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Re: Music Press
"20 anni fa gli avrei menato"
eccolo il fascistello di Mesagne
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mambu- cometa
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Re: Music Press
MTV Europe Music Awards 2011: la lista delle nomination
Sono state comunicate le nomination per la prossima edizione degli MTV Europe Music Awards, in programma a Belfast il prossimo 6 novembre: a guidare la pattuglia di artisti in gara c'è Lady Gaga, con la bellezza di sei candidature. La popstar di origini italiane si scontrerà con Katy Perry in quattro categorie, mentre - nella sezione maschile - a poco più di un mese dalla serata di gala come favoritp è dato Bruno Mars, in corsa per i titoli di miglior artista maschile, miglior esordiente, miglior voce maschile, miglior canzone e "best push". Ecco, di seguito, la lista delle candidature:
rockol
Sono state comunicate le nomination per la prossima edizione degli MTV Europe Music Awards, in programma a Belfast il prossimo 6 novembre: a guidare la pattuglia di artisti in gara c'è Lady Gaga, con la bellezza di sei candidature. La popstar di origini italiane si scontrerà con Katy Perry in quattro categorie, mentre - nella sezione maschile - a poco più di un mese dalla serata di gala come favoritp è dato Bruno Mars, in corsa per i titoli di miglior artista maschile, miglior esordiente, miglior voce maschile, miglior canzone e "best push". Ecco, di seguito, la lista delle candidature:
- Spoiler:
- Best Song:
Adele - "Rolling in the deep"
Bruno Mars - "Grenade"
Jennifer Lopez ft. Pitbull - "On the floor"
Katy Perry - "Firework"
Lady Gaga - "Born this way"
Best Live Act:
Coldplay
Foo Fighters
Katy Perry
Lady Gaga
Red Hot Chili Peppers
Best Pop:
Britney Spears
Justin Bieber
Katy Perry
Lady Gaga
Rihanna
Best New Act:
Bruno Mars
Far East Movement
Jessie J
Lmfao
Wiz Khalifa
Best Female:
Adele
Beyonce
Jennifer Lopez
Katy Perry
Lady Gaga
Best Male:
Bruno Mars
David Guetta
Eminem
Justin Bieber
Kanye West
Best Hip-Hop:
Eminem
Lil Wayne
Jay Z & Kanye West
Pitbull
Snoop Dogg
Best Rock:
Coldplay
Foo Fighters
Linkin Park
Kings of Leon
Red Hot Chili Peppers
Best Video:
Adele - "Rolling in the deep"
Beastie Boys - "Make some noise"
Beyonce - "Run the world (Girls)"
Justice - "Civilization"
Lady Gaga - "Born this way"
Best Alternative:
Arcade Fire
Arctic Monkeys
My Chemical Romance
The Strokes
Thirty Seconds To Mars
Best World Stage:
Arcade Fire
The Black Eyed Peas
Diddy Dirty Money
Enrique Iglesias
Kings of Leon
Linkin Park
My Chemical Romance
Ozzy Osborne
Snoop Dogg
Thirty Seconds To Mars
Best Push:
Alexis Jordan
Big Time Rush
Bruno Mars
Far East Movement
Jessie J
Katy B
Lmfao
Neon Trees
Theophilus London
Wiz Khalifa
Biggest Fans:
Justin Bieber
Lady Gaga
Paramore
Selena Gomez
Thirty Seconds To Mars
Best UK & Ireland Act:
Adele
Coldplay
Florence and the MAChine
Jessie J
Kasabian
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Re: Music Press
«Ai nostri fan e ai nostri amici: come R.E.M. e come amici di una vita e co-cospiratori, abbiamo deciso di smettere di essere una band. Ce ne andiamo con grande senso di gratitudine, di compiutezza, e di stupore per tutto ciò che abbiamo realizzato. A chiunque sia mai stato toccato dalla nostra musica va il nostro più profondo ringraziamento per averci ascoltato»
http://remhq.com/news_story.php?id=1446
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Re: Music Press
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Re: Music Press
R.E.M., lo scioglimento: le reazioni degli artisti
Non si sono fatte attendere le reazioni della comunità musicale internazionale alla notizia dello scioglimento dei R.E.M., che dopo trentuno anni di carriera e quindici album in studio - molti dei quali entrati di diritto nella storia del rock - hanno alzato bandiera bianca annunciando la fine delle attività del guppo. "Non troveremo mai indie-rock migliore di quello dei vostri primi quattro album", è stato il commento dei Futurheads, ai quali ha fatto eco - con una citazione - il bassista degli Strokes Nikolai Fraiture, che si è limitato a postare sul proprio account di Twitter "Rip R.E.M." allegando un video di una versione dal vivo del classico "It’s the end of the world as we know it (And I feel fine)".
