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Messaggio Da anna Sab 8 Set - 19:31

Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 564417_10151006113316146_1719409832_n

Venezia 69: premio speciale giuria Orizzonti a Tango Libre di Frederic Fonteyne.

Premio Orizzonti per miglior film: San Zi Mei di Wang Bing.

Premio Opera Prima Luigi De Laurentiis: Kuf di Ali Aydin.



LEONE D'ORO
Pietà di Kim Ki-Duk

LEONE D'ARGENTO
The Master di Paul Thomas Anderson

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Paradise: Faith di Ulrich Seidl

COPPA VOLPI MASCHILE
Ex aequo, Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman, The Master

COPPA VOLPI FEMMINILE
Hadas Yaron per Fill the Void

PREMIO MASTROIANNI ATTORE EMERGENTE
Fabrizio Falco, E' stato il figlio e Bella addormentata

OSELLA PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA
Olivier Assayas, Apres mai

OSELLA PER IL MIGLIOR CONTRIBUTO TECNICO
Daniele Ciprì per la fotografia di E' stato il figlio

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Messaggio Da anna Gio 13 Set - 19:23

Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 4015863506 cinema o musica? musica o cinema? Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 3667861657 Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 378480

Il film sui Led Zeppelin che uscirà il 17 Ottobre 2012

Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 318483_417380008311474_26845874_n

Finalmente il ritorno della leggenda. Quello che in tanti solo speravano si è avverato. I Led Zeppelin hanno annunciato l’uscita nei cinema, il prossimo 17 ottobre, di “Celebration Day”, il DVD del concerto, l’ultimo suonato dal gruppo, che la band ha tenuto il 10 dicembre del 2007 alla O2 Arena. Due ore di grande musica caratterizzata dal suono che ha reso i Led Zeppelin una delle icone del rock. Ai membri originari John Paul Jones, Jimmy Page e Robert Plant si è unito Jason Bonham, figlio dello scomparso batterista John Bonham, per dare vita a 16 brani del loro incredibile catalogo incluse pietre miliari quali “Whole Lotta Love,” “Rock And Roll,” “Kashmir,” e “Stairway To Heaven”.


Nonostante 20 milioni di persone si fossero registrate per i biglietti, il primo show live della band dopo 27 anni è stato visto solo da 18.000 fortunati, estratti al tempo in base ad una lotteria.

Ora le riprese di quella memorabile notte verranno proposte in anteprima sul grande schermo in 1.500 cinema in oltre 40 paesi, Italia compresa, solo per un giorno mercoledì 17 ottobre 2012. “Celebration Day” sarà poi disponibile in numerosi formati audio e video a partire dal 20 novembre.

LA TARCKLIST DI CELEBRATION DAY

Good Times Bad Times
Ramble On
Black Dog
In My Favourite Dying
For Your Life
Trampled Under Foot
Nobody's Fault But Mine
No Quarter
Since I've Been Loving You
Dazed And Confused
Stairway To Heaven
The Song Remains The Same
Misty Mountain Hop
Kashmir
Whole Lotta Love
Rock And Roll

GUARDA IL TRAILER DI CELEBRATION DAY




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Messaggio Da anna Ven 14 Set - 9:36

viste le polemiche che ci sono state per i premi mancati e i difetti del cinema italiano vediamo di dare un aiuto Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 79629 Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 378480

ISTRUZIONI PER FARE UN FILM ITALIANO DI SUCCESSO

Ecco alcune semplici istruzioni per fare un tipico film italiano da presentare alla Mostra del cinema di Venezia e ottenere un buon successo di critica.


TRAMA

Lui è un…

a) disoccupato in crisi
b) camorrista in crisi
c) operaio in crisi
d) prete in crisi

…interpretato da un bravissimo…

a) Elio Germano
b) Pierfrancesco Favino
c) Valerio Mastandrea
d) Toni Servillo

…vive una vita vuota e ripetitiva fin quando una sera, tornando a casa, si imbatte nella sua vicina di pianerottolo…

a) Una disoccupata che in passato è stata stuprata
b) Una commessa che si droga
c) Una puttana che ha un figlio segreto
d) Una commessa che fa la puttana part time e ha un figlio segreto che si droga

…magistralmente interpretata da…

a)Alba Rohrwacher
b)Alba Rohrwacher
c)Alba Rohrwacher
d)Alba Rohrwacher

Tra i due nasce un amore travolgente, sullo sfondo di una…

a) Napoli fatiscente
b) Napoli mai così lontana dalla Napoli da cartolina
c) Napoli assolata e torbida
d) Napoli mai così oscura e spietata

…finché, per uno scherzo del destino, lui scopre la verità che lei non ha avuto il coraggio di rivelargli per paura di rovinare tutto. Ma lui non la abbandona e, insieme si aggrappano all’amore e alla speranza di…

a) Aprire un bar
b) Aprire un bar con sala giochi
c) Aprire un bar con sala giochi e souvenir
d) Apire un bar con sala giochi, souvenir e ceramiche fatte da lei

Tutto sembra andare per il meglio ma, proprio quando lei scopre di essere incinta…

a) Muore uccisa dalla Camorra
b) Muore uccisa dalla Camorra dando alla luce il figlio
c) Muore investita da un’auto della Camorra
d) Muore contagiata da una malattia della Camorra

Rimasto solo, lui…

a) Torna alla vecchia vita ma viene ucciso dalla Camorra
b) Decide di vendicarla ma viene ucciso dalla Camorra
c) Prova a fuggire da Napoli ma viene ucciso dalla Camorra
d) Decide di uccidersi ma viene ucciso dalla Camorra

Titoli di coda con canzoni di Peppino di Capri (seguirà la riscoperta di Peppino di Capri).

