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Messaggio Da anna Ven 25 Mag - 21:39

Miilano Piazza Enrico Berlinguer inaugurazione



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Messaggio Da anna Sab 26 Mag - 9:04

Il binario morto del Parlamento

Venti ore di tenace lavoro per non rischiare di lasciare i partiti senza soldi. Tutto avviene con uno strano silenziatore perché bisogna passare in fretta da un comma all’altro, dal mio emendamento al tuo, tanto vogliono tutti la stessa cosa. Soldi (un po’ meno di prima) per ciascun partito, e l’onorabilità perduta. “Perché non siamo tutti Belsito e Lusi”. Anzi, dobbiamo ascoltare un vigoroso discorso in difesa dei tesorieri. Non stanno pensando altro, fuori, in Italia, specialmente nelle zone del terremoto e fra le tribù degli esodati. E Beppe Grillo li aspetta. Poi toccherà ai sociologi spiegare lo strano voto “né di destra né di sinistra”. Giusto.

Qui, tranne i Radicali, Di Pietro, Arturo Parisi e alcuni di noi (noi: coloro che hanno dichiarato il dissenso) sparsi nel compatto Pd, tutti votano uguale. Sembra che sia al lavoro un bravo scenografo che di volta in volta fa apparire, e poi cancella, due paesaggi diversi. Il primo è pauroso al punto che le autorità di governo avvertono: non possiamo aiutare le vittime del terremoto. Ma improvvisamente la scena si illumina e compare una politica seria e affidabile che compie un grande gesto: dona metà del suo finanziamento pubblico ai bisogni del Paese. Il problema è che i soldi, sia quelli da incassare sia quelli da donare, non ci sono più, come ha già avvisato il governo, come ci stanno dicendo gli altri Paesi europei. Allora come pagare la politica? È un problema che condividiamo con il resto del mondo. Ma gli italiani non solo hanno già detto che cosa pensano del finanziamento pubblico dei partiti nel famoso e stravinto e rimosso referendum dei Radicali. Sono stati anche costretti ad assistere all’acquisto di diamanti da parte della vicepresidente del Senato e del suo collega Stiffoni e alla distribuzione delle “paghine” ai ragazzi Bossi, tutto (e ben altro) con soldi pubblici. Episodi di colore, direte. Ma c’è la solida testimonianza del senatore Lusi a darci notizie, in parte false e in parte vere, sullo stato di degrado e il livello di vergogna.

Ma il vero, disorientante problema è la ferma linea di condotta del versante presentabile dei partiti. Possibile che nessuno abbia intravisto il dislivello fra ciò che accade qui dentro e ciò che sta succedendo là fuori, dove ci sono abbandono, isolamento, paura e rischio di rivolta? Il treno del Parlamento, affollato di maggioranza senza partito e di partiti senza maggioranza, continua a correre, confidente e veloce, su un binario morto. Dispiace, ma andrà a sbattere.

Furio Colombo

Rassegna Stampa - Pagina 63 30341 speriamo che sbatta prestissimo...
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Messaggio Da ubik Sab 26 Mag - 16:35

anna ha scritto:Rassegna Stampa - Pagina 63 30341 speriamo che sbatta prestissimo...

e che le penne ce le rimettano solo loro Suspect

intanto Grillo, ovviamente, prevede il ritorno dello stragismo Rassegna Stampa - Pagina 63 79629 What a Face ...
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Messaggio Da anna Sab 26 Mag - 16:48

ubik ha scritto:
anna ha scritto:Rassegna Stampa - Pagina 63 30341 speriamo che sbatta prestissimo...

e che le penne ce le rimettano solo loro Suspect

intanto Grillo, ovviamente, prevede il ritorno dello stragismo Rassegna Stampa - Pagina 63 79629 What a Face ...

Rassegna Stampa - Pagina 63 30341 anche perchè noi non abbiamo più molte penne...

What a Face io lo prevedo da mesi, mi sembra lampante Rassegna Stampa - Pagina 63 30341 quello che non capisco è perchè tutti diano del matto, del complottista a Grillo Suspect o forse lo capisco...
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Messaggio Da picpiera Sab 26 Mag - 19:34

Siria: scambiato per spia, storico belga nell'inferno del regime

18:29 26 MAG 2012

(AGI) - Bruxelles, 26 mag. - Aveva una posizione vagamente favorevole a Bashar Assad. Gli e' bastata una settimana nelle carceri del regime siriano per cambiare idea. Pierre Piccinin e' un intellettuale di quelli che vogliono vedere di persona nelle cose, toccare con mano, e come Jonathan Littel ha viaggiato nell'inferno siriano ricavandone, al pari dell'autore delle Benevole, un diario di viaggio impressionante per la descrizione della repressione. Belga, docente di Storia alla scuola europea di Bruxelles, Piccinin riesce a ottenere un visto grazie al quale entra nel Paese dal Libano il 15 maggio scorso. A Damasco noleggia un'auto, a bordo della quale viaggia a Homs, roccaforte dei ribelli e dunque anche obiettivo prediletto della macchina militare del regime. Da li' arriva a Talbisseh, sotto il controllo della dissidenza armata. "Sono ben organizzati", ha raccontato al quotidiano La Libre belgique, "molto piu' di quanto immaginassi". Il punto di non ritorno morale, Piccinin lo incontra a Tall Kalakh, il 17 maggio, alla frontiera con il Libano: "Volevo entrare in citta' in modo legale, ho chiesto l'autorizzazione a un posto di blocco, mi hanno lasciato passare. Dopo due ore di girovagare per la citta' mi hanno raggiunto alcuni uomini della sicurezza: potevo girare solo con la loro auto, mi hanno detto. Una volta a bordo, mi hanno ammanettato e portato in un edificio".
Piccinin e' stato scambiato per un agente dei servizi segreti francesi. L'intellettuale belga trova l'inferno: sequestrati gli effetti personali, viene trasferito a Homs: interrogato, vede sfilare davanti a se' prigionieri ormai cadaveri.
Nell'ufficio in cui lo torchiano nota "aghi, sangue, unghie dappertutto". Gli agenti lo picchiano. Poi, lo portano a Damasco, nel giorno in cui un attentato fa 55 morti. Nelle celle del quartier generale della sicurezza, a Qazzaz, "la gente urlava tutta la notte". Il giorno dopo, nella prigione di Bab al Musalla, grazie alla solidarieta' "formidabile" dei detenuti raccoglie i soldi per corrompere una guardia e utilizzare un telefonino cellulare. E' la salvezza. Piccinin chiama un amico, che a sua volte allerta la diplomazia belga.
Il 22 maggio lo storico esce dal carcere. Appassionato del mondo arabo, il suo giudizio sulla Siria oggi e' questo: "Non cambiera' nulla li', se non si interviene. Governa un regime del terrore". (AGI) .

