: dopo la mazzata di Milano il Premier avrebbe bloccato ogni ulteriore promozione. Comunque sì, queste dichiarazioni sono state rilasciate veramente:


... bensì le scuse dei Parlamentari Responsabili (sottolineo la parola "Parlamentari") per le pesanti assenze di ieri, assenze che hanno affossato il Governo Berlusconi per ben 5 volte. Sapete no?, in zona responsabile c'è molto malcontento: dopo la mazzata di Milano il Premier avrebbe bloccato ogni ulteriore promozione. Comunque sì, queste dichiarazioni sono state rilasciate veramente:

Luciano Sardelli, Presidente dei deputati di Iniziativa Responsabile:

Non c'è assolutamente nulla di voluto ... Io non ho trovato posto con la macchina. Vede? Ho anche il tagliando del parcheggio Ludovisi che lo dimostra.

Maria Grazia Siliquini:

Il mio volo da Torino era in ritardo ... poi ho trovato traffico, e sono arrivata all'una.

Arturo Iannaccone fa diramare una nota ufficiale:

L'onorevole Iannaccone non ha partecipato alle votazioni che hanno visto il governo andare in minoranza perché gli addetti al parcheggio della Camera gli hanno impedito di sostare la sua autovettura a causa del sovraffollamento del parcheggio stesso. La sua assenza non ha alcuna motivazione politica.

Bruno Cesario:

Ero dal ministro Tremonti con gli altri sottosegretari.

Elio Belcastro:

Ecco il ticket dell'aereo che mi ha portato a Roma troppo tardi: tutta colpa delle infrastrutture italiane.

Antonio Razzi:

Qui ci sono colleghi che fanno i capricci, io li manderei a zappare la terra.

Massimo Calearo:

Colpa dell'aereo che era in ritardo.

Domenico Scilipoti:

Quello che è accaduto non ha niente di politico ... C'è ancora chi è impegnato in campagna elettorale e chi è influenzato. Sta circolando un virus ... Francesco Pionati ad esempio è assente giustificato, si è dato malato.

Francesco Pionati:

Perché ero assente? Devo seguire i ballottaggi, non posso sdoppiarmi ... Nessun maldipancia ... vale quello che mi ha detto Berlusconi: Pionati farà il sottosegretario, ed io gli credo ... anzi, Silvio mi faccia Ministro: sarebbe un riconoscimento al partito che rappresento.

Maurizio Grassano:

Sono arrivato tardi perché ero dal ministro dell'Agricoltura, ho portato a Saverio Romano un imprenditore del Nord, Federico Radice Fossati.

Giuseppe Ruvolo:

In questa storia non c'è niente di politico, davvero. Eravamo con il ministro in commissione Agricoltura.

Saverio Romano:

Io l'ho scoperto dopo che il Governo era andato sotto, guardando il Televideo. Ma ormai la frittata era fatta. Comunque erano tutte assenze casuali. Molti dopo le elezioni sono rimasti in periferia ... E due degli assenti erano con me: stavamo preparando un incontro con un'organizzazione che si occupa di pioppi.

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in mancanza di nuovi comici Rassegna Stampa - Pagina 18 2546660598 Rassegna Stampa - Pagina 18 30341 comunque mi sembra di capire che i nostri poveri parlamentari abbiano un grande problema: il parcheggio
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Messaggio Da Lucy Gordon Gio 19 Mag - 17:30



La Concia si dimette urlando
non sarà relatrice sull'omofobia

La commissione Giustizia della Camera ha bocciato questa mattina anche l'ultima mediazione della deputata Pd. "Vari parlamentari del Pdl mi hanno già detto che voteranno a favore"


http://www.repubblica.it/politica/2011/05/19/news/concia_lascia-16469428/



Sinceramente....io sono contraria a queste leggi, sono ancora più discriminatorie.

Il popolo sarà veramente evoluto quando non avrà bisogno di regole su questi temi e sulle quote rosa.