"Sono personalmente molto grato ai R.E.M. per tutti quei dischi e quei concerti magnifici", ha dichiarato il Dj radiofonico britannico Zane Lowe, voce di punta della prima emittente della BBC: "Sono indubbiamente una parte importante della storia del rock'n'roll moderno. Pensate a quante band - gli Smiths, i Radiohead, i Nirvana - senza di loro non sarebbero mai esistite. Hanno avuto la dignità di ritirarsi con stile: molti non ci sarebbero riusciti...". Di tutt'altro tenore è il commento dei post-rockers scozzesi Mogwai: "I R.E.M. sono una delle band più sopravvalutate del pianeta", ha affermato Stuart Braithwaite, "E il loro cantante è una delle persone più sgradevoli che mi sia mai capitato di incontrare".
rockol
Non si sono fatte attendere le reazioni della comunità musicale internazionale alla notizia dello scioglimento dei R.E.M., che dopo trentuno anni di carriera e quindici album in studio - molti dei quali entrati di diritto nella storia del rock - hanno alzato bandiera bianca annunciando la fine delle attività del guppo. "Non troveremo mai indie-rock migliore di quello dei vostri primi quattro album", è stato il commento dei Futurheads, ai quali ha fatto eco - con una citazione - il bassista degli Strokes Nikolai Fraiture, che si è limitato a postare sul proprio account di Twitter "Rip R.E.M." allegando un video di una versione dal vivo del classico "It’s the end of the world as we know it (And I feel fine)".
"Sono personalmente molto grato ai R.E.M. per tutti quei dischi e quei concerti magnifici", ha dichiarato il Dj radiofonico britannico Zane Lowe, voce di punta della prima emittente della BBC: "Sono indubbiamente una parte importante della storia del rock'n'roll moderno. Pensate a quante band - gli Smiths, i Radiohead, i Nirvana - senza di loro non sarebbero mai esistite. Hanno avuto la dignità di ritirarsi con stile: molti non ci sarebbero riusciti...". Di tutt'altro tenore è il commento dei post-rockers scozzesi Mogwai: "I R.E.M. sono una delle band più sopravvalutate del pianeta", ha affermato Stuart Braithwaite, "E il loro cantante è una delle persone più sgradevoli che mi sia mai capitato di incontrare".
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Re: Music Press
The golden age quando la pubblicità rilancia un vecchio disco
girate per le tv musicali, vi capiterà di imbattervi in questo video surreale, ma molto in tema con il nome del gruppo che è The Asteroids Galaxy Tour. La canzone che si ascolta, “The Golden Age”, l’avrete senz’altro riconosciuta nello spot di una nota marca olandese di birra. Ebbene, se pensate che questo sia un pezzo freschissimo vi sbagliate di grosso: il brano ha quasi tre anni e fa parte di un album, “Fruit“, il primo e finora unico della band, passato praticamente sotto silenzio come e più del singolo in questione.
Ma abbiamo dimostrato come l’Italia sia uno dei pochi paesi in Europa dove la musica passa quasi esclusivamente quando è televisiva, sia attraverso programmi, sia attraverso la pubblicità e così ora che il brano è diventato riconoscibile attraverso la pubblicità della birra sembra un prodotto nuovo. Il brano e il video sono indubbiamente molto particolari, la band fa un genere molto particolare, assai poco commerciale. Chissà se li risentiremo ancora.
dove c'è musica
girate per le tv musicali, vi capiterà di imbattervi in questo video surreale, ma molto in tema con il nome del gruppo che è The Asteroids Galaxy Tour. La canzone che si ascolta, “The Golden Age”, l’avrete senz’altro riconosciuta nello spot di una nota marca olandese di birra. Ebbene, se pensate che questo sia un pezzo freschissimo vi sbagliate di grosso: il brano ha quasi tre anni e fa parte di un album, “Fruit“, il primo e finora unico della band, passato praticamente sotto silenzio come e più del singolo in questione.