http://www.agi.it/estero/notizie/201205261829-est-rt10091-siria_scambiato_per_spia_storico_belga_nell_inferno_del_regime
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Messaggio Da piergiorgio Dom 27 Mag - 6:44

I ladri galantuomini

di Marco Travaglio | 26 maggio 2012




Va di moda la giustizia fai da te. Non c’è più bisogno di “attendere con fiducia le sentenze”, per poi gabellare le prescrizioni per assoluzioni. Ora le assoluzioni le distribuiscono direttamente i giornalisti e i politici. Prendete Piero Sansonetti: da un po’ di tempo fa la parte di “quello di sinistra che ce l’ha coi giudici”, molto più richiesto nei salotti televisivi di “quello di destra che ce l’ha coi giudici”. Un po’ come il pizzaiolo che fa la pizza alle fragole. Il sottotesto dice: “Io sono di sinistra, dunque non ce l’ho coi giudici perché me l’ha chiesto Berlusconi, ma perché ho ragione”.

L’altra sera, a Servizio Pubblico su mafia e politica, il popolare Samsonite annuncia che il processo a Ottaviano Del Turco, arrestato quand’era governatore d’Abruzzo, è finito nel nulla: e ora chi risarcirà quel sant’uomo e una Regione decapitata dai giudici? Faccio sommessamente notare che Del Turco e i suoi coimputati, arrestati da un gip su richiesta di tre pm, decisione confermata da vari giudici del Riesame e della Cassazione, e rinviati a giudizio da un gup, sono tuttora sotto processo al Tribunale di Pescara e nessuna sentenza, a parte quella di Sansonetti e di altri difensori d’ufficio a mezzo stampa e tv, è stata ancora emessa. Allora Samsonite ribatte che il processo è durato troppo: dev’essere per questo che lui ha deciso di anticipare l’assoluzione.
Nelle stesse ore la Camera votava la legge-truffa sui soldi pubblici ai partiti, pomposamente presentata dalla stampa di regime come “la riforma che dimezza i rimborsi elettorali”: in realtà, a conti fatti, i partiti maggiori si tagliano un misero 30%; espropriano del potere di controllo l’unico organismo deputato a esercitarlo: la Corte dei Conti; regalano sgravi fiscali favolosi ai finanziatori privati (legalizzando le tangenti preventive, come osserva Curzio Maltese); e negano i rimborsi elettorali ai movimenti e alle liste civiche come 5 Stelle (che peraltro non li vuole) con la scusa che non hanno uno statuto (e pazienza se gli statuti dei partiti sono incostituzionali perché li equiparano ad associazioni private).
La sublime porcata poteva contenere un paio di norme di minima decenza: la proposta Idv di revocare i rimborsi ai partiti che candidano condannati; e quella del pd Fontanelli per obbligare i tesorieri a dichiarare non solo la propria posizione patrimoniale, ma anche quella dei congiunti di primo e secondo grado. Emendamenti puntualmente respinti. Contro quello pidino s’è scatenato Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds (che non esistono più ma hanno ancora incredibilmente un tesoriere, dunque un tesoro): l’ha definito “un tentativo di criminalizzare la figura del tesoriere” (come se non bastassero i Lusi, i Naro e i Belsito). Poi, con aria ispirata e posa ciceroniana, s’è lanciato in una commossa difesa di tutti i tesorieri presenti, futuri, ma soprattutto passati: “Voto contro in memoria di galantuomini come Severino Citaristi, Renato Pollini e Marcello Stefanini, sempre assolti dopo lunghe sofferenze”.
Per la cronaca, il galantuomo Citaristi, tesoriere Dc, ricevette 74 avvisi di garanzia e fu condannato definitivamente a un totale di 16 anni di carcere e 8 miliardi di lire di multe per corruzione e finanziamento illecito, oltre a risultare beneficiario di un conto svizzero intestato a un parente e gestito dal faccendiere Pacini Battaglia. Quanto ai galantuomini Pollini e Stefanini, ultimi tesorieri del Pci, uscirono dalle inchieste in parte per assoluzione, in parte per prescrizione, in parte per amnistia, mentre il loro braccio operativo Greganti veniva condannato a 3 anni e 6 mesi per corruzione e finanziamento illecito al partito. Però Sposetti li ha assolti tutti, e tanto basta. La sua catilinaria è stata accolta con vivi applausi da tutto l’emiciclo, specialmente dai banchi del Pdl e dell’Udc. Telegrammi di felicitazioni da Arsenio Lupin e Pietro Gambadilegno. La Banda Bassotti ha inviato una tessera onoraria.
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Messaggio Da anna Mar 29 Mag - 9:49

Forte scossa nel nord Italia, epicentro in Emilia
Dal Veneto alla Lombardia fino in Liguria: magnitudo 5,9 Richter



Una forte scossa di terremoto è stata avvertita pochi minuti fa tra Veneto ed Emilia Romagna. Ma il sisma è stato avvertito con nettezza in tutto il nord Italia. Per la paura sono stati evacuati decine di negozi a Bologna. Anche a Milano e nell'hinterland evacuati decine di uffici.


corriere.it


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Messaggio Da anna Mar 29 Mag - 16:31