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Messaggio Da anna Mer 26 Set - 12:42

OSCAR: L'ITALIA CANDIDA I TAVIANI
Cesare deve morire è il candidato italiano alla corsa all'Oscar per il miglior film straniero


Cesare deve morire, Orso d'oro all'ultimo Festival di Berlino, è il candidato italiano alla corsa agli Oscar. Un cavallo vincente diretto dai Fratelli Taviani che dovrà ancora dimostrare il suo valore entrando nella cinquina finale dei nominati.

Il film, attualmente disponibile in Home Video con Cecchi Gori, è un docu-fiction in cui i veri detenuti di Rebibbia mettono in scena il potentissimo dramma Giulio Cesare di William Shakespeare. "Da quando l'arte è entrata nella mia vita, questa cella è diventata una prigione", dice uno dei protagonisti del film. Qui leggete la nostra recensione.

L'Anica ha dunque preferito candidare i Taviani rispetto alle altre nove pellicole nostrane già citate nei giorni scorsi, che comprendevano anche Reality di Matteo Garrone e Bella addormentata di Marco Bellocchio.

Le nomination all'Oscar saranno annunciate a gennaio.


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Messaggio Da anna Mer 12 Dic - 18:49

Elisa e Morricone,pre-nomination a Oscar

Il 10 gennaio verra' annunciata la cinquina dei brani candidati

(ANSA) - ROMA, 12 DIC - Pre-nomination all'Oscar per 'Ancora Qui', il brano di Ennio Morricone ed Elisa che fa parte della colonna sonora del nuovo film di Quentin Tarantino 'Django Unchained'. Il pezzo, scritto e interpretato da Elisa e composto da Morricone, e' nella lista dei brani che competono come 'migliore canzone originale' alla prossima edizione degli Oscar.
Il 10 gennaio verra' annunciata la cinquina dei brani candidati, mentre il 24 febbraio il vincitore verra' premiato a Los Angeles.

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Messaggio Da picpiera Ven 28 Dic - 19:37

Trama del film The Master:
Dal regista di "Magnolia" e "Il Petroliere" arriva "The Master", il film premiato alla 69° Mostra del Cinema di Venezia con il Leone d'argento per la Miglior Regia (Paul Thomas Anderson) e la Coppa Volpi per il Miglior Attore (ex-aequo per Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix). Il Premio Oscar®️ Philip Seymour Hoffman interpreta un leader carismatico, Lancaster Dodd, impegnato nella fondazione di un'organizzazione di stampo religioso. Dodd recluta Freddie (Joaquin Phoenix), un giovane sbandato, come suo braccio destro. Ma quando il culto inizia a guadagnare credibilità tra la gente, il giovane si ritrova a mettere in discussione il maestro e il credo che ha abbracciato.

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=48137&film=The-Master
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gli attori mi piacciono e sono bravi esce il 3 gennaio (speriamo non sia troppo palloso Suspect )
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Messaggio Da anna Mer 2 Gen - 11:09

FILM SU JEFF BUCKLEY, C'È ANCHE BRAD PITT. IL PUNTO


Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 3029154
01 gen 2013 - Prova a fare il punto sulla confusa valanga di informazioni sui film su JeffBuckleyunserviziodell'"Independent". Il quotidiano britannico ricorda che l'annegamento dell'artista nelle acque del Mississippi, all'età di 30 anni, "derubò la musica della sua stella più luminosa". Poi riporta che quest'anno dovrebbero arrivare ben tre biopic sullo sfortunatissimo
cantante "che influenzò anche Radiohead e Coldplay". Jake Scott sperava che il suo film, "Mystery white boy", sarebbe stato quello "ufficiale" in quanto il regista detiene i diritti esclusivi sia sulla musica sia sugli archivi di Jeff, "Hallelujah" compresa; inoltre Mary Guibert, la (vera) madre dell'artista, è produttrice esecutiva del lavoro. Tuttavia,scrive Adam Sherwin, pare che Scott sia stato rimpiazzato e al suo posto sia stata installata Amy Berg.

Il ruolo principale sarebbestato assegnato a Reeve Carney, protagonista del musical "Spider-Man: Turn Off the Dark" con musiche di Bono e The Edge, ma pare che anch'eglinon rimarrà al suo posto. A questo punto il primo film ad arrivare
nelle sale dovrebbe essere "Greetings from Tim Buckley", che esamina il rapporto di Jeff con il padre che a malapena conobbe. Il lavoro è a curadi Daniel Algrant e Jeff sarà interpretato da Penn Badgley. Nel film figura anche Kate Nash.
Una breve ricerca online permette però di appurare che, dopo il debuttoal Toronto International Film Festival nello scorso settembre, della pellicola non si sono avute più notizie. C'è poi il terzo lungometraggio.

E' intitolato "A pure drop" ed è a cura del regista australiano Brendan Fletcher. Per quest'ultima opera è da registrare il forte interessamento di Brad Pitt, il quale - descritto come "ossessionato da Jeff" - ha bombardato Guibert con copioni
ottenendo però solo, perlomeno per il momento, di farla allontanare dal suo progetto.