Ma abbiamo dimostrato come l’Italia sia uno dei pochi paesi in Europa dove la musica passa quasi esclusivamente quando è televisiva, sia attraverso programmi, sia attraverso la pubblicità e così ora che il brano è diventato riconoscibile attraverso la pubblicità della birra sembra un prodotto nuovo. Il brano e il video sono indubbiamente molto particolari, la band fa un genere molto particolare, assai poco commerciale. Chissà se li risentiremo ancora.
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Re: Music Press
OT
questa è del 1978 e la stanno usando adesso per la pubblicità di una automobile
questa è del 1978 e la stanno usando adesso per la pubblicità di una automobile
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Re: Music Press
Lampedusa, Baglioni: 'Parole meglio di pietre'
'C'e' chi passa da qui per conferenza o tg, noi ci siamo sempre'
"Quando le pietre provano a rubare il posto alle parole, è difficile riuscire a trovare parole più forti delle pietre. Molto difficile, ma bisogna tentare": si apre così la lettera indirizzata da Claudio Baglioni "a tutti coloro che si sentono di Lampedusa e Linosa". Una esternazione accorata, da qualcuno fraintesa, che voleva essere una dichiarazione di amore e solidarietà all'isola che per la nona volta ospita l'evento 'O'scia".
Facendo riferimento alla cronaca dei giorni scorsi e alla degenerazione della situazione, sfociata in guerriglia, Baglioni dice: "Conosco le ragioni della vostra rabbia", che è quella "di chi da troppo tempo aspetta risposte che chissà se arrivano, se arrivano tardi o non arrivano mai". "Noi siamo qui, da 10 anni, mentre alcuni altri, quelli che potrebbero fare molto più di noi spesso non ci sono e si guardano bene dal venire, o passano il tempo di un comizio, di una conferenza stampa o di un servizio di telegiornale e spariscono per sempre.
Noi, invece, non siamo mai andati via" conclude Baglioni, in chiusura delle quattro pagine di missiva. Questa nona edizione di 'O'scia", alla luce degli ultimi eventi, ha rischiato di saltare. "Ma poi - spiega il cantante conversando con i giornalisti - abbiamo deciso di non arrenderci e di andare avanti". Le immagini viste nei tg hanno fatto riflettere il cantautore: "Ho provato dolore pensando che forse un bastone e un sasso li avrei potuti prendere anch'io. E' una reazione umana, del momento, ma non serve.
A marzo qui c'era un disastro psicologico, una comunità atterrita, ferita, senza speranza e patria, in balia di promesse. Serviva un esercito, ma di psicologi". Rimboccandosi le maniche, Baglioni, che già a giugno aveva organizzato a Lampedusa l'evento 'Susiti' (alzati), ha portato sull'isola in questi giorni 60 artisti, tra i quali Zucchero, Pino Daniele, i Pooh, Patty Pravo e Beppe Fiorello, interprete di 'Terraferma' di Emanuele Crialese, girato nella vicina isola di Linosa e in corsa, da oggi, verso l'Oscar, dopo il Leone d'Oro a Venezia. Le defezioni dell'ultim'ora, tutte per motivi di salute, sono state quelle di Fiorella Mannoia, Samuele Bersani (che potrebbe slittare all'ultima serata, sabato) e Pippo Baudo, "assente da Lampedusa da circa 20 anni", come ha spiegato Baglioni, chiedendo aggiornamenti sul suo stato di salute dopo il malore che lo ha colpito ieri. Anche quest'anno, 'O'scia" gode del sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha stanziato 100 mila euro, mentre è venuto meno, dopo alcuni anni, l'appoggio economico del ministero dell'Interno. Proprio al ministro Maroni era stato indirizzato da Baglioni, con una battuta, l'invito a venire a suonare al suo festival. Invito caduto nel vuoto. Forte è invece quest'anno la presenza del ministero dell'Ambiente.