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Messaggio Da anna Gio 19 Mag - 19:52

Milano, Moratti si presenta a un presidio
e viene sommersa dai fischi


Il sindaco uscente decide di partecipare a un presidio di disabili e viene accolta da una selva di fischi. Allo steso presidio poco prima aveva partecipato Pisapia, acclamato tra gli applausi. Intanto salta il confronto tv a Porta a Porta: il candidato del centrosinistra rifiuta l'invito, "visto la scorrettezza del confronto su Sky""


Una selva di fischi ha accolto il sindaco di Milano, Letizia Moratti, che a sorpresa ha deciso di intervenire ad un presidio organizzato dalle associazioni a sostegno dei disabili sotto il Pirellone per denunciare i tagli del Governo. Presidio a cui era intervenuto poco prima Giuliano Pisapia tra gli applausi. La partecipazione del candidato sindaco del centrosinistra era annunciata già da ieri, mentre quella di Moratti è stata deciso all’ultimo minuto. Avvisata da Formigoni del presidio di fronte al palazzo della Regione, il sindaco uscente ha deciso di intervenire. “Sono stata invitata dal Presidente Formigoni, che mi ha detto che c’era questa riunione”, ha ammesso lei stessa.
Pisapia e Moratti non si sono incrociati per pochi minuti. E non si incontreranno neanche negli studi di Porta a Porta. Il candidato del centrosinistra ha infatti rifiutato l’invito di Bruno Vespa, ”vista la scorrettezza che nel confronto che ha preceduto il primo turno ha indotto Pisapia a querelare la Moratti per diffamazione aggravata”.

Stamani alla manifestazione, poco prima dell’arrivo del sindaco era stato invece letteralmente acclamato il candidato del centrosinistra. ”Il mio impegno – ha detto Pisapia- è far sì che dove troverò sprechi, le priorità vadano a chi ogni giorno vede un proprio diritto violato”.

Se a Pisapia sono andati applausi e incoraggiamenti per il ballottaggio, una diversa accoglienza i disabili l’hanno riservata prima al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel frattempo arrivato al presidio, e soprattutto a Letizia Moratti, verso cui sono partiti i fischi prima ancora che arrivasse, al solo citare il suo nome.

Nonostante gli appelli alla moderazione dell’organizzatore del presidio, Franco Bomprezzi, portavoce dell’Associazione Ledha e candidato nella lista civica di Pisapia, Letizia Moratti è stata fatta oggetto di dileggi e disapprovazione. “Conosco i vostri problemi – ha detto il sindaco – condivido le vostre posizioni e mi farò parte attiva con il ministro Sacconi per eliminare questi tagli. Milano in questi anni ha dato di più proprio perchè il Governo aveva dato di meno”. La stessa promessa era stata fatta poco prima anche da Formigoni, che aveva assicurato di impegnarsi per eliminare i tagli all’assistenza dei disabili.

Immediato il messaggio di solidarietà a Moratti da parte del ministro Ignazio La Russa che ha definito i fischi ”l’ennesima prova dell’intolleranza che è costume della sinistra, contestazioni pregiudiziali fatte per demolire l’avversario”.

ilfattoquotidiano

una campagna elettorale degna di Paperino Rassegna Stampa - Pagina 18 2546660598 Rassegna Stampa - Pagina 18 633622 Rassegna Stampa - Pagina 18 30341 no, forse Paperino non darebbe retta a tutti come fa lei

Rassegna Stampa - Pagina 18 88695 non riesco a incorporare il Video
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Messaggio Da ubik Gio 19 Mag - 20:11

Rassegna Stampa - Pagina 18 0592 che faccia tosta la moratti!

crede che quelli che come me vivono a milano e hanno a che fare con i servizi sociali siano tutti scemi?

incredibile!
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Messaggio Da ubik Gio 19 Mag - 21:04

(ANSA) - MILANO, 19 MAG - ''Pisapia scappa quando si parla di cose concrete, io sono pronta a chiedere scusa nel momento in cui c'e' un confronto diretto sui programmi, perche' sui programmi i cittadini milanesi hanno il diritto di avere risposte precise, chiare e concrete'': lo ha detto il sindaco di Milano Letizia Moratti ai microfoni del TG regionale della Lombardia di Rai Tre.



e insiste Rassegna Stampa - Pagina 18 88695
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Messaggio Da anna Gio 19 Mag - 21:09

Rassegna Stampa - Pagina 18 2546660598 Rassegna Stampa - Pagina 18 2546660598 Rassegna Stampa - Pagina 18 2546660598