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Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 378480 non che faccia molta chiarezza
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Messaggio Da anna Lun 14 Gen - 15:01

Golden Globes 2013
Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 01

Sorrisi, gioia, grande eleganza ed un’aurea di divertito e giocoso cameratismo. Questo quanto traspare dalle foto di vincitori, vinti, presentatori e grandi ospiti al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, dove qualche ora fa si è svolta la 70esima cerimonia di consegna dei Golden Globes,premi assegnati dalla stampa straniera a Hollywood. Tina Fey e Amy Poehler hanno fatto gli onori di casa della serata, che ha visto - lo avrete letto - trionfare Les Miserables e Argo,sfatando così il mito secondo cui i Golden Globes siano l’anticamenra degli Oscar (tanto che il film di Ben Affleck per quanto concerne la
regia non ha ricevuto nemmeno una nomination dall’Academy).

Lasciamo però ai colleghi le considerazioni cinefile su vittorie e sconfitte e concentriamoci, invece, sull’aspetto glamour della serata. Seguiteci dopo il salto e sfogliate la nostra fotogallery, in cui troverete racchiuse più di 100 immagini delle star del gramde e del piccolo schermo. Quale abito vi ha maggiormente colpito? (quest’anno sembrano andare molto di moda gli spacchi vertiginosi. E dire che quelldi Angelina Jolie alla scorsa edizione della notte degli Oscar era stato tanto criticato!) Chi è secondo voi l’attrice peggio vestita? E chi il volto più simpatico della serata? Io, personalmente, vorrei
dedicare un premio tutto speciale ai rigogliosi mustacchi sfoggiati da Bill Murray, ed uno alla stupenda borsetta di Helena Bonham Carter!


tutte le foto
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Messaggio Da ubik Lun 28 Gen - 20:06

ESSERE UN PEZZO DI NASO DI BIN LADEN ( Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 2546660598 ) - L’ATTORE INGLESE CHE HA INTERPRETATO IL TERRORISTA, DI ORIGINI SIKH, È STATO TAGLIATO IN TUTTE LE SCENE DI “ZERO DARK THIRTY”, CONTROVERSO FILM DELLA BIGELOW SULLA CATTURA DI OSAMA - “LA MIA PERFORMANCE RIDOTTA A DUE NARICI CHE ESCONO DA UN SACCO PER CADAVERI. SE L’AVESSI SAPUTO, FORSE MI SAREI RISPARMIATO 8 SETTIMANE DI PALPITAZIONI PER PREPARARMI AL RUOLO” - I TANTI CASI DI ATTORI SEGATI DAL “FINAL CUT” DEL REGISTA, DA SEAN PENN A NINO FRASSICA…

Michele Anselmi per "il Secolo XIX"

In fondo l'ha presa bene Ricky S. Sekhon, l'attore londinese, ventinove anni, di origini Sikh, ingaggiato da Kathryn Bigelow per impersonare il cinquantacinquenne Osama bin Laden nel controverso e tosto "Zero Dark Thirty". «Se avessi saputo che tutta la mia performance sarebbe stata ridotta a due narici e un pezzo di naso che escono da un sacco per cadaveri, beh, forse mi sarei risparmiato otto settimane di palpitazioni per prepararmi a quel ruolo» ha raccontato in un dettagliato articolo sul "New York Times". Titolo: "Being bin Laden", essere bin Laden.

Confessione divertente, anche ben scritta, tra aneddoti e curiosità, senza astio nei confronti della regista. "Zero Dark Thirty", cinque candidature agli Oscar, sugli schermi italiani il 7 febbraio, negli Stati Uniti sta andando bene, considerando la distribuzione limitata: 57 milioni di dollari al box-office, finora. Come sanno i lettori del "Secolo XIX", il film è fatto di dialoghi serrati, quasi tutti in interni, a suo modo un reportage investigativo, anche sui temi scottanti della tortura, che solo nell'epilogo, col raid notturno nel "fortino" di Abbottabad riprodotto con realistica suspense, scopre le sue carte d'azione.

E tuttavia, pudicamente, magari per non urtare la sensibilità del mondo musulmano o per semplice scelta di stile , il viso di bin Laden non si vede mai, se non in una veloce inquadratura: una presenza-assenza, anche da morto. «Sì, è lui» commenta nel film, dopo aver dato un veloce sguardo, l'analista della Cia, interpretata da Jessica Chastain. Non fu facile convincere i capi di Langley e il presidente Obama a programmare il blitz del 2 maggio 2011.

Solo che il povero Sekhon non lo sapeva. Una volta contattato in gran segreto dal responsabile del casting, nel marzo scorso, e non fu neanche facile a causa di disguidi telefonici, l'attore seppe solo il giorno dopo il perché della chiamata: sarebbe stato "the global face of evil", una sorta di incarnazione del Male, con nome e cognome. Appunto, Osama bin Laden.

Immaginate la sorpresa. Nel sottoporgli il contratto, la produzione lo obbligò al silenzio stampa, ebbe solo il permesso di avvisare madre, padre e fidanzata. Quanto al ruolo: «Sapevo solo chi dovevo interpretare. Ma non mi fecero leggere il copione, non mi spiegarono nulla delle scene da girare. Così pensai di prepararmi in modo da poter esaudire ogni richiesta della produzione».