"Credo di aver scritto 200 lettere chiedendo attenzione alle istituzioni. Solo qualcuno ha risposto, in primis la Regione Sicilia, Gianni Letta e Stefania Prestigiacomo. Così, per la prima volta, abbiamo dovuto ricorrere anche a contributi privati". Il ministro Prestigiacomo, già in visita nei mesi scorsi con Baglioni a Lampedusa, è attesa di nuovo nelle prossime ore. "Mi hanno messo in mezzo anche in qualità di architetto (Baglioni è laureato e ha superato l'esame di Stato, Ndr) - spiega il cantante - c'é il progetto di fare di Lampedusa un'isola 'oil free', a zero gas: un modello motivo di vanto per il mondo. C'é tanto da fare. Mi hanno chiesto di impegnarmi come amministratore ma non entro in politica, ho un altro lavoro". Baglioni, che ha scritto un pezzo ancora inedito, 'Isole del Sud', ha in progetto l'uscita di tre dischi, ciascuno dei quali legato ad un originale progetto live e ad una diversa disciplina artistica. Distante per scelta dalla tv "ferocissima", si dedicherà ai concerti. Gli ultimi giorni dell'anno sarà all'Auditorium Parco della Musica di Roma, con il progetto 'Dieci dita', sette concerti senza palco, da solo al centro, circondato dal pubblico e da solo con la sua musica e una scaletta diversa ogni sera.
ansa.it
mi piacerebbe riuscire a saperne un po' di più su come 'funziona'...
'C'e' chi passa da qui per conferenza o tg, noi ci siamo sempre'
"Quando le pietre provano a rubare il posto alle parole, è difficile riuscire a trovare parole più forti delle pietre. Molto difficile, ma bisogna tentare": si apre così la lettera indirizzata da Claudio Baglioni "a tutti coloro che si sentono di Lampedusa e Linosa". Una esternazione accorata, da qualcuno fraintesa, che voleva essere una dichiarazione di amore e solidarietà all'isola che per la nona volta ospita l'evento 'O'scia".
Facendo riferimento alla cronaca dei giorni scorsi e alla degenerazione della situazione, sfociata in guerriglia, Baglioni dice: "Conosco le ragioni della vostra rabbia", che è quella "di chi da troppo tempo aspetta risposte che chissà se arrivano, se arrivano tardi o non arrivano mai". "Noi siamo qui, da 10 anni, mentre alcuni altri, quelli che potrebbero fare molto più di noi spesso non ci sono e si guardano bene dal venire, o passano il tempo di un comizio, di una conferenza stampa o di un servizio di telegiornale e spariscono per sempre.
Noi, invece, non siamo mai andati via" conclude Baglioni, in chiusura delle quattro pagine di missiva. Questa nona edizione di 'O'scia", alla luce degli ultimi eventi, ha rischiato di saltare. "Ma poi - spiega il cantante conversando con i giornalisti - abbiamo deciso di non arrenderci e di andare avanti". Le immagini viste nei tg hanno fatto riflettere il cantautore: "Ho provato dolore pensando che forse un bastone e un sasso li avrei potuti prendere anch'io. E' una reazione umana, del momento, ma non serve.
A marzo qui c'era un disastro psicologico, una comunità atterrita, ferita, senza speranza e patria, in balia di promesse. Serviva un esercito, ma di psicologi". Rimboccandosi le maniche, Baglioni, che già a giugno aveva organizzato a Lampedusa l'evento 'Susiti' (alzati), ha portato sull'isola in questi giorni 60 artisti, tra i quali Zucchero, Pino Daniele, i Pooh, Patty Pravo e Beppe Fiorello, interprete di 'Terraferma' di Emanuele Crialese, girato nella vicina isola di Linosa e in corsa, da oggi, verso l'Oscar, dopo il Leone d'Oro a Venezia. Le defezioni dell'ultim'ora, tutte per motivi di salute, sono state quelle di Fiorella Mannoia, Samuele Bersani (che potrebbe slittare all'ultima serata, sabato) e Pippo Baudo, "assente da Lampedusa da circa 20 anni", come ha spiegato Baglioni, chiedendo aggiornamenti sul suo stato di salute dopo il malore che lo ha colpito ieri. Anche quest'anno, 'O'scia" gode del sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha stanziato 100 mila euro, mentre è venuto meno, dopo alcuni anni, l'appoggio economico del ministero dell'Interno. Proprio al ministro Maroni era stato indirizzato da Baglioni, con una battuta, l'invito a venire a suonare al suo festival. Invito caduto nel vuoto. Forte è invece quest'anno la presenza del ministero dell'Ambiente.