Capannoni di sangue

A cosa servono capannoni industriali vuoti? Spesso sono costruiti senza alcuna necessità per accedere ai fondi UE. Perché mancano i controlli quando sono utilizzati? Di cosa sono fatti? Di sabbia e del sangue degli operai morti sotto le macerie?
"Un tecnico intervistato telefonicamente su rainews24 ha detto, a proposito delle decine o centinaia di capannoni di nuova costruzione crollati, che la normativa antisismica vigente NON PREVEDE terremoti di questa forza! Ma vi rendete conto? Chi l'ha firmata 'sta normativa? Quale ministro ha abbassato il limite di antisismicità? Magnitudo 5.8 è certamente un terremoto forte, ma i capannoni sono venuti giù tutti come castelli di carte. A quale magnitudo dovevano resistere? Qualche magistrato indaghi, per favore."

dal blog di beppegrillo
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Messaggio Da anna Mer 30 Mag - 7:24

La parata più bella


Che senso ha la parata del 2 giugno con l’Emilia a pezzi che piange i suoi morti? Il quesito, che sarebbe considerato blasfemo in Francia, qui può sembrare velleitario, dal momento che il Capo dello Stato ha deciso di confermare la cerimonia dei Fori Imperiali, sia pure improntandola alla sobrietà. Però vale egualmente la pena di porselo. Sgombriamo il campo dalle pregiudiziali ideologiche, che condannano la sfilata delle Forze Armate in quanto manifestazione muscolare. E sforziamoci di sgombrarlo anche dai condizionamenti emotivi che in queste ore ci inducono a considerare uno spreco di risorse qualsiasi iniziativa dello Stato che non consista nel portare sollievo alle popolazioni emiliane in apnea. I soldi per la parata sono già stati quasi tutti spesi. Con quel poco che resta si finanzierebbe al massimo la ricostruzione di un comignolo. Andrebbe ricordato a quella genia di politici in malafede che cercano di agganciare l’umore popolare con proposte furbastre, ma si guardano bene dal devolvere a chi soffre le cifre ben più consistenti che si ricaverebbero dalla drastica riduzione del numero dei parlamentari.

La domanda che la coincidenza fra celebrazione e tragedia riporta alla ribalta è un’altra: nel 2012 ha ancora senso festeggiare la Repubblica con un rito così poco sentito dalla maggioranza dei cittadini? Ogni comunità ha bisogno di riti e di simboli. Ma sono le religioni che li mantengono inalterati nei secoli. Non gli Stati. Non tutti, almeno. Penso sommessamente che quest’anno il 2 giugno si onori di più la Repubblica andando fra i terremotati che fra i carri armati.

Massimo Gramellini
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Messaggio Da anna Ven 1 Giu - 8:45

L’AMACA di Michele Serra:

Troppo tardi, le medicine non fanno più effetto!


Genova sarà governata da una maggioranza di donne, e da un sindaco, Marco Doria, che ha saputo infrangere lo sconsolante maschilismo del potere italiano. In sé è una bella notizia, ma forse arriva tardi. Più della metà dei genovesi non è andata a votare al secondo turno, uno scollamento impressionante in una città dalla storia politica gloriosa. Non è, ovviamente, colpa di Doria, ma ci si domanda se la malattia della politica non sia oramai così avanzata da rendere vani anche i bei gesti, i giusti rimedi, i cambiamenti. Medicine che, se prese per tempo (cinque anni fa? dieci? o meglio ancora venti, quando dopo Tangentopoli pareva che tutto potesse cambiare per il meglio, e tutto tornò come prima?), forse avrebbero guarito i partiti, la politica e il Paese. In questo momento, a Genova come altrove, “l’altra metà del cielo” non sono le donne, sono i cittadini che non sono andati a votare per sconforto, o per rabbia, o per definitivo menefreghismo. È presto per sapere se un governo delle donne, e un sindaco eletto con le primarie e molto indipendente dai partiti, sono qualcosa di ancora percepibile, e apprezzabile, anche dalla metà di Genova che non ne vuole più sapere. O se neppure le belle notizie, ormai, riescono a fare breccia nel disgusto e nel rifiuto.

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Messaggio Da ubik Sab 2 Giu - 2:54

Se doveste tagliare un Tribunale (un fatto insensato in un Paese che ha bisogno di velocizzare la macchina della Giustizia), da dove iniziereste? Da un comune il cui consiglio comunale è stato sciolto due volte per mafia? Da un tribunale situato nell'epicentro della 'ndrangheta? Concentratevi! La risposta non è il tribunale di Montepulciano, né quello di Sulmona e tanto meno quello di Ivrea. Verrà chiuso infatti il tribunale di Lamezia Terme. Non siamo su "Scherzi a parte", siamo in Italia!