Rassegna Stampa - Pagina 18 30341 intanto il suo amichetto Formigoni , dopo averla chiamata oggi, adesso a 8 e mezzo sta finendo l'opera di demolizione Rassegna Stampa - Pagina 18 633622
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Messaggio Da ubik Gio 19 Mag - 21:37

DAGO-INTERVISTA: L'ANALISI DI CARLO FRECCERO SUL DUELLO PISAPIA-MORATTI

E' avvenuto un fatto incredibile. La Moratti che "si inventa" Pisapia! I sondaggi erano lì a dimostrare che il candidato del centro-sinistra, uscito a sorpresa dalle primarie superando il candidato del Pd Stefano Boeri, non fosse un leader. Era un personaggio perbene, rispettabilissimo rappresentante della borghesia illuminata meneghina; ma non era il nuovo. Chi lo ha messo in "cornice" (ed è la cornice che fa il quadro, copy Warhol) è appunto Letizia Moratti quando lo accusava davanti alle telecamere di Sky di essere un ex terrorista dedito al furto d'auto (accusa di cui fu del tutto assolto).
Essì, Pisapia l'ha creato la Moratti, gli ha dato luminosità, una visibilità da vittima, lo ha fatto diventare vero. E gli effetti si sono riverberati nelle urne: negli ultimi giorni 50 mila voti si sono trasferiti da destra a sinistra.

La Moratti ha sbagliato tutto quando ha deciso di mostricizzare la sua immagine e pregnanza bon ton borghese che frequenta San Patrignano in un surrogato della Santanché, pasdaran di Cuneo. Una mostruosità da Doctor Jekyll e Mister Hyde, anche perché la Moratti non ha il fisico cafonal, non frequenta Briatore né le discoteche della Costa Smeralda.
Nel faccia a faccia con Pisapia la moderata Moratti è arrivato al punto di surrogare la violenza estremista dei manifesti di Lassini ("Fuori le Br dalle Procure"), e sembrava quasi che il conduttore del duello, Emilio Carelli, fosse complice del sindaco. E' vero che, per regolamento, Pisapia non poteva intervenire ma l'accusa era talmente pesante ed infamante che Carelli doveva concedere una replica.

Mi ha colpito molto anche il fatto che il regista del faccia a faccia, nel momento topico dello scontro, non facesse nessun primopiano su Pisapia ma sempre su campo lungo - non so se questo era previsto oppure no.
Ma sono questi i momenti in cui la televisione da strumento di propaganda diventa uno strumento di contro-progranda. Quando la tv rivela il trucco che vuole nascondere. Era già successo quando Aznar comunicò davanti alle telecamere che l'attentato di Madrid era opera dell'Eta. Una bugia così plateale che si ritorse contro dinamitando il suo futuro a favore di Zapatero.

Se la Moratti camuffata da Santanché era inimmaginabile, e disturbante, Berlusconi è andato oltre, trasformando la Milano da bere nella Milano di sesso e di piacere. Che ha spaccato in un intreccio di lotte il centrodestra: Comunione & Liberazione con Formigoni e Compagnia delle Opere, potentissimi in Lombardia, non hanno speso un parola o una goccia di sudore a favore della Moratti. Che dimostra che Berlusconi non controlla più il gioco, non è il piu dottor Mabuse di una volta. Tre anni fa non sarebbe accaduto.

Formigoni, del resto, è stufo di non essere tenuto in considerazione da Roma e vuole scendere in campo, giocare un ruolo da protagonista, e ha approfittato di una campagna elettorale sbagliata per porsi al centro della scena.

Non è detto che tra 15 giorni, se la Moratti va a Canossa e trova un accordo con i ciellini, non ci sarà una battaglia sul filo di lana. La sinistra non deve cantare vittoria ma la Moratti parte svantaggiata perché l'opinione pubblica sale sempre sul carro del vincitore.

Oggi Pisapia ha fatto benissimo a rifiutare il confronto "riparatore" a "Porta a Porta" con la Moratti. Le polemiche servono a rinfocolare il Pisapia inventato dalla Moratti ai media che non hanno memoria.
Ultina cosa. Da sottolineare, nella disfatta della Moratti, l'effetto dirompente di "Annozero" dove la signora Santanché ha fatto una perfomance disastrosa con la storia della bandiera di Hamas e uno strano Celentano senza pause, pareva scritto il suo dolente intervento telefonico, ha registrato un record d'ascolto: 22,5%.

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