In verità, a parte il metro e 93 centimetri di statura, la pelle scura di origine asiatica e il naso prominente, non è che le somiglianze fossero tante. «Nessuno mi ha mai fermato per strada, dicendomi: "Ehi, lo sai che sembri Osama bin Laden?"» ammette l'attore. Forte di esperienze teatrali nella commedia dell'arte ma quasi a digiuno di cinema, se non fosse stato per una particina, nei panni di un islamista radicale ispirato al vero Abu Hamza al Masri, nel film "The Infidel".

Invece la parte fu sua, e da allora, con scrupolo hollywoodiano, si dedicò totalmente al personaggio: compulsando saggi sul capo di Al-Qaeda, studiando su un cd un po' di arabo, soprattutto perdendo peso, circa undici chili, tra corse mattutine in collina e dieta a base di uova, carne magra, pesce. Il tutto per fare il morto, sempre che non sia lui l'ombra che passa veloce dietro un vetro, nel blitz finale, prima che un Navy Seal faccia fuoco dopo aver sussurrato «Osama, Osama...» salendo le scale.

«Interpretare un cadavere dentro un sacco mezzo chiuso non è proprio uno spasso, specie se devi trattenere il fiato per più di 30-40 secondi mentre ti inquadrano il naso prima di essere portato via» ricorda Sekhon. Che aggiunge, con una punta di ironia macabra: «Alla fine mi sentivo come disteso su un'amaca che veniva trasportata su e giù. In fondo non era male». Infatti la troupe, per scherzo, lo ribattezzò Osama bin Loungin', cioè Osama bin Bighellonando.

In realtà, pare che qualche altra scena sia stata girata, con lui vivo che si muove dentro il compound di Abbottabad ricostruito in Giordania, ma poi non se ne fece nulla. Difficile inventarsi una camminata, un gesto, uno sguardo nel rendere sullo schermo l'uomo più ricercato del mondo.

Nei titoli di coda di "Zero Dark Thirty", dopo 160 minuti di film, il suo nome non c'è. Nel cast completo, pubblicato dal sito americano Imdb.com, appare invece al penultimo posto, in fondo in fondo, accanto all'acronimo OBL, ovvero Osama bin Laden. Non proprio una parte di quelle che segnano una carriera, e tuttavia Ricky S. Sekhon deve ringraziare Bigelow: averlo scelto per impersonare il cinquantacinquenne Osama bin Laden ha già fatto alzare le sue quotazioni.

Prima o poi una serie tv americana si accorgerà di lui, forse anche il cinema: non necessariamente per fargli interpretare un islamista bombarolo. In ogni caso, "Zero Dark Thirty" gli ha portato fortuna: subito dopo, il regista svedese Kristoffer Dios l'ha voluto protagonista in un thriller. Stavolta da vivo.

D'altro canto, anche Kevin Costner cominciò la sua carriera da star facendo il morto, cioè il giovane Alex suicida rimpianto da tutti gli amici convenuti al suo funerale, nel "Grande freddo" di Lawrence Kasdan. Sullo schermo restò di lui solo un pezzo di polso, con la ferita ricucita, durante la vestizione funebre. Via il flashback, con lui in vita e sorridente, dopo il primo test per il pubblico eseguito dalla Columbia.

Un classico hollywoodiano. Non si contano, infatti, gli attori, anche di prima grandezza, eliminati nel cosiddetto final cut. Ne sanno qualcosa Rachel Weisz e Michael Shannon, tolti di sana pianta dal bizzoso Terrence Malick dall'edizione definitiva di "To the Wonder", in gara a Venezia 2012. E prima di loro toccò a Gary Oldman, Viggo Mortensen, Mickey Rourke in "La sottile linea rossa"; pure, in misura minore, a Sean Penn in "The Tree of Life".

Perché capita? Dipende. Perché c'è da tagliare e ridurre il minutaggio; perché la partecipazione illustre non convince; perché, appunto, lo screen-test segnala qualche insofferenza. Per dire: Uma Thurman fu espunta da "Le belve" di Oliver Stone, dove interpretava la madre della ragazza contesa dai due avventurieri; Andy Garcia subì la stessa sorte in "Pensieri pericolosi" di John N. Smith, protagonista Michelle Pfeiffer; idem per Mick Jagger e Jason Robards, eliminati da "Fitzcarraldo" di Werner Herzog dopo settimane di caldo e zanzare in Amazzonia.

Non dev'essere piacevole: vai a vedere il film che hai girato e, se nessuno ti avvisa, ti ritrovi alla fine con un palmo di naso. Magari col tuo nome sui titoli di coda e neanche una scena. Come accadde esattamente al povero Alessandro Haber nel ballo dei matti in una scena del "Conformista" di Bernardo Bertolucci: tagliata, la sua apparizione, al montaggio finale. Ancora oggi lo rievoca con una punta di sofferenza. Qualcosa del genere l'hanno patita anche Nino Frassica, Neri Marcorè e Isabella Ferrari, sforbiciati da "To Rome with Love" di Woody Allen: in quel caso, però, avrebbero dovuto ringraziare.

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Messaggio Da ubik Ven 1 Feb - 21:19

(TMNews) - Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo (il MAXXI), citando "ferree disposizioni" del Ministero delle Attività Culturali da cui dipende, ha comunicato agli organizzatori dell'anteprima italiana del controverso film di Bill Emmott e Annalisa Piras, "Girlfriend in a Coma". di essere "costretto" a spostare la proiezione a una data dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.