"Carissimo Beppe,
Le strategie della "spending review" sembrano non conoscere limiti. Nel mirino dei tagliatori di teste sono finiti i Tribunali, tra questi, il Tribunale di Lamezia Terme. In una legge dell’era Berlusconi, la 148/2011, che ha convertito la cosidetta “Manovra di Ferragosto”, il Governo ha delegato sé stesso (in modo vietato dalla Costituzione) attraverso un emendamento, su cui ha posto la fiducia, dal contenuto completamente diverso dal testo-base, perché venisse operata a mezzo decreto delegato la revisione delle circoscrizioni giudiziarie e la cancellazione di alcune sedi giudiziarie.
Stabiliti i criteri con i quali operare i tagli e subentrato il Governo Monti, il Tribunale di Lamezia Terme, il cui consiglio comunale è stato sciolto due volte per mafia, finiva nella lista nera, per il motivo di non essere in una sede capoluogo di provincia (nonostante Lamezia Terme sia, per numero di abitanti, la terza città della Calabria). Partivano le proteste di cittadini, avvocati, magistrati, cancellieri e personale tutto, ma il 30 maggio scorso vedeva la luce una bozza di decreto in cui si confermava la cancellazione mentre si salvavano altri tribunali più piccoli e con minor carico di lavoro ma, evidentemente, più “protetti” politicamente (a dispetto del governo tecnico).
Alla faccia della tutela dei diritti dei cittadini, delle parolone sulla vicinanza della pubblica amministrazione, della lotta alla criminalità. Il provvedimento, se sarà sciaguratamente realizzato, non porterà alcun risparmio di denaro pubblico perché il Tribunale di Lamezia Terme (che da anni è ospitato in una recente ed efficiente costruzione e vanta ottime performance di lavoro) finirà accorpato ad altre sedi giudiziarie che dovranno ampliare le proprie strutture e perché i costi di trasferimento saranno assai ingenti.
Quello che nessuno dice è che l’accorpamento del Tribunale di Lamezia Terme ad altra sede di tribunale (la più vicina dista 40 km) si trasformerà in una nuova tassa ad hoc per i cittadini di Lamezia Terme e dei comuni vicini che su questo tribunale gravano. Una tassa che si concretizzerà nel notevole incremento dei costi (e di giornate lavorative perse) per un certificato, per chiedere al proprio avvocato di controllare una pratica o partecipare ad una udienza, imporrà maggiori oneri di trasporto per i dipendenti, produrrà un incremento dei costi di notifica degli atti, priverà del lavoro impiegati, tecnici e tutti coloro che quotidianamente svolgono la propria attività in Tribunale. Insomma, ancora una volta, un prossimo decreto Severino si tradurrà (forse) in un modesto risparmio di denaro pubblico e in un notevole esborso di denaro privato a evidente danno di chi una nuova tassa non potrà permettersela e dovrà rinunciare al “servizio giustizia”! Oggi il Tribunale è occupato (cosa assolutamente unica nel suo genere) da addetti ai lavori e comuni cittadini in attesa del più volte annunciato sgombero della polizia. La protesta della cittadinanza è ai massimi livelli, ma la stampa nazionale è impegnata in altro per dar spazio alla notizia, l’unica speranza è il tuo blog. Un caro saluto." Pino d’Ippolito

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ma è veramente possibile che tutto questo sia vero? Rassegna Stampa - Pagina 63 30341 Suspect Suspect Suspect
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Messaggio Da ubik Mar 5 Giu - 15:15

bolzano novarese
05.06.2012 - l'episodio sabato intorno alle 22
"Anche io ho avvistato quelle luci misteriose nel cielo di fronte a casa"

La testimonianza di Graziella Vallone dopo quelle di Pettenasco e Villanova d'Asti

Chiara fabrizi

«Una visione impressionante. La velocità con cui si muovevano, sparivano e riapparivano era incredibile». Ha ancora vivida l’immagine dell’avvistamento di sabato sera, Graziella Vallone, 49 anni: dal balcone del suo appartamento, a Bolzano Novarese, ha visto qualcosa nel cielo che ha catturato la sua attenzione. «Erano le 22,15 circa. Mi sono affacciata e sono stata colpita da alcune luci che si elevavano sopra il campanile della chiesa del paese: in tutto 6 o 8, disposte a forma di rombo.

All’inizio erano ferme. Ho chiamato il mio compagno per chiedergli se potessero essere dei lampioni o effetto di un riverbero luminoso. Mi ha confermato, però, che erano sospese, almeno a 400 metri sopra il campanile, che guarda verso il Monte Mesma». Proprio dal lato del campanile, poi, qualcosa ha cominciato a muoversi, come racconta Vallone: «E’ uscita dal basso una massa arancione, non so dire se fosse sferica, ma come le altre circondata da un alone di luce. Con una traiettoria inclinata, si è spostata verso l’alto a grande velocità. Da quel momento anche le luci soprastanti hanno cominciato a muoversi: sembravano risucchiate verso l’alto, fino a sparire alla visuale. Poi, con la stessa impressionante velocità tornavano. Mentre questo avveniva, dal basso continuavano ad alzarsene altre, almeno 6 o 7».

La concitazione e lo stupore di quanto stava avvenendo non hanno consentito a Graziella Vallone, tecnico della Protezione civile del Vco, e al suo compagno di scattare qualche foto: «Ho chiesto però il giorno dopo ai vicini se avessero notato qualcosa: a loro era apparsa una sola luce, con una specie di scia». Spinta dal desiderio di capire se quel primo pensiero che fossero ufo potesse trovare qualche conferma, ha fatto qualche ricerca: «Ho chiamato l’Osservatorio di Suno, per segnalare il fatto. Sono poi venuta a sapere di un avvistamento molto simile, qualche settimana fa, a Pettenasco, in località Punta di Crabbia. Infine, la segnalazione di Villanova d’Asti» ricorda Vallone. Da qui la decisione di raccontare: «Magari anche altri testimoni di episodi simili possono dare conferme».

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Messaggio Da anna Ven 8 Giu - 16:57

L’AMACA dell’ 8/06/2012

Michele Serra


È già stato scritto (con particolare efficacia da Curzio Maltese, ieri su questo giornale, [1]) che molti gesti di questa classe politica paiono ispirati da una vocazione invincibile all’autodistruzione. Vedi la ottusa lottizzazione (Pd, Pdl, Udc) dell’Agcom e il salvataggio puramente castale di un personaggio insalvabile come il senatore Di Gregorio: atti ovviamente destinati a ingrossare l’esercito dei non votanti, o dei votanti per chiunque si distingua, a qualunque titolo, dalla congregazione politicante. Se ne scrive, in genere, con rammarico, di questo prolungato tentativo di suicidio. Ma in giornate come quella di ieri, anche il rammarico rischia di cedere il passo a una più rassegnata e forse serena presa d’atto. E perfino quelli come me, che nel ruolo dei partiti hanno sempre creduto, che disprezzano il mugugno sordo e meschino del “sono tutti uguali”, che hanno decisamente paura di una eventuale Italia post-partitica, si domandano fino a quando, e soprattutto perché, ci toccherà, nel nome della politica, difendere chi della politica ha fatto carne di porco. Se è servire la Repubblica e la Costituzione, ciò che davvero conta, perché mai una legislatura che prima produce e poi difende i Di Gregorio deve farci meno paura di un domani incerto?