"Credo di aver scritto 200 lettere chiedendo attenzione alle istituzioni. Solo qualcuno ha risposto, in primis la Regione Sicilia, Gianni Letta e Stefania Prestigiacomo. Così, per la prima volta, abbiamo dovuto ricorrere anche a contributi privati". Il ministro Prestigiacomo, già in visita nei mesi scorsi con Baglioni a Lampedusa, è attesa di nuovo nelle prossime ore. "Mi hanno messo in mezzo anche in qualità di architetto (Baglioni è laureato e ha superato l'esame di Stato, Ndr) - spiega il cantante - c'é il progetto di fare di Lampedusa un'isola 'oil free', a zero gas: un modello motivo di vanto per il mondo. C'é tanto da fare. Mi hanno chiesto di impegnarmi come amministratore ma non entro in politica, ho un altro lavoro". Baglioni, che ha scritto un pezzo ancora inedito, 'Isole del Sud', ha in progetto l'uscita di tre dischi, ciascuno dei quali legato ad un originale progetto live e ad una diversa disciplina artistica. Distante per scelta dalla tv "ferocissima", si dedicherà ai concerti. Gli ultimi giorni dell'anno sarà all'Auditorium Parco della Musica di Roma, con il progetto 'Dieci dita', sette concerti senza palco, da solo al centro, circondato dal pubblico e da solo con la sua musica e una scaletta diversa ogni sera.
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Re: Music Press
Un “cazzo” di troppo. Le radio censurano Luca Carboni
Il 13 Settembre scorso è uscito “Senza titolo”, il nuovo album di Luca Carboni, l’undicesimo di inediti.
Il disco è stato anticipato dal singolo “Fare le valigie” all’inizio di questa estate ormai conclusa e il 9 Settembre dal secondo estratto “Cazzo che bello l’amore”.
Entrato subito nella classifica dei dieci album più venduti in Italia, per Luca Carboni una grande soddisfazione dopo ben 5 anni di lontananza dalle scene.
Ma anche non poche polemiche lo hanno atteso dietro l’angolo e proprio il secondo singolo (più specificatamente il titolo di questo) ha scatenato l’ira funesta delle radio. Quel “cazzo” buttato lì non si può proprio sentire secondo le emittenti nazionali, gli speaker con le guance arrossate dall’imbarazzo masticano qualcosa quando lo presentano, pochi sono i programmi che lo trasmettono.
Troppo scurrile, che volgarità! Dobbiamo rimediare a questa scelleratezza: lo censuriamo. Oh, questo sì che è un bel paese!
Non dobbiamo andare molto lontano, abbiamo tutti fresco il ricordo delle polemiche che Marco Masini suscitò cantando brani come “Vaffanculo” o “Bella stronza”. In quella stessa situazione si trova oggi Carboni, che si vede schierato contro anche “Famiglia cristiana”.
Un atteggiamento bigotto ed ipocrita, che spesso e volentieri prende il largo in Italia e che ogni volta non fa altro che provocarmi grasse risate. “Cazzo che bello l’amore” è una canzone fresca, parla dell’amore visto come una continua scoperta: si può vivere ogni giorno accanto ad una persona, conoscerne ogni pregio e difetto, vizio e virtù, ma d’un tratto scoprire un dettaglio nuovo che ci fa innamorare ancor più di prima. L’amore come evoluzione e sorpresa costanti e cosa si dice davanti a qualcosa di meravigliosamente inaspettato? “Cavolo, che bello!”.
Ecco, Carboni l’ha detto in maniera più diretta, verace, quotidiana, niente di offensivo, nessuna intenzione provocatoria. E allora perchè il putiferio? Più si va avanti, più mi sembre di capire che la noia è l’origine di tutto: non si sa di che cosa (si può…) parlare, allora ci si butta sulla prima inezia che ci passa sotto al naso.