Lo rendono noto fonti vicine allo stesso ex direttore dell'Economist Emmott specificando in una nota, che nella comunicazione ufficiale ricevuta da parte del MAXXI si legge testualmente: "Ci troviamo costretti a dover rinviare la disponibilità concessavi dell`Auditorium Maxxi per la sera del 13 Febbraio p.v. "Disposizioni della Presidente della Fondazione, che si fanno interpreti delle indicazioni assai rigorose dateci dal MIBAC - socio unico della Fondazione ed Autorità Vigilante sul nostro operato - non ci consentono di ospitare nello spazio del museo qualunque iniziativa che possa essere letta secondo connotazioni politiche, nell`imminenza della competizione elettorale".

La fondazione citata è la Fondazione MAXXI: MIBAC è il Ministero dei Beni e Attività Culturali.

Nella nota di Emmott si aggiunge che lo stesso Museo "Comprendendo il disguido che questo potrà causarvi", si riserva, "fin d`ora a ribadire la nostra piena disponibilità ad accogliere la vostra iniziativa in una data immediatamente successiva alle elezioni" e offre, a mo' di compensazione, "In tale circostanza saremmo bel lieti di venirvi incontro con un prezzo assai ridotto per la locazione dello spazio".

Bill Emmott, per 13 anni il Direttore dell'Economist e tra i più noti giornalisti del mondo, si dice: "attonito davanti a questa terribile e calzante dimostrazione della tesi centrale di 'Girlfriend', cioè, che il declino italiano stia rapidamente giungendo al punto di non ritorno"

Gli organizzatori dell'anteprima, la Terravision, una società di diritto britannico con la sede operativa a Roma, si aspetta di fare la propria comunicazione a breve.
L'abuso, letteralmente la sospensione della cultura e della libertà della parola per semplice convenienza elettorale, senza nemmeno il conforto di una legge, è tale da togliere il fiato.
Invitiamo pertanto i Twitterati a twitterare, i Facebookers a bookerare e chiunque - categoria che ci auguriamo comprenda pure il giornalismo professionale - di alzare la propria voce.

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Messaggio Da ubik Lun 4 Feb - 21:30

lettera inviata da Vittorio De Sica a Giulio Andreotti nel 1952 in seguito alla censura che questi fece del capolavoro "Umberto D."

che stile Il Cinema sulla stampa - Pagina 14 731826434

"20 febbraio 1952

Cara Eccellenza, la sua lettera è improntata a tanta cordialità e simpatia, e considero così amichevole il gesto di aver distolto un'ora del suo tempo per occuparsi di me e del mio film, che non dovrei fare altro che dirLe il mio grazie e cercare di rassicurarLa nelle Sue preoccupazioni. Ma non so rinunciare ad aggiungere un chiarimento e una precisazione.

Il primo riguarda il "caso Sala" che così chiamo perché non si tratta del motivato e meditato giudizio negativo in sede critica di un critico, anche se piuttosto improvvisato e mediocre; ma del generico apprezzamento buttato là, con incosciente superficialità, da un componente della Delegazione Italiana, che depreca un successo italiano e implicitamente sconfessa l'opera del suo stesso capo Delegazione. La precisazione non mi farà forse altrettanto facile renderla: perché coinvolge il contenuto stesso di "Umberto D".

Il Suo commento al mio film è molto acuto e coglie gli aspetti essenziali del dramma del mio pensionato. Ma mi spiace Ella non abbia riconosciuto quello che, almeno nelle intenzioni, ne era la caratteristica prima: la "incomunicabilità" degli uomini allorché il disagio preme, l'indifferenza di chi ha, anche se poco, verso chi non ha nulla e più nulla a sperare. Problemi non legati a un tempo, a una società, a un regime, ma antichi come l'uomo medesimo.

Inoltre, senza alcuna intenzione polemica o compiacimento nell'esasperare una realtà obbiettiva, non mi è sembrato eccessivo che tutte le circostanze fossero contrarie al mio triste eroe. Accade così, nella vita dell'uomo che alterna giornate tutte fortunate ed altre tutte avverse.

Umberto D., per me, non va quindi considerato nemmeno alla stregua di un caso limite.
Ma questo discorso involge considerazione di ordine artistico, e vorrei dire filosofico, di grande impegno. Idee, orientamenti, che io stesso sento la necessità di chiarire entro me, come uomo e per quella che sarà la mia attività futura.


Il Suo interessamento, cara Eccellenza, mi fa anzi sperare in questa ambita possibilità: che Lei possa un giorno trovare ancora un'altra ora da distrarre alle Sue cure politiche - dense di preoccupazioni e anche di contrarietà, me ne rendo conto - per dedicarla a un incontro con me, a un aperto scambio di idee.

Conosco la Sua sensibilità, la Sua acutezza, il Suo interesse per ogni manifestazione d'arte. Sarebbe quindi una leale discussione che ci vedrebbe, io penso, molto ma molto vicini in quello che è essenziale. Ancora grato per la Sua cortesia, nel confermarLe di buon grado l'accettazione alla designazione che Ella si è compiaciuta di conferirmi come membro della Commissione Festival, Le porgo i miei più cordiali riconoscenti saluti."