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Messaggio Da anna Mar 12 Giu - 19:38

Expo 2015 e il boccone del prete

Intorno al tavolo dell'Expo 2015 c'erano cinque piccoli indiani. La Regione Lombardia, la Camera di Commercio di Milano, il Comune di Milano, il Governo e gli investitori privati. Quattro giocavano e uno, Forminchioni, teneva il banco. Lo yatchman inconsapevole era l'unico ad aver già vinto senza giocare. Infatti in questa partita c'è anche un convitato di pietra, la Fondazione Fiera di Milano della Regione Lombardia. Una società con bilanci in rosso, ma con dei terreni a Rho, in un luogo circondato da circonvallazioni, dimenticato da Dio e con la silhouette dell'inceneritore in lontananza.
I terreni di Rho sono il vero tema dell'Expo 2015, il suo baricentro, la sua motivazione, la sua genesi. Grazie all'Expo i terreni diventano edificabili, la stima (paurosa) è di 750.000 metri quadri di nuove abitazioni. L'area è quindi venduta, la Fondazione Fiera incassa circa 80 milioni e il gruppo Cabassi 40.
Nel giugno del 2011 i milanesi, giustamente insospettiti e soffocati dallo smog, chiedono a larghissima maggioranza, in un referendum consultivo, che l'area di Rho sia destinata a parco. La politica lombarda tira dritto, "Tiremm innanz!", senza tenerne alcun conto. I soldi però non ci sono per l'Expo dedicato a "Nutrire il pianeta", ma soprattutto il sottobosco della politica e società immobiliari. Servono assolutamente 1,7 miliardi di euro. Non ce li ha nessuno. I lavori preventivati, tra cui l'estensione delle metropolitane, neppure iniziano. I privati che dovrebbero tassarsi per 260 milioni non si fanno più vedere. La Provincia tira i remi in barca. La Camera di Commercio che dovrebbe investire 200 milioni, frutto dei contributi delle aziende per avere in cambio servizi e non cemento, sembra traccheggiare. Il Governo sta a guardare, ben attento a non rimanere con il cerino in mano. Pisapia si dimette da commissario per l'Expo. Rimane Formigoni, l'unico indiano superstite che crede ancora in un miliardo di incassi da biglietti e merchandising per coprire i costi. Li vedo già, i milioni di persone, da tutto il mondo, prendere l'aereo per la Malpensa per arrivare a Rho. Da Pechino, da Dallas, da Buenos Aires, ad ammirare Forminchioni. Expo 2015 non si farà, Formigoni 2013 invece sì. Al forno con patate e un rametto di rosmarino. Chi mangerà il boccon del prete?

beppegrillo
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Messaggio Da anna Mer 13 Giu - 17:06

Beppe Grillo: “Non fregheranno i 5 stelle con Saviano, Passera o Montezemolo”

Il blogger genovese parla a tutto campo: "Non farò il premier, ma se arriviamo primi alle prossime elezioni, vado al Colle solo per dirgli: 'Stavolta l'hai sentito il botto?'". E ancora: "I candidati non li scelgo io, ma la gente in rete". Pizzarotti? "Da sindaco mai più sentito, se la devono cavare da sé"


Ora mi tocca diventare moderato, sennò questi partiti spariscono troppo rapidamente. Sono anni che dico che sono morti, ma insomma, fate con calma, non esagerate a prendermi alla lettera…”.

Beppe Grillo se la ride mentre strimpella la sua pianola canticchiando su una base vagamente jazz, nel salotto della sua villa bianca con vista sul mare di Sant’Ilario (Genova). Accanto c’è quella rossa dove viveva Bartolomeo Pagano, l’attore che interpretava Maciste nei kolossal degli anni ’10 e ’20, ora abitata dai suoi eredi. Ma “Grillo contro Maciste” è un film che rischia di uscire presto dalle sale: l’ultimo sondaggio di La7 dà i Cinquestelle al 20 per cento, seconda davanti al Pdl, a 5 punti dal Pd.

“Se ne stanno andando troppo in fretta. Io faccio di tutto per rallentare, mi invento anche qualche cazzata per dargli un po’ di ossigeno, ma non c’è niente da fare, non si riesce a stargli dietro. Devo darmi una calmata nell’attaccare i partiti, anzi devo convincere la gente a fare politica, a impegnarsi, a partecipare. È una fase nuova, dobbiamo cambiare un po’ tutti, anch’io. La liquefazione del sistema è talmente veloce che domani rischiamo di svegliarci e non trovarli più. E poi come si fa? Non siamo pronti a riempire un vuoto così grande”. In casa, alla spicciolata per il pranzo, arriva l’intero Comitato Centrale del terribile M5S: il fratello maggiore Andrea, pensionato, la moglie Parvin e i figli più piccoli Rocco, 18 anni, e Ciro, 11. Andrea ha già letto tutti i giornali e fa la rassegna stampa al volo. Parvin dice che Renzo Piano telefona in continuazione per sapere come sta Beppe, ha paura per lui dal primo V-Day. Rocco non sopporta che il padre venga riconosciuto per strada, lo vorrebbe sempre col casco della moto in testa. Per Ciro invece, che si allena in giardino col pallone contro le finestre, un po’ di popolarità non guasta. “Ma cosa scrivi, facciamo due chiacchiere e basta. Per le interviste è presto, lasciami godere ancora qualche giorno lo spettacolo. Poi penseremo al Parlamento, che lì le rogne cominciano per davvero”.

Come te lo immagini, il prossimo Parlamento?

Me lo sogno pieno di rappresentanti di tante liste civiche, movimenti di gente perbene. Ragazzi, professori, esperti. I nostri di Cinquestelle, i No-Tav, quelli dell’acqua pubblica, dei beni comuni, gli altri referendari. Mi sa che, almeno per ‘sto giro, qualche avanzo travestito dei vecchi partiti ce lo ciucciamo ancora. Vediamo se ce la fanno a mettersi tutti insieme, in ammucchiata, quelli che adesso tengono su Monti: allora noi ce ne staremo soli all’opposizione. Magari ci troviamo il povero Di Pietro, mi sa che stavolta non lo vuole nessuno”.

I partiti preparano liste civiche-civetta per sfruttare l’onda.