Ma Carboni si è comportato da gentleman: nessuna polemica, ha accettato la situazione, probabilmente se la aspettava anche, dopo tanti anni di questo mestiere sa chi ha di fronte. L’azione di censura è stata “denunciata” da Jovanotti, grande amico di Carboni, con cui ha collaborato in più occasioni. Lorenzo scrive su Twitter un messaggio breve ed ironico: “Mi ha detto Luca Carboni che alcune radio censurano la sua “Cazzo che bello l’amore”. Forse la parola “amore” può offendere…”.
Da lì l’appoggio di altri colleghi ed amici, da Fiorello a Nicola Savino, che decidono di combattere la pesantezza di un simile comportamente con la leggerezza di una risata. Si è scatenata in internet la gara per trovare il titolo alternativo più adatto: tra le papabili “Cavolo che bello l’amore”, “Capperi che bello l’amore”, ma anche le dialettali “Minchia che bello l’amore” e “Ciumbia che bello l’amore”.
Tutti concordi che la censura sia ridicola e che andasse bene fino a 60 anni fa, allora perchè si verificano ancora fatti di questo genere? Misteri della fede…
Dopo la lunga parentesi che ho aperto su questa polemica sterilissima dilagata in questi giorni, torno a “Senza titolo”. Avremo modo più avanti di approfondire messaggi, suoni, pensieri del disco direttamente con Luca Carboni, intanto qualche anticipazione per chi ancora non ha avuto modo di ascoltarlo.
10 tracce nel cd fisico, “Fiume” come bonus track per iTunes, un sound riconoscibile tra mille alla prima nota. Luca Carboni mantiene il suo stile personale, quello che lo identifica e lo fa apprezzare dai fan. Confermato anche in questo lavoro il carattere profondamente intimista e riflessivo delle canzoni, mai banali pur raccontando immagini della nostra quotidianità.
Un linguaggio diretto, scarno di orpelli, portatore di un messaggio che arriva dritto alla meta. Carboni apre un’altra finestra sul suo mondo, sulla sua famiglia, dedicando una canzone commovente, bellissima a sua madre.
Un bel cd, un ascolto assolutamente piacevole di brani in cui dosa con sapienza testi dal contenuto profondo con musiche piacevoli.
Sapete che vi dico? Cazzo che bello il nuovo cd di Luca Carboni! Ops…
http://www.melodicamente.com/luca-carboni-cazzo-che-bello-l-amore-censura/
mamma quanto siamo bigotti
Il 13 Settembre scorso è uscito “Senza titolo”, il nuovo album di Luca Carboni, l’undicesimo di inediti.
Il disco è stato anticipato dal singolo “Fare le valigie” all’inizio di questa estate ormai conclusa e il 9 Settembre dal secondo estratto “Cazzo che bello l’amore”.
Entrato subito nella classifica dei dieci album più venduti in Italia, per Luca Carboni una grande soddisfazione dopo ben 5 anni di lontananza dalle scene.
Ma anche non poche polemiche lo hanno atteso dietro l’angolo e proprio il secondo singolo (più specificatamente il titolo di questo) ha scatenato l’ira funesta delle radio. Quel “cazzo” buttato lì non si può proprio sentire secondo le emittenti nazionali, gli speaker con le guance arrossate dall’imbarazzo masticano qualcosa quando lo presentano, pochi sono i programmi che lo trasmettono.
Troppo scurrile, che volgarità! Dobbiamo rimediare a questa scelleratezza: lo censuriamo. Oh, questo sì che è un bel paese!
Non dobbiamo andare molto lontano, abbiamo tutti fresco il ricordo delle polemiche che Marco Masini suscitò cantando brani come “Vaffanculo” o “Bella stronza”. In quella stessa situazione si trova oggi Carboni, che si vede schierato contro anche “Famiglia cristiana”.
Un atteggiamento bigotto ed ipocrita, che spesso e volentieri prende il largo in Italia e che ogni volta non fa altro che provocarmi grasse risate. “Cazzo che bello l’amore” è una canzone fresca, parla dell’amore visto come una continua scoperta: si può vivere ogni giorno accanto ad una persona, conoscerne ogni pregio e difetto, vizio e virtù, ma d’un tratto scoprire un dettaglio nuovo che ci fa innamorare ancor più di prima. L’amore come evoluzione e sorpresa costanti e cosa si dice davanti a qualcosa di meravigliosamente inaspettato? “Cavolo, che bello!”.