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Messaggio Da picpiera Ven 22 Feb - 19:08

Unico candidato italiano agli Oscar, gia' vincitore nel 2008

LOS ANGELES - Un solo campione, un solo rappresentante, un solo porta bandiera, e se non fosse stato per la nomination a Dario Marianelli, l'Italia sarebbe stata completamente assente dal palcoscenico più importante nel mondo del cinema, quello che si celebrerà domenica, con la consegna degli Oscar. Lui, pisano, compositore, già vincitore di un Oscar per la colonna sonora di Espiazione, è ora candidato per la colonna sonora originale di Anna Karenina, entrambi i film diretti da Joe Wright, cui va il primo pensiero del compositore, raggiunto nella sua casa di Londra. "Devo a Joe Wright le mie 3 nominations e mi è un po' dispiaciuto che il suo talento non sia stato personalmente riconosciuto dall'Academy. Joe condivide con me il desiderio di trattare la musica alla stregua di uno dei personaggi del film. Non cerca mai di nasconderla, o di usarla come sottofondo, o come atmosfera. Il risultato è che quando la musica entra in una scena è impossibile ignorarla. Una nomination giunta, quasi, ma solo quasi, inaspettata: "Non me lo aspettavo, ma un poco, dopo le nominations per Golden Globe e per BAFTA, ci speravo".

Già vincitore di un Oscar, "quello per Espiazione è nel mio studio su uno scaffale. Nei momenti difficili, quando mi sembra di essermi scordato come si scrive la musica (succede su ogni film) ogni tanto aiuta a ricordarmi che se persevero di solito viene fuori qualcosa", Marianelli confida che essere nominati è sempre un onore: "soprattutto sapendo che le nominations vengono dai miei colleghi compositori. E poi è un grandissimo onore ritrovarmi in compagnia di altri compositori che stimo moltissimo. Toscano di origine Marianelli lavora tra Londra e Los Angeles, e fa parte anche lui della fuga di cervelli: "Non so quanto cervello c'é stato nella mia fuga: forse più probabilmente una voglia d'avventura, non molto organizzata, almeno a suo tempo, quando partii per Londra. Sono stato fortunato, più che intelligente". Le colonne sonore di Marianelli sono sempre particolarmente originali, anche quella di Anna Karenina: "Credo ci sia una vena un po' sovversiva, nella musica come del resto nel film stesso. Non credo ci siano altre versioni di Anna Karenina dove all'improvviso lo spettatore si ritrova in un Can Can, con musicisti vestiti da clowns che attraversano lo schermo". Marianelli anche se da ormai 23 anni non vive più in Italia è orgoglioso di rappresentarla, come già fatto in passato: "Sì, molto orgoglioso anche se manco da oltre vent'anni".

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2013/02/21/Oscar-vince-storia-ma-Argo-puo-battere-Lincoln_8286344.html
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Messaggio Da picpiera Sab 23 Feb - 15:39

Oscar 2013: i libri da cui sono tratti i film in nomination

Manca ormai poco all’85esima edizione dei premi Oscar 2013: il 24 febbraio finalmente sapremo chi vincerà l’ambita statuetta come Miglior film, Miglior regista, Miglior attore e attrice protagonista e via dicendo. Tuttavia c’è un aspetto di questi Oscar 2013 che vale la pena di sottolineare: dietro ad alcuni dei film in nomination quest’anno si celano alcuni grandi libri e romanzi. Questo sta a significare che per fare un bel film sia spesso necessario basarsi su un grande libro. Andiamo dunque a vedere i libri da cui sono tratti i film in nomination agli Oscar 2013.

L’orlo argenteo delle nuvole di M. Quick

‘L’orlo argenteo delle nuvole’ è un libro di Matthew Quick edito in Italia da Salani. Da questo romanzo è stato tratto il film ‘Il lato positivo’ (Silver Linings Playbook) con ben otto nomination agli Oscar 2013, fra cui quella come Miglior film, Miglior regista, Miglior attore e attrice protagonista per Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, Miglior attore e attrice non protagonista per Robert De Niro e Jackie Weaver. Pat Peoples ha un obiettivo: dopo essere stato ricoverato in una clinica psichiatrica vuole tornare in forma per far contento la bella moglie Nikki. L’ultima volta che l’ha vista è stato prima del tremendo litigio che ha provocato il suo ricovero: da quel momento Pat non ricorda più nulla. Tornando dai suoi genitori, scopre che molte cose sono cambiate: come mai in casa sua non ci sono più le foto di Nikki? E perché i suoi amici non parlano di lei? Eppure nonostante tutto Pat vive la vita con ottimismo, fino all’imprevedibile finale.

Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln di D.K. Goodwin

‘Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln’ è un libro di Doris Kearns Goodwin, ancora inedito in Italia, ma lo trovate tranquillamente in lingua inglese. Da questo saggio è stato tratto il film ‘Lincoln’ di Steven Spielberg, pellicola che ha ottenuto ben 12 nomination agli Oscar 2013, fra cui quello come Miglior film, Miglior regista, Miglior attore protagonista per Daniel Day-Lewis e Miglior attrice non protagonista per Sally Field. ‘Lincoln’ è il film super favorito a questi Academy Awards, ma dovrà inevitabilmente scontrarsi con ‘Argo’ di Ben Affleck che potrebbe riservarci qualche sorpresa.