Poveretti, si illudono di copiarci: mettiamo un Saviano qui, un Passera lì, un Montezemolo là. Partono dall’alto, non capiscono che noi abbiamo fatto l’esatto contrario. Siamo partiti dal basso e da lontano. Io ho cominciato vent’anni fa girando il mondo, visitando laboratori, intervistando ingegneri, economisti, ricercatori, premi Nobel. Ho rubato conoscenze ai grandi. Mi sono informato, mi son fatto un culo così, anche se molti mi prendono per un cialtrone improvvisatore. E ora questi pensano di metter su movimenti in quattro e quattr’otto: ma lo sanno che fra otto mesi devono presentare le liste? Fanno tenerezza, quasi quasi faccio il tifo per loro. Ma non ce la fanno.

Il rischio è che fra qualche mese scavalchiate pure il Pd.

Non mi ci far pensare. Cinquestelle primo partito, col premio di maggioranza della porcata Calderoli che non riescono a cancellare, 300 deputati…

E Napolitano che ti chiama per formare il nuovo governo.

Eh no eh, io mica mi candido.

Ma il premier può benissimo non essere un parlamentare.

Allora ci vado solo per vedere la faccia che fa Napolitano quando gli dico: ‘Presidente, stavolta l’ha sentito il boom?’.

Poi però vi tocca governare.

A me no, figurati, non ci casco. L’ho detto e lo ripeto, io nel palazzo non ci entro: non mi lascio ingabbiare. Preferisco restare un battitore libero, un franco tiratore. Ma troveremo persone competenti e oneste per fare il premier e i ministri. Con i nostri candidati abbiamo già saltato due generazioni, vista l’età media che hanno i partiti. Ma per le politiche vorrei scendere ancora: l’ideale è sotto i 30 anni. Sopra, la gente ha già il Dna corrotto dall’organizzazione-partito. E poi ci inventiamo un meccanismo di democrazia partecipativa per far governare i cittadini.

Ci vorrà anche un programma.

Fosse dipeso da me, ci saremmo fermati ai comuni e alle regioni, il movimento è nato dimensionato sulle realtà locali. Il Parlamento è fatto su misura dei partiti. Ma ora come fai a deludere le aspettative di tanta gente? Ci costringono a presentarci alle politiche.

Ma il programma?

Intanto ne abbiamo uno che non è niente male. Poi, ovvio, per le politiche dovremo cambiarlo, rimpolparlo, ampliarlo, dopo averlo discusso in rete. Cambieremo anche il blog, che ha i suoi anni: 2-300 mila contatti unici al giorno e, per accessi ai vari social network, mi dicono che siamo secondi solo a Obama. E siamo in Italia, con un quarto della popolazione americana e la connessione a singhiozzo.

Il problema della democrazia interna al movimento, che già fa discutere, quando entrerete in Parlamento con decine di parlamentari esploderà. Non è il caso di prepararsi per tempo con una qualche forma di struttura elettiva interna?

Non voglio sentir parlare di strutture. Siamo un movimento orizzontale, se ti sviluppi in verticale diventi un partito. Poi lo so anch’io che ci sono i dissidi, le divisioni, un Meetup contro l’altro. I gruppi storici, i mitici, i preistorici… come i New Trolls.

In quel caso, con due o tre Meetup che rivendicano il marchio per fare la lista, come vi regolate?

È capitato a Torino e a Genova. Prima ho provato a fare da paciere, fatica sprecata. Allora ho scelto i primi che mi han portato la lista con tutti i crismi. Adesso vanno abbastanza d’accordo.

Ma dovrete scegliere i candidati, che poi saranno inevitabilmente nominati con questa legge elettorale. Il gruppo parlamentare dovrà avere un coordinamento, altrimenti su ogni votazione ciascuno va per conto suo. E, senza una politica delle alleanze, rischiate l’irrilevanza.

Calma, una cosa alla volta. Le alleanze certo, se necessario le faremo, ma solo sulle cose da fare, e in forme trasparenti, senza giochini sottobanco.

I candidati come li sceglierete?

Abbiamo otto mesi per decidere. Su 200 mila iscritti al movimento – esclusi ovviamente i sindaci, i consiglieri comunali e regionali che non potranno correre perché devono completare il loro mandato – troveremo i nomi giusti. Ma li sceglieremo in rete, e così le procedure per sceglierli. Certo non mi metto a selezionarli io.

Finora come vi siete regolati?

Semplice. Il Meetup locale indica i candidati, mi manda i documenti di residenza e la fedina penale e, se è tutto in regola, se nessuno ha avuto più di un mandato elettivo con altri partiti, può usare il simbolo di Cinquestelle sulla lista. Ora è chiaro che, per le elezioni nazionali, dovremo cambiare. Ma il principio resta valido: niente condannati, niente riciclati, competenza e professionalità, scelta dal basso. Se qualche cialtrone si infiltra, la rete lo smaschera subito. Parliamo di buonsenso e onestà, mica di chissà quale rivoluzione.

Così anche per eventuali ministri?

No, i ministri devono essere esperti nelle loro materie. Ci vuole una selezione molto più stringente: vedremo.

Le “materie” e le “cose da fare” sono tutt’altro che scontate. Chi decide come si vota sull’euro, sulla politica estera, sulla cittadinanza, sull’immigrazione, sulla bioetica e le altre grandi questioni di principio?

Appunto: questioni troppo grandi perché possa decidere un partito, o un non-leader. Faremo referendum popolari propositivi. In Svizzera fanno così da 200 anni. Lo so, è difficile. Ma è difficile anche continuare così.

Per far questo bisogna cambiare la Costituzione.

E la cambieremo, se gli italiani vorranno. Non per dare l’impunità alle alte cariche o altre menate tipo la devolution o il premierato. Ma per far decidere ai cittadini. Stiamo per lanciare una nuova manifestazione, un “Costituzione Day”, con alcune proposte. Primo, ancorare la nuova legge elettorale alla Costituzione: non è possibile che ogni maggioranza si faccia la legge elettorale su misura. Modello libanese corretto alla turca… Secondo, ampliare le forme di democrazia diretta: referendum propositivo senza quorum e obbligo per il Parlamento di discutere le leggi di iniziativa popolare. E magari ci mettiamo anche la class action e i bilanci partecipativi. Così ci portiamo avanti col lavoro, per quando ci tocca governare”.