Ecco, Carboni l’ha detto in maniera più diretta, verace, quotidiana, niente di offensivo, nessuna intenzione provocatoria. E allora perchè il putiferio? Più si va avanti, più mi sembre di capire che la noia è l’origine di tutto: non si sa di che cosa (si può…) parlare, allora ci si butta sulla prima inezia che ci passa sotto al naso.
Ma Carboni si è comportato da gentleman: nessuna polemica, ha accettato la situazione, probabilmente se la aspettava anche, dopo tanti anni di questo mestiere sa chi ha di fronte. L’azione di censura è stata “denunciata” da Jovanotti, grande amico di Carboni, con cui ha collaborato in più occasioni. Lorenzo scrive su Twitter un messaggio breve ed ironico: “Mi ha detto Luca Carboni che alcune radio censurano la sua “Cazzo che bello l’amore”. Forse la parola “amore” può offendere…”.
Da lì l’appoggio di altri colleghi ed amici, da Fiorello a Nicola Savino, che decidono di combattere la pesantezza di un simile comportamente con la leggerezza di una risata. Si è scatenata in internet la gara per trovare il titolo alternativo più adatto: tra le papabili “Cavolo che bello l’amore”, “Capperi che bello l’amore”, ma anche le dialettali “Minchia che bello l’amore” e “Ciumbia che bello l’amore”.
Tutti concordi che la censura sia ridicola e che andasse bene fino a 60 anni fa, allora perchè si verificano ancora fatti di questo genere? Misteri della fede…
Dopo la lunga parentesi che ho aperto su questa polemica sterilissima dilagata in questi giorni, torno a “Senza titolo”. Avremo modo più avanti di approfondire messaggi, suoni, pensieri del disco direttamente con Luca Carboni, intanto qualche anticipazione per chi ancora non ha avuto modo di ascoltarlo.
10 tracce nel cd fisico, “Fiume” come bonus track per iTunes, un sound riconoscibile tra mille alla prima nota. Luca Carboni mantiene il suo stile personale, quello che lo identifica e lo fa apprezzare dai fan. Confermato anche in questo lavoro il carattere profondamente intimista e riflessivo delle canzoni, mai banali pur raccontando immagini della nostra quotidianità.
Un linguaggio diretto, scarno di orpelli, portatore di un messaggio che arriva dritto alla meta. Carboni apre un’altra finestra sul suo mondo, sulla sua famiglia, dedicando una canzone commovente, bellissima a sua madre.
Un bel cd, un ascolto assolutamente piacevole di brani in cui dosa con sapienza testi dal contenuto profondo con musiche piacevoli.
Sapete che vi dico? Cazzo che bello il nuovo cd di Luca Carboni! Ops…
http://www.melodicamente.com/luca-carboni-cazzo-che-bello-l-amore-censura/
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Re: Music Press
Bjork: 'Le etichette hanno guadagnato troppo'
La crisi discografica, quella dei mercati, il Web, la congiuntura: della difficile fase che il music biz sta attraversando da diversi anni si è detto tutto e il contrario di tutto. Analisti, rappresentanti di associazioni di categoria e produttori non si sono mai mostrati timidi nell'esporre quelle che - secondo loro - siano le vere ragioni dell'empasse che sta provando la discografia da ormai qualche stagione, mentre più cauti (salvo rare eccezioni) si sono sempre mostrati gli artisti. Bjork, che dalla sua Islanda la crisi - quella vera - ha avuto l'opportunità di viverla sulla propria pelle, ha le idee molto chiare circa l'evoluzione dell'ambito musical-industriale degli ultimi anni: "Non credo che oggi le cose siano cambiate in meglio o in peggio, rispetto a qualche anno fa", ha sostenuto lei, ancora fresca dalla pubblicazione del nuovo album "Biophilia", "Ho iniziato a cantare a 14 anni, pubblicando dischi per l'allora unica etichetta indipendente islandese, la Gramm, dove la parola chiave era autosufficienza, e la consegna era quella di non farsi mettere sotto contratto con le major perché viste come il male assoluto, quelle che 'avevano ucciso Elvis' e che avrebbero potuto stritolare anche te da un momento all'altro. Semplicemente, credo che per un periodo di tempo discretamente lungo le etichette siano state protagoniste di un'ingiustificata 'bolla' che si è gonfiata sempre più fino ad esplodere: in parole povere, in certi anni le label hanno fatto troppi soldi per il lavoro che svolgevano e oggi sono tornate ad avere un volume d'affari proporzionato al loro operato.