I miserabili di V. Hugo (8 nomination)

‘I miserabili’ (Les Misérables) è un romanzo di Victor Hugo pubblicato nel 1862. E’ uno dei romanzi classici che devono essere letti ed è anche il libro da cui è stato tratto il musical ‘I miserabili’ di Tom Hooper, anche lui con otto nomination agli Oscar 2013, fra cui Miglior film, Miglior attore protagonista per Hugh Jackman e Miglior attrice non protagonista per Anne Hathaway. La trama dei Miserabili la conosciamo tutti: l’evaso Jean Valjean decide di prendersi cura della piccola Cosette, figlia della sfortunata Fantine, il tutto mentre viene perseguitato dallo spietato ispettore Javert.

Vita di Pi di Y. Martel (11 nomination)

‘Vita di Pi’ (Life of Pi) è un romanzo dello scrittore canadese Yann Martel. Da questo romanzo è stato tratto l’omonimo film ‘Vita di Pi’ di Ang Lee, pellicola che ha ottenuto 11 nomination agli Oscar 2013 fra cui quella come Miglior film e Miglior regista. Pi è un ragazzino indiano che finisce per fare naufragio su una zattera insieme a una zebra, un orango, una iena ed una tigre del Bengala di nome Richard Parker durante un viaggio che stava portando lui, la famiglia e il loro zoo in Canada. L’orango e la zebra vengono ben presto mangiati dalla iena che viene a sua volta uccisa dalla tigre. Inizia a questo punto la disperata sopravvivenza di Pi che decide di arrivare ad un compromesso con la tigre. Finalmente arriveranno in Messico, dove Pi libererà Richard Parker, dopo esserne diventato amico.

Anna Karenina di L. Tolstoj (4 nomination)

‘Anna Karenina’ è un romanzo di Lev Tolstoj che fu pubblicato per la prima volta nel 1877. Da questo romanzo è stato tratto l’omonimo film ‘Anna Karenina’ di Joe Wright con Keira Knightley, Matthew MacFadyen e Jude Law, pellicola che ha ottenuto 4 nomination agli Oscar 2013, fra cui Miglior scenografia, Miglior costume e Miglior colonna sonora all’italiano Dario Marianelli. La trama racconta dell’amore impossibile per la bella Anna Karenina, costretta ad un matrimonio in cui non vede traccia di amore e di novità, per il misterioso Vronskij. Il loro amore rischia di mandare in tilt la società russa.

Lo Hobbit di J. R.R. Tolkien (3 nomination)

‘Lo Hobbit o la riconquista del tesoro’ è un romanzo fantasy scritto da John Ronald Reuel Tolkien, pubblicato nel 1937 e prequel de ‘Il signore degli anelli’. Da questo libro è stato tratto il film ‘Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato’ di Peter Jackson, pellicola che ha avuto 3 nomination agli Oscar 2013, cioè Miglior scenografia, Miglior trucco e Migliori effetti speciali. Il romanzo narra le vicende di Bilbo da giovane, del suo viaggio in cui venne coinvolto da Gandalf insieme a un gruppo di nani dell’Erebor guidati da Thorin Scudodiquercia alla riconquista del regno e del tesoro perduto per colpa del drago Smaug. E durante questa avventura, Bilbo incontrerà l’essere che cambierà per sempre la storia della Terra di Mezzo: Gollum, a cui Bilbo prenderà l’Anello che sarà al centro delle vicende in ‘Il signore degli anelli’

http://www.apollodoro.it/articolo/oscar-2013-i-libri-da-cui-sono-tratti-i-film-in-nomination/13317/
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Messaggio Da picpiera Lun 25 Feb - 20:45

Oscar, trionfo annunciato di "Argo"
Ma la vera sorpresa è "Vita di Pi"


Come da previsioni, l'opera di e con Ben Affleck vince come miglior film: ad annunciarlo, in collegamento dalla Casa Bianca, è Michelle Obama. Tra gli attori premiati come ci si aspettava Day-Lewis e Jennifer Lawrence, che inciampa e cade mentre sale sul palco. Il film di Ang Lee conquista il maggior numero - quattro - di statuette, tra cui la regia. Marianelli, unico candidato italiano, a bocca asciutta


TRIONFO doveva essere. E trionfo è stato. Argo, il bellissimo film che segna la maturità definitiva del suo autore (nonché interprete) Ben Affleck, porta a casa l'Oscar per la miglior pellicola dell'anno: simbolo vincente di questa Notte delle stelle 2013, prende anche le statuette per la sceneggiatura non originale e il montaggio. In un'edizione segnata dall'affermazione scontata, come migliori attori protagonisti, del Daniel Day-Lewis versione Lincoln - primo nella storia a ottenere tre statuette in questa categoria, dopo Il mio piede sinistro e Il Petroliere - e della Jennifer Lawrence di Il lato positivo. Ma a colpire di più è la rivincita a sorpresa di Ang Lee, che si aggiudica la miglior regia per il suo Vita di Pi, e colleziona il maggior numero di riconoscimenti, quattro: gli altri sono fotografia, effetti speciali e colonna sonora. Sconfiggendo così anche l'unico candidato italiano, Dario Marianelli, autore delle musiche di Anna Karenina.

SCHEDA: TUTTI I VINCITORI

Tutto questo in un'annata segnata soprattutto da grandi film di contenuto storico-politico. E senza nessuna forte prevalenza di carattere quantitativo: subito dietro il poker di Vita di Pi solo due titoli, Argo e Les Miserables (che vince con Anne Hathaway migliore attrice non protagonista, e poi per trucco e sonoro) arrivano a tre premi.