Referendum anche per uscire dall’Europa?

Ma qui c’è una grande mistificazione. Io mica ho detto questo: me l’han fatto dire per spaventare la gente. Intanto uscire dall’euro non significa uscire dall’Europa: ci sono fior di paesi che stanno in Europa e non hanno l’euro.

Sì, ma – obietta il fratello Andrea, leader dell’“ala prudente” del Comitato Centrale di casa Grillo – chi ha l’euro non può abbandonarlo senza uscire pure dalla Ue.

E allora ci mettiamo a tavolino con gli altri e facciamo i conti dei pro e dei contro, dei costi e dei benefici dell’euro. Poi decidiamo. Mica lo dico io che il sistema dell’euro così non va: lo dice Krugman, premio Nobel, non comico. E ‘sti due Parlamenti europei, uno a Strasburgo e uno a Bruxelles, che cazzo fanno? E del trattato di Lisbona, che ci ha sottratto sovranità, chi sa qualcosa? Non ho soluzioni in tasca bell’e pronte, ma voglio che i cittadini ne discutano.

Porte aperte a gente di destra e di sinistra?

Etichette preistoriche. Dobbiamo ricostruire un’identità, una comunità, locale e nazionale. Se lo Stato diventano i cittadini, non più i partiti, anche ‘nazionalizzare’ diventa una bella parola: le reti autostradali e telefoniche, le frequenze radio e tv, sono roba di tutti, quindi i gruppi privati che se ne sono impossessati le dovranno restituire ai cittadini. E settori vitali come energia e acqua devono essere pubblici. Nessuno deve rimanere indietro. In Italia ci sono un milione di volontari: io ne vorrei 60 milioni, di volontari. Il mio dentista, per qualche ora alla settimana, dovrà operare gratis chi ha bisogno.

Chiunque governi, non ha mai un euro in cassa. Voi che fareste?

Si studia quel che serve e quel che non serve. Il Tav Torino-Lione non serve, via: si risparmiano 20 miliardi. I cacciabombardieri non servono, via: si risparmiano 15 miliardi. Le province non servono, via: altri miliardi risparmiati. Le pensioni non devono superare i 3 mila euro netti al mese, tanto se guadagnavi milioni qualcosa da parte avrai messo, no? Altro che ‘spending review’.

Torniamo alla democrazia interna al movimento. È normale che il marchio sia nelle mani di Grillo e Casaleggio?

Ahah, Casaleggio viene dipinto come una figura luciferina, misteriosa, oscura. Sarà, ma sono anni che lo rivoltano come un calzino e non gli han trovato un belino di niente fuori posto. Mai visto una vita più normale, ripetitiva e noiosa della sua. Va in ufficio la mattina, lavora tutto il giorno, la sera torna a casa dalla moglie e dal bambino. Un persuasore talmente occulto che non riesce nemmeno a convincere la moglie a seguirlo nella casa di campagna a Quincinetto, sopra Ivrea. Ogni tanto mi chiama dall’orto e mi chiede di andare a fargli compagnia. Ecco, la centrale operativa della Spektre è a Quincinetto.

Ma nel movimento in Emilia ancora brucia l’espulsione di Tavolazzi.

Non voglio parlar male di Tavolazzi, lo conosco da una vita, l’ho sostenuto quando presentò la sua lista a Ferrara e al Cinquestelle manco ci pensavo. È onesto e competente. Ma fa politica da troppi anni, ha la testa a forma di partito: faceva riunioni, parlava ai nostri ragazzi di votazioni, organismi interni, cariche, strutture verticali. Noi non siamo così. Non essendo iscritto, non c’è stato bisogno di espellerlo. Ma ci portava lontano dai nostri obiettivi e divideva il movimento. Semplicemente non gli abbiamo più dato il simbolo.

Sta di fatto che Pizzarotti voleva farlo assessore e ha rinunciato.

Tu puoi non credermi, ma da quando è stato eletto Pizzarotti non l’ho più visto né sentito. Nemmeno al telefono. Qui non mi telefona mai nessuno, a parte Casaleggio che chiama sette volte al giorno per il blog. Ma è giusto che sia così: se non chiamano, vuol dire che se la cavano da soli. Se poi han bisogno, siamo qui coi nostri consulenti. Molti hanno il complesso di Grillo alla rovescia: vogliono dimostrare di essere totalmente autonomi. Uno dei nostri candidati, sul palco in una piazza di non so più dove, appena l’ho presentato e invitato la gente a votarlo, ha detto: ‘Guardate che io con Grillo non ho nulla a che fare, se mi gira lo mando pure affanculo!’. Il nostro sindaco di Mira s’è subito ridotto lo stipendio, ma mica gliel’ho detto io. Ha fatto tutto lui.

Pizzarotti non ha cominciato benissimo. Prima l’intervista a “Chi”, poi quell’idea di mandare i rifiuti a bruciare in Olanda perché tanto, se i bambini olandesi si beccano il cancro, “non sono io che governo l’Olanda”. E la giunta non c’è ancora.

“Ma dai, dobbiamo concedere qualcosa all’inesperienza di questi ragazzi. Parlo dell’intervista e alla giunta, che comunque adesso arriva: se è del livello dei consulenti che ha scelto il Pizza, da Pallante alla Napoleoni e Ganapini, sarà ottima. Quanto ai rifiuti, meglio mandarli – in attesa di arrivare al traguardo massimo della differenziata e al ciclo completo di smaltimento – in paesi ecologicamente avanzati come la Germania, dove si brucia la minima parte, il resto viene separato, riciclato, o diventa compost o va in discarica.