Björk - Crystalline on MUZU.TV
Meglio? Peggio? Non so. L'unica cosa della quale sono certa è che come ci sarà sempre gente che vorrà ascoltare musica, sempre ci sarà gente che vorrà farla, con tutte le implicazioni del caso".
rockol
La crisi discografica, quella dei mercati, il Web, la congiuntura: della difficile fase che il music biz sta attraversando da diversi anni si è detto tutto e il contrario di tutto. Analisti, rappresentanti di associazioni di categoria e produttori non si sono mai mostrati timidi nell'esporre quelle che - secondo loro - siano le vere ragioni dell'empasse che sta provando la discografia da ormai qualche stagione, mentre più cauti (salvo rare eccezioni) si sono sempre mostrati gli artisti. Bjork, che dalla sua Islanda la crisi - quella vera - ha avuto l'opportunità di viverla sulla propria pelle, ha le idee molto chiare circa l'evoluzione dell'ambito musical-industriale degli ultimi anni: "Non credo che oggi le cose siano cambiate in meglio o in peggio, rispetto a qualche anno fa", ha sostenuto lei, ancora fresca dalla pubblicazione del nuovo album "Biophilia", "Ho iniziato a cantare a 14 anni, pubblicando dischi per l'allora unica etichetta indipendente islandese, la Gramm, dove la parola chiave era autosufficienza, e la consegna era quella di non farsi mettere sotto contratto con le major perché viste come il male assoluto, quelle che 'avevano ucciso Elvis' e che avrebbero potuto stritolare anche te da un momento all'altro. Semplicemente, credo che per un periodo di tempo discretamente lungo le etichette siano state protagoniste di un'ingiustificata 'bolla' che si è gonfiata sempre più fino ad esplodere: in parole povere, in certi anni le label hanno fatto troppi soldi per il lavoro che svolgevano e oggi sono tornate ad avere un volume d'affari proporzionato al loro operato.
Björk - Crystalline on MUZU.TV
Meglio? Peggio? Non so. L'unica cosa della quale sono certa è che come ci sarà sempre gente che vorrà ascoltare musica, sempre ci sarà gente che vorrà farla, con tutte le implicazioni del caso".
rockol
anna- admin anna
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Re: Music Press
'Questo È Amore': Dalla Pubblica Una Raccolta Extra-Ordinaria
Non si tratta della solita raccolta, perlomeno a sentire Lucio Dalla. Si tratta di Questo è amore, un doppio cd di brani editi atteso nei negozi per l'8 novembre e anticipato in radio da oggi, 14 ottobre, dall'inedito Anche se il tempo passa (amore). Per descrivere il suo lavoro, Dalla ha usato il neologismo 'extra-ordinario'. Una raccolta che in una nota è definita "decisamente fuori dal comune, perché per la prima volta rivolge l'attenzione verso quelle canzoni ingiustamente considerate 'minori', magari solo perché rimaste nell'ombra a causa dello schiacciante successo delle super-hits da classifica. Nel disco, oltre al già citato singolo radiofonico, sono presenti altri tre inediti: Anema e core, Meri Luis, cantata con Marco Mengoni, e Radame's, un brano mutuato dal repertorio anni Quaranta del Quartetto Cetra e riarrangiato da Dalla e Mauro Malavas
popon
anna- admin anna
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Re: Music Press
un disco extra-ordinario per coprire spese extra-ordinarie?
biemmevù nuova? mignotte? rifare le piastrelle del bagno?
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mambu- cometa
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Re: Music Press
mambu ha scritto:un disco extra-ordinario per coprire spese extra-ordinarie?
biemmevù nuova? mignotte? rifare le piastrelle del bagno?
ubik- admin ubik
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