Quanto allo show, condotto da Seth McFarlane con minore irriverenza di quanto ci si aspettava, rimarrà comunque alla storia, per due momenti diversi ma entrambi unici. Il primo è la presenza, assolutamente non annunciata, di Michelle Obama. Al momento della proclamazione della miglior pellicola, infatti, il Dolby Theatre, luogo dove si svolge la cerimonia, si collega live con la Casa Bianca: lì c'è proprio lei, la first lady, in abito da sera, che apre la busta dell'Academy e annuncia la vittoria di Affleck (video). Il secondo momento che resterà negli annali della manifestazione è invece la rovinosa caduta della Lawrence: vestita con un assai impegnativo abito di Dior bianco con strascico, la diva sale i pochi gradini che portano al palcoscenico, inciampa e finisce a terra. Con la platea che tenta di consolarla con una standing ovation. L'attrice, va detto, non è nuova a incidenti del genere: qualche settimana fa, ritirando il premio ai Sag Awards, rimase senza gonna (foto).

Ma torniamo ai verdetti emessi dagli oltre cinquemila giurati dell'Academy of Motion Pitures, Art and Science. Che fanno trionfare Argo, come da previsioni, a scapito di Lincoln: la pellicola di Spielberg, che aveva il maggior numero di candidature, deve accontentarsi solo dell'affermazione di Day-Lewis e della statuetta per la scenografia. Restando nell'ambito dei candidati al miglior film, va peggio a Zero Dark Thirty della Bigelow, che prevale sono nella categoria del montaggio sonoro. Re della terra selvaggia, una delle grandi rivelazioni della stagione cinematografica, resta a bocca asciutta. Mentre Django Unchained porta a casa due trofei che comunque pesano: Christoph Waltz miglior attore non protagonista, e la sceneggiatura originale scritta dal regista Quentin Tarantino.

Da segnalare anche la scontata affermazione di Amour di Michael Haneke come migliore opera straniera: era candidata anche a miglior film in assoluto e alla migliore attrice, con la sua straordinaria interprete anziana Emmanuelle Riva. O lo strano verdetto che emerge nella sezione dei film d'animazione, dove Ribelle-The Brave della Pixar prevale su titoli ben più interessanti, come il "cugino" disneyano Ralph Spaccatutto o Frankenweenie di Tim Burton. In una categoria minore, quella dei corti documentari, non ce la fa Open Heart, dedicato all'attività di Emergency in Sudan: il fondatore dell'organizzazione Gino Strada, presente in platea alla Notte delle Stelle non si puo festeggiare.

E poi va sottolineato il corposo coté musicale di questa edizione 2013. Con l'omaggio a opere come Chicago (con canzone e ballo di Catherine Zeta-Jones), Dreamgirls (performance di Jennifer Hudson) e Les Miserables, con la potente esibizione canora corale del cast al completo. E poi Shirley Bassey che per celebrare i 50 anni cinetografici di 007 canta il tema-cult di Goldfinger; Barbra Streisand che torna sul palco degli Oscar dopo moltissimo tempo, intonando il brano Come eravamo; e naturalmente Adele con Skyfall, che si aggiudica come da copione la statuetta per la miglior canzone. Mai come stavolta il binomio cinema-sette note è stato celebrato con grande spiegamento di mezzi.

Infine c'è da registrare, a proposito della vittoria di Argo, la reazione che arriva da Teheran. Con toni, come prevedibile, assai critici. In particolare le due agenzie d'informazione Mehr e Fars stigmatizzano il trionfo della pellicola, ambientata nel Paese all'epoca del segquestro degli ostaggi all'ambasciata americana, perché influenzata da "motivazioni politiche". Nel mirino finisce anche Michelle Obama, presente - in maniera non casuale: questo il ragiobamento - proprio "quando "quando a essere premiato è un film anti-Iran

http://www.repubblica.it/speciali/cinema/oscar/edizione2013/2013/02/25/news/oscar_2013_vincitori-53353932/
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Messaggio Da ubik Dom 26 Mag - 20:02

Cannes: Palma d'oro a 'La vie d'Adelé di Kechiche

Migliori attori Bruce Dern e Beatrice Bejo

La Palma d'oro del 66/mo festival di Cannes è andata a 'La vie d'Adelé di Abdellatif Kechiche ed eccezionalmente, anche alle due giovani protagoniste Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux. Escluso dal palmares l'unico film italiano in concorso La grande bellezza di Paolo Sorrentino.

Gli altri premi:
Il Grand Prix del 66/mo festival di Cannes è andato a Inside Llewyn Davis di Ethan e Joel Coen.

Il premio per la migliore interpretazione maschile del 66/mo festival di Cannes é andato a Bruce Dern per Nebraska di Alexander Payne.

Il premio per la miglior interpretazione femminile del 66/mo festival di Cannes è andato a Beatrice Bejo per Il passato di Farhadi.

Il premio della Giuria del 66/mo Festival di Cannes è andato a 'Tale padre tale figlio' del giapponese Kore-Eda Hirokazu.

Il premio della regia del 66/mo festival di Cannes è stato assegnato a Amat Escalante per Heli.

Il premio per la migliore sceneggiatura del 66/mo festival di Cannes è andato all'autore e regista Jia Zhangke per A touch of sin.

Menzione speciale per il miglior cortometraggio del 66/mo Festival di Cannes è andato a 37/o 4S di Adriano Valerio.

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