Se le penali sono troppo alte, l’inceneritore di Parma si fa lo stesso?
Non scherziamo. Le penali, se obbligatorie, si troverà il modo di pagarle. Ma l’elezione di Pizzarotti è stata anche un referendum contro l’inceneritore. Che non è nemmeno un impegno preso dal Comune di Parma sotto l’ultimo sindaco. È una truffa col “project financing”, che vede al centro una società privata finanziata dalle banche a loro volta garantite dal Cip6 sulla bolletta energetica. Queste ‘multiutility’ sono il cancro dei comuni, hanno buchi stratosferici, sono fallite, campano solo sulla garanzia di un tot di rifiuti da bruciare. Nessuno in Europa progetta nuovi inceneritori: entro il 2020 saranno proibiti. Ma possibile che a San Francisco e in tutta la California queste cose sono normali e da noi sembrano follie? Conosco fior di ingegneri che vetrificano i tossico-nocivi senza emissioni, costretti a vendere i brevetti all’estero perché qui i petrolieri non vogliono.

Vedi mai i dibattiti politici in tv?

Una goduria pazzesca. La miglior prova della bancarotta mentale dei partiti: la prendono alla larga, partono dai massimi sistemi, non vorrebbero parlare di noi, poi girano e rigirano nel labirinto e alla fine si ritrovano tutti al punto di partenza, con una grande foto dell’orco: ‘Aaaarghhhh Grillo!’. Finiscono sempre per parlare di me, non ci dormono la notte, è più forte di loro.

Quando ancora pensavi di costringerli ad autoriformarsi, alcuni politici li hai incontrati.

Qui no, in casa mia è entrato solo Di Pietro, una volta. Gli ho fatto vedere un dvd, che avevo solo io, di una sua lezione di procedura penale al Cepu. Se l’è messo in tasca e se l’è portato via.

Napolitano mai incontrato?

No. Pertini sì, mi invitava il 1° giugno nei giardini del Quirinale. Parlavamo in genovese. ‘Cumme scia stà, presidente?’. E lui: ‘A bagasce’…

Non portasti a Napolitano le firme alle tre leggi popolari?

No, a Franco Marini, allora presidente del Senato. Mi disse che suo figlio è ingegnere elettronico, dunque va in rete. Lui no, mica è ingegnere elettronico.

Poi tornasti in Senato da Schifani?

No, mi ha cercato lui. Lo incalzavo sulle tre leggi popolari imboscate al Senato, allora un giorno che eravamo entrambi in Emilia mi ha fatto cercare. Prima da un poliziotto, poi dal questore, infine dal prefetto. Voleva un incontro privato. E io: ‘Vengo con la webcam, così le persone che hanno firmato vedono l’incontro in streaming’. Ma quelli, alle parole ‘webcam’ e ‘streaming’, si spaventavano e correvano a riferire ai superiori. Non se n’è fatto nulla.

E Prodi?

Gli ho portato il programma delle primarie online. Prima ha chiuso gli occhi per concentrarsi, poi s’è appisolato.

Ora però i politici han cominciato a parlar bene di te.

E questo mi preoccupa molto. Ci copiano. Dicono tutti: fuori i condannati dal Parlamento, massimo due legislature, cambiare la legge elettorale: erano le tre leggi popolari del primo V-Day, quando ci davano dei fascisti qualunquisti anti-politici. Perché non le hanno discusse e approvate? Adesso è tardi.

Bersani dice che vuol dialogare.

Sì, dopo aver detto che parlo come i mafiosi e che ho fatto l’accordo col Pdl a Parma. Crede ancora che gli elettori siano proprietà privata dei partiti.

Anche Vendola parla di dialogo.

Beh, prima ha detto che io grugnisco: in che lingua dialoghiamo?

Berlusconi ti sta studiando.

Povero nano, si sta guardando tutti i miei discorsi. Ma te la immagini la scena? ‘Via, basta, tutti fuori, niente più figa o Ghedini, via tutti gli avvocati e le bagasce, voglio vedere solo Grilloooo!’. Fa quasi pena. Prima, di me, non parlava mai. E io lo chiamavo psiconano e testa d’asfalto. Poi mi sono stufato. Ma, appena ho smesso di parlare di lui, lui ha cominciato a parlare di me. Pensa che il movimento vinca per le mie battute. Ora magari andrà in giro a urlare in genovese ‘Belìn è una cosa pazzescaaaa!’ (si autoimita, ndr). Vede solo la vetrina. È proprio bollito.

Nessun politico ha mai pensato di avvicinarti, cooptarti, anche solo di contattarti?

Mai sentito nessuno. Si vede che mi vedono irrecuperabile, e han ragione.

Non temi qualche polpetta avvelenata? Nei cambi di regime, chi rompe lo status quo rischia.

Mah, preferisco non pensarci. Magari qualche operazione di discredito… Ma son cinque anni che ci provano. Scheletri nell’armadio non ne trovano: vita privata, cose fiscali, tutto a posto. Andrea (il fratello, ndr) conserva tutto dalla notte dei tempi, anche le bollette, le ricevute, le fatture degli spettacoli, anche di quella festa dell’Unità dei primi anni 80 che il Tg1 tirò fuori per insinuare chissà cosa. Provano a dire che dalla politica ci guadagno: meglio che non ti faccia il calcolo di quanto ci ho rimesso di tasca mia con i due V-Day e la Woodstock in Romagna. Abbiamo provato a ripagarci le spese con qualche libro e dvd a offerta libera, ma la gente s’è fatta l’idea che tanto sono ricco e quindi non li compra. Ora abbiamo dovuto mettere un po’ di pubblicità sul blog. Ma finanziamenti pubblici mai.

E se fallite?

Se falliamo, ci appendono per i piedi: almeno quelli che si ostinano a pensare che l’Italia la salva l’uomo della Provvidenza che mette le cose a posto mentre loro delegano e si disinteressano. Ma dai, ragazzi, basta coi leader e i guru, diventiamo adulti: a Parma Pizzarotti non l’ho mica messo io, ce l’han messo i parmigiani, e tocca a loro aiutarlo a salvare Parma. Così per l’Italia. La gente si dia da fare, partecipi, rompa i coglioni, s’impegni. E io sarei il nuovo Mussolini: più democratico di così! Lo so benissimo che non posso salvare l’Italia: io getto le basi, faccio il rompighiaccio, dissodo il terreno, propongo un metodo e qualche strumento. Poi ogni cittadino deve camminare con le sue gambe. Io il mio lavoro l’ho fatto. Ora tocca agli italiani.

Marco Travaglio
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